A+ A A-
Celestial Dream

Celestial Dream

URL del sito web: Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Dopo lo splendido “Theories of flight” non ci si poteva certo perdere lo show dei Fates Warning in quel di Bologna. La grande prog metal band d'oltreoceano si è dimostrata in formissima anche in sede live. Ma partiamo dall'inizio perchè con un già abbastanza movimentato “Zona Roveri Music Factory”, gli storici bolognesi Rain hanno messo a ferro e fuoco l'ambiente con uno show energico come sempre nel nome dell'hard rock e dell'heavy metal. Dopo di loro gli A New Tomorrow band inglese capitanata dal nostro Alessio Garavello, che con un hard rock moderno e un pò alternativo e progressivo ha convinto i presenti.

 

Entrano senza troppi fronzoli i protagonisti della serata. Jeans e magliettina per Jim Matthews e compagni. Perchè a differenza di tante band che puntano sull'apparenza, qui è la musica che conta. E “From the rooftops” apre bene le danze, un brano che ha convinto alla grande già sull'ultimo disco. Qualche piccolo problemino di suoni durante le prime songs non intaccano la performance della band che va avanti in maniera professionale e anche l'ugola di Ray Alder ha bisogno di scaldarsi un attimo. “Life in still water” mette già i brividi, ma la setlist è davvero molto valida con “Seven stars” brano recente ma già nei cuori di ogni fans. Pelle d'oca con “A Pleasant Shade of Gray, Part IX” e poi con “The Eleventh Hour” dai due dischi storici e capolavori della band: A Pleasant Shade of Gray e Parallels. “Monument” da Inside Out e “Through different eyes” da Perfect Simmetry chiudono una serata magari non memorabile, ma molto molto positiva.

 

 

Una setlist eccellente che pesca da tutta la discografia della band con i nuovi brani che non sfigurano affatto vicino ai grandi capolavori del passato. Un pubblico numeroso e presente. Una serata positiva sotto ogni punto di vista quindi. Il prog metal in Italia e la scena bolognese sono vivi e questo non può che farci un'enorme piacere!

 

SETLIST:

From the Rooftops

Life in Still Water

One

A Pleasant Shade of Gray, Part III

Seven Stars

One Thousand Fires

A Handful of Doubt

Firefly

The Light and Shade of Things

A Pleasant Shade of Gray, Part IX

A Pleasant Shade of Gray, Part XI

The Ivory Gate of Dreams: VII. Acquiescence

The Eleventh Hour

Point of View

Encore:

Through Different Eyes

Monument

 

 

“The unrevealed secret” è senza dubbio uno degli esordi migliori del 2016, ma gli Eternal Idol non sono certo dei debuttanti visto che dietro a questo monicker si nascondono nomi come Nick Savio, Camillo Colleluori, Andrea Buratto e soprattutto Fabio Lione, oltre alla giovane singer Giorgia Colleluori. Andiamo a scoprire qualcosa in più su questa vera e propria band con il leader Camillo Colleluori!

 

Ciao Camillo, benvenuto sulle pagine di Allaroundmetal. Allora ci racconti come è nata questa nuova band? Avevate già lavorato con Fabio in passato con gli Hollow Haze ma come lo avete convinto ad entrare in pianta stabile in questo nuovo progetto?

Camillo: Grazie a voi per l'invito.Dunque...la storia inizia circa nel 2013.All'epoca il nostro rapporto con Fabio fù che produsse il cd “Countdown to revenge” con il monicker degli Hollow Haze. Anche quella volta non si trattò di una semplice collaborazione finalizzata a quel progetto,infatti Fabio entrò subito nella band in pianta stabile.Tuttavia gli astri avevano altri piani. Di li a poco infatti,Fabio venne preso in pianta stabile con gli Angra, e a quel punto era difficoltoso portare avanti la promozione del disco. Pensa che avevamo anche pronto il successore “Memories of an ancient time”,di cui infatti è stato Fabio stesso a fare le linee melodiche,che furono poi interpretate da Mats Leven. Siamo comunque rimasti in contatto. Gli HH continuarono poi a promuovere il proprio repertorio con l'ingresso in formazione di mia figlia Giorgia, che si è dimostrata col senno di poi,una mossa ottimale. Quando stavamo pensando all'inizio dei lavori per la continuazione di MOAAT ci siamo risentiti con Fabio. Volevamo dar un seguito alla collaborazione immaginando una sua partecipazione al disco. Le cose,anche questa volta,andarono in maniera totalmente diversa. Sia Nick che Fabio, concepirono la possibilità, di creare una situazione a due voci soliste,cosa che poi,sarebbe stata una novità nella carriera di Fabio...questo ha destato interesse...e adesso eccoci qua. Fondamentale è stato il venire in contatto con la Frontiers, che ha creduto in questo progetto. Spronati da questo,siamo sicuri di non aver deluso le aspettative che si sono create da subito intorno agli Eternal Idol.

 

A proposito di Hollow Haze, la band esiste ancora?

Camillo : Per adesso ovviamente la situazione è congelata.Vedremo in futuro. Adesso la priorità di tutti noi, è costituita dagli EI.

 

Il disco unisce alla grande sonorità melodic metal, power, hard rock e metal sinfonico. Come sono nati i brani?

Camillo : La composizione dei brani,come sempre è affidata a Savio.Alcuni brani erano già pronti,altri sono stati composti ex novo. Per la prima volta poi Fabio stesso si è occupato della diretta composizione di 3 canzoni, che poi sono state arrangiate da Nick. Sono d'accordo con te sul fatto che le influenze compositive sono abbastanza eterogenee. Questo rispecchia anche la band nei suoi gusti. Ad esempio io e Giorgia sono molto distanti dal Power metal,come gusti. A casa nostra gli ascolti sono molto più orientati all'Hard Rock. Sicuramente l'influenza power viene da Nick e Fabio ovviamente. Andrea (Buratto), è un glamster!...ha ha ha.

 

Il tocco sulle linee vocali di Fabio è evidente, non serve neanche leggere i credits del disco. Penso che aver lasciato spazio al grande singer italiano anche nel songwriting sia un gran punto di forza di questo lavoro. Come sono state scelte le parti cantate da Fabio e quelle da Giorgia?

Camillo : Avere la fortuna di poter lavorare con un singer come Fabio,non ammette replica. Calcola che le linee vocali,sono state praticamente improvvisate da lui in studio, all'ascolto delle canzoni.Spesso la prima intuizione è stata quella definitiva. La cosa particolare poi, è stata il come Giorgia abbia fatte sue alcune melodie. Fino a quel momento,il grande interrogativo era proprio legato a questo. Due voci così particolari,riusciranno ad interagire creando un “unico” convincente?

La maggior parte delle recensioni,ha colto questo aspetto. Fabio è una certezza,con una fama mondiale. Giorgia dal canto suo è giovanissima,ed alla prima realizzazione discografica.Lei ha una voce molto diversa dai canoni delle cantanti metal attuali,che normalmente operano o con caratteristiche liriche o addirittura estreme. I suoi riferimenti stilistici invece,sono più nel blues e nel Rock classico. E' inutile dire,che noi siamo molto soddisfatti del risultato. A questo aggiungi,che come band,siamo molto song oriented. Il nostro scopo è scrivere Big Songs, quindi la vocalità, è il punto centrale per gli EI. Non siamo interessati a far vedere che sappiamo fare lo sweep o la doppia cassa più veloce del west. A noi interessa che la nostra musica abbia “magia”.La divisione fra chi interpretava cosa,è stata fatta con grande naturalezza. Quello che suonava meglio...era giusto!

 

A proposito di Giorgia, credo non sia facile tenere testa ad un singer come Fabio invece la giovane cantante veneta ne esce molto bene. Ci racconti un po' su di lei, i suoi primi passi fino ad arrivare fin qui?

Camillo : Essendo io il padre ( e non il fratello, cugino,o fidanzato!),so dirti molto su di lei.Ovviamente sono di parte! Io gestisco una scuola di musica a Portogruaro in provincia di Venezia. Lei ha compiuto li i suoi primi passi. E' sempre stata molto determinata nel voler raggiungere degli obbiettivi professionali con la musica, come da prassi per i figli di musicisti.La gavetta è stata quella “antica”! Nessun tentativo di guardare a talent show o robe simili. Tanto palco. Cover band di tutti i tipi,di quelle dove ti monti e smonti l'impianto. Da quelli grandi a quelli piccoli. Con spie e senza spie, con l'immancabile alcolizzato,che dopo aver suonato Stormbringer ti chiede il pezzo di Ligabue.Ecco. Questa è Giorgia, che oggi svolge anche un'intensa attività didattica insegnando in diverse scuole del territorio.Ovviamente,per lei, rapportarsi con un gigante come Fabio, è qualcosa in più che una grande occasione. Sotto questo punto di vista, in studio è stata spremuta a dovere. Nessuno sconto. Neanche da Simone Mularoni,che ha seguito le registrazioni delle voci,che con volto affabile le faceva i complimenti dopo una sessione,ma gliela faceva rifare,perchè “adesso sarà quella giusta”! Chiaramente...io non ero presente! Ha ha ha

Ma lei...è stata rocciosa!

Altro punto di forza di “The unrevealed secret” è la produzione. A mio parere il disco suona molto bene con le voci in evidenza ma senza perdere di vista la potenza della parte ritmica e delle chitarre, e la produzione soprattutto in questi momenti è fondamentale in un disco. Siete d'accordo?

Camillo : Altrochè! La sinergia fra Nick Savio,noto maniaco a riguardo,e Simone Mularoni, che si è occupato di mix e mastering,oltre che la registrazione delle voci,ha dato degli ottimi frutti.Come ti dicevo in precedenza,per noi la canzone è il punto focale . Trovare un equilibrio fra la parte strumentale e quella vocale non è sempre semplice,senza far prevalere un aspetto a discapito dell'altro.Non va dimenticato che parliamo di Heavy Metal,quindi la parte strettamente musicale deve avere pari dignità rispetto a quella vocale. Un punto poi che per me è particolarmente importante,è quello di mantenere il suono degli strumenti “reale”. Non ti nascondo che molte produzioni metal attuali,non riesco ad ascoltarle. Io sono un batterista...e sentire che il mio strumento assomiglia ad un caterpillar meccanico,mi chiude immediatamente le orecchie. Chiaramente le cose cambiano. Ma fino ad un po' di tempo fa,distinguevi subito Tommy Aldridge,da Nicko Mc Brian,o Scott Rockenfield da Nigel Glockler...oggi mi sembra che questo avvenga meno. Molto meno.Ed ovviamente non riguarda solo la batteria.

 

Come è nata la collaborazione con la Frontiers? Siete soddisfatti del loro supporto?

Camillo:Come ti accennavo in precedenza,questa è stata la vera chiave di Volta. Il contatto è avvenuto tramite Fabio,che ha proposto loro l'idea del progetto.Questa collaborazione per noi,oltre ad essere un grande motivo d'orgoglio, sta andando veramente a gonfie vele. La sensazione è che tutti ce la stiano mettendo tutta per supportare gli EI. Dal canto nostro,non vediamo l'ora di iniziare con i live di promozione. Ed ormai è questione di giorni. Continuamente riceviamo feedback e richieste per i live...e noi siamo pronti!

 

Avete già in programma diverse date anche fuori dall'Italia. Sarà difficile in futuro combinare i vari impegni di Fabio?

Camillo: No. Tutto dipende dal responso che avrà il disco sul medio termine. Ovviamente l'attività di una band come gli EI, va programmata sul periodo medio lungo. Calcola che tutti noi, abbiamo degli impegni lavorativi dei più svariati. Quindi il problema non si pone. Con una accurata programmazione è possibile fare tutto ciò che val la pena fare. Stiamo già sondando il periodo per effettuare una seconda parte del tour. A breve,news a riguardo.

 

A proposito di date live, come sarà la vostra setlist? Proporrete il vostro intero debutto o ci sarà spazio per qualche cover?

Camillo : Come puoi immaginare,una band distribuita fra Veneto,Toscana e Piemonte,non ha la possibilità di lavorare in “sala prove”,oltre un certo limite. La cosa fondamentale per noi.è riproporre col la massima fedeltà il disco. Per intero. La scaletta,lo prevede in tutte le sue tracce. Ovviamente utilizzeremo delle basi per le orchestrazioni,quindi il suono in generale,sarà fedele in tutto e per tutto al cd. Completerà la scaletta,l'esecuzione di alcuni brani degli HH . Quelli a cui aveva lavorato Fabio,e che Giorgia,ha già eseguito diverse volte dal vivo. Per quanto riguarda l'inserimento di eventuali cover,non lo escludiamo in futuro. Adesso,al nostro debutto,ci occupiamo prima della nostra musica.

 

Bene ragazzi, grazie per la disponibilità. Ci vedremo sicuramente su qualche palco. A presto e stay metal!

 

Camillo: Grazie a voi ed ai vostri lettori. Seguiteci su sito e pagina Facebook,così magari,ci si incontra on the road! \m/

Gli Hevidence di Diego Reali (ex DGM) sono tornati in pista con un bel disco come “Everybody's fault”. Siamo andati dal chitarrista e leader della band per scoprire qualcosa di più dietro a questa interessante uscita discografica.

 

Ciao Diego, bentornato sulle scene. Ci son voluti 5 anni dal debutto targato Evidence. Come mai tutto questo tempo e come mai il nome è cambiato in Hevidence?

Ciao e bentrovato a te! Questa lunga pausa è stata una conseguenza di alcuni fattori capitati tutti allo stesso momento, in realtà già da un paio di anni dall'uscita di "there's only ten left", con Andrea, eravamo pronti a rimetterci in moto ma a causa di miei problemi personali e di salute abbiamo dovuto rimandare, risolto tutto abbiamo deciso di riprendere il discorso con calma e lo scorso anno siamo ripartiti con una nuova formazione che vede Emiliano Bonini alla batteria e Corrado Quoiani alla voce...due ottimi musicisti,nonnche' due ottimi amici.

Il cambio del nome e' avvenuto in un secondo momento, dopo la firma con Frontiers, diciamo che per motivi di tutela legale, su richiesta di Frontiers ci era stato consigliato di variare il nome ed abbiamo ritenuto che la H all’inizio potesse andar bene senza snaturare troppo il moniker originale

 

Direi che un passo molto importante per voi è appunto la firma per la Frontiers Records che vi da chiaramente una grande visibilità. Come è nata questa collaborazione?

Mentre registravamo il disco non avevamo la piu' pallida idea di come avremmo proseguito....il mio obbiettivo era di fare un bel avoro che ci soddisfacesse appieno ....e per quanto mi riguarda, metterlo su youtube e farlo girare sarebbe stata una delle ipotesi.

Poi, in fase di missaggio ho deciso di mandare ad Elio Bordi qualche brano e ne e' rimasto entusiasta. Da li a poco la proposta di firmare per Frontiers......ti lascio immaginare la nostra soddisfazione!!!!

 

I brani di “Nobody's fault” sono molto vari, c'è una forte componente hard rock ma anche neoclassica. Per comporre i brani hai seguito un piano prestabilito su come volevi suonasse il disco o ti sei lascato guidare dall'ispirazione?

L'idea era di mettere insieme belle canzoni, potenti ed orecchiabili, che avessero un sound un po vintage il resto è venuto fuori in maniera del tutto spontanea. Le influenze che puoi trovarci dentro fanno parte dei nostri gusti musicali e si sono miscelate naturalmente avendo il disco un suono semplice e diretto.

 

A proposito, come nasce un brano degli Hevidence?

Come tutte le canzoni credo....Qualche accordo e una melodia convincente.

Di solito sul divano a chitarra spenta, cosi puoi iniziare ad immaginare quanto migliorera' quando avra' il suono che ti frulla per la testa!!!!

 

Torniamo indietro nel tempo un attimo, son curioso di sapere come mai lasciasti i DGM, band con la quale stavi riscuotendo ottimi riscontri, con album che ho amato alla follia come ad esempio “Hidden place”?

Non mi sentivo piu' a mio agio perche' non credo andassimo nella stessa direzione. Avevo bisogno di un qualcosa di piu' rock e meno prog, quello che cerchiamo di fare con gli Hevidence è ciò che mi soddisfa maggiormente.

 

Hai continuato a seguire la band? Che ne pensi del nuovo corso dei DGM?

Spaccano il culo ai passeretti!!! per dirla in francese .siamo tutti molto amici ed ho molto rispetto per Simone e approfitto per ringraziarlo ancora per il suo supporto tecnico e non solo, durante la realizzazione di Nobody's Fault

 

Diego, calchi la scena metal da molti anni, cosa ricordi dei primi tempi coi DGM? Com'è cambiata la scena rispetto ad ora?

Ricordo con piacere molte date fatte in nord Italia, dove organizzazione e interesse per il genere erano di gran lunga migliori che qui a Roma e dintorni.

Forse le cose stanno migliorando anche qui e da come mi racconta Andrea ci sono nuove realta' sparse per lo stivale che spero di testare il piu' presto possibile...a tal proposito stiamo cercando di muoverci il più possibile per regalare più di qualche show in giro per il nostro paese e per l’europa.

 

Quindi ance se suonare live in Italia non è così facile, cercherete di promuovere il disco e portare gli Hevidence live per qualche data in giro per l'Italia?

Come dicevo stiamo cercando del nostro meglio per trovarne il più possibile, però non è proprio semplice soprattutto per una band nuova come lo siamo noi. Sempre per via dell’interesse dimostrato nei confronti della musica qui in Italia si fa molta fatica a farsi dare fiducia dai locali, a quanto stiamo vedendo in Europa la risposta è molto più promettente.....a breve comunque avrete aggiornamenti

 

Bene Diego grazie del tempo che ci hai concesso. Ci vediamo on the road, a presto!

 

Grazie a te, a tutto lo staff di AllAroundMetal.com e a tutti i lettori per il supporto agli Hevidence, ci si vede in giro ;)

Frontiers Music e Live Club sono un'accoppiata vincente lo sa bene chi ha già partecipato ai vari Frontiers Rock Festival negli ultimi tre anni. Era nell'aria che ci sarebbe stata anche una versione “metal” del festival ed infatti la casa discografica partenopea dopo aver messo sotto contratto alcune delle migliori band nostrane in campo power metal (Dgm, Secret Sphere, Trick or Treat e, non finirò mai di ringraziarli, i Labyrinth) ha potuto anche mettere in piedi questo evento di grande spessore.

 

Sette band, tantissimi motivi per non poter mancare a questo festival dove ai gruppi sopra citati si aggiungono i sensazionali Lords of Black dalla Spagna e la combo tedesca Vanden Plas-Primal Fear. Insomma tanta roba e pensandoci un po' potremmo definirlo anche un Power Metal Voice Festival visto la presenza di Tiranti, Luppi, Conti, Basile, Scheepers, Romero ovvero sei dei migliori cantanti del globo terrestre (ma come vedremo anche Andy si è rivelato all'altezza).

 

Ma andiamo con ordine perchè alle 15 precise inizia lo show dei Trick or Treat. L'ultimo loro lavoro, Rabbits Hill pt. 2 a mio parere è forse il disco migliore della loro già importante discografia con una manciata di brani stratosferici. E infatti “Cloudrider”, “United” e la favolosa “The great escape” spaccano dal vivo. I Trick scaldano a dovere il già numeroso pubblico e rispolverano “Girl just wanna have fun” cover piacevolissima e apprezzata da tutti i presenti. Difficile aprire il festival in modo migliore, ho visto dei ToT davvero in forma con i nuovi membri ben inseriti ed una band in palla.

Avevo già avuto modo di vedere all'opera i Lords of Back quest'estate in Spagna e mi avevano fatto un'ottima impressione. La band di Tony Hernando (ex Saratoga) dal vivo trasmette una grande potenza grazie a riff potenti come il granito e la voce portentosa del talentuoso Ronnie Romero. Con brani come “Nothing left to fear”, “Everything you're not” e “Lords of black” la band ha messo a ferro e fuoco il Live di Trezzo uscendo tra gli applausi di un pubblico soddisfatto dalla prestazione del quartetto spagnolo.

Pochissima pausa ed è già tempo della super band romana, i DGM. Da sempre una delle mie band preferite, è la prima occasione per assistere ad un loro concerto da quando è uscito l'ultimo e ottimo “The passage”. Lo show verrà ripreso dalle telecamere così l'atmosfera diventa ancora più carica. Si parte alla grande con “The secret” pezzo mostruoso estratto appunto dal disco uscito da poche settimane. La band è perfetta, ma non occorre neanche dirlo. Cinque grandi musicisti che ormai suonano insieme da anni, una band in costante crescita... insomma i DGM sono dei maestri e la loro performance è intoccabile. L'unica pecca è aver suonato quasi nella sua interezza “The passage” andando a pescare solo due brani dal passato, le immancabili “Reason” e “Hereafter”. “Daydreamer” e “Animal” sono solo un paio dei momenti migliori dello show, per una band che è sempre un piacere per l'anima vedere dal vivo.

Scendono i DGM, salgono i Secret Sphere. La formazione alessandrina fresca di pubblicazione del live album registrato in Giappone, parte puntando forte sull'ultimo “Portrait of a dying heart”. Bisogna aspettare almeno 6-7 brani prima di trovare qualcosa del passato. “Legend” scatena i vecchi fans della band, un brano appunto leggendario. C'è spazio per “The scars that you can't see” mentre nel finale spicca la toccante ballatona “Eternity” e la grandissima “Lady of silence”. Aldo Lonobile ci delizia con i suoi solos e ora restiamo in attesa del nuovo materiale che il grande chitarrista piemontese sta componendo.

C'era curiosità per i Vanden Plas. Band un po' di culto, che non suona spesso dal vivo. La band tedesca è reduce da due ottime release sotto Frontiers naturalmente, i due capitoli firmati “Chroniclos of the immortals”. Ma la scaletta pesca un po' anche dal passato per uno show di gran interesse. Il prog ricercato dei Vanden Plas si discosta un po' dal sound più powereggiante del festival, ma pare che il pubblico abbia gradito. I VP sono precisi dal vivo certo che i loro brani lunghi e sofisticati alla lunga possono un po' assopire parte dell'audience. Detto questo Andy, su cui nutrivo una certa curiosità, si è dimostrato un ottimo singer con il suo timbro molto personale, brani come “Vision 3hee”, “Holes in the sky” e “Christ 0” sono stati davvero piacevoli da ascoltare in versione live. Andy ci ha rivelato a fine concerto che stanno lavorando ad un nuovo lavoro più “vecchio stile” (quindi meno sinfonico) che vedrà la luce l'anno prossimo quindi non resta che attendere.

 

Il momento più atteso della giornata? Senza dubbio si.. tanti sono giunti a Trezzo solo per questo momento. Diversi anche da fuori Italia come un gruppo formato da una decina di ragazzi andalusi con il quale ho cantato per tutto il concerto. “Return to heaven denied” è uno dei dischi più grandi nella storia del power metal melodico. Per quelli della mia generazione è ben più che un capolavoro. In quegli anni 98-99-2000, il mio stereo sputava fuori spesso le note di questo album. In camera tenevo il poster con la band. Mancava poco che tenessi anche il santino di Rob Tyrant nel portafogli.. quindi rivivere quelle emozioni è stato fantastico. Rob con Andrea Cantarelli e Olaf gli unici rimasti di quella formazione storica. Infatti dopo qualche periodo travagliato, qui al Frontiers Metal Fest si presenta anche la nuova formazione dei LABYRINTH con John Macaluso alla batteria che pesta come un animale. E poi il ritorno sulle scene di Oleg Smirnof. E dove c'è Oleg c'è capolavoro, vedi Eldritch e Vision Divine in passato... infine al basso troviamo Nick Mazzucconi. Si parte con “Moonlight”e “New horizons” e tutti a cantare, qualcuno (io compreso) con le lacrime. La band segue la tracklist di Return con “Lady lost in time” (Roberto immenso), “Heaven denied” e “Falling rain”. Ogni nota è al posto giusto, riascoltando anche dal vivo questi brani ci si accorge di quanto immensi siano questi pezzi. Si chiude con “Die for freedom” ma c'è ancora spazio per un paio di brani quindi si pesca “Chapter 1” da quel “Sons of thunder” sempre un po' troppo criticato e poi “In the shade” da “No limits” chiude una performance che resterà negli annali e che potremo presto rivivere su dvd. Non sarà la stessa cosa ma le emozioni non mancheranno lo stesso.

Dopo tutto quello che ci hanno fatto vivere i Labyrinth solo una band di caratura superiore poteva chiudere il festival ancora in salita. I Primal Fear ormai sono una band di quella caratura. Delle macchine da guerra, ogni volta che li vedo dal vivo riescono a trasmettere una carica inaudita. E anche stavolta Ralf e soci sono stati esemplari con i nuovi pezzi (contenuti nell'ultimo “Rulebreaker”) che dal vivo funzionano alla grande. Si parte con “Final embrace” passando tutta la discografia della band fino alle recenti “The end is near”, “Rulebreaker” e “Angel of mercy”. Il bis è tutto per “Fighting the darkness” e “Running the dust”. Applausi applausi e applausi per i PF, una sicurezza sia su disco che dal vivo.

 

Si chiude così una giornata memorabile. Grazie alla Frontiers per averci regalato qualcosa che va oltre un festival; qui si parla di emozioni. Grazie per credere alle nostre talentuose band italiane, come i Labyrinth che senza il supporto dell'etichetta partenopea chissà quando li riavremo risentiti.. La buona partecipazione di pubblico e la soddisfazione generale per un festival riuscito sotto ogni punto di vista, ci dà la speranza che questo possa diventare un appuntamento fisso. Quindi iniziamo pure il fanta FMF pensando alle band che potranno esserci l'anno prossimo (Seveth Wonder con tutto Mercy Falls? Circus Maximus?) e teniamoci liberi per un'altra giornata intensa di grande musica.

*foto a cura di Cesare Macchi*

releases

Crimson Storm, speed metal ispirato agli anni '80
Valutazione Autore
 
3.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Vipërwitch: un heavy metal tradizionale con un tocco di teatralità e ironia
Valutazione Autore
 
3.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Hazzerd, la classe non è acqua!
Valutazione Autore
 
4.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Big Sun: il gran ritorno dell'A.O.R.
Valutazione Autore
 
3.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Dragonknight, un gran disco di power metal
Valutazione Autore
 
4.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)

Autoproduzioni

Lunarway, una promettente band ucraina
Valutazione Autore
 
3.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
In Chaos, l'ennesima dimostrazione della miopia del music business
Valutazione Autore
 
4.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Empiric, una gemma nascosta
Valutazione Autore
 
4.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Katharein, un promettente gruppo dalla Romania
Valutazione Autore
 
4.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Mirrorshield, bisogna migliorare parecchio
Valutazione Autore
 
2.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)

Consigli Per Gli Acquisti

  1. TOOL
  2. Dalle Recensioni
  3. Cuffie
  4. Libri
  5. Amazon Music Unlimited

Login

Sign In

User Registration
or Annulla