
Corrado Franceschini
Oltre 50 anni di età e più di 35 anni di ascolti musicali.
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24-08-2022 Nanowar Of Steel @ Iren Green Park - Reggio Emilia (c/o festa PD)
Mercoledì, 31 Agosto 2022 10:23 Pubblicato in Live Report24-08-2022 Nanowar Of Steel @ Iren Green Park - Reggio Emilia (c/o festa PD)
Quando ho saputo che i Nanowar Of Steel avrebbero suonato gratis (concerto organizzato da TempoRock, Fuori Orario, The Abyss Booking and Promotion, Rebel Circle e altre realtà della scena musicale N.d.A.) all’Iren Green Park a tre chilometri da casa mia, complice la richiesta di effettuare un live report (grazie a Emiliano e Ninni), ho colto la palla al balzo. L’Iren Green Park è una grossa area in cemento attigua alla RCF arena del Campo Volo. Sul luogo vi sono alcuni punti di ristoro, delle panchine in fondo, e il banco mixer situato in posizione centrale. Essendo la prima volta che vedevo i Nanowar Of Steel non sapevo cosa aspettarmi da loro. Ho sempre preso seriamente la musica Heavy Metal e per me il genere demenziale inizia e finisce con gli Skiantos. Devo invece ammettere che la formazione romana ha saputo mettere in piedi uno show convincente e coinvolgente. Ciò è stato possibile grazie anche a un pubblico sulle 2400 unità circa, che ha risposto alla grande alle sollecitazioni che venivano dal palco. Dopo un’introduzione “pomposa” con annesse immagini del compianto Gigi Sabani la cui faccia è stata inserita su più corpi di personaggi famosi, parte “La maledizione di Capitan Findus”. L’assalto all’arma bianca parte da una musica imparentata con il Power Metal – Folk e va a buon segno lasciando presagire che sarà una serata divertente. Segue “The Call Of Chtulhu” dove uno dei cantanti indossa una maschera con le fattezze del personaggio immaginario di E. A. Poe con tanto di cellulare modello Startac. Il pezzo, come si evince dal sottotitolo presente sul plettro che ho acquistato al banco del merchandising, ovvero buy or die, parla dell’assiduo battage pubblicitario dei Call Center. Arriva “Il Cacciatore della notte” e, di nuovo, si palesa il cantante con una nuova veste. Stavolta si tratta di un costume da barbagianni e il pubblico, quando richiesto, sa bene cosa gridare: il nome del rapace notturno. E’ la volta di un interessante siparietto/canzone ovvero la risposta al “violento” wall of death dei concerti Thrash. Si tratta del “Wall Of Love”. Prima viene spiegata la fattezza coreografica con una musica che da “Damage Inc.” dei Metallica a “Careless Whisper” dei Wham e poi, sulle stesse note, viene chiesto al pubblico di dividersi in due tronconi per poi riunirsi in un abbraccio corale. Una sorta di liberazione dalla pandemia viste le privazioni subite in due anni. Ho letto delle critiche mosse ai Nanowar Of Steel dove si diceva che la band non suona Heavy Metal. Non so come questa cosa possa trovare conferma dopo avere ascoltato il Power di ispirazione Helloween di “Ironmonger (The Copier Of The Seven Keys) ” Certo che fra una citazione di Baker Street di Gerry Rafferty all’interno del brano e molte altre presenti in altri pezzi tributate a band come Bee Gees e Mike Oldfield non si può parlare di Heavy Metal ortodosso ma dire che non ci sia nulla del suono che amiamo, significa non avere ascoltato nulla. Dopo una intro sullo stile di “Esmeralda” (vedi musical Notre Dame De Paris di Riccardo Cocciante N.d.A.) nella quale viene citata Sharon Stone arriva “…And Then I Noticed She Was A Gargoyle”. Ecco che si parla di estate e sul palco spunta un salvagente a forma di Orca assassina; alcune persone, galvanizzate, tirano fuori il cellulare per fare un filmino ed è così che si balla con la discussa e pluri visualizzata “Norwegian Reggaeton”. Anche “L’Opelatole Ecologico” è una canzone che marcia a pieni giri nello stile del Power Metal e vi suggerisco di leggere il testo per capire che, con il demenziale, si può anche cercare di educare. Ero già troppo grande per apprezzare totalmente cartoni animati come Jeeg Robot d’acciaio o Mazinga Z ma possiedo un’anima che, per certi versi, è rimasta quella di un bambino. Non si può spiegare altrimenti il come mai una canzone come “Gabonzo Robot” mi è rimasta in testa più e più giorni. Probabilmente perché è una sorta di filastrocca per bambini e questo aiuta a memorizzarla e canticchiarla. Poteva mai mancare un riferimento al Sud e ail drago cattivo che, in sintesi è un mariuolo? Certo che no e allora, con uno stile neo melodico napoletano incrociato con il Metal ecco arrivare “Scugnizzi Of The Land Of Fires”. Il calcio in Italia è lo sport più popolare ed è un bersaglio sin troppo semplice da colpire ma i Nanowar Of Steel sono riusciti a fare cantare in coro tutto il pubblico tanto che sembrava di essere in un settore dello stadio. Estate; tempo di concerti e di… ascelle sudate ed è così che scatta un nuovo siparietto per insegnare al pubblico una nuova coreografia con tanto di battimani a tempo. “Armpits Of Immortals” è coinvolgente e anche se non siete dei calciofili ma “semplici” appassionati di musica, vi ritroverete a fare il tifo per la band e per le sue squadre strampalate che scorrono nel clip sul maxischermo a fondo palco: particolare importante per capire meglio i testi più volte proposti durante il set. Si sventolino le bandiere e si gridi: “Alla pugna, Alla pugna”; i più avvezzi fra voi hanno capito che sto parlando dell’anthem “Feudalesimo e Libertà”. Il gruppo si ritira per un brevissimo lasso di tempo e torna per concedere il bis. Il riff di “Tricycles Of Steel” ende l’aria e si torna ai tempi d’oro dei capelli lunghi quando si faceva headbanging. Ovviamente il testo è dissacrante e prende in giro i Manowar ma, con questo genere, come potete arrabbiarvi sul serio; piuttosto sorvolate e non ascoltatelo. “Uranus” e altri sui pianeti scorrono sullo schermo, mentre la musica si diffonde nell’aria. Mi stavo chiedendo se ci sarebbe stato un riferimento alla canzone “Aquarius” e, naturalmente, c’è stato: una delle poche cose prevedibili per chi, come me, ha una certa età ed era neofita dei concerti del gruppo laziale. Un altro momento corale è in arrivo: si tratta della celebrazione in massa di “Valhalleluja” che avviene a suon di Gospel e Soul. Il pubblico inscena il più classico trenino che ci sia ma il vedere le facce felici che mi girano attorno; mi hanno preso e “ingabbiato”, e le mani dei partecipanti che si toccano, mi ha reso veramente felice. Siamo alla fine e “La Polenta Taragnarock”: un vero e proprio inno a questo cibo del Nordest; ovviamente in chiave ridicola ma con una musica corroborante, chiude il concerto. Dal lato tecnico non tutto è filato liscio visto che qualche svarione si è sentito ma poco importa; il divertimento c’è stato e la band ha dimostrato di saper suonare e intrattenere il pubblico. Unico neo il fatto che il volume generale al mixer è stato tenuto un pelino basso; una scelta che, probabilmente, è stata dettata dal fatto che eravamo in una festa del PD dove c’erano molte altre realtà (giochi e dibattiti) attive.
Intervista con Luca Albarella: ideatore e cantante della band Shake Me
Venerdì, 17 Giugno 2022 11:45 Pubblicato in Interviste
Dopo aver recensito il nuovo lavoro dei Shake Me intitolato “Lullaby For Demons” (voto 4/5) abbiamo deciso con Luca, fondatore e cantante del gruppo, di approfondire il discorso sul disco e sul mondo della musica in generale aggiungendo qualche elemento esterno sulla vita.
C) Ciao Luca, benvenuto sulle pagine di www.allaroundmetal.com. Se sei d’accordo partirei subito con le domande.
CI) Non aspettavo altro che finire fra le grinfie di un caro amico oltre ad essere ex collega di AllAroundMetal; speriamo non ci siano domande pericolose, sai che sono particolarmente a mio agio nei casini XD!!
C) Prima di tutto ti chiedo se dobbiamo considerare Shake Me come una tua avventura solista nella quale hai coinvolto amici e/o turnisti, oppure dobbiamo vederla come una vera e propria band?
CI) Mi piacerebbe risponderti senza troppi indugi, che sono circa 13 anni che combatto nel portare Shake Me ad essere una band, inevitabilmente però ormai la considero una mia creatura. Questa volta però ho alzato il tiro rispetto al passato, coinvolgendo oltre a vecchi amici anche turnisti di grande spessore e curriculum. Tutto ciò sarebbe stato molto più difficile da realizzare se ci fossero state più teste pensanti. Come vedi, oneri ma anche onori.
C) Puoi ricordare a chi non ti conosce in che anno hai deciso di formare in gruppo e dietro quale spinta?
CI) Shake Me è nato nel Dicembre del 2009, con le registrazione del primo disco. In verità qualche mese prima con il mio amico co-fondatore di allora Joe Nocerino, avevo l'idea di creare una band dal sound rock n’ roll, zero tastiere, chitarre rocciose che si allontanavano dal classico rock italiano, melodie aperte di facile presa e voce calda e potente. Erano questi gli ingredienti de “L'inquietudine” di cui tu ti occupasti naturalmente. Se dovessi guardare indietro, posso dirti con certezza che manca un lavoro ponte fra il primo disco e “Lullaby for Demons”; per motivi di varia natura ci sono stati troppi anni di pausa; ma ora sono qui con prerogative sicuramente diverse.
C) Quali erano i tuoi intenti e come sono cambiati nel corso degli anni?
CI) Questa si che è una bellissima domanda. Mi sento molto diverso rispetto a qualche anno fa, se penso alle tante battaglie fatte con musicisti per portare avanti questo progetto, mi viene solo da sorridere, con nostalgia anche perchè vuol dire che gli anni sono passati. Il nuovo disco è stato molto più ragionato e pianificato anche se ho la certezza assoluta che il meglio deve ancora venire. L'intento dunque è cercare sempre di alzare l'asticella delle motivazioni, cosa che in passato avevo smarrito. Non riuscivo ad aver focus sull'obiettivo e il tutto si trascinava stancamente; ero anche scomparso dai social. Oggi è un suicidio comportarsi in questo modo, devi essere sempre visibile. Te lo dici uno che detesta i social.
C) Come mai hai scelto un titolo come “Lullaby For Demons”, ovvero ninna nanna per demoni? Li hai voluti esorcizzare, acquietare, evocare o cosa?
CI) Sono i demoni che in un modo o nell'altro girano intorno all’universo femminile. L'album come ho dichiarato più volte parla al femminile, attraverso un caleidoscopio di emozioni. Sono i demoni che hanno accompagnato una giovane ragazza a un suicidio annunciato, oppure la morbosità oscena di una violenza domestica, scandali sessuali nella sfavillante e plasticosa cinematografia hollywoodiana. Anche la passione raccontata in alcuni pezzi è a tinte morbose e in quel caso i demoni diventano inequivocabilmente suadenti.
C) Sei passato dal cantato in italiano del precedente disco al cantato in inglese del nuovo. Come mai hai effettuato questa scelta? Io ho riscontrato una pronuncia da migliorare; come è stato l’approccio con la lingua inglese, ti sei trovato a tuo agio?
CI) Mi piace il cantato italiano nei progetti rock, ma ho potuto constare con il tempo, che il cantato inglese ti porta a trovare delle soluzioni vocali che l'italiano purtroppo non può offrirti; è limitante essendo una lingua di sicuro meglio prestante al pop o al cantautorato. Riguardo la pronuncia, vedo che questa cosa ti ha particolarmente segnato visto che ci tieni ancora a rimarcarla, me ne rincresce. Scherzi a parte; l'emozione, la tensione di lavorare a pezzi inediti hanno fatto si che almeno la prima sessione di registrazione abbia risentito di questo. Mi sono accorto che in alcuni pezzi sono molto più fluido e tranquillo rispetto ad altri. Ad ogni modo se mi permetti, in Italia abbiamo grandi voci ma di sicuro se parliamo di pronuncia tolta Cristina Scabbia e pochissimi altri, non mi è capitato di ascoltare pronunce anglosassoni XD!!
C) Ho notato nelle canzoni uno spostamento del suono verso territori più Hard oriented nella prima fase del disco mentre nella seconda, parere personale, il gruppo è tornato verso lidi più Rock/Wave nei quali come cantato ti ho sentito più a tuo agio. Dimmi la tua opinione su queste affermazioni.
CI) Tendenzialmente mi trovi d'accordo, ma ti assicuro che in futuro mi metterò ancora meno comodo vocalmente XD!! A parer mio, una voce deve riuscire ad esprimere tutto perchè sono proprio i limiti che nutrono il nostro ego. La consapevolezza che qualche anno fa ti mancavano tre-quattro note in alto e ora ci canti, direi non male. Poi ti immagini che due scatole cantare tutti i pezzi sulle stesse frequenze, le stesse tonalità. Spesso ho ricercato anche la “nasalità”, che per molti potrà essere considerato un difetto, per me fa parte di un processo di personalizzazione. Sai quante voci assurde che mi capita di ascoltare facendo recensioni per una webzine aor italiana? Tutte uguali, perfette, graffiate, potenti, ma non mi lasciano nulla. Punto ad essere io; che possa piacere o meno.
C) Come mai hai scelto di proporre come cover “Laid So Low (Tears Roll Down) ” dei Tears For Fears?
CI) Ecco, se parliamo di stile, di eleganza e di personalità vocale, Roland Orzabal è una vera voce che può lasciare il segno nel tempo. Per quanto riguarda la canzone in se è stata scelta due anni prima dell'uscita del disco quindi non c'è stato un lavoro programmato, anche se le liriche di quel pezzo ben si sposano con le mie. Ripeto, è stata pura coincidenza. Mi piaceva il mood che Dario Crocetta riusciva a creare nei suoi provini e così mi sono convinto a portarla in studio.
C) Nel booklet del C.D. è scritto che i testi sono opera tua e di Katia Martorelli. Puoi dirmi qualcosa in più sul loro contenuto? Avete scritto assieme anche la musica?
CI) Devi sapere che i pezzi erano stati scritti quasi completamente in italiano e naturalmente tutti scritti da me a parte “Alive”, di cui Dario Crocetta aveva una buona demo rimasta nel cassetto da troppi anni. Di sicuro la scelta della cover ha fatto si che poi abbia virato sul voler far riadattare i testi in inglese. Katia è una carissima amica che vive a Londra da molti anni e in quel periodo si era ritrovata temporaneamente nella nostra Salerno.Le avevo parlato del progetto di voler dare un filo conduttore al disco con elemento portante la figura della donna e Il suo entusiasmo mi colpì da subito; mi guardava con gli occhioni spalancati di una bambina che non aveva mai fatto un lavoro del genere. Accendeva la sua sigarettina, aperta una Ceres e partiva. Io mi limitavo a darle indicazioni sulla metrica, ma i testi sono tutta opera sua. Mi manca davvero tanto.
C) Nel disco è presente una quantità di ospiti imponente e importante. Vuoi ricordarli a chi legge? Come sei riuscito a coinvolgerli in questa avventura? Come avete lavorato? Suppongo per lo più a distanza visto anche il difficile periodo che abbiamo passato.
CI) Ospiti ce ne sono davvero molti, alcuni sono amici come ti ho accennato, i più importanti invece li ho contattati con curiosità e incoscienza. Il primo contatto umano è stato con Portera, ci conoscemmo a Salerno e da subito capii quale pezzo poteva suonare per tocco, sensibilità e arrangiamenti. “Lascivious” è una ballad direi anche semplice nella scrittura in se ma la cornice fatta da Portera ha fatto decollare il pezzo con l'aiuto di Andrea Barone alle tastiere. Alex de Rosso mi ha colpito invece per la sua disponibilità fin dalle prime volte che parlammo a telefono. Sai com'è, leggerlo sulle vecchie riviste musicali, sapere che era un ex Dokken e poi ritrovarsi a parlare di musica come vecchi amici; emozionante. Riesco ad emozionarmi ancora e fortunatamente per le piccole cose caro Corrado; senza emozioni e sogni ogni persona ha serie difficoltà ad andare avanti nella vita. Giacomo Castellano invece si è occupato di “Savage Love” (qui il video: https://www.youtube.com/watch?v=FiG7t5RU4jM) anche se gli arrangiamenti sono ad opera di Joe Nocerino. Il solo di Giacomo però vale il prezzo del biglietto, si direbbe XD!!Con lui l'approccio è sempre stato un po' più formale anche se Giacomo mi ha dimostrato fin da subito la sua professionalità, bacchettandomi a volte, ma se bussi alla serie A, ci può e ci deve stare. Altrimenti continui a suonare con Gino il figlio del fornaio dietro l'angolo e ci si accontenta!! Mark Basile invece lo conosco da tantissimi anni tramite social anche se la prima volta per un incontro reale è stato al mio Rock in Flames, quando ospitai i DGM. Si è sempre detto di Mark, che non si sapesse se fosse più qualitativo come tastierista o come cantante. Confermo, mostruoso in entrambi i casi. In soli due giorni, le tastiere di “Alive” erano pronte. Pochi fronzoli, poche chiacchiere e tanta professionalità. Questo è Mark.
C) Una delle canzoni che più mi ha colpito per esecuzione e bellezza e’ stata “The Eretical” dedicata a Tiziana Cantone. Vuoi ricordare brevemente chi era e dirmi perché hai sentito il bisogno di dedicarle una canzone?
CI) Sono contento di aver affidato questo pezzo ad Alex. Volevo chitarre rocciose e intense, tanta personalità e zero “turnismo”. Se ascolti “Lions and Lembs” di De Rosso, puoi notare che “The Heretical” sarebbe potuto finire tranquillamente in quel disco. Chi era Tiziana? Una ragazza che amava la libertà e la vita ma ebbe la sfortuna di incontrare sul suo cammino dei veri demoni che si approfittarono di lei. La sua storia è nota, basta cercare in rete. Non volevo ricordarla con una triste e scontata ballad, volevo darle forza, la stessa forza che ha avuto la sua famiglia nell'affrontare i media. Sono per la libertà sessuale, non credo ai macho come non credo alle donne di facili costumi. Evidentemente viviamo ancora nell'anno mille ma con la cattiveria evoluta dei giorni nostri. Il che è spaventoso. Ognuno di noi potrebbe finire vittima di ricatti sessuali inconsapevolmente, quindi occhi aperti ragazzi.
C) Visto che sei di Salerno ti chiedo come è la situazione musicale nella città? Ci sono spazi dove suonare? C’è una scena musicale oppure sono pochi quelli che suonano e ascoltano Rock e Metal?
CI) La scena musicale salernitana era davvero tale circa venti anni fa. C'era una zona di Salerno dove il sabato sera era praticamente off limits alle persone definite, comuni. Una macchia nera decisamente estesa composta da dark, metallari e rockers che fra loro fraternizzavano. C'erano più locali e più band che proponevano musica inedita. Ora ci sono fiumi di cover band composte sempre dalle stesse persone che monopolizzano i locali. La cosa bella è che queste persone passano il tempo a fracassare i maroni al prossimo per trascinarli a serate che di artistico hanno davvero nulla. Insomma una noia assoluta, te lo dice uno che è disposto a rimetterci sempre soldi con un festival ormai fermo da cinque anni, pur di dare una mossa a ‘sta cavolo di città. Sperando che quest'anno sia quello del ritorno del Rock in Flames festival.
C) Ho visto che hai già effettuato diverse interviste per promuovere il disco. Quali mosse hai programmato per l’imminente futuro?
CI) Futuro? Dopo l'esperienza fatta negli ultimi due anni non credo abbia molto senso pianificare il futuro, credo tu sia d'accordo su questo. Per me vale l'oggi e un futuro limitatamente prossimo; se pianifichi a lunga gittata resti scottato. Quindi ora continuerò il giro di interviste, piccoli live anche in streaming che dovrebbero uscire, ti ho accennato del mio festival ma cercherò di essere presente anche in acustico o ad ogni manifestazione di interesse che possa portarmi visibilità. Tutti vorrebbero programmare dei bei tour internazionali, ma al momento non mi sento mentalmente pronto per farmi fregare soldi da agenzie che ti promettono tanto e concretizzano poco. Iniziano a passare gli anni caro Corrado, tempo per farsi prendere per il culo ce n'è poco.
C) Vuoi ricordare a chi legge e vuole seguirti oppure vuole richiedere il disco, quali sono i tuoi canali social e come può contattarti?
CI) Semplicissimo, ci sono i canali della GT Music comprensivi dei canali distributivi ad essa correlati e più semplicemente mi si può contattare sui social cercando Luka Shake Me. Ormai Shake Me è diventato virale e i Cinderella dovrebbero corrispondermi un bel gruzzolo per la pubblicità che negli anni gli ho fatto. Scherzi a parte; “googlate” Shake Me “lullaby for demons” e vi uscirà di tutto e di più.
C) Grazie mille per la pazienza con la quale hai atteso la recensione e per la cura che hai messo nel rispondere a questa lunga intervista. A te le ultime parole.
CI) Ringrazio te caro Corrado, come avrai visto, questa volta sono io che me la sono presa comoda anche per impegni esterni al progetto Shake Me. Bisogna pur darsi da fare altrimenti le risorse per questo bell’ impiccio dove le si trova? Ragazzi, sostenete la musica inedita, non mi sto autopromuovendo, scegliete la musica inedita che vi faccia sussultare e che vi porti emozione, quella che numerosi artisti cercano di portare avanti fra mille sacrifici. Credo di aver detto anche troppo, ed è meglio che mi fermi qui. Grazie ancora a te alla famiglia All Around Metal.
Daniele Liverani: uscito il nuovo album "Incomplete"
Venerdì, 03 Dicembre 2021 19:00 Pubblicato in NewsRiceviamo e pubblichiamo:
Il polistrumentista Daniele Liverani (ex EMPTY TREMOR, GENIUS ROCK OPERA, KHYMERA, TWINSPIRITS, PRIME SUSPECT, COSMICS) ha appena pubblicato il suo nuovo concept album che si intitola “Incomplete“.
“Incomplete” rappresenta per Liverani il ritorno alla produzione/composizione di musica cantata, dopo 10 anni di musica esclusivamente strumentale: (Eleven Mysteries(2012), Fantasia (2014), A Kind Of Soul(2014), An Innocent challenge(2016), Worlds Apart(2019), e varie altre composizioni per orchestra).
Le liriche dell'album, scritte da Liverani, sono state registrate dal cantante americano Jack Seabaugh, polistrumentista/arrangiatore rivelazione degli ultimi anni, con all'attivo un album solista di recente pubblicazione intitolato "Neon Sky".
Le batterie sono state registrate da Simon Ciccotti (Ex DE LA MUERTE, drummer per il RUSSEL ALLEN’s Metal For Autism Tour 2017, TURBULENCE, PAREIDOLIA) nei "Ciccotti Brothers" studio di recente realizzazione.
Il resto degli strumenti e' stato registrato/arrangiato da Daniele.
L'album contiene inoltre, come bonus tracks, la registrazione del "Concerto per violino e orchestra in RE Maggiore n.1" in tre movimenti, intitolato "Impetus", composto da Liverani nel 2017/2018, eseguito dal violinista tedesco Tonio Geugelin.
L’album e' stato pubblicato/distribuito il 25/11/2021 tramite Landr esclusivamente per il mercato digitale (Spotify, iTunes, Apple Music, Google Play, Amazon music, Deezer, Tidal e molti altri).
E' inoltre stato pubblicato un lyrics video della title track del concept "Incomplete": https://www.youtube.com/watch?v=479Vthnsh4M
Tracklist:
1-I Dream Of Me
2-How I Feel
3-I Won't Cry
4-Incomplete
5-Get Out Of My Way
6-Hopefully
7-I'll Change My Life
8-Keep The Faith
9-I'm Gonna Move On
10-In My Heart
Bonus tracks: "Concerto per violino e orchestra in RE Maggiore n.1 "Impetus"
11-Impetus
12-Aiming For Peace
13-Millennial
Altherea e Fenice Nera: la cover metal di "What Is Love"
Lunedì, 28 Giugno 2021 19:57 Pubblicato in NewsRiceviamo e pubblichiamo.
Continua la collaborazione in studio tra la modern metal band Altherea e Fenice Nera, epic metal da Parma. Dopo alcune settimane di lavoro i nostri propongono una inaspettata cover di What is love degli Haddaway, iconico brano dance degli anni ‘90, unendo le competenze di ciascun elemento partecipante. La cover e’ prodotta da [I] REC. I nostri hanno dichiarato: “Siamo molto soddisfatti del risultato finale, ci siamo divertiti e abbiamo cercato di realizzare una delle migliori versioni di questa canzone, a voi il giudizio!!”