I Follow The Cipher, durante il loro tour, incontrano allaroundmetal a Copenhagen
Martedì, 05 Marzo 2019 15:53 Pubblicato in IntervisteSiamo al Pumpehuset di Copenhagen in Danimarca, la nostra corrispondente Gaia Micatovich, assieme alla sua amica Laura Südwald, ha incontrato i Follow The Cipher in occasione del tour europeo di spalla agli Amaranthe. Viktor Carlsson (chitarra e voce), Ken Kängoström (chitarra) e Jonas Asplind (basso), si sono prestati alle domande della nostra collaboratrice, poco prima dell’inizio del loro concerto.
AAM: Ciao ragazzi, e grazie di aver ospitato AllAroundMetal nel vostro backstage. Iniziamo! :Questo è il vostro primo tour ufficiale in Danimarca o è il primo vero e proprio?
Viktor: Questo è il nostro terzo tour, il primo lo abbiamo fatto in Germania, il secondo è stato novembre scorso insieme ai Lordi, però si, in Danimarca è la nostra prima volta.
AAM: Avete riti scaramantici prima di ogni spettacolo?
Viktor: Si, in realtà a parte bere birra come puoi vedere (il tavolino era pieno di lattine, ndr), ci riuniamo tutti poco prima di entrare in scena, e diciamo “SHOUFFL’” (sicuramente scritto male! ndr); è una parola svedese che.... in realtà non sappiamo esattamente cosa voglia dire, è come un “Whoo-ho!”. E’ una parola un po’ stupida, è come se ci portasse fortuna prima di ogni spettacolo.
Jonas: Io mi faccio anche uno shot di rum, funziona bene anche quello!
AAM: Il tour che vi ha portato a suonare anche qui a Copenhagen insieme agli Amaranthe, promuove anche un vostro album?
Ken: Si, stiamo promuovendo il nostro primo album omonimo, “Follow the Cipher”.
AAM: Potremmo definire questo album un concept, possiede un filo conduttore fra i brani?
Ken, Victor e Jonas: Diciamo che in qualche modo potrebbe definirsi un concept, si. L’album è incentrato in un’era che è destinata a terminare, una sorta di processo post-apocalittico che abbiamo provato a inserire in tutti i brani, i quali a loro volta raccontano storie differenti fra esse – Proviamo in sostanza a restare nel tema congiungendo la musica decisamente arrabbiata, con un’energia che sembra provenire da una grande battaglia, a dei testi che però raccontano anche di noi, dei nostri sentimenti, restando comunque su un tema che porta all’inizio di qualcosa di inarrestabile come un’apocalisse.
AAM: Chi scrive e compone i vostri brani?
Ken: Premetto che in questa band ci consideriamo come una famiglia, altrimenti questo progetto non funzionerebbe. Io ho fondato il gruppo e ho scritto diverse canzoni, ma tutti insieme cerchiamo di lavorarci su per creare qualcosa che sia nostro e sul quale tutti sono d’accordo. A volte ognuno scrive delle frasi da mettere insieme, e insieme cerchiamo di prenderci il merito di questo progetto.
AAM: Vi va di raccontarci qualche fun fact riguardo la registrazione del vostro album?
Viktor: La storia dietro la composizione di Valkyria è molto divertente. Avevamo bevuto un po’ e Ken stava cominciando a scrivere il brano, mi mostrava le sue idee e io ancora non avevo ascoltato le tracks. Quando sono tornato a casa, Ken mi aveva mandato le tracks via computer, ed ero rimasto scioccato, quindi sono filato di corsa nel basement, ho preso la chitarra in mano e ho cominciato a ripetermi quelle tracks fino allo sfinimento, entusiasta di quello che ne stava uscendo fuori! Subito dopo ci siamo incontrati anche coi ragazzi e con Linda; tutti erano semplicemente impazziti per la riuscita di questo pezzo. E’ la cosa più cazzuta del mondo, è una sensazione magica.
AAM: A cosa si ispirano i vostri brani? Avete una band in mente nello specifico che vi porta ad essere qui tutti insieme?
Ken: Mi hanno fatto spesso questa domanda, spero tu non mi fraintenda quando ti dico che io cerco di non ispirarmi alle bands. Quando scrivo la mia intenzione è non camminare sullo stesso sentiero di altri, stando sempre un passo indietro. Ovviamente tantissime band hanno fatto di me quello che sono ora, dai Queen agli In Flames, ma io voglio far ascoltare qualcosa di nuovo, che sia solo nostro.
Viktor: Non dobbiamo per forza prendere spunto da altre bands metal. Vedi Ken, è pazzo di Hans Zimmer, io potrei prendere ispirazione persino dalle pubblicità, o dalle soundtracks della Nintendo, ma come ha detto Ken, la traccia che vogliamo lasciare vorremmo fosse unica.
AAM: Vi piacerebbe un giorno esibirvi in Italia?
Jonas: Non abbiamo mai suonato in Italia, per cui è uno dei nostri obiettivi, si tratta comunque di cogliere le opportunità al volo. E se veniamo, dimenticatevi la musica Pop!
AAM: Cosa volete dire ai vostri fan e lettori di All Around Metal?
Ken: Preparatevi ragazzi, stiamo arrivando, Skål!
Intervista, Traduzione e Foto: Gaia Micatovich
(extra)
Favourite pizza?
Ken: Kebab Pizza!
Jonas: I don t eat pizza!! (Everybody gasped)
Viktor: Pizza Bebebdebabidi! Super good! No, just kidding - I am a bad taster in pizza, but I think I’d love Capricciosa, but still kebab on it!
A pochi giorni dall’uscita di “They never say die” (prevista il 08/03), il cantante degli Skeletoon, Tomi Fooler, ci ha voluto svelare qualche dettaglio...
AAM: Ciao Tomi e grazie di essere qui con noi. Partiamo subito parlando di “They never say die”, un album secondo me completo ed adatto a farvi conoscere in giro per il mondo; siete consci di aver realizzato una bomba di disco?
TF: Ciao a te Ninni, e tutti i lettori di AAM!
Ahahah le tue parole sono più che apprezzate! Per quanto ci riguarda, siamo consapevoli di aver messo su disco tutto quanto ritenevamo bello e adatto all’uscita, e questa per noi è già una gran realizzazione!! TNSD ci piace molto, credo sia il disco migliore degli SkeleToon, sinora: si siamo felici e siamo fieri che venga anche cosi ben accolto.
AAM: Ci sono tantissimi ospiti anche questa volta. Ce ne vuoi parlare e raccontare di come sei entrato in contatto con loro?
TF: Tutti gli ospiti sono prima amici, e questo ha reso le cose molto più semplici e divertenti. Registrare le parti condividendo il lavoro con loro, è stato un vero piacere, e non nego che mi piacerebbe rifarlo…molti di loro sono colleghi che molto spesso troviamo sul palco con noi alle serate, quindi ad averci messo in contatto è stata principalmente la nostra condivisa passione per la musica.
AAM: Ormai Guido Benedetti è una sorta di “sesto uomo” della band; ci parli della vostra amicizia?
TF: Ahahahaha non dirlo troppo forte perché ci crederei!!!
Guido è sempre stato un mio personale riferimento ed un buon amico, oltre che un grandioso musicista: averlo fianco a fianco, con noi, è un privilegio e ammetto che il suo intervento ha saputo caratterizzare il disco in un modo ancor più bello. Ci conosciamo da più di 15 anni ormai, e posso dire senza remora che Guido (e i Trick or Treat) sono sempre una garanzia, sia dal punto di vista musicale, che dal punto di vista umano.
AAM: Parliamo dei testi. Come mai avete scelto proprio il film “The goonies” e che relazione ha con il titolo dell’album?
TF: Mi sembrava bello associare la fase di crescita che raccontiamo in TNSD con le sensazioni regalateci dalla visione di quello che reputo uno dei più bei film di categoria mai prodotti: il nostro album tratta (mascherandosi con il volto del “Nerd Sfigato”) temi quali amicizia, desiderio di rivalsa e spontaneità, e mi è sembrato figo avvicinare le due cose. In tal modo, il concetto di “NERD METAL” viene ulteriormente canonizzato, no?
AAM: Avete realizzato due cover questa volta. Come le avete scelte e per quale motivo proprio quei due pezzi?
TF: Beh, la cover degli Avantasia è dovuta al mio amore viscerale per l’estro competitivo di sua santità Tobias Sammet…ahahahha!!
E’ un pezzo splendido, che perfettamente si adatta al tema di allontanamento e di separazione previsto per il finale del film, con tutto il lascito che abbiamo visto nella pellicola…è un addio, con voglia di ricordo…calzava a pennello!
Per quanto riguarda la cover di Cindy Lauper, si tratta di un ulteriore tributo al film, con riguardo particolare alla colonna sonora…pezzo che già mi piaceva in originale, figurati rifatto in chiave Power Metal…ahahah!!
AAM: Paragonando i suoni dell’album con il precedente disco, ho notato una differenza notevole; quanto è stata importante l’opera di Simone Mularoni nei suoi Domination Studios?
TF: Non importante, VITALE.! Con “Ticking Clock” abbiamo voluto sperimentare, ma il budget previsto non ci permise di farci affiancare da un produttore “vero” se non in fase finale… Con TNSD non ho avuto un dubbio per nemmeno un secondo…Simone Mularoni ha saputo “guidarci” verso il suono che reputo PERFETTO, seguendo ogni fase di registrazione, mix e master. Volevamo il massimo, per questo 3° disco, e la strada per ottenerlo, passava dai DOMINATION STUDIO.
AAM: Come sono andate le registrazioni dell’album? Ci sono episodi simpatici che ci vuoi raccontare?
TF: Oddio, le registrazioni, di per sé, sono andate alla grande! …riguardo gli episodi simpatici, beh…ormai ci siamo fatti la nomina dei minchioni, quindi puoi immaginare!!!! Ahahahahah!! A parte gli scherzi, stare con i Simone (Mularoni e Bertozzi) è stato divertente come al solito, sono amici prima di tutto, ma le fasi di registrazione sono state davvero precise e professionali, senza grosse perdite di tempo…erano anni che non passavo 9 ore al “lavoro” e rientravo in stanza solo per una doccia e 8 ore di sonno filate, a causa della stanchezza!!! Ahahahahaha!
AAM: Chi ha realizzato la copertina e che correlazione ha il disegno con i testi?
TF: L’artwork è opera dell’ottimo STAN W. DECKER, artista e musicista Francese, già autore di lavori per Masterplan, Borealis, Primal fear e Megadeth…E’ un tributo “SKELETOONIZZATO” al film, con un “Willy L’Orbo” in primo piano circondato dai gadgets fondamentali della pellicola e dai nostri strumenti…c’è anche un piccolo indizio riguardo in prossimo disco, nascosto nella cover, in effetti…
AAM: E’ il primo disco senza Charlie Dho al basso; ci parli della sua uscita dalla band e del nuovo bassista Jack Stiaccini?
TF: Già…per noi la separazione da Carloandrea (Charlie) è stata una vera e propria sofferenza, resa purtroppo necessaria da motivi personali: a causa di impegni familiari e lavorativi, non avrebbe potuto seguire i nostri ritmi e, molto professionalmente, ha deciso di farsi da parte. Siamo in ottimi rapporti e ci sentiamo spesso, sia chiaro…anzi, è probabile che, di quando in quando, spunti sul palco per una rimpatriata!
Jack, d’altro canto è stato il nostro vero e proprio salvatore: la separazione con Carlo si è concretizzata circa 20 giorni prima dell’ingresso in studio, per motivi che vanno al di la del nostro controllo. Giacomo, senza esitare un secondo, si è avvicinato alla band, imparando le parti e riscrivendo addirittura le linee di basso, e si è “tuffato” in studio, caricandosi dell’eredità di carlo e della sua tecnica personale (non dimentichiamo che Jack nasce batterista, eh…??), e nell’arco di 1/2 giorni ha registrato tutte le sue parti, con un sound che per noi si è rivelato nuovo (passa dal fingerpicking al plettro, durante molti brani), forte di una dinamica alla quale non eravamo abituati. Ci è piaciuto subito, e ci siamo trovati subito in sintonia…E’ un ragazzo giovane, con tanta passione sempre il sorriso sulle labbra, ed una energia che travolge il palco. Non potremmo più farne a meno, ormai!! Jack è il motivo per cui oggi possiamo ascoltare TNSD senza ulteriori attese! Un applauso per Jack!!! Ahahahah!!
AAM: Sei stato ospite sull’ultimo disco dei Trick Or Treat. Cosa ci racconti di questa esperienza e soprattutto di quel concerto in cui eravate tutti assieme sul palco a cantare le sigle dei cartoni animati in chiave metal?
TF: Cantare con i Trick, per me è stato un sogno che si avvera. Sono felicissimo di averlo fatto, insieme a dei nomi cosi illustri. Sarò sempre debitore ad una band che, non smetterò mai di ripetere, ritengo il punto di riferimento per il Power Metal di oggi. La ciliegina sulla torta, sono stati i Live a cui ho partecipato in veste di ospite: stare con I Trick è sempre una festa fantastica, figurati farlo con anche le altre Guests di RE-ANIMATED!!! Meno male che non dovevo guidare, dopo esser stato con loro….ahahahahah!!!
AAM: So che siete in giro per alcune date live. Quali sono i prossimi appuntamenti e quanto è importante per voi essere “on stage”?
TF: Si, stiamo promuovendo il disco con il numero maggiore di date live che abbiamo mai fatto: inizieremo il prossimo 14 marzo al Legend, insieme ai Domine e andremo avanti per tutto il 2019. Per ora abbiamo annunciato gli appuntamenti solo fino a Maggio, con apice una data che sarà grandiosa, prevista per il 18 al raduno di FEUDALESIMO e LIBERTA’ insieme ai grandi Nanowar of Steel (Live Club di Trezzo), ma a breve pubblicheremo tutte le novità che abbiamo in serbo per supportare TNSD: sarà uno spettacolo divertente ed INTERATTIVO (scoprirete in che modo, solo venendo a vederlo….;)), dove saranno proprio I GOONIES a farla da padrona…e il 14 marzo, alla release, avremo anche una sorpresa, che si aggiungerà agli ospiti invitati per il proprio ruolo anche live.
Vedere per credere!!!!
AAM: Avete suonato l’anno scorso al Metal For Emergency. Cosa ci racconti di questa esperienza? Magari ci scappa una partecipazione anche quest’anno....
TF: E’ stato MITICO!!!! Un palco come quello del MFE è sempre stato un sogno per il sottoscritto, e partecipare ad una edizione che ha addirittura visto i SEPULTURA come Headliners è stato incredibile. E’ una delle date più belle che abbiamo mai fatto, con un pubblico che ci ha accolto a braccia aperte pronto a divertirsi insieme a noi. Siamo molto grati all’organizzazione che ha saputo fare un lavoro di livello, sottolineando quanto in Italia possiamo essere all’avanguardia in merito agli eventi Open Air, rispetto ai nostri colleghi di oltre confine.
AAM: Anche questa volta avete realizzato un video, cosa ci racconti al riguardo? E prevedete di realizzarne altri più avanti?
TF: Si, abbiamo voluto lanciare un singolo con un video che fondesse la nostra musica alle immagine tratte dal film originale. Ci siamo divertiti un casino, soprattutto nel riproporre le scene più “comiche” del film, mantenendo il nostro abituale atteggiamento goliardico. Abbiamo intenzione di lanciarne un secondo, più avanti, ma sarà una specie di esperimento, e non vogliamo svelare nulla...
AAM: Primo disco con Scarlet Records. Come siete arrivati a quella che è una delle più importanti label italiane in campo metal?
TF: Grazie al provvidenziale intervento di Simone (Mularoni), e del nostro Manager Fulvio Trinca: Appena pronto l’album, si sono adoperati per farlo sentire a Filippo Bersani, boss di Scarlet ( se non sbaglio gli hanno addirittura rotto le scatole mentre era in ferie…ahahah!), il quale ha risposto dopo pochissimo con quella che è stata la proposta più bella che avessimo mai ricevuto!! Ahahahah!! Essere affiancati da Scarlet Records è la ciliegina sulla torta per TNSD: il nome della Label che ha lanciato tutte band che adoro??? Sembrava un sogno!!!
AAM: Siamo arrivati al terzo album della vostra carriera. Guardandoti indietro c’è qualcosa che non rifaresti se tornassi indietro e c’è anche qualcosa che ti ha riempito di soddisfazione e rifaresti all’infinito?
TF: Personalmente, non c’è nulla che non rifarei: siamo molto contenti di come sono andate le cose, e rivorrei tutto 1000 volte ancora, compresi i nostri errori (e ce ne sono stati molti, credimi!!!). Ma alla fine tutto ha avuto un ruolo e un significato per portarci a godere di quanto abbiamo ora: non penso ci sia ricompensa più grande!
AAM: Credo di essermi dilungato anche troppo abusando della tua pazienza e del tuo tempo. Concludo come consuetudine ringraziandoti per la disponibilità e lasciandoti uno spazio conclusivo a tua disposizione per aggiungere un tuo messaggio ai fans degli Skeletoon ed ai lettori di allaroundmetal.com
TF: Ma che dici!!!!!! E’ sempre un piacere fare queste chiacchierate, e non posso che ringraziarvi tutti. Spero di incontrarvi al più presto a qualche concerto (magari anche ai nostri!! Ahahah!) per portare sempre alto il vessillo del Metal e della passione verso questa musica!!!
Il vostro amichevole TOMI di quartiere..;)
P.S. A questo link trovate la recensione dell’album: http://www.allaroundmetal.com/component/content/article/26-releases/5850-skeletoon,-sar%C3%A0-il-disco-della-consacrazione
Alex Staropoli ci parla del nuovo disco dei suoi Rhapsody Of Fire
Giovedì, 21 Febbraio 2019 15:37 Pubblicato in IntervisteIl 22 febbraio esce il nuovo disco dei Rhapsody Of Fire e noi ne abbiamo parlato con il tastierista e leader della band Alex Staropoli.
AAM: Ciao Alex e grazie di essere qui con noi di allaroundmetal.com! Iniziamo a parlare subito di “The eight mountain”; ho notato un certo ritorno a sonorità degli inizi della vostra carriera, molta più verve e più ritmo, sei d’accordo con questo mio punto di vista? Ed, in caso affermativo, da cosa è dipeso secondo te?
AS: E’ dipeso dalla volontà di uscire dai toni forse eccessivamente drammatici degli ultimi due studio albums, per tornare ad un approccio sonoro che vede più brani in tonalità maggiore e quindi musicalmente più positivi e aperti.
AAM: Cosa significa “The eight mountain”? Cosa rappresenta insomma questa ottava montagna?
AS: Come spesso mi piace sottolineare, preferisco che ogni ascoltatore si faccia la propria idea ed abbia immagini proprie riguardo ciò che vogliamo rappresentare musicalmente e graficamente.
AAM: A livello di tematiche si tratta di un concept album, giusto? Ci parli di questa “Nephilim's Empire Saga”?
AS: TEM è il primo capitolo della Nephilim's Empire Saga ed è il resoconto di come un anima persa e corrotta possa recuperare il proprio essere attraverso il coraggio, la lealtà ed i veri valori. Non possiamo ancora rivelare altri dettagli visto che ci saranno più dischi su questa saga.
AAM: Se ho letto bene, c’è un’orchestra che vi ha accompagnato durante le registrazioni, ci parli di loro e di come è nata questa collaborazione?
AS: Collaboro da alcuni anni con Vito Lo Re, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra, proprio lui mi ha consigliato la Bulgarian National Symphony Orchestra. In effetti è stata un esperienza fantastica poter lavorare con un orchestra che vanta registrazioni per più di 600 colonne sonore. Lo studio team “Stone Recording Studio” di Roma di Marco Streccioni ha curato l’aspetto tecnico delle registrazioni, vantando collaborazioni con artisti del calibro di Ennio Morricone.
AAM: Chi ha realizzato quel growling così cattivo, quasi da black metal, in “Tales of a hero’s fate”?
AS: Giacomo ovviamente, semplice dimostrazione di quanto talento e passione abbia questo ragazzo.
AAM: La splendida copertina è ancora una volta opera di Alex Charleux, come vi trovate con questo artista?
AS: Alex è un fenomeno e lo ha dimostrato con questo artwork. La versione allargata della cover art è semplicemente meravigliosa. In effetti Alex non lavorerebbe ad Ubisoft se non fosse di un certo livello e competenza.
AAM: Come nasce un pezzo dei Rhapsody Of Fire, sia a livello di musiche che di testi?
AS: Un brano può nascere in molti modi, io tendo a partire sempre dalla musica, da un primo impulso, da un’idea che poi si lascia sviluppare. Occasionalmente parto anche da un riff di chitarra. Lavorando con un chitarrista come Roby De Micheli, partire da un bel riff solido e granitico dà sempre una bella soddisfazione.
AAM: Avete estratto due singoli finora, “Rain of fury” e “The legend goes on”, ma del primo c’è il video vero e proprio, mentre del secondo solo il lyric; come mai? Cosa puoi raccontarci delle riprese di “Rain of fury”?
AS: Mi fido di AFM Records per queste scelte di mercato. A loro piaceva molto “Rain Of Fury” e l’hanno voluta come singolo e video clip, e non potevamo che dargli ragione. Le riprese del video sono state frenetiche, ma molto professionali. Nonostante il freddo, la natura ci ha regalato una luce solare meravigliosa che filtra tra le varie cornici del castello. E’ un videoclip semplice, ma che presenta la band ed il nuovo corso musicale esattamente come volevamo.
AAM: Avete in programma altri singoli e video (sempre se puoi rivelarci questo particolare)?
AS: Abbiamo un fitto programma di eventi promozionali, e potrebbe essere probabile il rilascio di un altro singolo.
AAM: Ho letto che avete registrato l’album nei Greenman Studios, ormai una sorta di tradizione per voi, come vi trovate a lavorare con Sebastian Levermann?
AS: Abbiamo registrato solamente la batteria ai Greenman Studios. Il resto è stato registrato in differenti studi. Il fatto poi di poter installare il mio studio portatile praticamente ovunque mi dà la libertà di scegliere dove registrare ed essere cosi assolutamente elastico nelle tempistiche e libero di scegliere i luoghi più idonei e le situazioni lavorative migliori. In veste di produttore mi pare il minimo mettere a proprio agio tutti i musicisti della band.
AAM: A quando un tour con i suoi Orden Ogan?
AS: Abbiamo suonato con gli Orden Ogan in Europa nel 2017, ragazzi molto simpatici devo dire.
AAM: Ecco, visto che siamo entrati nell’argomento live, ci parli dell’imminente tour che vi vedrà protagonisti?
AS: Il tour parte il 21 Febbraio da Barcellona e il nuovo album esce il 22 Febbraio. Puntiamo quindi su una set list composta da brani nuovi e da brani del passato ovviamente. Ci stiamo preparando in tutti i sensi e non vediamo l’ora di coinvolgere il nostro pubblico con grande entusiasmo ed energia, ed un bel po’ di volume! Non vediamo l’ora di suonare i brani nuovi, che si adattano a meraviglia per essere suonati live.
AAM: Una curiosità da fan di vecchia data: hai ancora contatti con i tuoi ex-compagni di avventura Daniele Carbonera ed Alessandro Lotta? Hai insomma idea di cosa facciano in questo periodo, se sono ancora nel mondo della musica, ecc?
AS: Daniele vive e lavora felicemente a Fort Lauderdale in Florida, ci siamo visti un paio di mesi fa proprio li in USA. E’ un gran bravo ragazzo e sono molto felice per lui. So che suona spesso la batteria per divertirsi con gli amici in zona. Alessandro non lo vedo da tempo, so che ha una sua attività commerciale a Trieste.
AAM: E’ da diverso tempo che lavorate con la AFM Records, come vi trovate con questa che è una delle label storiche del mondo metal?
AS: Molto bene grazie, il lavoro che fanno ed il loro supporto sono impeccabili.
AAM: Da musicista esperto che è sulla scena da tanti anni, se un giovane musicista ti chiedesse un consiglio su cosa fare o non fare, cosa ti sentiresti di rispondere?
AS: Fa’ quello che ti piace o perlomeno provaci, per divertirti e mantenere viva la propria creatività. La vita è breve per sprecarla a fare ciò che vogliono gli altri e questo vale per tutto.
AAM: Credo di essermi dilungato fin troppo, ti ringrazio ancora per la disponibilità e concludo, come consuetudine, lasciandoti uno spazio libero a disposizione per aggiungere un tuo messaggio conclusivo ai fans dei Rhapsody Of Fire ed ai lettori di allaroundmetal.com.
AS: Vi aspettiamo a Milano e a Bologna in Marzo! Saranno le due ultime date del tour Europeo e vorremmo celebrarle assieme a voi! Saluti a tutti e grazie.
Marco Garau dei Derdian ci parla della sua band e di ciò che dobbiamo aspettarci in futuro
Lunedì, 28 Gennaio 2019 19:34 Pubblicato in IntervisteAbbiamo incontrato Marco Garau, tastierista dei Derdian, dopo che il loro ultimo album autoprodotto “DNA” è entrato nella classifica dei migliori dischi del 2018 della nostra webzine. Eccovi il resoconto della nostra chiacchierata.
AAM: Ciao Marco, è ormai qualche mese che avete rilasciato “DNA”, il vostro ultimo album, quali sono stati i responsi della stampa e delle vendite finora?
M.G.: Ciao Ninni, diciamo che i riscontri sono stati abbastanza positivi su entrambi i fronti, soprattutto se si considera che oggi giorno è diventata un’impresa sia arrivare all’utente finale con un prodotto come il nostro, che vendere dischi, a meno che non ci sia dietro un’operazione di marketing ben finanziata associata ad una distribuzione massiccia, che come ben sai purtroppo non ci riguarda direttamente se non in alcuni lidi come il Giappone. Comunque posso dire che ci riteniamo abbastanza soddisfatti.
AAM: Siete entrati nella top10 del 2018 di allaroundmetal.com (per quanto mi riguarda, infatti, “DNA” è stato il miglior disco dell’anno); ogni volta vi confermate a livelli eccezionali, quanto è difficile rimanere costanti a questi standard qualitativi?
M.G.: Beh, innanzitutto grazie mille per la fiducia! Cercare di fare sempre meglio è l’obiettivo numero 1 di ogni artista, ma purtroppo non è così facile quando ogni mattina alle 6 suona la sveglia per andare a lavorare. Personalmente ti posso dire che io ho sacrificato tutto quanto della mia vita per portare avanti il mio sogno nel poco tempo libero che ho e cercare di mantenere uno standard qualitativo elevato, perché in questo genere se sbagli anche una sola volta rischi di prendere mazzate dalla critica… e poi rialzarsi in piedi non è affatto facile.
AAM: Continuo a sorprendermi come, vista la qualità della vostra musica, da anni siete costretti all’autoproduzione. Possibile che nessuna label vi faccia quella proposta “che non si può rifiutare” di cui parlavamo nella scorsa intervista? Siamo sempre sommersi da immondizie musicali e poi roba di valere come i vostri dischi restano autoprodotti.....
M.G.: Sono d’accordo con te sul fatto che le grandi etichette discografiche continuano a proporre una serie di dischi al limite dell’imbarazzante quando in giro per il mondo si trovano decine di gruppi che sarebbero sicuramente in grado di sfornare prodotti superiori, ma se la devo dire tutta, dato che parecchia gente ci fa la stessa domanda, vorrei precisare una volta per tutte che firmare un contratto con una casa discografica non sono tutte rose e fiori come molti si immaginano. Noi ci siamo basati sia sulla nostra esperienza con la Magna Carta, che era si una indipendente, ma comunque di un certo calibro, che su storie di vita vissuta di altre bands… E abbiamo deciso di intraprendere questa strada. Infatti, quando firmi un contratto, devi scendere a tutta una serie di compromessi che nel 99% dei casi vanno a favore delle label, devi rispettare determinate regole, sottostare alle loro richieste e alle loro tempistiche per poi rimanere con un prodotto finale, magari con ottima visibilità nel periodo d’uscita dell’album, ma poi se vai a vedere…. zero guadagni, diritti d’autore sottratti, etc… etc…
L’autoproduzione ha sicuramente i suoi contro, ma ti posso assicurare che ha anche diversi pro e oggi giorno è una soluzione molto valida. Basti pensare che noi non abbiamo mai visto 1 solo € di royalties da Magna Carta per i 2 dischi prodotti da loro, mentre con i dischi autoprodotti abbiamo raggiunto tranquillamente cifre a 4 zeri.
AAM: Questa volta ho notato diverse influenze che sono entrate nel vostro sound, ad esempio c’è un po’ di blues in “Elohim”, qualcosa di neoclassico in “Part of this world” e molte più tastiere che in passato. Come mai queste variazioni sul tema?
M.G.: Tornando al discorso di prima, oltre a cercare di mantenere un livello di songwriting abbastanza alto, noi cerchiamo sempre di introdurre qualche elemento innovativo all’interno delle nostre tracce, anche perché facciamo un genere che è stato battuto e ribattuto più volte da molte altre band. Questa volta abbiamo inserito una parte in swing, in passato un tango…la prossima volta metteremo un Valzer e così via!
AAM: Avete anche realizzato una canzone in doppia versione, spagnolo (“Ya nada cambiara”) ed inglese (“Nothing will remain”); come mai questa scelta? Ed a quando una canzone in giapponese, visto che siete più conosciuti da quelle parti che altrove?
M.G.: Ya Nada Cambiara è stata un’idea studiata a tavolino perché, avendo molto seguito in America Latina, abbiamo pensato che l’avrebbero apprezzata, ed infatti ti posso confermare che è stato proprio così! La canzone cantata in Giapponese a dir la verità è stata inserita come Bonus Track proprio nella Japanese Edition di DNA, ci siamo fatti tradurre la traccia intitolata “Never Born” e con non poche difficoltà Ivan l’ha cantata. Su Youtube è facilmente reperibile la versione Live presentata in occasione del tour dell’anno scorso.
AAM: Chi ha realizzato l’artwork dell’album e dove sono state effettuate le registrazioni?
M.G.: Per far sì che il nostro prodotto fosse ancor di più autoprodotto, l’artwork è stato realizzato da Dario, il nostro chitarrista, che di fatto lavora come grafico. Le registrazioni come al solito sono avvenute singolarmente in Home-Recording o in studi personali, mentre il disco è poi stato mixato al Moon House studio di Milano da Danilo Di Lorenzo.
AAM: A proposito di registrazioni, c’è qualche aneddoto che vuoi raccontarci, qualche episodio simpatico da mettere in evidenza occorso durante la preparazione dell’album?
M.G.: Più che episodio simpatico direi imbarazzante hahaha…. dato che credo siamo l’unica band in grado di stravolgere la struttura di un pezzo in fase di registrazione, quando ormai il disco è praticamente finito. La traccia Destiny Never Awaits infatti ha un intro di piano classico ma, in origine, prevedeva un intro suonato strumentale che non so come avessimo solo pensato di inserire…. Dire che faceva cagare è un complimento. Per fortuna ci abbiamo messo una pezza sopra!
AAM: Sinceramente non ricordo se nelle passate interviste avevo mai chiesto nulla sul processo compositivo in casa Derdian, ti va di svelarci come nasce una vostra canzone? Chi scrive le musiche e chi si occupa dei testi?
M.G.: Principalmente io ed Enrico siamo i 2 compositori principali, sia per quanto riguarda le musiche, che per i testi, ma poi ognuno degli altri ragazzi lavora sull’arrangiamento e introduce modifiche a volte anche abbastanza significative. Io ed Enrico lavoriamo in un modo molto simile a livello di songwriting, nel senso che tutti e 2 partiamo scrivendo una linea vocale e costruendoci intorno poi tutta la struttura musicale. Molti compositori lavorano invece al contrario, ovvero scrivendo prima la musica o addirittura il testo e costruendoci alla fine sopra la linea vocale.
AAM: Ivan Giannini è ora diventato il cantante dei Vision Divine; quanto questo influirà sui Derdian? La vostra line-up rimane stabile o ci sono cambiamenti? In altre parole, ci ritroviamo nella stessa situazione precedente a “Revolution Era”, oppure Ivan si dividerà tra le due bands?
M.G.: Per quanto riguarda l’ingresso di Ivan nei Vision Divine non dovrebbe apportare nessuna modifica alla nostra Line-Up, è ovvio che per lui è stata una grande opportunità, ma ha esplicitamente espresso la sua volontà di rimanere anche al microfono dei Derdian, quindi avanti così senza troppi patemi.
AAM: Sostanzialmente la vostra formazione è sempre rimasta stabile, cantante a parte, quale sarebbe il segreto per rimanere così coesi? Sempre se un segreto esiste....
M.G.: Non c’è nessun segreto in particolare, se non una grande passione in comune per la musica. Non ti nascondo che, come tutti, anche noi abbiamo attraversato periodi molto difficili durante i quali siamo arrivati addirittura sull’orlo di sciogliere la band, ma poi la passione per la nostra musica ha prevalso ed eccoci ancora qui a rompervi le palle.
AAM: Argomento live. Credo di aver avuto anni fa davvero una grande fortuna ad aver assistito ad un vostro concerto. Perchè è così arduo vedervi on stage? Puoi svelarci se avete in programma qualche serata live nel 2019?
M.G.: Sarò molto schietto e sincero su questo argomento… Purtroppo in Italia non abbiamo mai avuto un grande feeling in ambito live…. Forse non siamo mai stati furbi nel farci le giuste conoscenze, indispensabili per suonare dal vivo qui… ma siamo sempre stati una band che si fa abbastanza gli affari proprio e non ci è mai piaciuto fare “comunella” …. Ma se siamo arrivati a suonare in Giappone davanti a 800 persone che cantavano i nostri pezzi con un disco autoprodotto, e sempre con un disco autoprodotto siamo arrivati a firmare un contratto con la King Records (credo che sia il primo e unico caso, se non erro……) io penso che la colpa non sia solo nostra sinceramente. Ci piace pensare che da qualche parte nel mondo ci sia ancora un po’ di meritocrazia, ma nel nostro Belpaese latita da anni….
Al momento non abbiamo niente in programma, anche se non ti nascondo che ci piacerebbe molto portare la nostra musica in giro per i palchi…. Suonare tutta la vita in cameretta non è molto appagante…..
AAM: Guardando al futuro, state già lavorando su nuovo materiale? In caso affermativo, cosa ci puoi rivelare su un eventuale successore di “DNA”?
M.G.: In questo momento stiamo ultimando le nuove creazioni che andranno a comporre il prossimo capitolo della saga…. Dalla mente perversa di Enrico, infatti, Throglor si ritroverà catapultato nel futuro, ed è così che la New Era Saga si fonderà con quella di DNA. Quindi vi invito a tenere le antenne alzate nei prossimi mesi!
AAM: Se qualcuno volesse acquistare i vostri dischi autoprodotti, vogliamo aiutarlo indicando come fare?
M.G.: Certamente, sul nostro sito ufficiale www.derdian.com potete trovare lo shop con tutti i prodotti in catalogo, altrimenti per il formato elettronico i nostri cd si possono acquistare su quasi tutti gli store digitali (iTunes, Google Play Music, Amazon, etc…..)
AAM: Credo di essermi dilungato anche parecchio. Ti ringrazio per la disponibilità e concludo come consuetudine lasciando uno spazio a tua disposizione per aggiungere un tuo saluto ai lettori di allaroundmetal.com ed ai fans dei Derdian.
M.G.: Un ringraziamento allo staff di Allaroundmetal.com per il tempo dedicato e in particolare a te che da anni ci supporti a pieno regime, e ovviamente un saluto a tutti i lettori che ci seguono, vi invitiamo a rimanere sintonizzati perché altre sorprese arriveranno presto! Ciao!!
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