Sono passati ben sei anni da quando abbiamo incontrato per la prima (e fino ad oggi unica) volta gli indiani Gutslit, "brutallari" di Mumbai giunti ad inizio luglio alla pubblicazione autoprodotta del terzo studio album, "Carnal". Ma nonostante il tempo passato, ritroviamo il quartetto indiano esattamente come lo avevamo lasciato, alle prese con un Brutal Death 'sporcato' di Grind in cui il focus principale è puntato su una commistione di tecnica e groove, con risultati più che buoni - seppur un pelo inferiori al precedente, grandioso "Amputheatre" -. Forti di una line up consolidata che ha visto anche nel 2021 ritornare alla voce Aditya Barve, i Gutslit mettono sul piatto una prestazione autorevole ed una serie di brani in cui un groove spacca collo trova ogni via possibile per mettere a dura prove le vostre vertebre cervicali (e la doppietta iniziale "Son of Sam" + "Matriarch" ne è subito la riprova); ma i Gutslit si trovano a proprio agio anche quando si tratta di spingere più sull'acceleratore, come accade ad esempio in "Bind Torture Kill", pezzo che stilisticamente si adatta alla perfezione al cantante ospite: Julien Truchan dei Benighted. Lontani (fortunatamente!) dalla fin troppo abusata corrente Slam, i Gutslit ci regalano una mezz'ora abbondante di Brutal Death ottimamente ispirato e con un tasso tecnico elevato che i Nostri non fanno nulla per nascondere (vedasi come vengono gestiti alla perfezione i cambi di tempo). "Carnal" non farà gridare al miracolo, ma se appartenete alla nicchia di amanti di queste sonorità Brutal piuttosto classiche, potete fidarvi: nella vostra collezione non sfigurerà.