TRACKLIST:
1. Inner Compass
2. Fighting For a Crown
3. Fame
4. Archangel
5. Sirens
6. Throe =AUDIO UFFICIALE=
7. Awaiting
8. Unexpected
LINE UP:
Jason Tsolakis - voce
Dimitris Vorgias - chitarre
Dimon's Night - basso, batteria
TRACKLIST:
1. Inner Compass
2. Fighting For a Crown
3. Fame
4. Archangel
5. Sirens
6. Throe =AUDIO UFFICIALE=
7. Awaiting
8. Unexpected
LINE UP:
Jason Tsolakis - voce
Dimitris Vorgias - chitarre
Dimon's Night - basso, batteria
Non è così insolito imbattersi in dischi decisamente particolari, dove si fatica a comprendere cosa una band voglia trasmettere ed il rischio di incomprensioni è sempre in agguato. Chiaro esempio è il terzo lavoro dei greci Dei Umbrae (al momento stanno già lavorando al quarto album che dovrebbe uscire nel corso dell’anno) a nome "Archangel" che dovrebbe rispecchiare la presunta anima Doom/Sinfonica dei Nostri, ma la realtà, sfortunatamente, non è così limpida e cristallina come lo ci si aspetterebbe. “Inner Compass” irrompe di prepotenza proponendo un Heavy Metal solido e compatto con chitarre e batteria possenti ed in evidenza, ma nel giro di poco il sound comincia a farsi confusionario. Il trio pare perdere la bussola innestando elementi su elementi che non sembrano incastrarsi a dovere, come le vocals modello Tom Araya degli Slayer, cambi di tempo ed attitudine quasi Prog Metal. Vista così l’idea non sarebbe neanche male, ma la band non fa capire all’ascoltatore dove si andrà a parare passando in seguito a sfumature epico/battagliere alla Grave Digger incrociate con sfuriate Thrash Metal (“Fighting For A Crown“), orchestrazioni e sinfonie strampalate (“Fame”) e intermezzi folk/fiabeschi (“Awaiting”), tanto per fare degli esempi. Sia chiaro che non si parla di mancanza di tecnica o idee ma è la questione del “come vengono messe in pratica” il punto focale. Tutto pare messo a caso senza un senso logico e sarebbe una cosa interessante se si parlasse di Captain Beefhart o Frank Zappa e company. No, qui si parla di un disco che continua a cambiare registro senza ritegno e ne è la prova lampante la title-track “Archangel”, che vorrebbe essere folle ma senza riuscirci. Anche proseguendo con l’ascolto si incappano in brani incomprensibili come l’epicheggiante “Sirens” o “Unexpected”, con quel magico riff sporco alla Megadeth che si dipana poi in melodie più classiche cadendo miseramente nel baratro con il passare dei minuti senza lasciare tracce chiare. La stessa “Throe”, probabilmente l’apice dell’album, soffre anch’essa di problemi ed è un peccato dato il notevole e massiccio muro di suono ed una ricerca vocale non banale. Si suppone che i Dei Umbrae non avessero ben chiare le loro intenzioni oppure hanno voluto strafare buttando dentro troppo. Bastava meno, molto meno. Si spera in una corposa asciugata nel nuovo lavoro in arrivo.