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Nubian Rose: un Melodic Rock dalle tinte Prog con suoni futuristici Nubian Rose: un Melodic Rock dalle tinte Prog con suoni futuristici

Nubian Rose: un Melodic Rock dalle tinte Prog con suoni futuristici

recensioni

titolo
Amen
etichetta
Livewire / Cargo Records
Anno

TRACKLIST:
1. Memorial
2. Dramatic Day =VIDEO UFFICIALE=
3. Break Down the Walls
4. Running
5. Lost in the Mist
6. Red Sky
7. Desert Night
8. Holy Roar
9. Bright Light
10. Gonna Get Close to You (Bonus Track) =VIDEO UFFICIALE=

LINE UP:
Sofia Lilja - voce
Christer Åkerlund - chitarre, basso, tastiere, voce
Micael Karlsson - batteria

opinioni autore

 
Nubian Rose: un Melodic Rock dalle tinte Prog con suoni futuristici 2024-04-23 09:33:34 Celestial Dream
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Celestial Dream    23 Aprile, 2024
Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 2024
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Decisamente particolare la proposta dei Nubian Rose, band nata nel 2012 in Svezia e che ha debuttato con “Mountain” nello stesso anno, che suona un Melodic Rock dalle tinte Progressive con influenze futuristiche nei suoni e nella concezione. Troviamo la voce della brava Sofia Lilja come autentica protagonista dell'ascolto. A colpire è anche però una produzione dove le chitarre faticano ad emergere, per quanto siano tanti gli arrangiamenti, anche sinfonici, con utilizzo di synth a farla da padrone durante la decina di brani che compongono la tracklist. Brani che difficilmente cambiano sonorità, ma che seguono dal punto di vista musicale la strada sopra descritta con poche variazione. Ne esce un disco introverso che mostra passaggi intensi che si fanno apprezzare con la breve “Red Sky” o con l'introduzione affidata a “Memorial”, pezzi quasi acustici dove tastiere e voce disegnano buone melodie. La più energica “Desert Night” mostra il lato migliore della band, con un Heavy Rock accompagnato da arrangiamenti orientali che funziona piuttosto bene. Si alzano i ritmi con “Break Down the Walls”, anche se il brano risulta fin troppo lineare anche nelle linee vocali, mentre le divagazioni moderne di “Lost in the Mist”, con tastiere dai suoni futuristici e un approccio vocale moderno che si susseguono per quasi dieci (!) minuti di durata, risultano decisamente troppi. La compatta “Bright Light” prova a muoversi su sonorità più classiche e i riff di chitarra finalmente si fanno sentire con decisione e già questo basta a farci felici! Manca un pizzico di potenza e di pulizia nei suoni di “Amen”, disco prodotto e registrato da Pedro Ferreira ai suoi SpinRoad studio di Goteborg (famoso per aver lavorato su “Permission to Land” dei The Darkness). Ma in generale è anche il songwriting a non colpire più di tanto, nonostante il lungo tempo di lavorazione di queste composizioni (sono trascorsi dodici anni dalla precedente release!). Rimandati a settembre, come si diceva una volta!

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