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Il debut album degli Oceans: svariati generi uniti insieme che la band riesce a mantenere in equilibrio

recensioni

gruppo
titolo
The Sun and the Cold
etichetta
Nuclear Blast
Anno

PROVENIENZA: Germania / Austria 

GENERE: Death Metal/Post-Rock 

FFO: Nero di Marte, Katatonia, The Ocean, Opeth, Agalloch 

LINE UP: 
Timo Rotten - vocals, guitars 
Patrick Zarske - guitars 
Thomas Winkelmann - bass 
J.F. Grill - drums 

TRACKLIST: 
1. The Sun and the Cold [05:34] 
2. We Are the Storm [06:01] =ASCOLTA= 
3. Dark [04:23] =VIDEO= 
4. Paralyzed [05:25] =VIDEO= 
5. Take the Crown [03:32] 
6. Shadows [04:01] 
7. Legions Arise [03:45] 
8. Polaris [04:32] 
9. Truth Served Force Fed [04:34] 
10. Water Rising [03:34] 
11. Hope [04:19] =VIDEO= 

Running time: 49:40 

opinioni autore

 
Il debut album degli Oceans: svariati generi uniti insieme che la band riesce a mantenere in equilibrio 2020-01-15 18:51:09 Daniele Ogre
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Daniele Ogre    15 Gennaio, 2020
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Debuttano con "The Sund and the Cold" direttamente su Nuclear Blast gli austro-tedeschi Oceans, band che dopo l'EP "Cover Me in Darkness" si mette alla prova su lunga distanza. "Varietà" è la parola d'ordine di quest'opera prima degli Oceans: sono tantissimi gli elementi che troviamo in "The Sund and the Cold", dal mix di Death Metal e Post-Rock che, stando alle note che accompagnano il promo, sono la base delle sonorità dei Nostri, passando per il Nu Metal del 90's, il Dark Progressive, senza che vengano dimenticate per strada certe velleità gothic o blackened - a tal proposito i passaggi più duri e rapidi della title-track che apre l'album, così come di "Dark", hanno decisamente un flavor Black -; insomma è arduo concentrare le influenze che hanno portato gli Oceans al sound che possiamo ascoltare in pochi nomi: si va, ovviamente, dai post-death metallers nostrani Nero di Marte agli Opeth, agli immancabili Katatonia, fino a Leprous o Agalloch. Riassumendo il tutto in una sola parola, insomma, "varietà" per l'appunto.
Non è scevro da qualche piccolo difetto questo debut targato Oceans, come il riverbero troppo forte nel pianoforte di "Polaris" (ed è un peccato, perché rappresenta un neo su di un gran bel pezzo) o il sapore troppo commerciale (ai limiti del Pop quasi) di pezzi come "Take the Crown" e "Shadows". Per il resto, "The SUnd and the Cold" può sembrare sulle prime un disco complesso per le molteplici sfaccettature che troviamo non solo di pezzo in pezzo, ma anche all'interno di uno stesso brano, vedasi ad esempio "We Are the Storm"; una volta però compreso il mood generale dell'opera, si riesce ad addentrarsi con maggior facilità nel lavoro svolto dal quartetto proveniente da Vienna e Berlino. C'è anche uno sguardo puntato verso il Death moderno, ma non così tanto come Nuclear Blast stessa vuole far credere: quello che abbiamo con il debutto degli Oceans è un ampio spettro di "colori" che, andando a parafrasare il titolo dell'opera, riesce a passare da toni più caldi e passionali ad altro più freddi ed in un certo senso "meccanici" nello spazio di pochi secondi.
"The Sun and the Cold" degli Oceans potrebbe essere inserito nell'annovero di quei dischi che potremmo definire "di classe", seppur un gradino sotto (o più, in certi casi) rispetto altre opere di siffatta foggia; restando ad esempio su toni più o meno simili, il debut album degli Oceans è sì un ottimo disco, ma perde nettamente il confronto con "Immoto" dei Nero di Marte. Comunque sia, possiamo tranquillamente affermare che il debutto degli Oceans è un gran bell'album che, nonostante qualche piccolo difetto qua e là da correggere magari per il futuro, si merita una più che agevole promozione.

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