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The Unity hanno ammorbito il loro sound The Unity hanno ammorbito il loro sound Hot

The Unity hanno ammorbito il loro sound

recensioni

gruppo
titolo
"Pride"
etichetta
SPV/Steamhammer
Anno

TRACKLIST:
CD1
01. The new Pandora
02. Hands of time
03. Line and sinker
04. We don´t need them here
05. Destination unknown
06. Angel of dawn
07. Damn nation
08. Wave of fear
09. Guess how I hate this
10. Scenery of hate
11. Rusty cadillac
12. You don´t walk alone
CD2
01 The storm (live)
02 The willow tree (live)
03 You got me wrong (live)
04 Never forget (live)
05 Nowhereland

Line-Up:
Gianbattista Manenti (vocals)
Michael Ehre (drums)
Henjo Richter (guitars)
Stef E (guitar)
Jogi Sweers (bass)
Sascha Onnen (keyboards)

opinioni autore

 
The Unity hanno ammorbito il loro sound 2020-03-10 12:00:00 Ninni Cangiano
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Ninni Cangiano    10 Marzo, 2020
Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 2020
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Tornano gli italo/tedeschi The Unity con un nuovo album, il terzo della loro carriera, intitolato semplicemente “Pride” e dotato di una copertina alquanto minimale. Se in precedenza il progetto parallelo di Henjo Richter e Michael Ehre molto doveva alla loro band principale, i Gamma Ray, questa volta è stata aumentata la componente più tipicamente melodica ed hard-rockeggiante, tanto che gli 11 brani (+ solita intro) dell’album non possono evitare di richiamare alla mente le più recenti uscite degli Edguy, fatti i dovuti paragoni tra la voce dell’ottimo Giambattista Manenti e quella inimitabile di Tobias Sammet. Il sound si è quindi ammorbidito parecchio (direi anche troppo!) e sono poche le tracce più robuste e tipicamente power; fra queste citerei sicuramente l’ottima “Damn nation” (la migliore in assoluto!), come anche “Hands of time”, “Scenery of hate” e “We don´t need them here” (primo singolo estratto dal disco). Per il resto, il disco si ascolta sempre piacevolmente, anche se alcune canzoni mancano un po’ di tiro e rischiano alla lunga di annoiare (“Wave of fear” su tutte! Fin troppo blanda e ripetitiva per essere onesti). Parecchio avulsa dal contesto inoltre la rockeggiante “Rusty cadillac”, traccia che forse era meglio evitare o relegare al ruolo di bonus track di qualche edizione speciale. Abbiamo davanti professionisti esperti e di ottimo livello, quindi la prestazione di ognuno dei componenti del gruppo è sicuramente di qualità, così come pressoché perfetta è la produzione. Purtroppo, rispetto al passato, un passo indietro è stato fatto, a mio parere il sound è stato troppo ammorbidito ed un po’ più di energia non avrebbe guastato. Ciò non toglie che questo “Pride” è comunque un buon disco che si ascolta gradevolmente e conferma questi The Unity tra le migliori bands in circolazione nel nord-Europa per lo specifico genere musicale. In conclusione, da segnalare che l’album è in commercio come doppio-cd o doppio-vinile, oltre ad un boxset per collezionisti (limitato a sole 250 copie); purtroppo per la recensione abbiamo avuto a disposizione solamente il primo dei due dischi, mentre il secondo presenta alcuni pezzi live ed il brano “Nowhereland”, b-side del singolo “Never forget”, risalente al 2017.

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