Frater Orion dei Deathless Legacy è qui con noi di allaroundmetal.com, eccovi cosa ci ha
raccontato.
AAM: Ciao e grazie di essere qui con noi di allaroundmetal.com; dato che sono tanti anni che non
facciamo un’intervista con voi, vogliamo ricordare ai nostri lettori come è nata la band?
DL: Siamo nati nel 2006 come Tribute Band dei Death SS, nel 2014 abbiamo pubblicato il nostro
primo album e da li ci abbiamo preso il vizio e non ci siamo più fermati in 11 anni ne abbiamo fatti
7. È un brutto vizio lo so… ma che ci devo fare…
AAM: La scelta del nome Deathless Legacy da cosa è stata ispirata?
DL: È stato il Maestro Steve Sylvester a Battezzarci donandoci questo nome.
AAM: Che rapporto avete con la religione in generale e soprattutto con la dottrina cristiana?
DL: Subisco ancora le conseguenze fisiche di un trauma infantile che mi è stato causato da un
gruppo di suore. Nonostante questo sono una persona molto spirituale, addirittura mistica. Ma di
tutt’altro indirizzo rispetto alla cristianità. Nonostante questo io adoro l’estetica clericale, con una
morbosità a dir poco inquietante, e provo un immenso piacere a mischiare sacro e profano.
AAM: E con l'esoterismo e l'occultismo come la mettiamo, mi sembra sia una vostra evidente
passione, giusto?
DL: Come giustamente dici, è evidente. E se ci fosse ancora qualche dubbio, invito a leggere alcuni
dei miei libri riguardo l’argomento.
AAM: Cosa significa il simbolo che ha tatuato Steva sulla schiena?
DL: Ho disegnato personalmente quei tatuaggi, e sono simboli che fanno parte del suo pantheon
con un doppio significato, sia mistico che quello di rappresentare i suoi famigli.
AAM: Quali bands apprezzate e quali vi hanno influenzato nei vostri primi passi nel mondo della
musica metal?
DL: Chiaramente al primo posto non può che esserci i Death SS, successivamente mi va di
menzionare King Diamond, Type o Negative, The Vision Bleak, e Ghost.
AAM: Sono ormai tanti anni che siete in giro, quindi penso abbia maturato una notevole esperienza
che ti permetta di giudicare con raziocinio, cosa pensi della scena metal italiana?
DL: La scena Italiana dal punto di vista delle band è molto florida, e anzi è di qualità mediamente
superiore rispetto ad altre situazioni europee se proporzioniamo il tutto alla popolazione metal che
vive sul territorio. Il problema italiano è la scarsità di locali soprattutto sotto certe latitudini. Le
persone ci sono, sono proprio le attività che faticano purtroppo a decollare, per problemi di
sostenibilità economica.
AAM: Ci sono gruppi con i quali siete più in contatto o con cui vi trovate meglio a dividere un
palco?
DL: Sono molte le band amiche, e non voglio mettermi a fare una lista per paura di dimenticare
qualcuno.
AAM: Quali sono i progetti in cantiere per i Deathless Legacy? Vi sarà modo di vedervi in tour per
promuovere il nuovo album?
DL: Si assolutamente, la tempistica di uscita di questo ultimo album e la grande quantità di concerti
di questo anno ci ha impedito alcune location che avevano già la stagione al completo, ma sono
convinto riusciremo a recuperare in autunno!
AAM: A proposito del nuovo album, cosa ci racconti al riguardo? C’è qualche aspetto che ti va di
approfondire con noi?
DL: Vorrei raccontarti la storia dietro al nostro concept: Damnatio Aeterna segue Malchrum, un
demone caduto in disgrazia nei gironi inferiori dell’Inferno, incaricato di riscattarsi portando
all’Inferno l’anima di un prete. La sua prima vittima è Don Bernardo, un sacerdote devoto di una
piccola parrocchia.
Dopo aver studiato i peccati dei fedeli nel confessionale del prete e aver capito i suoi punti devoli
attraverso un’illusione demoniaca, Malchrum provoca a don Bernardo una polluzione notturna,
rendendolo impuro secondo le regole della Chiesa. Questo evento, chiamato defectio dispositionis
corporis, impedirebbe al sacerdote di celebrare messa. Tuttavia, il sagrestano lo costringe a
officiare nonostante il suo turbamento, non lasciandogli tempo per purificarsi. Bernardo, in preda al
conflitto interiore, celebra la messa con mani impure, profanando l’atto sacro e cadendo in un
peccato inconfessabile.
Parallelamente, un evento straordinario scuote l’Inferno: la Chiesa annuncia un Giubileo
straordinario, destinato a cancellare tutti i peccati dei fedeli senza alcuna confessione, dato che sarà
sufficiente passare per una delle porte sante per purificarsi. Per Lucifero, questo rappresenta
un’affronto insopportabile, e così ordina a Malchrum di trovare il modo di trascinare all’inferno un
cardinale.
Malchrum inizia la ricerca della sua nuova vittame e crede di averla trovata nel ricco Cardinal
Ruscelli. Convinto che la corruzione sarà facile, tenta di portarlo alla perdizione utilizzando le
advances di una suora sotto possessione demoniaca. Tuttavia, il piano fallisce miseramente: il
cardinale non è interessato. Con orrore, Malchrum scopre infatti che il prelato è in realtà un
pedofilo.
Diventerà allora ancor più importante per il demone far si che il cardinale finisca all’inferno prima
che possa passare in una porta santa e cancellare i suoi peccati.
Damnatio Aeterna è una storia che esplora i confini tra sacro e profano, colpa e redenzione.
Attraverso la corruzione spirituale, il libro offre uno sguardo crudo e inquietante sul lato oscuro
dell’animo umano, portando il lettore in un viaggio gotico nei meandri della tentazione e della
perdizione.
AAM: Sono ormai due dischi che avete titoli in latino, come mai questa scelta e soprattutto perché
il titolo “Damnatio Aeterna”?
DL: Adoro l’imponenza con cui suonano le parole latine, come fosse una formula magica, hanno un
fascino irresistibile per me.
AAM: Avete girato due video per “Miserere” e “Sanctified”, come mai avete scelto questi due
pezzi e cosa ci raccontate sulle relative trame?
DL: Miserere è stata scelta per creare continuità con il disco precedente mentre Sanctified è un
brano molto particolare che ti dirò temevo fosse troppo diverso per piacere. Ma mi sbagliavo la
ricezione è stata particolarmente positiva. Una curiosità, le croci in legno visibili nel video di
miserere sono state create con le bacchette rotte utilizzate per registrare questo disco.
AAM: A proposito, potete svelarci se ci sarà qualche altro video estratto da “Damnatio Aeterna”?
DL: Si, ma non abbiamo ancora deciso quando rilasciarlo… vedremo…
AAM: Come consuetudine, essendo giunti alla fine, vi ringraziamo del tempo che ci avete concesso
e concludiamo lasciando uno spazio a vostra totale disposizione per un messaggio ai vostri fans ed
ai lettori di allaroundmetal.com
DL:Oltre al consueto libro che spiega il concept di questo album quest’anno abbiamo creato anche
un gioco di carte che vi invitiamo a scoprire. Si tratta di un gioco il cui obbiettivo è far peccare e
poi finire all’inferno dei Prelati, assolutamente blasfemo, cinico, irriverente e sarcastico. Potrete
scoprire di più sul nostro sito, e se siete degli anticlericali, non può mancare nella vostra collezione.
Con un live report, vi abbiamo dato conto dell’evento storico che ha scandito la rinascita dell’hard & heavy barese, ossia del Monsters of Bari – vol.I celebratosi il 18 aprile di quest’anno, grazie alla vitalità delle prime leve metalliche del capoluogo pugliese che hanno riattizzato il sacro fuoco metallico in quella che fu la terra dei Japigi.
Vi abbiamo preannunciato che non sarebbe stato un mero episodio, bensì un vero e proprio concept concertistico itinerante in grado di mettere a ferro e fuoco una Bari da sempre sonnecchiante in campo musical-culturale.
Da allora si sono tenuti altri eventi di tutto rilievo, dalla serata Manowar-tribute al gig bordo mare in estate.
Ebbene, il giorno 5 ottobre è stata la volta del capitolo monster dedicato agli Dei Deep Purple.
Al Crossroad (assurto al rango di vero e proprio punto di riferimento dell’Olimpo metallico in quel di Bari e non solo) si sono magistralmente esibiti Fabio Cacace (versatilissimo vocals), il Master of Axes Alex Milella e un Carlo Ragno (guitars) che era una sorta di incrocio perverso tra Zakk Wilde e Daron Malakian, l’impeccabile Luigi Anastasia (basso), il giovane più che di belle speranze Leonardo Cavone (keyboards), Massimiliano Mortara (drums), un batterista che ha la prerogativa di menare come un fabbro ferraio pur apparendo il più rilassato del mondo, mancino come il mitico Ian Paice (con cui Carlo Ragno ha avuto l'onore di collaborare nel Maggio 2004 per la registrazione di un suo brano, e una jam session a sorpresa al Pellicano) cui si è ispirato anche nella strumentazione con una Ludwig dal look decisamente Seventies.
Particolarità della formazione a sei, ecco perché il monicker “Six Purple”, con due chitarre e tastiera: ispirati alle versioni studio, con le due chitarre che si alternano alla solista, o riproducono le parti che Blackmore effettuava con le sovraincisioni (tipici i soli con controcanti di Highway star, Burn, Soldier of fortune, MIstreated).
I convenuti (tra cui lo scrivente) hanno avuto modo di fregiarsi di farsi massacrare i padiglioni auricolari dalla seguente, esplosiva track list:
01. Hush 02. Strange kind of woman 03. Never before 04. Perfect Strangers 05. Black night 06. Child in time 07. Mistreated 08. Space Trucking 09. You fool no one 10. Lazy 11. Soldier of Fortune 12. Burn 13. Fireball 14. Might just take your life 15. Highway star 16. Stormbringer 17. Smoke on the water
Un’altra serata memorabile, un altro tassello di puro acciaio che è andato a infoltire ulteriormente il metallico diadema marchiato “Monsters of Bari”.
Alla prossima, metalbangers! Il Tempio barese dell’inferno sonoro riaprirà i roventi cancelli il 29 novembre ("Winter Metal Explosion"). Ci saremo, statene certi, e ve lo racconteremo!
Max “Thunder” Giangregorio
Monsters of Bari - Vol.1: il ritorno delle belve metalliche baresi
Sabato, 05 Maggio 2018 19:11 Pubblicato in Live ReportIl 28 aprile 2018 rimarrà una data storica per la scena metal barese.
Presso il Garage Sound di Bari, si sono dati convegno tutti i precursori dell'Heavy Metal negli anni '80 baresi. Molto più che una rimpatriata nostalgica tra vecchi fratelli!
L'evento ha evidenziato come il livello di energia e la fame di metallo siano rimasti inalterati in tutti coloro che vi hanno partecipato, sia salendo sul palco, che lavorandoci dietro le quinte o semplicemente assistendovi.
Bari, sia pure tra mille difficoltà, negli anni ’80 è stata la culla di bands come gli Shining Blade, i Grendel, gli Hellbound, i Metal Cross, gli Oracle, i Jeopardize, i Ravish, i Rakehell e i Wotan.
Bands supportate da pionieristiche trasmissioni radiofoniche dedite alla New Wave of British Heavy Metal condotte da esperti del settore quali Silvio Ricci (conduttore del programma “Hard Tales” e oggi autore del seminale libro “Hard Rock Emotions”) lo scrivente che, con lo pseudonimo di “Max Thunder” (che utilizza ancor oggi in sede di recensione) con Daniele Sindaco, “Danny Thrash”, conduceva “Headbang” e Nicola D’Amelio (memorabile il suo programma “Profession of Violence”).
L'animus del metallico consesso che ha mutuato il nome (ironicamente) dal famigerato Monsters of Rock è stato quello di (ri)vivere le pulsanti emozioni che solo il nostro beneamato metal sa regalare.
In un contest super-adrenalinico, si sono esibiti on stage i Metal Cross (Alex Milella - guitar, Alberto Montedoro - vocals, Francesco Patruno (Cruentus altra importante band barese che ha anche inciso) - bass, Giorgio Columbo - drums) gli Oracle (Carlo Ragno e Giancarlo Massari - guitars, Nicola Bavaro - vocals, Francesco Patruno - bass e Massimo Arnese - drums) e gli Hellbound, (Gennaro Verni - vocals, Enzo Bruno e Jimmy Troccoli - guitars, Gianni Lapadula - bass, Larry Patterson - drums) introdotti rispettivamente dal sottoscritto (che, dopo 30 anni esatti, ha fatto riecheggiare sinistra la sigla del programma "Headbang!") da Silvio Ricci ("Hard Rock Emotions") e da Nicola D'Amelio ("Profession of Violence")
Lo show è proseguito con una mega-jam session impreziosita dalla presenza di musicisti del calibro del già citato Jimmy Troccoli (axeman degli Shining Blade e dei più recenti Twilight Gates) il mitico Mitch Allen (anch'egli all'ascia) e il drummer Larry paterson (from U.S.A.) in cui - insieme a tutti i componenti delle succitate bands - i padiglioni auricolari dei supergasati spettatori sono stati massacrati da gemme di metallo estratte dalla miniera della NWOBHM e dalla migliore produzione anni '80 mondiale.
Sono stati anche commemorati tre compianti fratelli, che hanno animato la metal-scene barese dell'epoca, passati troppo presto a miglior vita, ossia Vito Milella, Stefano Radicchio e Andrea Clansman Rossi.
Un evento riuscitissimo, che ora si pensa a replicare (anche in altra formula) e che vuole essere anche una sorta di risveglio per la scena metal locale, attualmente pullulante di cover bands piene di "nuove leve" talentuose sia dal punto di vista tecnico che compositivo ma che stentano a proporre i propri brani inediti e, per questo, magari hanno bisogno di una spinta definitiva anche da parte dei veterani del metal barese, "vecchietti (???) terribili" su cui sanno di poter contare, dopo averli visti al Monsters of Bari - Vol.1!!! Keep on metal forever and ever!!!
Max "Thunder" Giangregorio