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Fortunato, i problemi del passato sono rimasti invariati Fortunato, i problemi del passato sono rimasti invariati Hot

Fortunato, i problemi del passato sono rimasti invariati

recensioni

gruppo
titolo
"From high above"
etichetta
Autoproduzione
Anno

TRACKLIST:
1. After the war
2. Evil machine
3. Just what we have
4. My sky at night
5. Until my last breath =ASCOLTA=
6. If you die
7. Arise!
8. Day after day
9. Storms can come
10. Moment of weakness

LINE UP:
Alex Faccinetto – Chitarre
Sly Tale - Batteria
Seb Vallée - Chitarre
Markus Fortunato - Basso, Voce

opinioni autore

 
Fortunato, i problemi del passato sono rimasti invariati 2023-08-05 16:47:07 Ninni Cangiano
voto 
 
2.5
Opinione inserita da Ninni Cangiano    05 Agosto, 2023
Ultimo aggiornamento: 05 Agosto, 2023
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Avevo conosciuto i francesi Fortunato due anni fa con l’album “Insurgency”, disco tutto sommato piacevole ma con qualche difetto che ne pregiudicava l’esito; ritrovo il gruppo con l’autoproduzione del loro quarto album, intitolato “From high above”, composto da dieci tracce per una durata totale di poco superiore ai 51 minuti. Già da questi dati possiamo comprendere come a livello di songwriting non è che si siano fatti dei passi avanti; anche questa volta, infatti, probabilmente un paio di pezzi in meno avrebbero giovato (non tutti sono di buon livello qualitativo) e magari qualche sforbiciata qua e là avrebbe reso i singoli brani più immediati ed efficaci. Ma questo è un dettaglio di poco conto se lo paragoniamo al vero problema che affligge i Fortunato: la voce del leader. Markus Fortunato sarà anche un valido bassista ed un appassionato del Power di matrice neoclassica, ma come cantante purtroppo non è un granché; la sua voce è alquanto nasale e fiacca ed è evidente che Madre Natura non gli ha concesso doti particolari, mentre per questo genere musicale è indispensabile un cantante con un’ugola potente ed acuta, caratteristiche che mancano a Markus Fortunato. Meglio sarebbe se il leader del gruppo mettesse da parte il suo orgoglio e si rendesse conto dei suoi limiti, cercando un cantante migliore al fine di dare qualche chance al suo progetto. Il sound della band, infatti, pur non essendo originale o innovativo, sarebbe comunque piacevole, a patto di non ascoltare la voce; oserei dire addirittura che se fosse un disco interamente strumentale sarebbe molto meglio! Già, perché canzoni come l’opener “After the war”, o la veloce “Just what we have”, come anche l’orecchiabile “My sky at night” e “Storms can come” (la più breve ed efficace della scaletta), sarebbero molto belle ed affascinanti se solo avessero un cantante migliore. La registrazione è accettabile, considerando che si tratta di un’autoproduzione, anche se in giro si riesce a sentire di meglio, soprattutto per il trattamento riservato alla batteria (troppo secca). Dispiace dirlo ma, continuando a questa maniera, dubito fortemente che i Fortunato avranno qualche possibilità di uscire dall’underground più profondo. Massimo rispetto per l’evidente passione e l’ottima tecnica strumentale, ma questo “From high above”, come il suo predecessore, non può raggiungere la sufficienza per le evidenti carenze del cantante.

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