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Imago Imperii: pregevole Symphonic Power Metal italico Imago Imperii: pregevole Symphonic Power Metal italico Hot

Imago Imperii: pregevole Symphonic Power Metal italico

recensioni

titolo
A Tale of Darkness and Hope
etichetta
Sleaszy Rider Records
Anno

TRACKLIST:
1. Memories from Hell (Intro)
2. Look at the Stars
3. Forbidden Love
4. The Accusation
5. The Gate
6. Torture 1481
7. Infernal Procession
8. Trap or Escape
9. Darkness and Hope
10. Freedom Flies
11. Last Queen MMXXI
12. The Curse of the Dark Castle

LINE UP:
Gwarner - Vocals
Iskandar - Drums
Luke Fortini - Guitars
Mick - Bass, Backing Vocals
Jeyn Hope - Vocals

opinioni autore

 
Imago Imperii: pregevole Symphonic Power Metal italico 2021-10-16 10:34:01 MASSIMO GIANGREGORIO
voto 
 
4.5
Opinione inserita da MASSIMO GIANGREGORIO    16 Ottobre, 2021
Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 2021
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E finalmente si torna a scrivere di metallo italiano! Gli Imago Imperii sono un quintetto bolognese formatosi nel 2011, ma che hanno già un palmares di tutto rispetto che annovera il primo (classico) demo targato 2012 ("A Journey to Avalon"), seguito dall’altrettanto classico EP nel 2015 ("War for the Iron Crown"), per poi inanellare un bel trittico di full-length: "Legendaria" nel 2016, "Fate of a King" nel 2019 e poi quest'ultima release, "A Tale of Darkness and Hope".
D’altronde, Bologna ha sempre vantato una notevole tradizione in ambito metallico: per ragioni anagrafiche, non posso fare a meno di rammentare i Crying Steel. Ebbene, se questi ultimo erano un po’ i Judas Priest nostrani, non esiterei a definire il quintetto felsineo come gli Helloween italici. Infatti, di base, sono votati ad un Power Metal sinfonico di matrice mitteleuropea, sul quale vanno sapientemente ad innestare delle variazioni del tutto (piacevolmente) inaspettate, come nel caso di “The Gate”, che deborda fino al Fusion Metal (???) o come nell’ironico inserimento della rossiniana Guglielmo Tell in “Look at the Stars”. In ogni caso, quest'album è pieno zeppo di sperimentazioni e cambi di tempo e stile, pur mantenendo costante la base Power, come già scritto; ad incominciare dai virtuosismi chitarristici di Luke Fortini, epigono dei vari axeman del genere (vedi l’attacco della sperimentale “Torture 1481”) che costellano un po’ tutto il lavoro; adeguato appare anche il vocalist Gwarner, ben incastonato in tutto il contesto, che fa registrare anche una furiosa “Trap of Escape” (con tanto di archi sparati) ed un progressivo affiorare di reminiscenze malmsteeniane. Il quadro (invero edificante) è completato da una sezione ritmica senza requie dalla precisione invidiabile. Non male nemmeno gli innesti vocali della recentissima new entry femminile Jeyn.
Un cd certamente molto interessante e variegato (pur restando sempre coerente con l’estrazione Symphonic Metal ed al sacrosanto headbanging), ben congeniato per non sfigurare affatto nella vostra raccolta discografica.

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30
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