La nuova frontiera del Death Metal Italiano: intervista a Gabriele Gramaglia dei Cosmic Putrefaction [ITA/ENG]
Mercoledì, 25 Maggio 2022 20:07 Pubblicato in IntervisteLo scorso 6 maggio è uscito, sotto l'egida del colosso dell'underground Profound Lore Records, Crepuscular Dirge for the Blessed Ones, l'attesissimo terzo album dei Cosmic Putrefaction (trovate qui la nostra recensione). Per chi non la conoscesse, trattasi di una one-man-band (in questo disco con Giulio Galati degli Hideous Divinity alla batteria) il cui mastermind risponde a nome di Gabriele Gramaglia, ventottenne milanese ad oggi -per chi vi scrive- il nome di punta della scena italiana di un certo modo di intendere il Death Metal: quello che fa capo a gente come Deathspell Omega, Ulcerate, Gorguts, Blood Incantation e compagnia bella. Ma non è tutto. Gabriele è anche la mente che sta dietro a diversi altri progetti, tutti incentrati ad esplorare i lidi più inusuali, sperimentali e contorti del Death e del Black Metal. Tra questi ricordiamo: Vertebra Atlantis (trovate qui la nostra recensione del debutto), Summit, The Clearing Path e Turris Eburnea, senza contare le numerose collaborazioni. Insomma, una carriera iniziata 10 anni or sono, ricchissima di idee, sperimentazioni e perfezionamenti e soprattutto di musica di qualità, fatta per un orecchio esigente. Con l'uscita del nuovo Cosmic Putrefaction abbiamo avuto il piacere di chiacchierare via Skype con Mr. Gramaglia che, oltre ad essere una persona umilissima e super disponibile, si è rivelato un musicista con una cultura, musicale e artistica, impressionante. Buona lettura!
[English Version Below]
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1. Ciao Gabriele e grazie mille per la disponibilità. Cominciamo subito con la classica domanda di rito: come stai? Quali sono i feedback che stai ricevendo dopo la pubblicazione di “Crepuscular Dirge for the Blessed Ones”?
Ciao a tutti. I feedback sono molto buoni e quasi inattesi. Sto notando un sacco di calore in generale e questo mi rende contentissimo. Sono una persona che non ha mai grandi aspettative perché si concentra sulla musica e basta, quindi tutte queste risposte positive sono state una sorpresa e ne sono molto grato.
2. Vuoi parlarci del processo di scrittura di questo disco? Quando hai cominciato e qual è stato il metodo che hai usato per la stesura delle tracce?
Sembrerà strano ma è stato il disco più veloce da comporre. Questo perché uso la mia workstation (nella fattispecie Logic) come una sorta di agenda in cui butto giù tutti i riff che mi vengono in mente: sono 2 anni che faccio così, da subito dopo la pubblicazione di "The Horizons Towards Which Splendour Withers". Nei miei progetti solisti il lavoro è potenzialmente molto più veloce se ti ritrovi ad avere le idee chiare. Nei Vertebra Atlantis, ad esempio, è diverso perché essendo una band bisogna prima mettere tutti d’accordo. Comunque sia, lavoro sempre molto intensamente e soprattutto in maniera quasi istintiva che va di pari passo con i tempi piuttosto stretti. Poi il mio percorso accademico di composizione, che frequentavo nel contempo, mi ha aiutato a trovare una mia quadra ed un modus operandi adatto. C’è da dire, poi, che si è creata una sorta di scambio biunivoco tra l’idea del concept ed i riff che componevo: più una componente si concretizzava, più l’altra seguiva lo stesso processo e viceversa. In totale dal momento in cui ho cominciato a scrivere, al momento in cui ho finito di registrare ci sono voluti circa 4-5 mesi (questo anche grazie appunto agli sketch registrati in precedenza su Logic, talvolta usati come punti di partenza e suggestioni), da giugno ad ottobre più o meno. Successivamente ho mandato tutto a Giulio Galati [Hideous Divinity, ndr] e mixato il disco tra metà novembre e metà dicembre che ho poi inviato a Dan Lowndes del Resonance Sound Studio per il mastering. Abbiamo quindi chiuso il lavoro entro la fine del 2021.
3. Nelle opere dei Cosmic Putrefaction i temi maggiormente trattati sono il pessimismo, l’orrore lovecraftiano, la metafisica e la condizione dell’uomo vista da un’ottica nichilista. Questo terzo disco è un prosieguo di quello precedente. Come mai questa scelta? Avevi ancora da dire delle cose rimaste in sospeso dallo scorso capitolo o vuoi dare un senso di continuità ed evoluzione?
Non sei il primo che fa questo accostamento con Lovecraft. Eppure ti stupirà sapere che non è lui il principale autore a cui mi rifaccio, ma in qualche modo Dante Alighieri. Già nella copertina del disco si può notare, essendoci un omaggio a Gustave Doré e ad una sua illustrazione della Divina Commedia. La storia riprende quella del disco precedente in cui un’anima abbandonata assiste alla distruzione del pianeta natale che lentamente avvizzisce; una sorta di apocalisse. Egli, incamminandosi verso il suo orizzonte, elabora questa catastrofe attraverso sogni e visioni allucinate. Nel finale, che ho lasciato non intenzionalmente aperto, il protagonista è ancora intento in questo vagabondaggio. “Crepuscular Dirge…” ha inizio proprio qui. In breve egli giunge in un luogo nel quale, tra massi e rovine, riesce a scovare un cunicolo che conduce nel sottosuolo. Lasciatosi scivolare all’interno del suddetto cunicolo raggiunge una piccola spiaggetta, davanti la quale trova una piccola zattera. Da qui i passaggi dell’album sono più concreti ed il nostro personaggio si trova a percorrere le acque di un fiume termale sotterraneo languido e pacifico (un omaggio all'Eunoè, il fiume della ricordanza, in qualche modo)), quasi una sorta di rifugio dalla distruzione a cui ha appena assistito. Durante il viaggio egli rivive tutto l’orrore precedente. Infine, si ritrova proprio nel momento descritto dalla copertina: una spiaggia con delle tende rosse, un rimando alla simbologia di David Lynch, oltre le quali vi è una finestra che dà verso il Cielo Empireo dantesco. Ma l’immagine che il protagonista ha davanti è terribile ed affascinante: gli angeli, anziché salire verso l’alto e disporsi attorno ai cerchi concentrici rappresentati da Dio, cadono in basso (da qui il nome del disco, "Crepuscular Dirge for the Blessed Ones"). Qui in pratica ho un po’ ribaltato il paradigma dantesco.
4. In tutti i tuoi progetti si avverte quella sensazione di svincolo dalle etichette, come se la tua musica volesse essere, per l’appunto, solo tua. Da cosa deriva questa costante ricerca della sperimentazione? E soprattutto, ritieni di essere soddisfatto della maturità artistica raggiunta?
In realtà la mia voglia di essere sperimentale un po’ fine a sé stessa è finita dopo The Clearing Path [altro progetto solista, ndr]. Prima avevo una sorta di spinta pionieristica alla costante ricerca di un punto di rottura, artisticamente parlando. Ma mi sono reso conto che, oltre ad essere un obiettivo in linea di principio fuori portata, oggi è molto più difficile essere di rottura. Mi spiego. Ad esempio negli anni ‘70 potevi sviluppare cose nuovissime: il progresso tecnologico permetteva dei cambiamenti nettamente drastici. Oggi però si diventa subito obsoleti, tutto è estremamente veloce ed immediatamente disponibile. Il cervello non riesce a stare dietro a tutto, basti pensare a quanti dischi escono in un solo anno. Il progresso, paradossalmente, forse è più lineare anche se a velocità esponenziali e meno drastico, ecco perché ho capito che un atteggiamento pionieristico fosse utopico. Quindi mi sono concentrato nel fare le cose che andassero magari oltre il compitino con un semplice quesito: cosa posso fare NEL Death Metal e non CON il Death Metal? Voglio quindi cercare di essere personale ma all’interno di stilemi che sono comunque noti.
5. Domanda che ti avranno fatto molto spesso: perché tutti, o quasi tutti, i tuoi progetti sono solisti? Di certo non credo si tratti di mancanza di musicisti, come i Vertebra Atlantis o Turris Eburnea dimostrano. Perciò mi verrebbe da dire che dietro ci sia una scelta più profonda, ossia quella di avere il totale controllo del tuo lavoro. È così?
La tua supposizione è certamente vera ma non è tutto. Di base quando si hanno le idee chiare sul da farsi trovo sia stimolante volersi mettere in sfida con se stessi e lavorare da soli. Da qui anche il fatto che non pubblico quasi mai Ep, perché per la mia forma mentis e per come si sono strutturati i miei progetti tendo a trovarli prodotti parziali. L’unico fu nel 2015 con i The Clearing Path ma lo considero un errore (in quel caso più che altro perché fu un lavoro sbrigativo). Discorso diverso per Turris Eburnea per cui l’Ep è stata una necessità temporale e pratica data comunque la distanza. Inoltre, l’idea era di fare un lavoro che rispecchiasse un preciso momento, quello del primo lockdown pandemico, per cui, forse pensando erroneamente che la pandemia avrebbe avuto vita breve, abbiamo condensato molto il lavoro ed un Ep lo abbiamo considerato il massimo risultato raggiungibile. Comunque, tornando alla tua domanda, per me è stato più un fare di necessità virtù. Iniziai la mia carriera all’inizio dei ’10 con Oaken/Throne(un progetto Death Metal, il cui unreleased album si ritrova in larga parte nel debut di Cosmic) e Thy Solace, un gruppo hardcore, ma entrambi si sciolsero qualche anno dopo quasi in contemporanea, e quindi mi sono detto tanto vale provare a rimboccarmi le maniche da solo. Inoltre c’è da dire che non amo particolarmente suonare in live. Avevo le idee chiare, quindi sapevo già dove andare a parare; e poi il lavoro di gruppo è più complicato, anche se con i Vertebra andiamo molto bene in termini di affinità. Ma c’è da dire che siamo in due (dopo l’uscita di Vrangr, che saluto con affetto, non c’è alcuna acredine tra di noi), non in dieci. Credo che la difficoltà di una band risieda nel fatto che debba rispondere a 3 requisiti fondamentali: bravura e capacità dei membri, andare d’accordo sul piano umano e avere idee affini o comunque disponibilità al compromesso. La solida coesistenza di questi 3 fattori è un fatto unico e raro se ci pensate bene.
6. Da qui segue un’altra domanda: come fai a “cambiare” modus operandi da un progetto all’altro? È vero che i generi con i quali ti confronti maggiormente sono il Black e il Death, ma si tratta comunque delle frange più estreme, contorte e sperimentali che richiedono non poche abilità di scrittura. Come riesci a gestire i tuoi progetti senza ricadere in uno o nell’altro?
Un accorgimento che adotto è accordare le chitarre in maniera diversa. Sembrerà una cavolata ma non è così. Mi spiego. Nel pianoforte l’armonia e le note risultano estremamente chiare davanti ai nostri occhi: un tasto corrisponderà sempre alla stessa nota della stessa altezza e un accordo di una determinata altezza si suonerà sempre con la stessa diteggiatura. Mentre la chitarra da questo punto di vista ha potenzialmente dei limiti, che però creativamente possono essere anche dei punti di forza, perchécambiando l’accordatura cambiano le diteggiature e le note corrispondenti ai rispettivi tasti (e alle rispettive corde) e quindi possono emergere cose del tutto inattese. Dal secondo Cosmic, ad esempio, ho deciso di giocare su dei toni differenti e provare un’accordatura sempre ribassata ma aperta. Il primo -come ai tempi di Oaken/Throne- era invece semplicemente in drop. È buffo ma l’accordatura che uso sarebbe perfetta per le acustiche da suonare in spiaggia [ride, ndr] perché è molto aperta, ma ciò mi ha permesso di provare accordi particolari con posizioni inusuali impiegandola ai fini del Death Metal. È chiaro, un po’ di timore che ci sia un’intersezione tra i progetti c’è, perché quando cominci a sviluppare un tuo stile viene da sé che inconsciamente cerchi di portarlo in tutti i tuoi lavori. Le accordature diverse mi aiutano appunto a mantenere le differenze. Con Vertebra e Turris suono invece in tonalità standard ribassate: coi primi sto in Si b standard e coi secondi in Si standard. Infine diciamo anche che tratto comunque generi diversi con stilemi e sapori differenti.
7. Quali sono le band, artisti o generi musicali che ti hanno maggiormente influenzato o dai quali hai preso di più ispirazione?
Ti darò 2 risposte. Una è più scolastica, ossia dicendoti quali sono le band a cui potrei essere accostato e che comunque rientrano in un certo senso tra le mie influenze: Immolation, StarGazer, Deathspell Omega, Ulcerate, Gorguts e Voivod. Molti dicono anche Blood Incantation, ma con loro sento di condividere più un accostamento stilistico dato che, tematicamente, vertono su lidi sci-fi più legati ad extraterrestri, paleoastronautica, etc, mentre forse la mia idea è più di utilizzare il cosmo come un luogo diciamo “metafisico”. La risposta meno convenzionale, invece, riguarda quello che da 10 anni è probabilmente il disco che più mi ha influenzato: “Obsian” dei Castevet. È di una suggestione pazzesca e forse nei miei lavori si sente molto il suo influsso. L’unicità della band sta nell’aver preso ad esempio Voivod, Ved Buens Ende e Deathspell Omega reinterpretandoli in un modo unico. Con Andrew Hock [Castevet, ndr] ho avuto anche un rapporto epistolare costante. Dentro quell’album ci sono degli elementi in cui mi rispecchio tantissimo e che uso: accordi, arpeggi nodosi, sonorità sognanti… Se lo ascoltate capirete cosa voglio dire.
8. Ultima domanda: stai già lavorando a del nuovo materiale per uno o più di uno dei tuoi progetti? Puoi anticiparci qualcosa? Ti lascio le ultime parole e grazie mille per la tua disponibilità.
Sì, stiamo già lavorando al nuovo disco dei Vertebra Atlantis. Ad essere sincero è Riccardo che mi pressa per lavorare al materiale nuovo [ride, ndr]. Probabilmente ci sarà anche un nuovo componente, vedremo… Più o meno abbiamo già 3 brani pronti. Di solito vado molto sparato come nei Cosmic; un album che, fidatevi, è stato in retrospettiva un miracolo riuscire ad arrivare a pubblicare. Spero solamente di non perdere l’autocritica o peggio, le idee. Per intenderci, chi si ferma è perduto, ecco perché devo rimanere sempre attivo. Non posso non fare a meno di scrivere pezzi, anche se forse dovrei cazzeggiare di più con la chitarra per evitare un burnout [ride, ndr]. Grazie mille per questa chiacchierata e per il supporto!
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[English Version]
1. Hi Gabriele and thank you very much for being here. Let's start right away with the classic question: how are you? What feedback are you getting after the release of “Crepuscular Dirge for the Blessed Ones”?
Hi everyone. The feedback is very good and almost unexpected. I'm noticing a lot of support in general and that makes me delighted. I'm a person who never has high expectations because he focuses on music and that's it, so all these positive responses came as a surprise and I'm very grateful for that.
2. Do you want to talk about the writing process? When did you start and what was the method you used?
It may sound strange but this was the fastest record to compose. This is because I use my station (in this case Logic) as a sort of diary in which I write down all the riffs that come to my mind: I have been doing it for 2 years, immediately after the publication of "The Horizons Towards What splendor fades". In my solo projects the work is potentially much faster if you have a clear idea. In Vertebra Atlantis, for example, it's different because it's a band, and you have to get everyone to agree first. However, I always work very intensely and almost instinctively which goes hand in hand with rather tight deadlines. Then my academic career in composition, which I attended at the same time, helped me find my framework and a suitable modus operandi. A sort of two-way exchange was created between the idea of the concept and the riffs I composed: the more one component materialized, the more the other followed the same process and vice versa. In total from the moment I started writing to the moment I finished recording it took about 4-5 months (this also thanks to the sketches previously recorded on Logic, sometimes used as hints and tips), from June to October more or less . Then I sent everything to Giulio Galati [Hideous Divinity, ed] and I mixed the record between mid-November and mid-December. I then sent it to Dan Lowndes of Resonance Sound Studio for mastering. We have finally finished the works by the end of 2021.
3. In the works of Cosmic Putrefaction the themes most dealt with are: pessimism, Lovecraftian horror, metaphysics and the condition of man seen from a nihilistic perspective. This third disc is the continuation of the previous one. Why this choice? Did you still have something to say or do you want to give a sense of continuity and evolution?
You're not the first to notice this closeness to Lovecraft. But you will be amazed to know that he is not the main inspiration, but in some way Dante Alighieri. Already on the cover of the disc it can be seen, as there is a tribute to an illustration of the Divine Comedy by Gustave Doré. The story resumes that of the previous album: an abandoned soul witnesses the destruction of the home planet, which begins to wither; a kind of apocalypse. As he walks towards his horizon, he elaborates this catastrophe through hallucinated dreams and visions. In the finale, which I have unintentionally left open, the protagonist is still intent on this wandering. “Crepuscular Dirge…” begins right here. In short, he arrives in a place where, among boulders and ruins, he manages to find a tunnel that leads underground. Here he reaches a small beach, in front of which he finds a small raft. From here the passages of the album are more concrete and our character begins to travel the waters of a languid and peaceful underground thermal river (A tribute to the Eunoé, the river of remembrance, in some way), almost a sort of refuge from the destruction he has just witnessed. During the journey he relives all the previous horror. Finally, he finds himself in the very moment described by the cover: a beach with red curtains, a reference to the symbolism of David Lynch, beyond which there is a window that overlooks Dante's Empyrean Sky. But the image that the protagonist sees is terrible and fascinating: the angels fall down rather than rise upwards and arrange themselves around the concentric circles represented by God (this is why the title "Crepuscular Dirge for the Blessed Ones"). I have practically overturned the paradigm a bit.
4. In all your projects it seems that you don't want to be labeled, as if your music only wants to be yours. Where does this constant search for experimentation come from? Are you satisfied with the artistic maturity reached?
To be honest, my desire to be experimental ended after The Clearing Path [another solo project, ed]. Before, I had a kind of pioneering drive to constantly search for a breaking point, artistically speaking. But I realized that it was a fairly out of reach goal and that today it is much more difficult to be a breaking point. Let me explain. For example, in the 1970s you could develop very new things: technological progress allowed for markedly drastic changes. Today, however, everything becomes immediately obsolete, extremely fast and immediately available. The brain cannot keep up with everything: think about how many records come out in a single year. Paradoxically, progress is perhaps more linear even if at exponential speeds but less drastic, which is why I understood that a pioneering attitude was utopian. So I concentrated on doing things that went beyond the homework with a simple question: what can I do IN Death Metal and not WITH Death Metal? I want to try to be personal but within styles that are still known.
5. A very recurring question: why are all of your projects, or almost all of them, soloists? I certainly don't think it's a lack of musicians, as Vertebra Atlantis or Turris Eburnea demonstrate. So I'd like to say that there is a deeper choice behind it, for example having total control of your work. Is that so?
Your assumption is certainly true but that's not all. Basically, when you have clear ideas about what to do, I find it stimulating to want to challenge yourself and work alone. This is also why I hardly ever publish Ep: for my mindset and the way my projects are structured, I find them partial products. The only one was in 2015 with The Clearing Path but I consider it a mistake (mostly because it was a quick job). Different speech for Turris Eburnea for which the EP was a temporal and practical necessity given the distance. The idea was to make a record that reflected a precise moment, the first pandemic lockdown. So, mistakenly thinking that the pandemic would be short-lived, we condensed the work a lot and we considered an EP to be the maximum achievable result. However, returning to your question, for me it was making a virtue of necessity. I began my career in the early 10s with Oaken / Throne (a Death Metal project, whose unreleased album is largely found in Cosmic's debut) and Thy Solace, a Hardcore band. But they both broke up a few years later almost simultaneously. So I rolled up my sleeves and continued the work alone. Also I don't particularly like playing live. I had clear ideas, so I already knew where to go; and then the group work is more complicated, even if with Vertebra Atlantis we go very well in terms of affinity. But it must be said that we are only two people (Vrangr has left the band, but I greet him with affection, there is no aversion between us), not ten. I think the difficulty is that a band has to meet 3 basic requirements: skill and ability of the members, get along, and have similar ideas or otherwise willingness to compromise. The solid coexistence of these 3 factors is a unique and rare fact if you think about it.
6. From here follows another question: how do you "change" modus operandi from one project to another? It's true, the genres you play the most are Black and Death Metal, but you still deal with the most extreme, twisted and experimental fringes that require a lot of writing skills. How can you manage your projects without falling back into one or the other?
One trick I take is to tune the guitars in a different way. It will sound silly but it isn't. Let me explain. In the piano, harmony and notes are extremely clear in front of our eyes: a key will always correspond to the same note of the same pitch and a chord of a certain pitch will always be played with the same fingering. The guitar, on the other hand, has potentially limitations, which however can also be strengths: if you change the tuning, the fingerings and notes corresponding to the respective frets (and the respective strings) change too, so completely unexpected things can emerge. From the second Cosmic album, for example, I decided to play on different tones and try a tuning that is always lowered but open. The first one - as in the days of Oaken / Throne - was instead simply in drop. It's funny but the tuning I use would be perfect for the acoustic guitar to play on the beach [he laughs, ed] because it is very open, but this allowed me to try out particular chords with unusual positions.I am a little scared that there is an intersection between projects, because when you start developing your own style, it goes without saying that you unconsciously try to bring it into all your works. The different tunings help me to keep the differences. With Vertebra and Turris, on the other hand, I play in lowered standard tones: with the first ones I play in standard Bb and with the second ones in standard B. Let's also say that I still treat different genres with different stylistic features.
7. Which are the bands, artists or musical genres that have influenced you the most or from which you have taken the most inspiration?
I will give you 2 answers. One is more scholastic. I'll tell you which are the bands that I could be approached and that have influenced me in a certain sense: Immolation, StarGazer, Deathspell Omega, Ulcerate, Gorguts and Voivod. Many also say Blood Incantation, but with them I feel I share more a stylistic approach since they focus on sci-fi themes more related to extraterrestrials, paleoastronautics, etc, while my idea is more to use the cosmos as a "metaphysical" place let's say. The less conventional answer, on the other hand, concerns what has probably been the record that has influenced me the most for 10 years: “Obsian” by Castevet. It is a very impressive work, and perhaps you can feel its influence in my works. The band is unique: they took, for example, Voivod, Ved Buens Ende and Deathspell Omega and reinterpreted them in a unique way. I also had a constant correspondence with Andrew Hock [Castevet, ed]. Within that album there are elements in which I reflect a lot and which I use: chords, knotty arpeggios, dreamy sounds ... If you listen to it you will understand what I mean.
8. Last question: are you already working on new material for one or more of your projects? Can you anticipate something? I leave you the last words and thank you very much for your availability.
Yes, we are already working on the new Vertebra Atlantis record. To be honest it is Riccardo who presses me to work on the new material [he laughs, ed]. There will probably be a new component, we'll see… More or less we already have 3 songs ready. I usually work very fast like in Cosmic; an album that, trust me, it was a miracle to be able to release. I just hope not to lose the self-criticism or worse, the ideas. To be clear, whoever stops is lost, which is why I must always remain active. I always need to write songs, even if maybe I should take it slower with the guitar or I'll have a burnout [he laughs, ed]. Thank you so much for this chat and for the support!
Top30 - 2020 by Luigi Macera Mascitelli
Lunedì, 28 Dicembre 2020 17:10 Pubblicato in approfondimentiPandemia o meno, il 2020, nonostante abbia posto un freno alla nostra amatissima musica, non ha di certo fermato le produzioni. Quest'anno in particolare non potevo limitarmi ad una banalissima top10: troppi sono gli album che di diritto meritano un posto tra le migliori uscite. Perciò ecco a voi una bella top30 in cui ho inserito quelli che, SECONDO ME, sono i lavori più interessanti pubblicati durante l'anno. Da parte mia i migliori auguri per un 2021, si spera, un po' meno schifoso di questo.
Ovviamente fate sapere con un commento sui nostri portali cosa ne pensate e se siete d'accordo o meno con la lista.
Buona lettura and may the metal be with you!
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#30. NIBIRU - Panspermia (Argonauta Records)
Ad aprire le danze ci sono i nostrani Nibiru, giunti al loro sesto album. Se mai il mondo finirà, sarà sicuramente la musica del trio torinese la colonna sonora ufficiale. Quattro tracce per oltre un'ora di agonia in cui elementi psichedelici, sludge, drone e doom si fondono e creano un'atmosfera sulfurea ed apocalittica. Io vi ho avvisati!
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Ascolta il singolo "Alkaest"
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#29. SUICIDE SILENCE - Become The Hunter (Nuclear Blast)
Questo ritorno dei pionieri del deathcore è stato a dir poco sorprendente. Dopo gli ultimi due album pietosi pensavo non ci fossero più speranze per il quintetto americano. E invece ecco che i Suicide Silence tirano fuori un album micidiale degno degli antichi fasti. Vi farà tornare la passione per una band che sembrava fosse morta nel 2011.
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Guarda il video di "Love Me To Death"
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#28. DARK FORTRESS - Spectres From The Old World (Century Media Records)
Tornano dopo sei anni i tedeschi Dark Fortress con il loro album più completo di sempre. Il loro è un black metal melodico che dal 1994, anno della fondazione, ad oggi, non si è mai adagiato sugli allori, portando di volta in volta elementi nuovi ed innovativi. Il risultato di questo processo è il qui presente "Spectres From The Old World", per i fan di Naglfar e Dissection.
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Ascolta il singolo "Pulling At Threads"
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#27. THE BLACK DAHLIA MURDER - Verminous (Metal Blade Records)
Trevor Strnad e soci sono da sempre una garanzia. Dopo il colossale "Nightbringers" del 2017, la band tira fuori dal cilindro un altro lavoro degno di nota. Devotissimo al melodeath degli At The Gates e arricchito ulteriormente da tecnicismi da encomio, l'album non poteva non meritare un posto in questa lista. Consigliatissimo!
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Guarda il video di "Child OF Night"
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#26. TESTAMENT - Titans Of Creation (Nuclear Blast)
E c'è davvero bisogno di spiegare perché i Testament siano i migliori? Il tredicesimo album del colosso californiano suona esattamente come un disco dei Testament, e tanto basta a renderlo un lavoro potente, esplosivo e travolgente. Una prova da encomio per l'inossidabile Chuck Billy alla voce e un songwriting impeccabile per la combo Peterson-Skolnick, fanno di questa fatica una bomba atomica di puro thrash metal americano!
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Guarda il video di "Children Of The Next Level"
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#25. BENEDICTION - Scriptures (Nuclear Blast)
Dopo una lunga attesa di dodici anni, i veterani del death inglese Benediction tornano più feroci che mai. A coronare il tutto c'è il ritorno, a distanza di ventuno anni, del mitico Dave Ingram alla voce. E si sente; eccome se si sente! Con un'impalcatura ritmica inconfondibile ed inossidabile, l'album ci presenta una band che non ne vuole proprio sapere di battere la fiacca.
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Guarda il video di "Stormcrow"
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#24. INCANTATION - Sect Of Vile Divinities (Relapse Records)
Si vola dall'Inghilterra agli USA, dove i mostri sacri Incantation hanno confezionato un'altra grande prova da encomio. Uno stile unico che unisce la ferocia del death metal ad un approccio doom, tanto per dare maggiore pesantezza al proprio sound. Se a ciò si aggiunge la scorrevolezza dei pezzi, ecco spiegato il perchè John McEntee e soci siano, dal 1989, un'imprescindibile colonna portante del genere.
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Ascolta il singolo "Propitiation"
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#23. DYNFARI - Myrkurs er þörf (Code666 Records)
Da qualche anno a questa parte l'Islanda si sta facendo portavoce delle sonorità post metal e atmosferiche. E la cosa bella è che, almeno fino ad ora, nessun gruppo ha mai floppato. Un esempio sono i qui presenti Dynfari, giunti al decimo anno di vita con un quinto album veramente maturo e stilisticamente malinconico e glaciale. I fan degli Agalloch, Enslaved e Sólstafir apprezzeranno particolarmente.
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Ascolta il singolo "Ég Tortímdi Sjálfum Mér"
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#22. VADER - Solitude In Madness (Nuclear Blast)
I Vader sono, a buon diritto direi, tra i nomi più importanti del panorama metal europeo. Attiva dal 1983, la band polacca torna con il suo sedicesimo album all'insegna della ferocia e dell'immediatezza. Il tutto condito dall'inconfondibile stile che vede un death metal senza fronzoli pesantemente influenzato da innesti thrash. Il risultato è un sonoro sberlone in faccia che vi farà esplodere il cervello.
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Ascolta il singolo "Shock and Awe"
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#21. AZARATH - Saint Desecration (Agonia Records)
Restiamo in Polonia con il settimo album degli Azarath. Assieme ai connazionali Behemoth e Hate, il quartetto fa parte della triade sacra del black/death. Una posizione di rilievo più che meritata e che, udite udite, fa fare un enorme salto di qualità alla band. Il lavoro in questione è semplicemente demoniaco e devastante e pieno di tutta l'esperienza che Inferno e soci hanno maturato nel tempo. Semplicemente perfetto!
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Ascolta il singolo "Sancta Dei Meretrix"
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#20. PYRRHON - Abscess Time (Willowtip Records)
La malattia mentale fatta musica per oltre un'ora di pura agonia in cui ogni punto di riferimento di sgretola. Ecco cosa vi attende in questa quarta fatica dei newyorkesi Pyrrhon. Ad un passo dal caos più totale, il quartetto porta all'estremo il concetto di technical death unendo le influenze di Ulcerate e Gorguts ad elementi noise e drone di Melvins e dei nostrani Nibiru. Non ne uscirete vivi, vi ho avvertito!
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Ascolta il singolo "Another Day In Paradise"
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#19. DEVANGELIC - Ersetu (Willowtip Records)
Un altro grande centro per Willowtip Records, e questa volta torniamo proprio in Italia. Senza troppi giri di parole, i romani Devangelic sono entrati nell'Olimpo del brutal death metal, con un terzo album colossale. I fan dei Nile apprezzeranno particolarmente, essendo un concept incentrato sugli antichi sumeri. Se questa fosse una top30 dei migliori dischi death, beh, i nostri si ritroverebbero come minimo tra i primi dieci.
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Ascolta il singolo "Sigils Of Fallen Abominations"
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#18. DEEDS OF FLESH - Nucleus (Unique Leader Records)
Oltre ad essere un'ineccepibile prova di technical/brutal death da inchino, questo nono album degli americani Deeds Of Flesh rappresenta l'ultimo saluto al compianto Erik Lindmark, fondatore, tra l'altro, della Unique Leader Records. Ad omaggiare la scomparsa dell'artista, avvenuta nel 2018, ci sono i numerosissimi ospiti, tra cui George Fisher (Cannibal Corpse), John Gallagher (Dying Fetus) e Luc Lemay (Gorguts). In una parola: capolavoro.
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Guarda il video di "Nucleus"
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#17. ATHEOS - Words Of Eroding Worlds (Nifhel Records)
Anche l'Irlanda trova il suo posto in questa classifica con il secondo album degli Atheos. La band è sicuramente una delle più grandi rivelazioni di questo 2020. Quello che vi attende è un ascolto non facile, almeno la prima volta. Ma vi garantisco che dopo un po' di rodaggio il lavoro in questione vi lascerà a bocca aperta. Unite la ferocia del death americano ad un'impalcatura tecnica e atmosferica alla Ulcerate e Blood Incantation ed otterrete qualcosa ben al di sopra di tante altre realtà più famose. Da non perdere assolutamente.
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Ascolta il singolo "Become Dust, Colossus"
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#16. BLEED FROM WITHIN - Fracture (Century Media Records)
Già nel 2018 Scott Kennedy e soci lasciarono ben sperare con "Era". Ma è proprio quest'anno che la band inglese si è superata portando a compimento il suo album più competo e maturo di sempre. Dal deathcore degli albori al groove/melodic death/metalcore di oggi, il quintetto ha di volta in volta arricchito il suo background, inserendo elementi nuovi al suo interno. "Fracture" è il compimento di questo lungo processo e vi mostrerà tutto il potenziale finora sopito.
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#15. ENSLAVED - Utgard (Nuclear Blast)
Molti sicuramente non saranno d'accordo con questa posizione, ritenendo il quindicesimo album dei norvegesi Enslaved meritevole di entrare almeno tra i primi dieci. Detto ciò, non posso che inchinarmi di fronte a questo grandissimo lavoro che fa della magnificenza e dell'eleganza i suoi punti focali. Il crudo black metal degli anni '90 dei nostri non ha mai smesso di evolversi, fino a toccare delle vette inarrivabili nel qui presente "Utgard". Stiamo pur sempre parlando di un pezzo di storia della scena metal norvegese.
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14. PARADISE LOST - Obsidian (Nuclear Blast)
Posizione molto difficile questa, in quanto combattuta con i colleghi My Dying Bride. Perciò sono andato di istinto e senza pensarci troppo. Nick Holmes e soci sono dal 1988 una colonna portante del death/doom e dopo tutto questo tempo il quintetto inglese riesce ancora a reinventarsi e a dare nuova linfa al suo inconfondibile sound. Con uno stile che si è riavvicinato molto al death degli albori, il sedicesimo album dei Paradise Lost è un ascolto imprescindibile per gli amanti del genere.
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#13. MY DYING BRIDE - The Ghost Of Orion (Nuclear Blast)
Come accennato prima, restiamo in tema death/doom e sempre sotto la buona guida di mamma Nuclear Blast. I My Dying Bride superano, seppur di poco, i connazionali Paradise Lost per le numerose novità che questo tredicesimo album porta con sé, tra cui un quasi scioglimento, vicende personali anche gravi e cambio di label. Se a tutto ciò sommiamo un approccio insolitamente più melodico e malinconico, ecco che si spiega come "The Ghost Of Orion" sia un lavoro ambizioso e costruito su delle fondamenta totalmente nuove per certi aspetti. Ascoltatelo e divoratelo, perché merita parecchio.
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Ascolta il singolo "Tired Of Tears"
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#12. NAGLFAR - Cerecloth (Century Media Records)
Anche la Svezia ha da sempre la sua posizione di primaria importanza nel panorama black metal, e i Naglfar ne sono dei portavoce indiscussi. Otto anni sono passati da "Téras", eppure per Kristoffer W. Olivius e soci non è cambiato nulla. Già, perché i Naglfar sono una di quelle poche band che nonostante non si sia mai scostata più di tanto dai canoni che gettò venticinque anni or sono, non stanca mai. "Cerecloth", che comunque vanta un approccio a tratti più brutale, ne è la prova, e noi lo amiamo proprio per questo.
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#11 NECROPHOBIC - Dawn Of The Damned (Century Media Records)
Per i Necrophobic vale la regola inversa che caratterizza i Naglfar. Esponente massima del black/death svedese, la band vede, nel 2016, il ritorno alle chitarre dei vecchi fondatori Sebastian Ramstedt e Johan Bergebäck. Il che, ovviamente, non poteva non tradursi in quello che è il miglior album mai partorito dai nostri, superiore perfino al già colossale "Mark Of The Necrogram" del 2018. Prova da dieci e lode!
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Guarda il video di "Infernal Depths Of Eternity"
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#10. SYLOSIS - Cycle Of Suffering (Nuclear Blast)
E siamo finalmente giunti al top della classifica. Per scaldarci iniziamo con una delle migliori band moderne al mondo. Da quel capolavoro di esordio del 2008 "Conclusion Of An Age", gli inglesi Sylosis ne hanno fatta di strada; ma davvero tanta. Al melodic thrash/metalcore degli albori si sono aggiunti tantissimi elementi groove e melodic death che hanno di volta in volta stratificato un sound che già era promettente. Con quel sapore di back-to-origins, il quinto album del quartetto inglese si presenta in tutto il suo splendore ed è il coronamento di tutto questo bagaglio culturale accumulato.
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#9. DARK TRANQUILLITY - Moment (Century Media Records)
Non potevo non inserire LA band melodic death per eccellenza, ormai diventata leggenda ed uno dei simboli del nostro amato genere. Con "Moment" i DT danno il via ad una nuova fase, soprattutto dopo la dipartita di Niklas Sundin. Con un sound ancora più rotondo ed un ruolo quasi predominante delle tastiere, l'album ci mostra una band che, dopo trent'anni di carriera, si è nuovamente reinventata, pur restando fedele alla sua inconfondibile firma. Inutile parlare della prova canora da encomio di Mikael Stanne, ormai diventato un maestro della voce in pulito.
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Guarda il video di "The Dark Unbroken"
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#8. SÓLSTAFIR - Endless Twilight of Codependent Love (Season Of Mist)
Capolavoro di indescrivibile bellezza. Gli islandesi Sólstafir sono oramai la punta di diamante del post metal/rock mondiale, e con questo settimo album hanno toccato il loro apice compositivo. Provare a descrivere le miliardi di sensazioni che si provano durante tutto l'ascolto è pressoché impossibile. Tutto merito del meraviglioso ossimoro tra un approccio più morbido e cristallino ed uno più duro e tagliente, a tratti dal sapore black. Il risultato è un caleidoscopio dalle infinite prospettive in cui ci si perde e dal quale non si vuole più uscire. Solo applausi per Aðalbjörn Tryggvason e soci.
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Ascolta il singolo "Akkeri"
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#7. KATATONIA - City Burials (Peaceville Records)
Io devo ancora capire come riescano i Katatonia a far commuovere ancora dopo trent'anni di carriera. Davvero non me lo spiego. So soltanto che "City Burials" è l'ennesimo capolavoro di inenarrabile bellezza per il quintetto svedese capitanato dal quel genio di Jonas Renske. C'è un motivo se i Katatonia sono leggendari, e non tanto per l'indiscutibile talento dei musicisti che ne fanno parte. Non solo almeno. L'atmosfera e il pathos che emergono dalla loro musica sono una vera e propria esperienza onirica nella quale malinconia, amore e introspezione si intrecciano e danzano all'unisono. Da ascoltare ASSOLUTAMENTE!
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Guarda il video di "Behind The Blood"
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#6. WOLFHEART - Wolves Of Karelia (Napalm Records)
Un posto d'onore per la band finlandese, giunta al suo quinto album più in forma che mai. Di fronte al gelo che i Wolfheart mettono in musica non si può restare indifferenti, soprattutto se il tema trattato è quello della guerra. Pieno di orchestrazioni eleganti ma mai pompose e supportato da un magistrale Tuomas Saukkonen alla voce, il lavoro in questione è un tripudio di melodic death metal freddissimo, oscuro ma limpido come l'acqua che sgorga dalle montagne più alte. Vi farà venire la pelle d'oca da inizio a fine.
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#5. BENIGHTED - Obscene Repressed (Season Of Mist)
Se cercate la band brutal death/grindcore più feroce, violenta e assassina al mondo, allora i Benighted faranno al caso vostro. Seppur un pelino al di sotto rispetto al precedente "Necrobreed" del 2017 -il loro miglior album in assoluto- questo "Obscene Repressed" è l'ulteriore prova di come la band francese sia qualcosa di disumano e al di fuori di ogni normale concezione. Fiore all'occhiello è sicuramente quell'animale di Julien Truchan alla voce, senza ombra di dubbio il miglior vocalist death metal della storia, che anche in questo caso si è cimentato in un'impresa canora titanica. Ascoltare per credere.
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Guarda il video di "Nails"
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#4. OF FEATHER AND BONE - Sulfuric Disintegration (Profound Lore Records)
Sembra quasi sgorgare dai meandri più oscuri e infernali della Terra il terzo album della band di Denver. Una vera e propria bomba atomica che porta il death metal a livelli talmente caustici e violenti da annichilire tutto quello che gli si para davanti. In questo massacro totale si fa spazio un comparto ritmico ed un songwriting frenetici, sulfurei e feroci come poche cose nella vita. Il tutto suonato con estrema classe e maturità. Quarto posto più che meritato!
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Ascolta il singolo "Entropic Self Immolation"
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#3. AUÐN - Vökudraumsins Fangi (Season Of Mist)
E siamo giunti al podio finalmente. Medaglia di bronzo per gli islandesi Auðn ed il loro terzo album, forse la più grande rivelazione in ambito atmospheric black metal degli ultimi dieci anni. Un capolavoro di ineguagliabile potenza evocativa, disperato, cupo e glaciale come una mano scheletrica. Quando l'arte si spoglia del tutto fino ad annichilire se stessa: questa è la massima espressione del sentimento e della passione. Non ci sono aggettivi per descriverlo, ma solo la bellezza del nulla...
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Ascolta il singolo "Eldborg"
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#2. ANAAL NATHRAKH - Endarkenment (Metal Blade Records)
É possibile unire black metal, grindcore, industrial ed epic metal? Certo che sì con i leggendari Anaal Nathrakh. Giunta al suo undicesimo album, la band inglese non ne vuole proprio sapere di cedere il posto e ce lo dice con un lavoro di una magnificenza, grandezza e violenza sena eguali. A coronare questo tripudio c'è la sempre garanzia Dave "V.I.T.R.I.O.L." Hunt alla voce. La sua è una performance da encomio con delle parti in clean vocals che sfociano addirittura nel power metal per quanto sono possenti. Un lavoro talmente ricco e sfaccettato che vi conquisterà sin dalla prima omonima traccia. Medaglia d'argento meritatissima.
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#1. ULCERATE - Stare Into Death And Be Still (Debemur Morti Productions)
L'album dell'anno non poteva che essere il loro. Il trio neozelandese è IL futuro del death metal, non c'è storia. Ogni produzione è avanti di almeno dieci anni rispetto a tutte le altre ed ogni volta si arricchisce di elementi sempre nuovi. Giunto dopo quattro anni, il qui presente "Stare Into Death And Be Still" è l'avanguardia fatta musica in cui la finezza e perfezione del technical death si fondono con delle atmosfere sulfuree ed apocalittiche. Ogni punto di riferimento si scioglie dinanzi agli Ulcerate e in un attimo si viene trasportati in una dimensione astrale lontana anni luce. Ad oggi non esiste una band superiore a questa. Da qui in poi c'è solo da imparare.
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Sodom: il thrash tedesco divampa ancora dopo quasi quarant'anni; intervista a Tom "Angelripper" (Ita/Eng)
Sabato, 28 Novembre 2020 17:49 Pubblicato in IntervisteIl 27 ottobre 2020 i Sodom hanno rilasciato "Genesis XIX", il loro sedicesimo album (trovate a questo link la nostra recensione). Da quasi quarant'anni la band tedesca infiamma la scena musicale con un thrash metal disumano, feroce e diretto come un pugno in faccia. E a tenere le redini di questa carrozza infernale c'è da sempre l'inossidabile Tom "Angelripper" al basso e alla voce: un vero e proprio condottiero le cui corde vocali, temprate nel nero fuoco, resistono imperterrite all'inesorabile scorrere del tempo. Poco prima dell'uscita del disco abbiamo avuto il piacere di fare alla band qualche domanda ed il buon Tom è stato disponibilissimo ed esaustivo nel rispondere. A voi l'intervista allo "Squarta angeli". Buona lettura!
[English Version Below]
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1. Ciao ragazzi e benvenuti su Allaroundmetal, è un piacere. Come state? Tra poco rilascerete il vostro sedicesimo album "Genesis XIX". Come vi sentite a riguardo?
Stiamo tutti molto bene e siamo felici e orgogliosi che "Genesis XIX" sia stato completato. C'è sempre qualcosa di molto speciale quando viene pubblicato un nuovo lavoro.
2. Volete parlarci della scrittura del disco? Come avete lavorato?
Facciamo ancora tutto alla vecchia maniera. Ci incontriamo in sala prove, iniziamo una jam session, beviamo qualche birra e vediamo ciò che esce. Il più delle volte si inizia con un riff di chitarra e poi tutti aggiungono le loro idee. Quindi passo ad adattare le mie parti vocali e la metrica. Ma ci sono anche momenti in cui torniamo a casa senza aver ottenuto nulla; non puoi sperare che vada sempre tutto liscio. Entrambi i chitarristi sono grandi cantautori ma con punti di vista diversi. Frank è molto influenzato dai chitarristi degli anni '60 e '70, mentre Yorck è anche interessato alle band moderne. Ma è proprio questa eterogeneità che rende l'album così colorato. Abbiamo poi registrato le tracce nel nostro piccolo studio, e in seguito mi è venuta l'idea di mixarle in uno studio più grande e professionale in analogico. Il problema è che la maggior parte degli studi nella nostra zona è sparita, ed è rimasto solo quello di di Siggi (Siggi Bemm, ndr) che era molto interessato a una collaborazione con i Sodom. Con lui abbiamo registrato anche la voce, perché ha un'attrezzatura migliore di fascia alta.
3. "Genesis XIX" è il primo album che conta quattro membri al suo interno. Come mai avete deciso di aggiungere un'altra chitarra?
Mi è venuta l'idea di reclutare una seconda ascia quando Bernemann era ancora nella band. Lui non sembrava molto interessato e ho pensato che non avrebbe mai accettato un secondo chitarrista al suo fianco. Più tardi, dopo la sua dipartita, abbiamo iniziato a provare le sessioni con Frank. E ora tracce come "Nuclear Winter", "Sodomy & Lust" e Christ Passion" suonano così incredibili e autentiche. Ero assolutamente sbalordito nel sentire che la chitarra fosse esattamente lo stessa di "Persecution Mania" o di "Agent Orange". Ora siamo in grado di proporre le tracce in chiave originale durante i live. Anche Yorck è un grande fan dei Sodom, e ha avuto molte idee per delle nuove tracklist di impatto. Con due chitarristi siamo ora in grado di eseguire brani che altrimenti non funzionerebbero con uno solo. Il mio basso infatti non poteva di certo sostituire una seconda ascia. Il suono dal vivo adesso sta diventando più brutale e dinamico.
4. E riguardo il ritorno del mitico Frank Blackfire, che ha suonato in "Agent Orange", quanto ha influito il suo stile in "Genesis XIX"?
Frank è un ottimo compositore e ha contribuito molto in alcuni pezzi al nuovo album. Il suo stile si adatta perfettamente alle nostre nuove tracce, ed è esattamente quello che aveva in Agent Orange. É per questo che lo adoro.
5. In tutta la vostra carriera ci sono stati molti cambi di line-up, eppure il vostro sound è rimasto invariato. Come è possibile?
Questo è molto importante per me. Ovviamente i nuovi musicisti suonano sempre un po' diversi, ma tutti cercano di integrare la magia dei vecchi dischi dei Sodom nelle nuove canzoni. E poi ci sono la mia voce e il mio basso, che credo siano il nostro marchio di fabbrica.
6. In questi anni molte thrash metal band storiche hanno rilasciato degli ottimi album. Possiamo parlare di un ritorno dell'old school?
Nel 2000 ci fu un ritorno al metal classico e molte band ottennero di nuovo attenzione. Alcuni parlano di una rinascita del thrash metal, ma ad essere completamente onesto non posso assolutamente condividere questo punto di vista. Noi ci siamo sempre stati. Contrariamente a diverse realtà, i Sodom sono probabilmente l'unica band che è sempre rimasta fedele a se stessa. Effettivamente la nuova generazione di fan pare interessata ai gruppi old school, e questo ci apre sicuramente ad un bacino di utenza più ampio.
7. E parlando proprio delle nuove generazioni, saranno mai in grado un giorno di prendere il vostro posto?
No, le vecchie band non possono essere sostituite e nessuno potrà mai colmare queste lacune. Secondo me le realtà nuove dovrebbero provare a creare qualcosa di innovativo senza copiare dal passato. Puoi trarre ispirazione certamente, ma oggigiorno è molto importante mantenere la tua indipendenza e originalità.
8. Il 2020 è forse l'anno più difficile per tutti a causa della pandemia. Voi come la state affrontando? Quali sono i vostri piani quando tutto sarà finito?
Nessun piano, se non scrivere nuovi brani. Cos'altro possiamo fare? Questa pandemia è un disastro, soprattutto per artisti, attori e musicisti. Abbiamo dovuto cancellare o posticipare tutti i nostri spettacoli quest'anno. Anche gli aiuti di stato sono del tutto inadeguati. L'arte e la cultura non contano molto in Germania. Ma chi ha la soluzione al problema? Chissà quanto durerà? Il mondo intero ora sembra essere fuori controllo.
9. I Sodom sono sulla scena metal dal 1982; una lunghissima carriera. Essere "on the road" dopo tutto questo tempo deve essere stressante e per nulla facile. Come fate ad essere sempre così in forma?
Finché restiamo creativi e ci divertiamo, non è affatto un problema scrivere nuove canzoni. Anche dopo quasi 40 anni, ho sempre molte idee in mente. Siamo in grado di pubblicare un album ogni anno, ma ciò avviene sempre e solo in coordinamento con la casa discografica. I tempi sono cambiati e i ritmi sono più veloci, così preferiamo produrre solo un album ogni due o tre anni. Ovviamente so di non essere più giovane e mi godo ogni minuto sul palco. Il lunghi e scomodi tour sono estenuanti e non ti nego che è una cosa che odio davvero. Ma come band di fama internazionale devi farlo e fortunatamente abbiamo sempre energia e grinta. Personalmente non ho mai fatto uso di droghe prima, ma ho ancora il vizio del fumo e dopo uno show ci facciamo qualche birra. In generale bisogna stare attenti e saper dosare le forze.
10. Questa era l'ultima domanda, perciò lascio a voi le ultime parole. Cosa avete da dire ai nostri lettori e a tutti i vostri fan italiani? Grazie per il vostro tempo e speriamo di vedervi presto qui.
Dobbiamo aspettare e vedere come si evolverà la situazione attuale. Se non possiamo fare concerti il prossimo anno probabilmente pubblicheremo un altro album. Sicuramente non ci annoieremo e anzi, abbiamo già abbastanza materiale nuovo. Ma comunque, grazie per il vostro fedele e costante supporto dopo tutto questo tempo. Ti vogliamo bene. Con affetto, Tom.
[English Version]
1. Hi guys and welcome to Allaroundmetal magazine. It’s a pleausure for us. How are you? You're going to release your sixteenth album “Genesis XIX”. How do you feel?
We are all doing very well. We are happy and proud that genesis is completed. There is always something very special when a new album is released.
2. Do you want to talk about the writing process? How did you work?
We still do everything according to old fathers' custom. We meet in the rehearsal room, start a jam session, have a few beers and it sprays out for us too. Most of the time it starts with a guitar riff and everyone adds their ideas. Then I arrange everything again to adapt the title for my vocal parts and to match the dimensions of the text. But there are also rehearsals where we go home without having achieved anything; you just can't get over the knee. Both guitarists are great songwriters but with different points of view. Frank is also very influenced by guitarists from the 60s and 70s, Yorck is also interested in modern bands. But these different songs make the new album so colorful. We recorded the songs in our small studio, but later I came up with the idea to mix it in a big and professional studio on an analogue desk. But the most studios in our area are gone, just Siggi`s woodhouse studio is left. Siggi was very interested in a cooperation with Sodom. We also recorded the vocals with Siggi, cause he have better high end equipment and professional microphones for vocal recording.
3. “Genesis XIX” is the first Sodom album that counts 4 members. Why did you decide to add another guitar?
I came up with the idea to recruit a second axeman when Bernemann was still in the band. But he seemed not very interested and I thought that he would never accepted a second guitarist by his side. Later, we started rehearsing sessions with Frank for the first time after he left the band. And now songs like "Nuclear Winter", "Sodomy & Lust", and "Christ Passion" sound so amazing and authentic. I was so astonished that the guitar sound is exactly the same like on "Persecution Mania" or "Agent Orange" albums. Now, we are able to reproduce the songs in an original way during the live sets. Yorck as well is a big Sodom fan, so he came up with a lot of ideas for new songs and upcoming setlists. With two guitarists we are able to perform songs which are not working with just one. Even my bass can`t replace a second guitar. The live sound is getting more brutal and dynamic.
4. What about the great Frank Blackfire? Considering he played on "Agent Orange", how much did his style influenced "Genesis XIX"?
Frank is also a songwriter and contributed a few pieces to the new album. He always plays the same style as on Agent Orange, but that's what I love. His style fits a lot of our new songs perfectly.
5. You had a lot of line-up changes throughout your career, but your sound and style are always the same. How do you do it?
This is very important to me. Of course, new musicians always sound a little different, but of course they try to integrate the magic of the old Sodom records into the new songs. I think my bass sound and my voice ultimately turn every song into a Sodom song.
6. In recent years many historical thrash metal bands have released some fantastic albums. Can we say that there is a return of old school music?
In 2000 there was a return to classic metal and many historical bands got a lot of attention again. Many speak of a Thash revival, but to be completely honest, I cannot share this view at all. We have always been there. Contrary to all trends, Sodom is probably the only band that has always stayed true to itself. But the new generation of fans is now interested in these old-school bands again. That opens up completely new fan potential for us.
7. What about the new generations? Will they one day be able to take your place?
No, the old bands can no longer be replaced. No one can ever fill these gaps. New bands should try to create something new without copying the old bands. You can get inspiration, but it's very important these days to maintain your independence and originality.
8. 2020 is perhaps one of the most difficult for everyone, due to the pandemic. How are you dealing with it? What are your plans when it is all over?
No plans at all. Just writing new sonds. What else we can do? This pandemic is a disaster, especially for artists, actors and musicians. We had to cancel or postpone all of our shows this year. State aid is also completely inadequate. Art and culture don't count for much in Germany. But who has the solution to the problem? Who knows when it will continue? The whole world now seems to be out of control…
9. Sodom have been on the metal scene since 1982; a very long career. Being "on the road" after all this time has to be stressful and difficult. How can you always be in such great shape?
As long as we stay creative and enjoy it, it's no problem at all to write new songs. Even after almost 40 years, I always have a lot of ideas that flow into the songs. We are able to release an album every year, but that only ever happens in coordination with the record company. Times have changed and time is running faster and faster, so that we can only produce an album every two to three years. Of course, I'm not getting any younger. But I enjoy every minute on stage. The long and uncomfortable journey to the venues is exhausting. I really hate that. But as an internationally known band you have to do that. But we always have energy. Personally, I've never used drugs before, but I still smoke. After the show there are also a few beers. But you have to be careful and you have to learn to divide your strength.
10. I leave the last words to you. What do you have to say to our readers and all your Italian fans? Thank you so much for your time, stay safe and we hope to see you soon in Italy.
We have to wait and see how the current situation develops. If we can't do concerts next year, we'll probably release a new album again. So it never gets boring. We already have enough ideas again… but anyway, thanx for your loyal support all over the dacades. We love you. Yours truly, Tom.
Mitochondrial Sun: Un viaggio attraverso la musica poetica, oscura e introspettiva; intervista a Niklas Sundin (Ita/Eng)
Giovedì, 26 Novembre 2020 15:39 Pubblicato in IntervisteAd oggi Niklas Sundin è forse uno dei musicisti più completi e poliedrici al mondo. Dopo quasi trent'anni di militanza nei Dark Tranquillity, l'artista ha deciso di prendere le distanze da Mikael Stanne e soci e di iniziare un progetto musicale tutto suo: i Mitochondrial Sun. Sono passati pochi mesi dal primo album di debutto, che ha visto la luce a febbraio 2020. Ma il buon Niklas si è messo nuovamente al lavoro, ed il 13 novembre 2020 ha presentato al grande pubblico "Sju Pulsarer", la sua seconda fatica (trovate a questo link la nostra recensione). In merito a ciò ho avuto la fortuna e l'onore di potergli fare qualche domanda. Di seguito l'intervista a Niklas Sundin. Buona lettura!
[English Version Below]
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1. Ciao Niklas e benvenuto su Allaroundmetal, è un piacere. Come stai? Il tuo secondo album solista, "Sju Pulsarer", è stato pubblicato da poco. Come ti senti a riguardo?
Ciao! Grazie per avermi ospitato. Sono molto soddisfatto di "Sju Pulsarer"; è tutto ciò che volevo che fosse. Non è certamente un ascolto facile, e la natura ripetitiva e l'intensità non sono per tutti, ma finora la risposta è stata sorprendentemente buona. Grazie per la tua recensione lusinghiera, a proposito.
2. Ci vuoi parlare della scrittura dell'album? Da dove hai preso ispirazione questa volta?
È difficile da dire. Proprio come per l'album di debutto, non c'erano influenze consapevoli o fonti di ispirazione in quanto tali. Ho pensato di fare un album davvero intenso per molti anni, forse perché tutto ciò in cui sono stato coinvolto fino ad ora è stato molto equilibrato. In ogni album precedente di cui facevo parte, cercavamo di ottenere un buon mix tra canzoni veloci, lente, lunghe e brevi e poi arrangiare tutto per rendere l'ascolto il più vario e dinamico possibile. Con "Sju Pulsarer", al contrario, volevo il caos totale, con l'intenzione di travolgere quasi l'ascoltatore e indurre un'esperienza ipnotica, simile alla trance. Immagino che l'ispirazione principale sia stata proprio quella di provare questo stile, ma ovviamente ci sono altri artisti che hanno esplorato un territorio simile. La ripetizione e il ronzio combinati con la batteria furiosa sono simili a band come Ultha e Fell Voices, e il suono "futuristico" potrebbe assomigliare a Thorns o Blut aus Nord a volte. Ma nel complesso penso che gli elementi elettronici rendano "Sju Pulsarer" un album piuttosto originale. Per quanto riguarda il processo di scrittura in sé, è stato abbastanza fluido una volta stabilita la direzione di base. Tutto è stato registrato nel mio studio di casa e poi spedito ad Anders Lagerfors di Nacksving - che ha anche lavorato con i Dark Tranquility in precedenza - per il missaggio.
3. Questo nuovo album è piuttosto differente rispetto al precedente: molto più oscuro ed estremo. Direi perfino più introspettivo. A cosa si deve questo cambio di stile?
L'idea con i Mitochondrial Sun è di fare tutto ciò che trovo interessante, quindi ogni album sarà probabilmente molto diverso dagli altri. Ho sempre ammirato band come gli Ulver che coprono molti stili diversi pur mantenendo intatti alcuni sentimenti o identità fondamentali. "Sju pulsarer" è sicuramente diverso dal punto di vista sonoro rispetto all'album di debutto, ma sotto la distorsione e la batteria veloce, l'arrangiamento delle melodie è in realtà piuttosto simile. È fantastico che tu lo trovi introspettivo, dal momento che è quello che speravo. Nonostante sia intenso per la maggior parte del tempo, c'è anche qualcosa di rilassante e meditativo.
4. E riguardo l'artwork, possiamo dire che l'approccio è lo stesso, ossia trasmettere visivamente ciò che vuoi comunicare con la musica?
Assolutamente. La copertina ha un'atmosfera cosmica e spaziale, e l'oggetto principale sembra un'enorme massa ultraterrena. In realtà è un primo piano di spore, che racchiude l'intera idea di mescolare il molto piccolo con il molto grande e l'organico col freddo e l'artificiale. È un po' più astratto rispetto ad altri miei lavori artistici, ma sembrava giusto per questo particolare album.
5. Pensi che la pandemia abbia in qualche modo ispirato la musica di "Sju Pulsarer"?
Si potrebbe pensare che le cose stiano effettivamente così, dato che il suono è così claustrofobico e intenso. In realtà l'album era già finito all'80% quando è iniziata la pandemia, e inoltre l'idea di fare questo tipo di musica era in circolazione da anni. Devo ammettere però che l'album si allinea molto bene alla situazione mondiale attuale, e forse assume anche un significato diverso. Probabilmente è più facile per le persone approcciarsi al lavoro con la giusta mentalità nella situazione attuale rispetto ad un contesto normale.
6. I Mitochondrial Sun sono un progetto molto giovane nato un anno fa. Eppure in così poco tempo hai già pubblicato due album, perciò immagino tu sia molto ispirato. Cosa vuoi comunicare di preciso con la tua musica?
L'album di debutto è stato effettivamente terminato più di un anno prima della sua uscita, quindi c'è stato più tempo a disposizione per realizzare "Sju Pulsarer" di quello che potrebbe sembrare. Detto questo, mi sento decisamente ispirato, ed è generalmente un po' più facile essere produttivo quando sono solo io nel mio studio di casa e non in una situazione di band completa in cui si prova e si discute molto il materiale nuovo (e, pre -COVID-19, anche molti tour). Per quanto riguarda la comunicazione, è tutto abbastanza aperto. La musica è strumentale, perciò lascio l'interpretazione alle persone anziché fornire loro un contesto troppo specifico e una serie di "regole" su come interpretarlo. Per me la musica è emozione ed espressione di istinti, e non la mera trasmissione di idee e informazioni: cerco quindi di stimolare l'immaginazione dell'ascoltatore e non dirgli cosa pensare.
7. Sappiamo tutti che tu sei uno dei membri fondatori dei Dark Tranquillity e che hai recentemente lasciato la band. Inoltre conosciamo bene il tuo stile unico. Ma quando ascolti i Mitochondrial Sun senti immediatamente che c'è una netta differenza rispetto ai Dark Tranquillity. Come mai? Un ambiente di lavoro diverso o un altro tipo di approccio alla musica?
È un po' entrambe le cose. I D.T. sono sempre stati una band democratica, quindi la musica di solito finiva per essere una combinazione di ciò che ogni membro portava al tavolo. I miei gusti erano spesso in minoranza e molto del materiale che ho scritto semplicemente non è stato inserito nelle tracce (il che ovviamente va benissimo, e lo stesso vale anche per gli altri membri) o è stato cambiato per adattarsi allo stile e alla direzione generale della band. In questo senso, avere un progetto tutto mio mi dà più libertà dato che sono l'unico a cui deve piacere il lavoro finale. Inoltre, dato che sono stato nei D.T. per così tanti anni, preferisco molto di più concentrarmi sul fare musica, cosa che similmente ho fatto anche in passato. Sono sicuro che in futuro pubblicherò musica metal più regolare per così dire, ma per ora è più gratificante sperimentare un po' ed esplorare nuovi orizzonti.
8. Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai in mente qualche collaborazione o continuerai a lavorare da solo?
Ci sono già delle canzoni finite per il prossimo album dei Mitochondrial Sun, ma non so ancora se pubblicare un vero e proprio album completo o due EP separati. Il materiale è molto vario, quindi forse ha più senso dividerlo in due versioni. Ci sono anche alcune collaborazioni in cantiere, ma è meglio non parlare di dettagli fino a quando qualcosa non è effettivamente pronto. Le cose sono un po' imprevedibili e accadranno quando sarà il momento, ma è difficile dire se sarà l'anno prossimo o più tardi. In generale vedo l'ora di vedere cosa porterà il futuro.
9. Sfortunatamente la pandemia ha posto un freno al mondo della musica e dell'arte in generale. Tu come stai affrontando questa situazione? Sei ottimista per il futuro?
Beh, l'ottimismo probabilmente non è uno dei miei punti di forza (ride, ndr). Penso che almeno i prossimi 5-10 anni saranno vissuti all'ombra della pandemia. Le sperimentazioni sui vaccini sono promettenti, ma non tutti sceglieranno di vaccinarsi sfortunatamente . E anche quando le cose inizieranno di nuovo ad aprirsi probabilmente ci saranno cluster locali (assembramenti, ndr) e focolai stagionali che renderanno la vita in generale più imprevedibile di prima. Misure come l'allontanamento sociale saranno ancora un requisito per molte attività, inclusa la musica dal vivo. Questo potrebbe funzionare per grandi artisti come i Metallica, o per band molto underground che suonano solo negli scantinati senza permesso. Ma per la maggior parte degli spettacoli in tour sarà più difficile, poiché i luoghi in cui ci si esibisce normalmente non possono sopravvivere finanziariamente con solo, ad esempio, il 20% del pubblico permesso. Detto questo, la creatività trova sempre una soluzione e possiamo già vedere come molti musicisti stiano avviando nuovi progetti e collaborazioni.
10. Bene Niklas, questa era l'ultima domanda. Lascio a te le ultime parole ai lettori di Allaroundmetal e a tutti i tuoi fan italiani. Ti ringrazio tantissimo per la disponibilità e speriamo di poterti vedere presto in Italia.
Grazie a te per l'intervista! Sono ovviamente felice e grato del supporto che arriva dall'Italia, che è sempre stata una delle mete preferite anche per i Dark Tranquillity sin dall'inizio degli anni '90. Invito tutti a dare un ascolto a "Sju Pulsarer". All'inizio potrebbe essere un po'difficile, ma per coloro a cui piace la musica un po' stravagante e strana ci saranno molte melodie e atmosfere da scoprire.
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[English Version]
1. Hi Niklas and welcome to Allaroundmetal webzine. It's a pleasure for us. How are you? Your second solo album, "Sju Pulsarer", has just been released. How do you feel about it?
Hi! Thanks for having me. I'm very satisfied with "Sju Pulsarer"; it's everything that I wanted it to be. It's certainly not an easy listen, and the repetitive nature and intensity is not for everyone, but so far the response has been surprisingly good (thanks for your flattering review by the way).
2. Do you want to talk about the writing process? Where did you get the inspiration this time?
It's hard to say. Just as with the debut album, there weren't any conscious influences or inspirational sources as such. I've thought of making a really intense album for many years, maybe due to the fact that everything else that I've been involved with has been very balanced. On every previous album that I was a part of, we'd try to get a good mix between fast and slow and long and short songs and then arrange everything in order to make the listener experience as varied and dynamic as possible. With "Sju Pulsarer" I wanted full-on mayhem, with the intention of almost overwhelming the listener and inducing a hypnotic, trance-like experience. I guess that main inspiration was just to try this style out, but of course there are other artists that have explored similar territory. The repetition and droning combined with furious drumming is similar to bands like Ultha and Fell Voices, and the "futuristic" sound might resemble Thorns or Blut aus Nord at times - but on the whole I think that the electronic elements make "Sju Pulsarer" a pretty original album. As for the writing process itself, it was pretty smooth once I had established the basic direction. Everything was recorded in my home studio and then sent off to Anders Lagerfors at Nacksving - who also worked with Dark Tranquillity before - for mixing.
3. This new album is quite different from the previous one: it is much more extreme and dark. I would say almost more introspective. What made you change your style?
The idea with Mitochondrial Sun is to do whatever I find interesting, so every album will probably be very different from the others. I've always admired bands like Ulver that cover a lot of different styles while still keeping some core feeling or identity intact. "Sju pulsarer" is for sure different sonically than the debut album, but underneath the distortion and fast drums, the basic way of arranging melodies is actually pretty similar. It's great that you find the new album introspective, since that's what I was hoping for. Even though it's intense most of the time, there's also something soothing and meditative about it.
4. What about the artwork? Can we say that the approach is the same, that it visually represents what you want to communicate with your music?
Absolutely. The cover has a cosmic and space-y feel, and the main object looks like some huge otherworldly thing, but it's actually a close-up of spores, which encapsulates the whole idea of mixing the very small with the very large, and the organic with the cold and clinical. It's a bit more abstract than most of my other artwork, but it felt right for this particular album.
5. Do you think the pandemic has somehow inspired the music of your new album?
It's tempting to interpret things in that way since the sound is so claustrophobic and intense, but the album was actually 80% finished when the pandemic started, and the idea of making this kind of songs had been around for years. I have to agree that the music aligns very well to the current world situation though, and maybe takes on a different meaning as well. It's probably easier for people to relate to and get into the right mindset under the current situation compared to if things were normal.
6. Mitochondrial Sun is a very young project, born a year ago. But in this short time you have released 2 albums, so I guess you are very inspired. What do you want to communicate with your new music?
The debut album was actually finished over a year before its release, so there has been more time than what it might seem like from the outside to make "Sju Pulsarer". With that said, I definitely feel inspired, and it's generally a bit easier to be productive when it's just me in my home studio and not a full band situation where there is always a lot of time spent rehearsing and discussing the music (and, pre-COVID-19, a lot of touring as well). As for communication, it's all pretty open-ended. The music is instrumental, and I'd rather allow people to come up with their own ideas than to provide a too specific context and a set of "rules" for how to interpret it. To me, music was always more about emotion and expressing things on an instinctive level rather than transmitting ideas and information. I'd rather try to trigger the imagination of people than telling them what to think.
7. We all know that you were one of the founding members of Dark your unique style. But when you listen to Mitochondrial Sun you feel a clear difference compared to DT. What is the cause of this: a different work environment or a different musical approach?
It's a bit of both. D.T. was always a democratic band, so the music usually ended up being a combination of what every member brought to the table. My own taste was often in the minority, so a lot of the material that I wrote just didn't make it into D.T. songs (which of course is totally fine, and also the same also applied to the other members) or got changed quite a lot in order to fit with the general style and direction of the band. From that perspective, having my own project is a bit more free since I'm the only one that needs to like something in order for it to appear on an album. Also, since I was in D.T. for so many years, it just feels more interesting right now to focus on making music that isn't too similar to what I've done in the past. I'm sure that I'll be releasing more "regular" metal music again at some point in the future, but for now it's more rewarding to experiment a bit and explore new horizons.
8. What are your future projects? Do you have any collaboration in mind or will you continue to work alone?
There are already songs finished for the next Mitochondrial Sun release, but I haven't decided whether it's best to release a proper full-length album or two separate EP's. The material is very diverse, so maybe it makes more sense to split it up over two releases. There are some collaborations in the pipeline as well, but it's better not to talk about specifics until something actually is ready. Things are a bit unpredictable and will happen when there is enough time, but it's hard to say if that will be next year or later. But I'm certainly looking forward to what the future will bring.
9. The pandemic has unfortunately stopped the world of music and the world of art in general. How are you dealing with it? Are you optimistic about the future?
Well, optimism probably isn't one of my strengths, ha ha! I think that at least the next 5-10 years will be lived in the shadow of the pandemic. The vaccine trials are promising, but not everyone will choose to get vaccinated (unfortunately), and even when things slowly start opening up, there will likely be local clusters and seasonal outbreaks making life in general more unpredictable than before. Measures like social distancing probably still will be a requirement for many activities, including live music. This might work for huge artists like Metallica, or for very underground bands that just play in basements without permission, but for most typical touring acts it'll be harder since the venues where they'd normally play can't survive financially if only - say - 20% audience capacity is allowed. With that said, creativity always finds a way, and we can already see how a lot of musicians start new projects and collaborations.
10. Ok Niklas, this was the last question. I leave you the last words: what do you have to say to all Allaroundmetal readers and to all your Italian fans? Thank you very much for your availability and for your time, stay safe and we hope to see you soon here in Italy.
Well, thanks for the interview! I'm of course happy and grateful for the support from Italy (which always have been one of the best places for D.T., even since the early '90's) and invite everyone to give "Sju Pulsarer" a listen. It might be a bit hard to penetrate at first, but for those who like their music a bit quirky and weird, there are lots of melodies and atmosphere to discover.