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Gli indiani Godless con un buon EP, ma che passa forse troppo rapido e indolore Gli indiani Godless con un buon EP, ma che passa forse troppo rapido e indolore Hot

Gli indiani Godless con un buon EP, ma che passa forse troppo rapido e indolore

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Swarm
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Anno

PROVENIENZA: India 

GENERE: Death Metal 

FFO: Morbid Angel, Deicide, (early) Death, Possessed, Kreator, Sepultura 

LINE UP:
Kaushal LS – vocals
Ravi Nidamarthy – guitars
Abbas Razvi – bass
Aniketh Yadav – drums 

TRACKLIST: 
1. Exordium [00:51] 
2. Infected by the Black [03:33] 
3. From Beyond [03:44] 
4. Deathcult [03:24] 
5. Empty Graves [03:51] 

Running time: 15:23 

opinioni autore

 
Gli indiani Godless con un buon EP, ma che passa forse troppo rapido e indolore 2018-11-28 19:50:01 Daniele Ogre
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Daniele Ogre    28 Novembre, 2018
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Dalla mistica India arriva una band che di mistico ha ben poco: diretti e sfrontati i deathsters Godless sfornano con "Swarm" il loro secondo EP, due anni dopo il debutto assoluto con "Centuries of Decadence". La proposta è delle più semplici possibili, eppure con un impatto notevole: un Death Metal di matrice US, fortemente novantiano, con influenze riscontrabili soprattutto in Morbid Angel e Deicide, in cui non mancano però fraseggi che portano la mente alla decade precedente (primi Death, Possessed... il brano "From Beyond" ne è l'esempio perfetto), così come sfuriate thrasheggianti kreatoriane. In poco meno di 1/4 d'ora i Godless riescono a dimostrare come sia possibile sfornare un buon lavoro, interessante dal punto di vista dell'ascolto, nonostante quello che si suoni possa risultare anche piuttosto... vintage, diciamo così. Bastano quattro pezzi - non contiamo ovviamente la solita inutile intro - ai Godless per farsi notare: l'ascolto di "Swarm" scorre infatti piacevole, specie se vi piacciono queste sonorità così classiche - in ambito Death Metal, ovvio -, con la netta sensazione che questi quattro ragazzi dal vivo possano riuscire a scatenare un discreto moshpit col loro passaggio.
Sinceramente, sono curioso di sentirli all'opera con un lavoro su lunga distanza: la durata esigua permette all'EP di passare fluido, ma un sound così trito e ritrito avrà lo stesso effetto con il doppio della durata? In caso positivo, allora potremmo parlare dei Godless come una band da tenere d'occhio, che potremmo pure vederne delle belle. Ecco, però magari l'unico consiglio è di non disperdersi tra le influenze e trovare un sound che sia univoco.

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