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Rock fiammante from Vesuvio - DEBUTTO CLEAN DISTORTION Rock fiammante from Vesuvio - DEBUTTO CLEAN DISTORTION Hot

Rock fiammante from Vesuvio - DEBUTTO CLEAN DISTORTION

recensioni

titolo
Flames Of Chaos
etichetta
Autoproduzione
Anno
LINE UP
Luca Cappiello - Rhythm guitar and Founder
Fulvio Sica - Bass
Lorenzo Rossetti - Singer/Lead vocals
Diego Carotenuto - Drummer
Lorenzo Quaranta - Lead Guitar
TRACKLIST
1)Phoenix Empire
2)City of Fire
3)Chaotic Life

opinioni autore

 
Rock fiammante from Vesuvio - DEBUTTO CLEAN DISTORTION 2018-02-21 15:44:39 Graziano
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Graziano    21 Febbraio, 2018
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Ep d’esordio per i napoletani CLEAN DISTORTION con la loro combo da 3 pezzi. Prima di procedere ve li introduco brevemente : Il nucleo iniziale di questo gruppo nacque quasi per caso,avendo come scopo iniziale una sola serata. Dopo tale data ,spinti dall'entusiasmo,i membri avevano deciso di volere essere una vera band,senza però un genere definito. Tuttavia, questo proposito non durò molto,e dopo la fine di questo primo progetto,il chitarrista ritmico,assieme ad altri,riformò il gruppo che adesso si chiama Clean Distortion,con propositi simili al primo,ma obiettivi decisamente più chiari. Dopo molti cambi di formazione,e una fase di affinamento musicale e organizzativo,la band ha deciso di essere pronta ad affacciarsi verso nuovi orizzonti musicali, iniziando a proporre la loro musica nei locali e negli eventi della città di Napoli. Tra ottobre e novembre 2017 esce il loro primo EP intitolato Flames of Chaos, il quale riprende i tragici incendi che hanno scosso e messo nel 'caos' l'intera città di Napoli. Infatti l'album si compone in tre tracce: City of Fire, Phoenix Empire e Chaotic Life. Riff violenti abbinati a suoni melodici per raccontare al mondo gli eventi che sono avvenuti alla città partenopea durante l'estate del 2017, e che tali episodi anche in passato si sono manifestati. I ragazzi propongono quella mescolanza di Heavy Metal e hard rock moderno, è senza ombra di dubbio ciò che si propone di offrire la formazione partenopea. I ragazzi si definiscono alternative metal definizione che ci può stare per la musica proposta,con le dovute accortenze , devo dire che i suoni sono più diretti e orientati verso l’heavy metal classico e un sound hard-rockeggiante. Dopo un intro atmosferico, dove ci sono delle urla in dialetto napoletano si introduce la prima traccia “Phoenix Empire” una cavalcata mid-tempo di heavy metal impreziosito anche da sound e atmosfere più moderne “Chaotic Life” è molto più hard rockeggiante(alcune parti mi hanno ricordato Black Sabbath e Deep Purple)e dal ritornello impreziosito da un bel tappeto di tastiere alla EDGUY (quelli di “down to the devil per intenderci) che culmina con un assolo in wah manco il Kirk Hammett dei Metallica dei tempi d’oro.City of Fire risulta la più atipica del lotto,dall’intro di basso, si spinge sempre più verso il rock classico e quindi la durezza viene meno e si concentra di più sul groove. Se possiamo trovare pregevoli le scelte stilistiche anche se troppo volte fotocopia di gruppi più blasonati,la qualità media è alta ma la voce risulta pesantemente fuori mix, che se in ascolto in cassa non si nota troppo il volume troppo pompato , in cuffia il volume risulta fastidioso e non fa godere appieno il suo potenziale, ancora acerbo ma ben sfruttato in questo progetto. Altra nota dolente è la pronuncia inglese non è sempre impeccabile Tecnicamente il gruppo ha il fatto suo e si getta nella mischia direi più che bene,anzi. Per esperienza posso dire che al debutto si possono fare tre errori: o proponi una roba amorfa e inconsistente, o usi troppe idee rendendo tutto confusionario, o ne usi troppo poche andando sul sicuro e peccando di prudenza. Devo dire che seppur peccando di prudenza i CLEAN DISTORTION si mettono sul mercato confezionando un bel prodotto che fa sperare per il futuro avendo comunque margini di miglioramento.Personalmente devo dire che tranne alcune piccolezze,i brani funzionano e sono godibili quindi spero in buone nuove dei ragazzi, loro e tante altre piccole realta sono il segno che nonostante le chiusure dei locali ci sta ancora chi vuole fare musica di qualità

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