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Nuovo disco per i Lacuna Coil: la strada non cambia! Nuovo disco per i Lacuna Coil: la strada non cambia! Hot

Nuovo disco per i Lacuna Coil: la strada non cambia!

recensioni

titolo
Black Anima
etichetta
Century Media Records
Anno

Line up:
Cristina Scabbia - vocals
Andrea Ferro - vocals 
Diego Cavallotti - guitars 
Marco Cotio Zelati - bass, keyboards 
Richard Meiz - drums

Tracklist:
1. Anima Nera (Prologue)
2. Sword Of Anger
3. Reckless
4. Layers Of Time
5. Apocalypse
6. Now Or Never
7. Under The Surface
8. Veneficium
9. The End Is All I Can See
10. Save Me
11. Black Anima (Epilogue)

opinioni autore

 
Nuovo disco per i Lacuna Coil: la strada non cambia! 2019-12-20 09:58:08 ENZO PRENOTTO
voto 
 
3.5
Opinione inserita da ENZO PRENOTTO    20 Dicembre, 2019
Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 2019
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I nostrani Lacuna Coil sono probabilmente la band più odiata dal pubblico metal italiano (insieme ad una manciata di altri colleghi) e non c’è da stupirsi se il gruppo capitanato da Cristina Scabbia abbia deciso di puntare al mercato straniero e soprattutto americano che ha fatto la loro fortuna dopo tanti anni di dura gavetta. Il sound tipicamente gothic metal degli esordi con gli anni è mutato verso un approccio più moderno ed alternative e ciò ha sconsolato molti fan. Il nuovo "Black Anima" cerca in parte di trovare una quadratura tra passato e presente.

L’inizio non è proprio dei migliori dato che “Anima Nera” si presenta come una sorta di intro darkeggiante molto lieve con la voce di Cristina fin troppo esile senza la pienezza che la contraddistingueva. La seguente “Sword of Anger” fotografa l’attuale stato del combo milanese colma di chitarre aggressive (molto debitrici di sonorità moderne e metalcore), growl cattivi anche se spesso troppo effettati, melodie goticheggianti ed il classico dualismo voce maschile/femminile che bene o male è rimasto invariato. Si sente comunque un mood commerciale/pop molto marcato e di oltre oceano in ogni nota come nell’altrettanto dura “Layers of Time” dai riff eccessivamente statici e compressi. Il lavoro melodico ha spesso degli alti e bassi non riuscendo ad integrarsi al meglio con le parti più violente che a volte stanno meglio quando rimangono tali (“Reckless” con i suoi giochi ritmici alla Korn non sarebbe male) tranne quando si cerca troppo di strafare come “Now or Never” che però ha dalla sua un chorus etereo e piacevole. In realtà però, a differenza di quello che molti credono di sapere, la band le canzoni le sa comporre ed il fatto di aver sfondato in un paese come l’America la dice tutta e a malincuore bisogna scindere il metodo compositivo del passato (molto più europeo) con quello attuale perché i gusti non devono in alcun modo interferire. La loro musica si è semplificata molto, forse troppo e si è resa molto più commerciale ma non per questo manca la qualità. A riprova di ciò compaiono due piccole gemme nere come “Apocalypse” con i suoi toni epici (che riportano alla mente i fasti di un tempo) e quel sound oscuro dove Cristina pare davvero rinascere come anche nella sinfonica “Veneficium” colma di parti corali, mood decadente e crescendo emozionali davvero ben fatti. Tutto il gruppo lavora all’unisono, invero senza brillare dal lato tecnico, per donare agli ascoltatori un prodotto valido ma era inesorabile che comparissero degli episodi meno riusciti come la facilona “Under the Surface” o le insapori “The End is All I Can See”, “Save Me” e la finale “Black Anima” dove non viene fuori davvero nulla di costruttivo dimostrandosi come dei mezzi riempitivi per fare numero.

I Lacuna Coil sono questo, niente di più e niente di meno confezionando un disco più che sufficiente che non va sottovalutato a prescindere. Pochissimi sono arrivati ai loro livelli e di questo gli italiani dovrebbero esserne orgogliosi. Godibile comunque ma nulla di più.

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