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Colpiscono le atmosfere del debut album degli Oak, band nata da una costola dei Gaerea Colpiscono le atmosfere del debut album degli Oak, band nata da una costola dei Gaerea Hot

Colpiscono le atmosfere del debut album degli Oak, band nata da una costola dei Gaerea

recensioni

gruppo
titolo
Lone
etichetta
Transcending Obscurity Records
Anno

PROVENIENZA: Portogallo 

GENERE: Atmospheric Funeral Doom/Death Metal 

FFO: Evoken, Disembowelment, Thergothon, Esoteric, (early) My Dying Bride 

LINE UP: 
Guillherme Henriques - vocals, guitars 
Pedro Soares - drums 

TRACKLIST: 
1. Sculptures [16:34] =ASCOLTA= 
2. Mirror [19:13] =ASCOLTA= 
3. Abomination [06:19] =ASCOLTA= 
4. Maze [08:58] 

Running time: 51:04 

opinioni autore

 
Colpiscono le atmosfere del debut album degli Oak, band nata da una costola dei Gaerea 2019-12-27 16:52:17 Daniele Ogre
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Daniele Ogre    27 Dicembre, 2019
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Da una costola dei Gaerea nascono gli Oak, duo formato da Guillherme Henriques (voce e chitarra) e Pedro Soares (batteria) che debutta su Transcending Obscurity Records con "Lone". Nemmeno il tempo di tirar fuori "l'asso nella manica" con l'ultimo Officium Triste ed ecco che l'etichetta indiana tira fuori un altro colpo da novanta col debut album di questo progetto dediti ad un Atmospheric Funeral Doom/Death Metal in cui possiamo trovare, oltre a sottili tracce dei Gaerea stessi, influenze che spaziano da Evoken (soprattutto loro, per via di un approccio maestosamente atmosferico), Esoteric e Disembowelment, anche se molti troveranno similitudini anche con i vari Skepticism o Worship, tanto per fare due nomi. Nelle quattro lunghe tracce che compongono "Lone", i due artisti portoghesi riescono a racchiudere tutti gli stilemi provenienti tanto dal Funeral Doom quanto dal Doom/Death di matrice britannica: tra tempi dilatati, down/mid tempos di parossistica pesantezza e chitarre dal mood estremamente depressivo-malinconico, i 50 minuti circa di questo debutto sapranno di certo far drizzare le antenne agli amanti di tali sonorità. Quello che per certi versi poteva essere il punto debole di quest'opera, risulta essere invece quel quid i più che porta gli Oak a meritarsi la promozione agevolmente: parlo della lunga durata dei brani, cosa che, talvolta, può portare l'ascoltatore ad una facile monotonia, ed è ciò che non accade qui; proprio i due brani che aprono "Lone", "Scultpures" e "Mirrors", nonostante una durata enorme (16 minuti e mezzo il primo, quasi 20 l'altro) rappresentano l'esempio più perfetto delle sonorità e dell'operato degli Oak.
Il debut album degli Oak non sarà di sicuro un album per tutti, ma è anche vero che può facilmente essere uno di quei dischi imperdibili per i fans di Evoken o dei My Dying Bride più "funerei" dei primi lavori. Ed è anche un buon modo per Transcending Obscurity Records di chiudere in bellezza un'annata in cui in ambito Death/Doom l'ha fatta praticamente da padrone. Well done!

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