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My Silent Wake: tra le migliori espressioni oggi del Doom/Death dalle atmosfere gotiche My Silent Wake: tra le migliori espressioni oggi del Doom/Death dalle atmosfere gotiche Hot

My Silent Wake: tra le migliori espressioni oggi del Doom/Death dalle atmosfere gotiche

recensioni

titolo
Lost in Memories, Lost in Grief
etichetta
Ardua Music
Anno

PROVENIENZA: Regno Unito 

GENERE: Gothic/Doom/Death Metal 

FFO: My Dying Bride, Paradise Lost, Novembers Doom, Daylight Dies, Doom:VS 

LINE UP: 
Ian Arkley - voce, chitarre, tastiere 
Adam Westlake - basso 
Simon Bibby - tastiere, voci pulite 
Gareth Arlett - batteria 

TRACKLIST: 
1. The Liar and the Fool [07:22] 
2. Wolf [03:49] 
3. Lavender Garden [06:03] =VIDEO UFFICIALE= 
4. When You Look Back [04:15] 
5. Another Light [02:48] =LYRIC VIDEO= 
6. The Last Lullaby [08:40] 
7. No Time [06:56] 
8. The Judges [03;56] 

Running time: 43:35 

opinioni autore

 
My Silent Wake: tra le migliori espressioni oggi del Doom/Death dalle atmosfere gotiche 2024-05-04 15:08:17 Daniele Ogre
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Daniele Ogre    04 Mag, 2024
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

L'ultima volta che abbiamo incontrato i britannici My Silent Wake è stato nel 2018, al tempo dell'uscita sulla nostrana Minotauro Records dell'album "There Was Deat"; nel frattempo il quartetto del Somerset ha pubblicato nel 2020 un altro album dal titolo "Damnum per Saeculorum" (uscito per la sconosciuta Opa Loka Records), poi per la prima volta dopo tanto si sono presi il loro tempo: questo nuovo "Lost in Memories, Lost in Grief" arriva infatti ben quattro anni dopo il proprio predecessore e segna il debutto dei Nostri su di una label che sta diventando sempre più importante e di punta in questo specifico settore (il Doom/Death), ossia la spagnola Ardua Music. Abbiamo potuto constate più volte nel recente passato come l'etichetta di Malaga sia specialista assoluta in queste sonorità e come le loro produzioni siano costantemente di qualità superiore, tanto che si potrebbe azzardare di aver trovato un degno successore - diciamo - alla leggendaria Peaceville Records (ancora con le dovute proporzioni, sia chiaro!). "Lost in Memories, Lost in Grief" è, comunque, il dodicesimo studio album per i My Silent Wake, act che non ha mai nascosto il proprio incondizionato amore per My Dying Bride e Paradise Lost, fonti d'ispirazione primaria per una band con ormai una certa esperienza sulle spalle, essendo ormai sulla soglia dei vent'anni di carriera. Rispetto a quanto abbiamo potuto ascoltare in passato - fatta eccezione per "Damnum per Saeculorum", la cui uscita abbiamo scoperto all'arrivo di questo promo -, possiamo notare come in quest'opera abbiano un notevole spazio sonorità Melodic Doom/Death di scuola nordica (Daylight Dies, Doom:VS, Swallow the Sun), che vanno ad intersecarsi con il sound gotico e malinconicamente atmosferico di matrice britannica. In tal senso - senza nulla togliere ad una sezione ritmica che esegue un lavoro egregio - i protagonisti non possono che essere il cantante/chitarrista Ian Arkley ed il tastierista/cantante Simon Bibby: l'intreccio tra chitarre e tastiere/organo sono sostanzialmente l'anima dei My Silent Wake e guidano i Nostri su un percorso sì conosciuto ma anche tortuoso in cui atmosfere meste ed accelerazioni furiosamente melodiche creano un vortice sonoro che, ascoltato col giusto mood, saprà scavare - come da titolo - nei ricordi e nel lutto. A suggellare il tutto c'è anche l'intreccio vocale dei due artisti, con le harsh/spoken vocals di Ian e le ottime voci pulite di Simon. La lunga opener "The Liar and the Fool", il singolo "Lavender Garden", la buonissima "When You Look Back" (in cui il lavoro d'organo dà quasi un flavour settantiano, per certi versi), così come anche la più breve e "svedese" "Another Light", sono tutti perfetti esempi di come i My Silent Wake abbiano maturato un loro percorso personale che partendo da influenze chiare e riconoscibili li ha portati ad avere oggi un'impronta tutta loro. "Lost in Memories, Lost in Grief" è insomma un album consigliatissimo a chi ama il Doom/Death a 360°: un mare ora quieto, ora in tempesta, su cui la band inglese vi trasporta con mano sicura.

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