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Celestial Dream

Celestial Dream

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E' un Legend Club di Milano bello pieno quello che ci accloglie al nostro ingresso. Dopo tutto questa sera ci sono loro, i fuoriclasse del melodic hard rock, gli H.e.a.t, forti del loro ultimo “Into the great unknown”. Ma ad aprire le danze ci pensano altre due band, i Black Diamond ed i Degreed.



Sì parte col party rock dal tocco svizzero per i Black Diamond che riescono bene nel loro compito di scaldare il pubblico con brani tanto banali quanto immediati e divertenti con il singer che si dimostra meritevole quando deve cantare nei momenti più grintosi e nelle parti più “basse” un po' meno in quelle più animate. Simpatici.


Di tutt'altra pasta son fatti i Degreed che al contrario di chi li ha preceduti, portano sul.palco tecnica e potenza con brani di non facile assimilazione. La band punta su riff potenti e la voce roca di Robin Ericsson ma non disegma qualche momento piu melodico e alcune ballatone intense. Avevamo incontrato i Degreed nei loro due dischi da studio che ci erano piaciuti fino a un certo punto. La valutazione viene confermata anche qui; la band è talentuosa, suona alla grande, è abbastanza originale con questo hard rock/metal dalle tinte nordiche (Un ruolo fondamentale ce l'ha il tastierista Mikael Jansson) ma i brani sono fin troppo freddi.


La band capitanata da Erik è una furia e anche questa volta ha letteralmente infuocato il palco del Legend. Un'ora e mezza intensa dove la band ha dimostrato di essere nettamente superiore a tutti i colleghi. La partenza con “Bastard of Society” scalda subito i presenti, ma Erik ha bisogno di scaldarsi un attimo. Tempo 2-3 brani ed è fatta, il giovane biondo singer nordico inizia il suo show trasmettendo una carica ed una adrenalina che non hanno eguali attualmente. Corre, salta sul palco, si tuffa tra la folla, si fa trasportare dal pubblico fino al bancone del bar per concludere “Beg Beg Beg”. E la setlist è spettacolare; dai primi dischi vengono riproposte le indimenticabili “1000 miles” e “Straight for Your Heart” e naturalmente non vengono dimenticati pezzi ormai storici come “In and Out of Trouble” (per la mia gioia!), “Breaking the Silence” e “Inferno”. Ma sono i pezzi nuovi a destare per certi versi maggior interesse. Se su disco per calcuni di essi la band ha scelto una produzione “soft” e quasi pop, dal vivo diventano molto più rock e mi riferisco naturalmente a “Time on Our Side” e “Redefined”. Superlativa la presenza sul palco di Dave Dalone, un piacere ritrovarlo. Se con le due meravigliose ballate (“We rule” e “Eye of th storm”) tutta la platea ha avuto gli occhi lucidi, è con il bis che la band mette fine ad uno show memorabile. “Point of No Return”, “A Shot At Redemption” e “Living on the Run” mandano letteralmente in ecstasy i presenti.

 



Gli H.e.a.t sono una forza della natura, una band che da anni ormai riesce a comporre musica stratosferica e a portarla in giro per i palchi di mezzo mondo con un'adrenalina unica. Se vi siete persi questo show avete commesso un grosso errore ma spero potrete rimediare alquanto prima perchè nel 2018 si prospetta qualche altra data anche nella nostra penisola, parole della band.



Setlist:

Bastard of Society

Emergency

Mannequin Show

Straight for Your Heart

Redefined

Blind Leads the Blind

Into the Great Unknown

1000 Miles

We Rule / Time on Our Side

Beg Beg Beg

Drum Solo

Breaking the Silence

Eye of the Storm

In and Out of Trouble

Best of the Broken

Inferno

Encore:

Point of No Return

A Shot At Redemption

 

Living on the Run

Stratovarius - “Visions Show” @Alcatraz (MI) 22/10/2017

Mercoledì, 25 Ottobre 2017 12:23 Pubblicato in Live Report

 

Un concerto imperdibile quello di Domenica scorsa nel tempio del metal italiano, l'Alcatraz di via Valtellina, a Milano. Sì perchè gli Stratovarius hanno scelto l'Italia per l'unico show mondiale dove riproporre per intero il loro album più memorabile, quel VISIONS che usciva esattamente 2 decadi fa.

 

Insomma ogni fans nuovo e vecchio della band finnica non poteva perdersi questa occasione ed infatti la platea poteva vantare un ottimo mix di metallari esperti e giovani virgulti; è anche questo il bello della nostra musica, capace di unire diverse generazioni. Nessuna band di supporto solamente tanta attesa per il quintetto finnico e nell'attesa il dibattito tra i presenti prendeva pieghe fantozziane: “Pare che suoneranno 2 ore e mezza!!!”, “Inizieranno con Visions o lo terranno per la fine?”, “Scommetto quello che vuoi che suoneranno anche Destiny stasera” etc etc

 

Insomma alle 21 precise il tempo di fantasticare era finito perchè dopo una breve intro (durante la quale ho rivissuto tanti ricordi legati agli Strato) il mid tempo più famoso di Kotipelto e soci apre le danze: Kiss of Judas. Giusto il tempo di sistemare un po' i suoni e Jens Johansson da il via al brano più rappresentativo di una carriera lunghissima, Black Diamond. La band è in forma e carica, i problemi di un paio di settimane prima alla voce di Timo sembrano superati. Il biondo singer nordico ci regalerà una prestazione più che buona. Ma se proprio vogliamo dirla tutta, Timo potrebbe anche riposarsi visto che il pubblico canta a squarciagola ogni singola parola. Forever Free è una mazzata mentre Before the Winter fa emozionare più di qualche presente. Legions è un altro pezzo che esalta e il pogo non si fa attendere. La sottovalutata The abyss of your eyes lascia spazio alla strumentale Holy Light eseguita alla perfezione da Matias Kupiainen e company. Il chitarrista scandinavo ripropone alla perfezione gli assoli originali e anche se vedere lì, sopra quel palco, Timo Tolkki avrebbe avuto tutto un altro impatto, non possiamo che apprezzare le sue doti. Paradise è un'altra hit assoluta, storicamente tra le più apprezzate qui in Italia così come Coming Home che forse ha fatto scendere qualche lacrimuccia. Ma è la title track, quella Visions (southern cross) a mandare in ecstasy tutti i presenti.

 

La band saluta il pubblico ma richiamata a gran voce torna presto sul palco e a sorpresa parte una Forever dove naturalmente la voce di Timo viene sovrastata da un migliaio di persone che in quel momento si sentono i migliori singer della storia! Pelle d'oca...

Dalla discografia più recente vengono riproposte Shine in the Dark e Unbreakable mentre a chiudere ci pensa come sempre Hunting high and low.

 

Visions ha cambiato la storia del power metal esattamente 20 anni fa e Domenica siamo tornati tutti più giovani. Una serata che ricorderemo per sempre.

 

 

(foto by Cesare Metalshow)

 

SETLIST

The Kiss of Judas

Black Diamond

Forever Free

Before the Winter

Legions

The Abyss of Your Eyes

Holy Light

Paradise

Coming Home

Visions (Southern Cross)

 

Encore:

Forever

Shine in the Dark

Unbreakable

 

Hunting High and Low

Dietro le quinte del Leyendas del Rock in quel di Villena abbiamo intervistato Oscar, chitarrista e leader degli Hammerfall. Ecco a voi la nostra chiaccherata.

 

Ciao Oscar è un gran piacere incontrarti. Fa un po' caldino qui in Spagna vero?

Ciao! Per fortuna è abbastanza sopportabile oggi, sono stato in Grecia la settimana scorsa in vacanza e ho trovato temperature oltre i 40 gradi.

 

 

L'ultima volta vi ho visti era proprio al Leyendas del Rock 3 anni fa. Cosa ricordi di quel concerto? E che differenze trovi, se esistono, tra l'audiece italiana e spagnola.

Non ricordo molto dell'anno 2014, la mia ragazza aspettava il nostro primo bambino, che è nato un paio di settimane dopo, quindi la mia mente era completamente concetrata li.

Per quanto riguarda il pubblico tra quello italiano e spagnolo c'è davvero poca differenza; considero i fans portoghesi, spagnoli, italiani e greci molto simili, come quelli del Sud America. Voi siete molto caldi, cantate a gran voce tutti i brani. I fans del nord Europa sono anche loro appassionati ma lo dimostrano meno. E' per questo che noi amiamo suonare nei vostri paesi.

 

Il vostro nuovo lavoro “Built to last” è ormai fuori da parecchi mesi; un lavoro che mi ha soddisfatto e mi riporta al sound dei primi dischi. Siete soddisfatti della risposta dei fans e del tour che avete fatto con Gloryhammer e Lancer?

E' stato tremendo. Quando fai uscire un nuovo disco non sa mai cosa può dire la gente, hai solo delle sensazioni. Ma siamo stati accolti alla grande dappertutto e ai nostri fans sono piaciute molto le nuove composizioni. Son convinto che la produzione sia perfetta per questi brani, tira fuori tutta la potenza che volevamo. Inoltre penso che una marcia in più la dia Joacim; ha 47 anni ma a differenza di tanti altri singers che con gli anni mostrano qualche difficoltà, lui migliora di anno in anno. Quindi penso sia un lavoro che soddisfa noi prima di tutto.

 

Sei il songwriter principale della band. Come nasce un vostro brano? Parti da un riff o da una melodia vocale?

Entrambe, spesso da un riff con un intro o col riff principale, talvolta con una melodia. L'ispirazione arriva da tante cose, quando sono rilassato scrivo le cose migliori, magari sotto la doccia o portando a spasso il cane. Così quando mi viene in mente qualcosa dico “wow questa funziona!” e lo registro col mio telefono per poi lavorarci con calma.

Pensa che per il nuovo disco ho trovato tantissima ispirazione da tutte le canzoni da bambini che ascolto anche senza volerlo con mio figlio per ore. E così anche mentre guido mi sono venute in mente alcune ottime idee e melodie molto “catchy”.

 

Tu e Joacim siete insieme da oltre 20 anni, è un rapporto speciale tra voi due?

Ci rispettiamo molto a vicenda, questa è la cosa principale. Gli Hammerfall sono la cosa più importante della mia vita e per lui è lo stesso. Abbiamo avuto la stessa visione vent'anni fa e continuiamo ad avercela. Facciamo esattamente ciò che ci piace senza compromessi.

Abbiamo avuto qualche alto e basso come è normale che sia ma quello che ci porta avanti è la passione per questa musica e gli Hammerfall e ci reputiamo fortunati di suonare assieme.

 

Joacim ha pubblicato un disco solista anni fa, tu ci hai mai pensato?

No mai, se dovessi scrivere un album solista dovrebbe essere qualcosa di abbastanza diverso da quello che faccio con la mia band. Ma la musica che mi piace la suono già con gli Hammerfall. A dire il vero da qualche anno ho riformato una mia vecchia band con cui suonavo negli anni 90 si tratta di una death metal band chiamata Ceremonial Oath e ci divertiamo a suonare insieme, abbiamo fatto anche qualche data in Svezia.

 

Mi ricordo quando ero giovane un gran tour con i Labyrinth in Italia, suonaste anche a Venezia. Eravate due giovani band pronte a espelodere.

Sono passati così tanti tour dopo di quello, non ricordo molto. Avevamo fatto 5 date da voi. Venivamo da 2 settimane intense di registrazione poi abbiamo iniziato il tour per 5 settimane e poi siamo volati direttamente in Nord America per fare un tour anche li. Ricordo che ci siamo divertiti ma si tratta di 20 anni fa (risate).

 

Che ci puoi dire dei futuri piani della band? Nel 2018 ci sarà il ventennale di Legacy of Kings, pensate di fare qualcosa a riguardo?

No non faremo nulla, non possiamo festeggiare ogni anniversario e onestamente ora non ne abbiamo bisogno. I nostri piani sono quelli di suonare solo una volta nel 2018, abbiamo fissato un festival in Germania, perchè vogliamo concentrarci nel songwriting per il nuovo album. Ci troveremo con la nostra label nelle prossime settimane proprio per mettere giù tutti i dettagli per la nostra nuova release.

 

Bene grazie mille Oscar e a presto allora con un nuovo disco!

 

Grazie a voi, un saluto ai fans italiani!

 

(foto by Cesare Metalshow)

Leyendas del Rock 2017 - 12° edizione

Martedì, 22 Agosto 2017 09:39 Pubblicato in Live Report

Leyendas del Rock 12° edizione

Villena (Alicante)

9-12 Agosto 2017

 

Nuova edizione del festival spagnolo per eccellenza, arrivato quest'anno alla 12esima edizione. Un festival che ė diventato negli anni sempre piu grande ed internazionale ma che lascia sempre gran spazio alle band nazionali. Un appuntamento di 4 giorni a misura di metal fan perché ė il fan che compra il biglietto (davvero economico tra l'altro) e che tiene in vita questo evento. E per il fan ci sono a disposizione il camping gratuito, la piscina e tanti altri aspetti tutt'altro che banali che rendono questo festival un piacere. Perché la gente qui viene con le famiglie, con bambini, per divertirsi, per bere una birra con amici (6 euro per un litro o 2 euro la piccola) e guardare le esibizioni delle proprie bands. Insomma io amo il Leyendas del Rock per questa atmosfera rilassata nonostante si arrivi fino a 18-19 mila presenze giornaliere.

 

Eccovi di seguito i report giorno per giorno:

 

MERCOLEDÌ

La giornata di benvenuto da quest'anno rimane gratuita per chi ha comprato l'abbonamento dei tre giorni al festival mentre diventa a pagamento (a soli 5 euro), per chi invece vuole assistere alla serata singola. Serata che merita anche se la partenza ė a toni bassi con il tributo ai Metallica dei METALLICA TRIBUTO e la prestazione della buona violinista JUDITH MATHEO che ripropone classici del Rock metal con il suo violino (e con tante basi registrate). E piuttosto trascurabile ė anche il rock delle THUNDER MOTHER, cinque ragazze svedesi con tanta attitudine ma non troppa classe. Insomma si poteva anche iniziare meglio. E per meglio non dico come gli ANGELES APATRIDA che subito dopo hanno messo a ferro e fuoco il festival con il loro thrash metal tecnico e old school. Davvero notevole la loro prestazione spinta da un pubblico che inizia ad entrare in clima festival. Buona anche la prestazione dei LAST IN LINE che ripropongono pezzi storici di DIO e naturalmente catturano tutti i presenti con i brani più immortali come “Holy diver”. Molto coinvolgente anche la prestazione dei BRITISH LION di Steve Harris, band che attendevo con curiosità non avendoli mai visti dal vivo ma avendoli apprezzati su disco. Pollice alzato per loro ma sarà con MEDINA AZAHARA, AMON AMARTI e SAUROM che il festival si infiamma sul serio iniziando a diventare davvero LEGGENDARIO. I vichinghi nordici sono delle macchine sul palco e divertono i loro fans con i brani più rappresentativi. Un sound massiccio che si scaglia violentemente su tutti i presenti e una forte componente scenica per brani come "War of the gods" e "Raise your horns". I Medina Azahara non resteranno forse impressi nella storia di questa edizione ma la loro prestazione è decisamente positiva, alternando i brani più recenti, su tutti “Necesito respirar”, a quelli più storici come “Granada” e “Todo tiene su fin”. Infine tocca ai SAUROM come sempre a chiudere la serata ma stavolta la prima e non l'ultima del festival. Uno show esagerato che vedrà quasi 100 persone sopra il palco tra componenti della band, un intero coro, giullari, giocolieri, trampolieri etc. Una scaletta che ripercorre tutta la carriera della band ed un pubblico visibilmente commosso per brani come “Cambia el mundo”, “El circulo juglar”, “La musa y el espirito” e infine una incredibile versione dell'imponente “Se acerca el nvierno”. Immensi!

 

GIOVEDÌ

Dopo una paella di tutto rispetto ci fiondiamo al festival per vedere all' opera i STEVE SEAGULLS. Come immaginato a tavola la band nordica ė piuttosto trascurabile ed ė difficile capire la sua presenza nello stage principale. I 5 musicisti ripropongono delle songs storiche (tra metal e hard rock) riviste con strumenti come mandolino e cello. Vabbè passiamo oltre, al terzo palco che viene inaugurato dagli AND THEN SHE CAME. Un sound moderno con voce femminile che mi ha ricordato i Delain (ma con molta meno classe). Risultato solo discreto; in un genere così inflazionato ė dura farsi riconoscere. Loro puntano su riff potenti accompagnati da diverse basi registrate e la buona voce della singer di origini orientali. Tocca agli INSOMNIUM con il loro death metal granitico come il loro show; davvero un pugno in faccia per ogni spettatore con riff pesanti ma anche bei solos e la voce growl. Intanto il palco MARK REALE riporta on stage i TIGRES storica band spagnola con un paio di dischi alle spalle datati anni 80. Un hard rock classico il loro, senza fronzoli, che ha tenuto coinvolti i presenti tra cui naturalmente molti spagnoli della vecchia scuola. Intanto sul palco principale gli ALESTORM fanno il loro show con tanto pirate metal potente ed ignorante. Il folto pubblico pare apprezzare, il sottoscritto un pò meno. Me ne torno al Mark Reale stage perché iniziano gli attesi HITTEN giovane e promettente band di casa, Murcia. Partono forti i nostri con tanta grinta ed il loro approccio molto 80s. Ė grazie a queste band che la scena spagnola può sorridere pensando al futuro. Intanto Peavy dall'altra parte detta legge con il suo power teutonico. Forti dell'ultimo disco appena uscito "Seasons of the black" ma con tante hist del passato come "Black in mind", "End of all days" e naturalmente "Higher Than the sky". Come sempre una sicurezza. Tocca a Simone e ai suoi EPICA e anche loro non sbagliano un colpo. Anni e anni di grandi tour d'altronde vorrà pur dire qualcosa e la band pesca da tutta la propria discografia per uno show che ha soddisfatto tutti. E' così il turno dei BLIND GUARDIAN che dimostrano di essere una spanna sopra tutti con un altro concerto magistrale dopo quello di Milano. Sempre molti pezzi da "Imaginations" Dove spicca la title track e "And the story ends". Naturalmente chiudono lo show "Bard's song" cantata da tutti e "Mirror mirror". Hansi e soci escono tra il boato del pubblico mentre si preparano gli ARCH ENEMY. Altra band che ė una sicurezza e infatti il loro show ė un macigno vero e proprio che il pubblico riceve esaltandosi al massimo. Riff spaccaossa e la voce della bella Alissa  capace di elettrizzante. In contemporanea i MASTERPLAN sono sul palco minore ma davanti ad una audience notevole. Un discreto show il loro, con tanto impegno ma senza esaltare troppo nonostante un Rick Altzi che ci mette l'anima (con qualche estratto anche dall'era Helloween con "Than chance"). Dopo di loro ascoltiamo qualcosa dei RAVEN onesti come sempre ma aspettiamo i CYCLON altra nuova leva spagnola di notevole freschezza. Il loro show appassiona come al solito con brani classic metal e una forte attitudine live con tanto di uomini mascherati sul palco per enfatizzare i testi delle canzoni. Chiude la serata lo show degli OBUS davvero notevoli con un pubblico molto presente in ogni senso. La storica band hard rock spagnola mostra una presenza sul palco da grandissima band con un finale davvero spettacolare!  

 

 

 VENERDÌ

Sveglia puntata prestissimo (si le 11 in Spagna corrispondono a prestissimo, l'alba praticamente) perché non ci si può certo perdere il live acustico degli AVALANCH nella piazza centrale di Villena. Arrivo con calma per avere un posto in prima fila e ne ė valsa la pena, eccome. Alberto alla chitarra e Israel alla voce ci emozionano con brani come "El hijo prodigo" (lacrimuccia inclusa), "Xana", "Papel roto" e "Cambaral". La piazza quasi pienissima non può che cantare ed applaudire questa bellissima prestazione. Tempo di pranzare e si parte sul serio con i PRIMAL FEAR una vera e propria sicurezza con una scaletta simile alle ultime uscite, dove li abbiamo potuti ammirare un paio di volte anche qui in Italia. Intanto i nostri ELVENKING aprono lo scenario Mark Reale riempiendolo di fans scatenati che cantano con loro. La band senza Aydan (problemi con il volo aereo) riesce comunque ad offrire uno show di alto livello spinti dall'energia di Damna e dai suoi compagni. Orgoglio tricolore part one! Gli AMARANTHE nell'altro stage intanto fanno la loro divertendo i presenti con l'affascinante Elyze e i loro brani disco/metal che dopo i tempi degli esordi mi hanno un po' stancato. Sono un'autentica sicurezza i sempre verdi OVERKILL dopo decenni di storia alle spalle. Show esemplare il loro.con grinta da vendere. Faccio appena in tempo a vedere la buonissima partenza dei FIREWIND nel palco piccolo (ma praticamente pieno) che devo scappare per non perdermi gli UFO dall'altra parte (maledetta contemporaneità!). La storica band inglese ci fa fare un salto negli anni 70 e 80 dimostrando di saperci fare nonostante gli anni che passano. "Doctor doctor" chiude lo show con tutti i presenti partecipi a muoversi e cantare. Si entra nel vivo con gli HAMMERFALL dopo il loro ultimo "Built to last" la band sembra essere tornata ai fasti del passato e anche live sembrano in gran forma. Una hit dietro l'altra che hanno steso il pubblico ed è da segnalare un bel medley parzialmente strumentale che ha ripercorso il disco di debutto Glory to the brave, tranne ahimė la title track che non dovrebbe mai mancare. Tocca agli headliner, attesissimi da tutti, e parlo dei MEGADETH. Prestazione davvero ottima la loro condita da uno scenario ricco di effetti speciali dati dai maxischermi posti dietro la band. Un concertone davvero che si chiude con “Symphony of destruction” e “Holy wars”! Si continua con le marce alte e gli eroi nazionali dei WARCRY. Scaletta tutta nuova con i brani del loro ultimo “Donde el silencio se rompio”. I pezzi nuovi piacciono come “Resistencia” e “Soy yo” e uniti alle storiche hits come “Hoy gano yo” e “Ardo por dientro” compongono una setlist davvero molto buona. Dopo di loro ROOTS la nuova band dei fratelli Cavalera. Il concerto era atteso da tutti i metalhead che sono cresciuti con un disco come “Roots”. Insomma i Cavalera non hanno deluso. Una scarica di cattiveria con “Roots bloody roots” e “Ratamahatta” che ha scosso l'intero Leyendas del rock. Ma il livello rimane ancora altissimo con gli AVALANCH, che ripropongono l'intero loro capolavoro “El angel caido”. Una prestazione esemplare, il pubblico canta, è partecipe. Una prestazione da ricordare e che si chiude con “Torquemada” richiesta a gran voce da tutti i presenti.

 

 

 SABATO

Che l'ultima giornata del festival fosse notevole era lecito aspettarselo ma probabilmente tutto ė andato anche oltre le attese. Visto il gran galà di band che sfoggiavano nei palchi principali siamo stati un po assenti dal Mark Reale stage ma lungo la via per arrivare all'area concerti sono riuscito ad assistere al finale dello show degli STRANGERS nel piccolo palco del camping. Un aor purissimo il loro tra pezzi propri e qualche cover (Journey), I presenti si sono divertiti non poco. Tempo di entrare nell'area concerti e tocca subito agli ECLIPSE, band molto attesa visto che nonostante il sole cocente, il pubblico ė già ben presente. La band parte forte con una setlist incentrata sugli ultimi 3 dischi. Come sempre potenza e melodie che si fondono alla grande nel melodic hard rock dove spiccano però su tutte "Emergency" e "Blood of my enemies". Scaldato il pubblico a dovere tocca ai TANKARD fare il resto. Ma l'esperienza degli storici thrasher tedeschi conta eccome e la band conquista il proprio pubblico con la solita dose massiccia di potenza e grezzume. Continua forte la carrellata di grandi bands con i BATTLE BEAST la nuova sensazionale band nordica che fa cantare e saltare tutti i presenti con brani come "Black ninja", "Bastard son of Odin" e "Beyond the Burning Skies" con Noora semplicemente fantastica on stage. Tiriamo il fiato? Certo che no! tocca già ai SARATOGA una band che sa come dosare l'heavy metal ai propri fans. Tete Novoa sempre più palestrato fa vibrare l'intera area concerti mentre i suoi compagni tirano dritti per la loro strada. Concerto esemplare.Non vedevo l'ora di vedere dal vivo i MAGNUM e finalmente il mio sogno si può avverare grazie al Leyendas. Sapranno anche dal vivo risultare immortali come che su disco? Direi di si... certo Bob mostra fisicamente tutti i suoi anni ma quella voce ė ancora capace di trasmettere forti emozioni. E poi Tony Clarkin la mente della band, non cambia mai espressione durante tutto il concerto ma regala splendide note e poi si lascia andare ad un sorriso finale. Songs come "on a storyteller night" e "Vigilante" sono brani che han fatto la storia ed il finale con "When the world Came down" mi ha fatto scendere qualche lacrimuccia. Neanche il tempo di riprendersi che partono i nostri RHAPSODY REUNION. Li avevo visti un mesetto fa e avevo voglia di rivederli ma non mi sarei aspettato un concerto cosi! Senza dubbio una delle migliori performance dell'intero festival: grandi songs, pubblico caldissimo, band in gran spolvero. Insomma uno show perfetto ripercorrendo "Symphony of enchanted lands" e i primi dischi della band. Pensavo che il top della giornata fosse passato e invece i SABATON han fatto sul serio. Ultimamente mi hanno parecchio stancato ma bisogna ammettere che questi ragazzi dal vivo spaccano di brutto. Hanno un'attitudine live mostruosa supportata da uno scenario spettacolare con tanto di carroarmato sul palco. Insomma il loro show è spettacolo puro e figurarsi se gli spagnoli non sarebbero impazziti per loro! Dopo di loro i LUJURIA con il solito loro show provocatorio ed un Oscar che ci fa scappare anche qualche sorriso. Orgoglio italiano quando il nostro amico Cesare viene premiato sul palco per la sua fedeltà al festival e al metallo spagnolo. Infine come chiusura definitiva salgono sul palco i TIERRA SANTA. Un'ora senza pause, con tutte le hits della loro discografia, uno show fenomenale per Angel e soci, senza dubbio una delle performance migliori del festival con “Legendario”, “El baston del diablo” e “La cancion del pirata”. Grandissimi!

 

 

CONCLUSIONI:

Come ogni anno tutto si ė svolto nel migliore dei modi, nessun ritardo, ambiente tranquillo, tanti sorrisi ed applausi. Gli headliner di questa edizione di sono rivelati tali, con degli show di gran spessore ma anche le band di casa sono state notevoli sia le più giovani (Hitten, Cyclon..) sia quelle storiche (Obus, WarCry, Tierra Santa, Avalanch). Aspettiamo quindi con ansia la prossima edizione che vede già alcune conferme di peso come Doro per uno schow esclusivo per i 30 anni di “Triumph and agony” e i Nightwish.

In alto i calici per Marcos organizzatore del festival e tutti quelli che ci hanno lavorato e SIEMPRE LEYENDAS!

ps. si ringrazia per le foto l'amico Cesare Macchi.

 

 

 

 

 

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