SONATA ARCTICA: Live Report Milano 20/10/2016
Sabato, 22 Ottobre 2016 16:07 Pubblicato in Live ReportCi sono concerti che aspetti trepidante, prima dei quali conti i giorni che ti mancano, per goderteli con in mano una birra e i pensieri lontani anni luce..
Questo è quanto attendeva chi ha avuto il piacere e la fortuna di essere all’Alcatraz di Milano per il concerto dei Sonata Arctica e dei Twilight Force.
Arriviamo alle porte dello storico locale intorno alle 10 di mattina del 20 ottobre, ed uno sparuto manipolo di fedelissimi è già seduto in attesa della meritata transenna da prima fila.
Le ore passano e i pochi “eroi” diventano ben presto un esercito di 1500 persone circa che inneggiano storici pezzi del gruppo Power Finlandese fino alle 18.30, orario di apertura delle porte.
I Sonata hanno registrato il pienone da “quasi sold out”, tanto da meritare l’allestimento del palco principale dell’ Alcatraz.
Le ben conosciute (ormai) grafiche di “THE NINTH HOUR” sono parzialmente coperte da drappi e immagini degne di una ambientazione alla Tolkien: signore e signori, vi presentiamo i “TWILIGHT FORCE”:
gli Svedesi sanno proprio come fare per attirare l’attenzione, l’ispirazione fantasy è marcata, ma il dettaglio non viene certamente tralasciato, a partire dalle orecchie a punta del chitarrista-elfo sino alla spada al fianco del cantante..Precisi sull’orario da scaletta, la band si presenta alle 19.45: Riff potenti, tastiere urlanti e una capacità di palco rodata, i TWILIGHT FORCE potrebbero tranquillamente inserirsi di diritto tra i Temi alla RHAPSODY OF FIRE e movenze che ricordano i primi HELLOWEEN (più volte riproposto, infatti, il “dondolamento all’unisono” di chitarre e basso sui ritmi dimezzati, tipico delle zucche di Amburgo..).
Siamo rimasti piacevolmente sorpresi da una band che troppe volte abbiamo sentito etichettare come “più dedita all’apparenza che al suono”. Niente di più sbagliato: i sei Adventure Metallers spaccano e coinvolgono, suonano e lo fanno dannatamente bene, nonostante i suoni che, storicamente, penalizzano in parte la resa delle Bands di supporto.
Bravi e a loro agio sul Palco, forti di una capacità di gestione del pubblico davvero ottimale, con il Cantante “CHRILEON” dotato di una voce alta ma espressiva, in grado di concedergli parecchi siparietti fatti di corse e scambi di posizione, per finire con il sollevamento del chitarrista sulle spalle, durante un solo dello stesso, in grado di spazzare via ogni timore ad inneggiarli.
Ottime le performance tecniche di tutta la Band, di spicco la doppia cassa costante del batterista “DE’AZSH”, in perfetto sincrono con il basso di “BORN” , infinito lo shredding alternato e velocissimo dei 2 axe-men “AERENDIR” & “LYND”. Alla tastiera va apprezzato, oltre che il buon suono, anche lo “sciamanico” apporto di “BLACKWALD”, forte di una cupa e tenebrosa voce non solo dedita ai cori, ma anche alle parti narrative che lo hanno visto protagonista.
I TWILIGHT FORCE suonano un’ora e scaldano Molto bene il pubblico, ormai inneggiante e generoso di applausi meritati.
Se amate il Power metal EPICO e CLASSICO, date retta al sottoscritto, e correte a comprare li tripudio del Fantasy “HEROES OF MIGHTY MAGIC”: Thumbs Up!!!!
Setlist:
1Battle Of Arcane Might
2Forest Of Destiny
3Enchanted Dragon Of Wisdom
4Riders Of The Dawn
5Powerwind
6Flight Of The Sapphire Dragon
7There And Back Again
8Gates Of Glory
9The Power Of The Ancient Force
TWILIGHT FORCE lineup:
▪Chrileon – Lead vocals
▪Lynd – Guitars
▪Born – Bass
▪Blackwald – Keyboards
▪De’Azsh – Drums
▪Aerendir – Guitars
Orari Esibizione: 19.45 - 20.45
E si passa al clou della serata: dopo circa 30 minuti per cambio palco e sistemazione suoni, irrompono i SONATA ARCTICA!
Il quintetto finlandese è in gran forma, dedito ad uno show non solo musicale, ma quasi teatrale, con un TONY KAKKO desideroso di interpretazione e pregno di pathos: si inizia con “Closer to an Animal” e “Life”, intervallate solo dallo scrosciante e roboante applauso dei presenti.
Giusto il tempo di un ringraziamento per essere cosi partecipi e fare del pubblico italiano uno dei preferiti dei “Sonata” e si passa a “ The Wolves die Young” cantata a gran voce da tutti (Incluso il sottoscritto) e “In Black and White”.
E’ tempo di introspezione e sentimento, visto che i Sonata regalano una magistrale interpretazione di “Tallulah” dove Kakko è capace di strappare la pelle d’oca con una magistrale capacità espressiva.
Nemmeno il tempo di riprendersi e si riparte con la doppia cassa di Fairytale, in grado di smuovere anche gli animi più placidi, dove Tommy Portimo e Eljas Viljanen non si risparmiano su un sound che mi riporta indietro ai primi anni 2000, quando il power la faceva da padrone.
Molti i ragazzi in Headbanging, forti le urla di un pubblico che conta vecchie guardie già incontrate negli anni, ma anche nuovi ragazzi e adepti a dimostrazione del fatto che, non solo il genere si stia riformando dalle proprie “ceneri”, ma anche che i Sonata sono in grado di avvicinare nuovi Fans agli storici supporters che non potevano farsi scappare l’occasione di tornare sotto palco a far sentire il proprio calore ad una band che la storia l’ha fatta e continua a scriverne l’evoluzione.
Striscioni lanciati sul palco ( e apprezzati dai musicisti che li espongono tra le loro scenografie) e un boato di euforia accolgono le note di FULL MOON, che viene cantata a squarciagola dai presenti, con il suo “runaway” impossibile da ignorare; si passa poi a “Among the shooting stars”, “ No more Silence” e “Abandoned, Pleased, Brainwashed, Exploited”, prima di una atmosfera perfettamente ricreata da un Kakko a livelli teatrali massimi, sulle note di “We are what we are”.
Il concerto si chiude con la bellissima “The Power of One”, dopo la quale i nostri lasciano la scena inneggiati e rientrano dopo la gran richiesta del pubblico per il gran finale.
Prima della musica, però, il frangente è stato impreziosito sia dalle parole di ringraziamento di Tony, il quale sottolinea l’importanza del supporto alla musica Live a livelli internazionali e locali, per permetterne la sopravvivenza, che dall’ingresso sul palco dal referente del Fanclub Ufficiale dei Sonata Arctica, apparso per celebrare il compleanno di Henrik “Henkka” Klingenberg, omaggiato dai fans con regali raccolti precedentemente per l’occasione, i quali lo hanno visibilmente sorpreso ed emozionato.
Si riparte per il gran finale, con un pubblico in grado di coprire la voce di Tony sulle note di “I have a right” e la mastodontica “Don’t Say a Word”, prima dell’ormai tipico inno “VODKA”.
Fortunatamente, non dovremmo aspettare molto per poter rivedere i Sonata Arctica in Italia, promessi live proprio da Tony Kakko a fine esibizione, per i primi mesi del 2017, concerto al quale non abbiamo intenzione di mancare.
Setlist:
1Closer To An Animal
2Life
3The Wolves Die Young
4In Black And White
5Tallulah
6Fairytale
7Fullmoon
8Among The Shooting Stars
9intro: No More Silence / Abandoned, Pleased, Brainwashed, Exploited
10We Are What We Are
11The Power Of One
12I Have A Right
13Don’t Say A Word
SONATA ARCTICA lineup:
▪Tony Kakko – Vocals
▪Elias Viljanen – Guitars
▪Tommy Portimo – Drums
▪Henrik Klingenberg – Keyboards
▪Pasi Kauppinen – Bass
Orari Esibizione: 21.15 - 23.00
Intervista ai SONATA ARCTICA: "..life is better alive!!"
Martedì, 27 Settembre 2016 13:38 Pubblicato in IntervisteE’ un lunedì mattina soleggiato a Milano, e sembra che il fresco abbia voluto dare manforte a questa trasferta, lasciando che sia solo l’agitazione a farmi sudare…
Quando ho ricevuto la telefonata che diceva, “Ehi, che ne dici di andare a Intervistare i SONATA, la prossima settimana??”, ho pensato bene di smettere di dormire per l’eccitazione per i giorni mancanti, facendo trapelare un misero “Okay..” per non tradire il fatto che a momenti svengo al telefono, come se fossi una 15enne di fronte alla sua Boy Band preferita..
Arriviamo all’appuntamento con circa 1.30 Hr di ANTICIPO (…e senza caffè, che di adrenalina ne avevamo a sufficienza..), ma non è stata una scelta errata: due parole di rito con l’agenzia che ci ospitava, ed ecco spuntare HENRIK con birra delle 9.30 alla mano, in grado di far sfigurare la mia Brioche (…che stavo gustando) , prontamente “svanita” per la vergogna, prima di farmi vedere da chi “Metal” lo è per davvero.
Un attimo di terrore si è verificato quando il Tastierista ci dice che “…Tony è sveglio, ma non so tra quanto scenda..”, facendomi temere che i 20 minuti a disposizione per le mie domande sarebbero stati troppo pochi..ma nemmeno un minuto, e il Main Man dei SONATA ARCTICA, fa capolino con Cappuccino e cornetto alla mano (..in quell’istante il mio stomaco mi ha rimproverato a sua volta..) , dimostrando di nuovo che questi tizi fanno il loro lavoro con serietà e atteggiamento professionale, nonostante la stanchezza del viaggio, mai del tutto smaltita..
Cerco di darmi una sistemata, rientro nei panni che mi si addicono, sbircio agognante il Cappuccino di Tony, e si può partire…:
Ciao Ragazzi, e benvenuti su All Around Metal. E’ un vero piacere poter scambiare quattro chiacchiere con voi, qui in Italia, poco prima dell’Uscita del nuovo ed attesissimo “THE NINTH HOUR”. Grazie per averlo reso possibile.
HENRIK: Grazie a voi
TONY: Ciao a tutti, è sempre un piacere essere ospiti nel vostro bellissimo paese.
Iniziamo subito: Il Nuovo Disco, “THE NINTH HOUR” è davvero molto atteso. Cosa possiamo aspettarci? Volete parlarci della Nascita del nono lavoro dei Sonata?
HENRIK:
Siamo in trepidante attesa, anche noi (risata..)! Il disco, in effetti lo abbiamo dovuto ultimare in fretta, rispetto ai piani, e , per la prima volta, abbiamo davvero corso!
Ci siamo presi 4 mesi di pausa alla fine dello scorso anno, (la prima volta in anni eheheh), e siamo entrati in studio verso gennaio. Eravamo sicuri che avremmo potuto svolgere il contemporaneo tour con i Nightwish e rientrare in studio con tutte le idee pronte come solitamente accade, ma questa volta non è stato cosi.Tony non aveva ancora tutto pronto, aveva solo qualche parte di tastiera. Abbiamo passato un paio di settimane in cui Tony scriveva delle parti e le mandava al resto della band in studio, e per la prima volta cominciavamo ad essere un po in ritardo e con poco tempo per finire. E’ stato piuttosto stressante, ma in fondo, un bel periodo: ci svegliavamo e dopo una birra, cominciavamo a registrare le Sezioni sulla base dei demo che Tony ci mandava.
Una volta che eravamo pronti, Tony arrivava in studio e sistemavamo il tutto. E’ stato un lavoro di squadra.
Da quanto abbiamo avuto modo di sentire, in anteprima, pare ci sia un nuovo approccio, un songwriting un po’ più maturo, non solo nei testi ma anche nelle musiche.
HENRIK:
Si, è stato tutto un po più teatrale, e nuovo, rispetto ai precedenti. Su ogni album, ultimamente, abbiamo sempre voluto inserire qualcosa di più sperimentale rispetto a quello prima, e credo che manterremo le stesse tendenze anche nei prossimi.
“THE NINTH HOUR” ha un messaggio: cerchiamo di avere cura del nostro Mondo, Giusto?
TONY:
Esatto.
Per quello che mi riguarda, mi sono reso conto che da quando sono diventato padre, ho iniziato a “tenere d’occhio” lo stato del nostro mondo, su cosa lasciamo e su cosa possiamo fare affidamento.
Una sorta di maturazione individuale dovuta al fatto che abbiamo tutti da dire qualcosa e tutti da lasciare qualcosa: oggi siamo abituati a cambiare ciò che non ci piace, invece che ad aggiustarlo; ipotizzando una situazione paradossale, come potremmo fare lo stesso con il pianeta che ci circonda? Ed è qui che dobbiamo renderci conto che è giunto il momento di riparare ciò che abbiamo in un certo senso danneggiato. Per far si che chi sarà qui dopo di noi abbia le stesse possibilità.
Da qui, il MAIN THEME dell’album: siamo arrivati al momento della scelta.
Suona come un Cliché, ma sta diventando reale, a forza di esser detto.
Di nuovo mi sono trovato a riprendere in mano una saga, in questo caso con tematiche già trattate in altri dischi (ad esempio, Wildfire 2 and 3), soffermandomi sul fatto che questa è una decisione/scelta che dobbiamo fare in maniera globale e collettiva per far si che sia efficace.
In termini cui i “SONATA ARCTICA” sono soliti esprimere il proprio pensiero, è’ come se l’attenzione si fosse spostata dal “lupo” (ancora ovviamente presente come simbolismo del disco) al suo Background e Ambiente, la Natura.
Probabilmente sto diventando vecchio (…risate) e quindi più consapevole, ma credo di poter usare il mezzo Sonata Arctica, per essere ascoltato su ciò che trovo importante dire e divulgare.
Direi che il tema è molto attuale e sentito. Credo che sarà motivo in più per i Fans per correre ad acquistare il nuovo Lavoro. Parlando di Carriera in senso generale, se poteste tornare indietro, fareste scelte diverse o manterreste il passato inalterato?
HENRIK:
Questa è difficile:
Ovvio, abbiamo fatto scelte particolari, e magari non le più adatte, a volte. Sicuramente avremmo potuto fare di meglio, ma sono sicuro del fatto che sinora, abbiamo fatto la scelta giusta (stilisticamente, musicalmente, cosi come nella vita di tutti i giorni) rispetto al momento in cui abbiamo dovuto scegliere una opzione tra quelle proposte: sono certo che i Sonata Arctica abbiano preso la strada migliore, nel momento in cui dovevano farlo. La scelta ci è sempre sembrata quella più giusta per quel preciso istante, e credo che questo sia il modo migliore per mantenersi in linea con il proprio pensiero. Che Funzioni o meno lo puoi dire solo guardandoti indietro, ma almeno sarai certo di aver fatto ciò che reputavi giusto. In sostanza, quindi, direi che no, non cambierei nulla di quanto fatto sinora.
Scendiamo nel dettaglio: Candle Lawns, un pezzo che ho particolarmente apprezzato, mi ricorda i classici Hard Rock, ci sento influenze e richiami simili agli Scorpions, Sbaglio?
TONY:
E’ divertente, perchè proprio questa canzone ha avuto una genesi differente rispetto alle altre, e sì, quello era il sound che cercavo..
“CANDLE LAWNS” arriva dai tempi di “STONES GROW HER NAME”.
Scrissi la melodia per un amico che lavora nell’industria cinematografica anni fa.
Aveva un altro titolo e doveva essere impiegata come colonna sonora per un film richiesto da questo regista Californiano. E’ stata la prima canzone che abbiamo scelto per il disco. Così in seguito abbiamo pensato sarebbe stato bello avere una versione dedicata per i Sonata, cambiando testi e alcuni dettagli, ma mantenendo l’impronta data all’originale. Cercavamo proprio un sound solido simile agli anni 80. Molto classico e particolare.Ricordo che e’ stato molto bello lavorare sugli arrangiamenti, e sono davvero contento se sono riuscito a comunicare quanto mi dici di aver percepito!
“THE NINTH HOUR” tratta temi importanti, relativi alla salvaguardia del mondo che ci circonda.
Quale pensate sia la canzone che riesce ad incarnare completamente il vostro messaggio, quella che non dovrà mai mancare in sede live per rappresentare il vostro nono lavoro?
HENRIK:
Mmmmhh….Non saprei, è difficile, perche l’album è formato da pezzi tra molto diversi, ma allo stesso tempo correlati. Forse la canzone “LIFE” è la più rappresentativa, nel senso che se ti piace quella, ti piacerà tutto il disco, ma non mi sento di dire che la eleggerei come la canzone di riferimento. Credo che tutti i brani giochino una parte fondamentale nell’ identità di “THE NINTH HOUR”.
TONY:
probabilmente direi “Life” o “Closer to an animal”.. che sono quelle volutamente messe come openers (mentre è un caso che siano i primi 2 singoli ad essere usciti…ahahahah!).
Trovo descrivano meglio ciò che abbiamo in mente. In effetti, i Titoli sono quelli che potrebbero, appunto, rappresentarlo meglio.
Molti fans apprezzeranno pezzi come “RISE A NIGHT” perché ricorda molto i primi SONATA. Dobbiamo attendere un ritorno alle origini?
HENRIK:
Si, abbiamo deciso di mettere dei reminder al nostro stile primordiale, ma non c’è una intenzione di modificare il songwriting, stiamo cercando di mantenerci in linea con quanto vogliamo esprimere, sempre evolvendo il nostro personale suono, lasciandolo maturare. La musica ha subito modifiche e cambiamenti nel corso degli anni, cosi come la nostra line up, e abbiamo voluto prendere parte a questa evoluzione, facendo trasparire il nostro desiderio di adattamento ai cambiamenti naturali. Canzoni come “WHITE PEARL, BLACK OCEANS Pt.2” sono nate dall’idea di mostrare un suono più profondo: Tony per questa canzone ci ha portato una piccola demo, e contemporaneamente scrisse su Instagram qualcosa tipo “Lavorando al seguito di White Pearl…”
e tutti, ovviamente sono andati fuori di testa..ahahahahah.
TONY:..a quel punto ero costretto a finirla!!!!ahahaha
Solo che quando fai queste cose devi prenderla molto sul serio: fare una “PT.2” di una canzone che ha avuto molti apprezzamenti, ti obbliga a stare attento per non deludere le aspettative dei fans, che vogliono riprovare le stesse emozioni che li hanno accompagnati durante la prima parte.
Direi che questo seguito, è più felice rispetto a prima, più personale e più simile ad una colonna sonora della storia. In un certo modo è una canzone più bella. E’ stato molto difficile riuscire a fare un seguito, in questo caso..: alla fine della prima canzone sono morti tutti, quindi, mi sono detto: dove vogliamo andare a parare, adesso?? (risate).
Riguardo a “RISE A NIGHT”, in effetti starebbe benissimo in un album come “SILENCE” o RECKONING NIGHT”, credo. Ha un’ottima resa.
Parlando di Natura e legami di subordinazione che il genere umano ha con l’ambiente che lo circonda, mi trovo costretto a chiedervelo: L’ ITALIA ha recentemente subito una catastrofe naturale, che sembra proprio dare manforte a quanto dite. Pensate che il main theme possa adeguarsi alla situazione attuale?
HENRIK:
Ho seguito le news di questi giorni, e direi che “THE NINTH HOUR” si adatta molto bene alle situazioni odierne: Non mi sento di dire che il tema di fondo sia adatto a una specifica situazione, è qualcosa che dovrebbe essere condiviso globalmente a prescindere. Riguarda scelte di tutti i giorni che dobbiamo perdere collettivamente, abbandonando i concetti e i pregiudizi che, di default, tendono invece a farci ragionare come se fossimo diversi. La natura, lo sviluppo e tutti i concetti inseriti nel disco dovrebbero far parte del nostro quotidiano interesse, nell’ottica di una globale consapevolezza.
TONY:
Esatto. Non voglio profetizzarci, è ovvio, né cercavamo di fare una figura alla “NOSTRADAMUS” : voglio dire, disgrazie come queste capitano PURTROPPO continuamente, non è che iniziano adesso… ma dobbiamo fare qualcosa tutti, assieme, adesso, perchè è triste che debbano succedere così per farci rendere conto di ciò che rischiamo di perdere.
Tornando a parlare del disco nello specifico, ammetto di averlo apprezzato particolarmente. “Till Death’s Done us Apart” è un pezzo che mi ha fatto spalancare gli occhi per i suoi suoni a tratti dark e a tratti sperimentali..
TONY:
Si, riprende la storia iniziata con “JULIET” da THE DAYS OF GRAYS, ha la stessa intenzione e stato d’animo, anche se forse è più leggera rispetto alle altre canzoni che completano la saga.
HENRIK:
E’ stato particolarmente sentito il lavoro fatto. Mi fa piacere che tu abbia notato le intenzioni di fondo, vuol dire che abbiamo colpito nel segno..(Risate).
Qual’è il vostro personale suggerimento riguardo la situazione attuale, quello che volete divulgare con il nuovo album. Una specie di consiglio in merito..
TONY:
Con un una frase sarebbe molto difficile, ovviamente, ma direi che sarebbe, “Siamo tutti interessati, questa cosa riguarda tutti, e, ad ogni livello o modo, ognuno di noi ha un ruolo per far si che possiamo fare la scelta giusta”. Siamo arrivati ad un punto in cui siamo l’ago della bilancia, dobbiamo prendere una decisione sulla base dei risultati che abbiamo oggi. ciò che faremo ora determinerà il futuro. che sia la scelta giusta o meno, lo scopriremo nel tempo, per questo è importante scegliere bene, ed agire.
Prova ad immaginare uno scenario come nel film “MELANCHOLIA”, dove da un momento all’altro esiste la possibilità che tutto finisca..questo lascia un senso di vuoto, e di impotenza.
In fondo “..Life is better Alive”, no?
E arriviamo a parlare di Tour: a breve vi vedremo di nuovo in Italia, cosa dobbiamo aspettarci in setlist?
TONY:
Sarà lungo e intenso. L’album inizialmente doveva essere distribuito per settembre, ma a causa di alcuni ritardi dovuti anche al tour insieme ai Nightwish, non sarebbe stato possibile ultimarlo nei tempi preventivati. cosi abbiamo dovuto posporre il tutto di un mese circa. Saremo IN ITALIA già il prossimo mese (20 ottobre - Alcatraz) insieme ai TWILIGHT FORCE.
HENRIK:
La setlist sarà variegata. Ovviamente “THE NINTH HOUR” sarà presentato particolarmente, ma abbiamo deciso di aggiungere anche canzoni che abbiamo fatto poco o per niente, in sede Live..
Sono sicuro che tutti i nostri Fans saranno piacevolmente sorpresi da ciò che sentiranno durante gli Shows (..sorride..)
E prima di salutarci, un’ultima domanda, inerente proprio al discorso Musica Metal, in Italia: da poco è uscito il nuovo lavoro dei “TRICK OR TREAT” (“Rabbits’ Hill Pt.2 “), orgoglio Tricolore nel Power Metal. TONY, tu sei stato gradito ospite sul pezzo “UNITED” .
Come ti sei trovato nella veste di Guest di questa esplosiva Band? Credi che abbiano il potenziale per diventare gruppo di fama mondiale ai massimi livelli?
TONY:
Credo che chiunque debba vederli Live per rendersi conto del potenziale che hanno, del modo con cui fanno bene le cose, e credo che vadano apprezzati anche per questo. Sono un gruppo davvero valido (..lo dice mostrando la T-Shirt proprio di “RABBITS’HILL Pt.2” che ha indosso!!!)
Inoltre, il loro ultimo disco è davvero molto ben prodotto e Alessandro è un Cantante Grandioso! Credo che siano una band che davvero abbia modo di portare avanti la scena power metal italiana e che può tranquillamente essere un motivo di orgoglio.
Siamo stati molto felici di averli con noi nel tour di Pariah’s Child nel 2014, e siamo contenti che si siano trovati bene. Cerchiamo sempre di far sentire bene chiunque lavori assieme a noi, lo abbiamo imparato a nostra volta quando siamo andati in supporto agli Stratovarius, all’inizio della nostra carriera: ricordo che ad un certo punto verso la fine del tour, ci chiesero “siete stati bene?”, dopo la nostra positiva risposta, ci è stato detto di prendere quella sensazione come esempio, e di fare lo stesso con le bands di supporto che avremmo avuto. Credo che sia una di quelle cose che non dimentichi, e abbiamo sempre cercato di mantenerci fedeli a quella promessa.
..ed è così che il tempo è volato..ho ovviamente sforato i 20 minuti concessi, ma gli organizzatori (forse mossi a compassione dal fatto che saltavo come un bimbo a Natale..), strizzano l’occhio e portano Tony ed Henrik a proseguire le Interviste con altre testate.
Giusto 3/4 foto di rito, un saluto veloce e un ringraziamento da parte dei 2 musicisti, ed io mi trovo di nuovo di fronte al fatto che, questi ragazzi, non solo fanno grande musica, ma si confermano persone alla mano, umili e disponibili a livelli direttamente proporzionali al loro successo.
Anche con chi, come me, non finirà mai di ringraziare quel fresco lunedì mattina, che mi ha fatto sudare più che ad un concerto.
MASTERPLAN: Doppietta Italica alle OFFICINE SONORE
Martedì, 20 Settembre 2016 20:42 Pubblicato in Live ReportUn sabato carico di serate Live!! Alla faccia di chi dice che non si organizza nulla!!
Pioggia incessante, Alluvioni annunciate e allerta meteo non hanno fermato gli organizzatori delle Officine Sonore di Vercelli, nemmeno con ulteriori difficoltà che si uniscono all’accavallamento di almeno 4 date di spessore nella scena piemontese e lombarda, per un 17 settembre all’insegna della possibilità di scelta “Metal Live”!!
A malincuore e per forza di cose abbiamo dovuto fare una scelta, ricaduta sulla decisione di andare a vedere il secondo appuntamento Italiano per i Teutonici e Granitici Masterplan.
Dopo il concerto nella capitale, accompagnati da SKELETOON, LAST FRONTIER e KANTICA, i Power Metaller guidati da Roland Grapow raddoppiano nel nord, con uno show imponente alle Officine Sonore, supportati da SOUL SELLER, (nuovamente) KANTICA, e AIRBORN, già impegnati la scorsa settimana in supporto a IRON SAVIOR, in quel di Torino.
Arriviamo molto presto al Locale, ma questo non è un problema: Staff Disponibile, pronto, con il sorriso e una location adatta a serate che troppo spesso diciamo di non avere..
Il primo positivo commento va alla TRUCK ME HARD per aver preparato la serata già dal tardo pomeriggio, dimostrando professionalità e cortesia.
Soul Seller - Opening 22.30 - 23.00
Sono rimasto colpito molto positivamente da questa Band: Hard Rock melodico di ottima fattura, che strizza l’occhio a sonorità molto catchy e coinvolgenti.
Nonostante i 6 siano “in casa”, vista l’origine della formazione, l’impatto live è tipico di chi sente la voglia di proporsi internazionalmente, con ritmi incalzanti, canzoni ben presentate e buon affiatamento sul palco. Presentando ufficialmente il loro nuovo Album “Matter Of Faith” , i piemontesi scaldano la serata, nonostante il pubblico tardi a presentarsi nonostante l’inizio posticipato causa, appunto, condimeteo avverse. Avremo modo di assaporare il nuovo disco in uscita a brevissimo sotto Tanzan Music.
Il set è quasi tutto dedicato alla release, apprezzo molto la title track, e rimango favorevolmente colpito dal cantante Eric Concas, carico, con una voce molto espressiva e adatta a Band che spaziano anche nell’AOR.
Nota di merito: Bellissimo Merchandise, stand professionale e grafiche davvero azzeccate.
Bravi SOUL SELLER!!!
Setlist:
1Neverending
2Matter Of Faith
3Keep On Moving
4Get Stronger
5Get Away From The Light
6Tide Is Down
7Given To Live
8Wings Of Freedom
SOUL SELLER lineup:
▪Eric Concas – Lead Vocals
▪Dave Zublena – Rhythm Guitars & Backing Vocals
▪Cris Audisio – Lead Guitars & Backing Vocals
▪Mirko “Mike” Zublena – Bass
▪Italo Graziana – Drums & Vocals
▪Simone Morandotti – Keyboards
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Kantica - 23.15 - 23.45
In arrivo direttamente da Roma, dove la sera prima hanno aperto le danze per la data di arrivo dei MASTERPLAN, i Liguri KANTICA.
Nightwish, Epica, Evanescence, ma anche punte di Power stile Stratovarius: ecco cosa attende chi si avventura nelle melodie proposte dai giovani Savonesi. Performance positiva, a mio parere migliore di quella di Roma , grazie ad un approccio più “rodato” rispetto al giorno prima, NON per motivi di tecnica, ma solo per una normale “tensione” che colpisce tutti coloro che hanno la voglia e costanza di calcare palchi sempre più grandi. Affiatamento, voglia di mettersi alla prova e desiderio di fare bene non mancano a questa Band che vede il motore nell’ottimo tastierista ENRICO BORRO, e nel Chitarrista MATTEO VENZANO, i quali hanno saputo scegliere i nuovi membri della formazione Ligure con molta cura, vista la buona performance del grandioso ANDREA CAPPELLARI (sei corde) e delle ottime sorprese Daniele Barbarossa e Fulvio De Castelli, rispettivamente Batteria e Basso.
Non posso parlare di innovazione, visto che presentano un sound piuttosto inflazionato in questo momento storico, ma ne applaudo la resa, messa in risalto dalla vocalità della Front-Girl ELENA MAZZULLO, Cantante che bene riesce a fondere Impostazione lirica e Tendenze Rock.
Sono Molto curioso di sentire il loro nuovo lavoro “NORTHERN APOCALYPSE” in prossima uscita come DEBUT ALBUM.
Setlist:
1‘Till The End Of Time
2Northern Apocalypse
3Sacrifice
4Illegitimate Son
5My Poisoned Rose
6Mescaline
KANTICA lineup:
▪Elena Mazzullo – Vocals
▪Andrea Cappellari – Guitars
▪Matteo Venzano – Guitars
▪Enrico Borro – Keyboards
▪Daniele Barbarossa – Drums
▪Fulvio Decastelli – Bass
Airborn - 00.00- 00.30
Da amante delle sonorità Heavy, sono molto interessato a sentire gli AIRBORN, Band Piemontese di ottimo background, che ha supportato i Tedeschi IRON SAVIOR lo scorso 9.9.16 proprio a Torino.
Toni rapidi e ruvidi, irruente esplosione di robusti riff e energia da vendere. Amo molto le Bands che si preoccupano di coinvolgerti a 360° e gli AIRBORN non si sprecano in questo.
“Heavy Metal Wars” mi travolge grazie alla buona prestazione dei chitarristi Roberto e Alessio, quest’ultimo in grado anche di farmi avvicinare al palco con un cantato immediato e sostenuto.
Il genere, magari apprezzerebbe quel tocco un po’ più “cattivo” , ma ho apprezzato molto le doti vocali del Buon Front-Man.
I ritmi serrati e la potenza data dalla formazione sono consolidati dalla prestazione, a mio parere, sopra le righe della sezione ritmica, che “picchia” quanto basta per farti venire voglia di chiedere sempre un pezzo in più ala setlist.
Il pubblico apprezza, e si vede, e cosi faccio anche io: AIRBORN, VIVAMENTE CONSIGLIATI!!!
Setlist:
▪The Hero
▪They Arise
▪Sword Of Justice
▪King Of Fear
▪Terrifying Manhunt
▪Heavy Metal Wars
▪Return To The Sky
AIRBORN lineup:
▪Alessio Perardi – Vocals, Guitars
▪Roberto Capucchio – Guitars
▪Domenico Buratti – Bass
▪Roberto Gaia – Drums
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Masterplan: 00.45 - 01.45
I tedeschi salgono sul palco ad un orario “importante” rispetto alla media, ma questo non ferma la resa:
Non avrei potuto guardare concerto più bello, con musicisti impressionantemente a loro agio, sound potente e Power Metal come poco in giro.
Salti tra Tastiera, Chitarra e Basso che, guidati da un Batterista che sembra non percepire la fatica nonostante caldo e intensità, fanno da tappeto ad un cantante davvero sopra le Righe: RICK ALTZI non poteva essere scelta migliore, raccoglie l’eredità di un Lande imponente e lo fa alla perfezione. I soliti che non vanno alle date perchè “..tanto mi piaceva di più il vecchio musicista…sicuramente non sarà all’altezza del precedente…” dovrebbero smettere di ragionare da “pensionati” e andare a farsi PETTINARE, ascoltando la superba Performance che i “nuovi” sanno regalare.
IMPRESSIONANTE.
Roland Grapow è un mattatore d’eccezione simpatico e professionale, e lo dimostra il fatto che (oltre una serata ottimamente resa) abbia scelto musicisti del calibro che ci si aspetta. I Masterplan sono sembrati IN MERAVIGLIOSA FORMA. “Enlighten Me” ,“Spirit Never Die” , “Time to be King”, “Keep your Dream alive” …e il pubblico ha ciò che cercava: Potenza, tecnica e uno show da 10 e lode.
Unico neo qualche problemino audio uscito qui e la, che però non inficia la resa.
Verso la fine della scaletta abbiamo anche una sorpresa: il Bravissimo DAVIDE MERLETTO, già impegnato con Roland in passato con la Band DAEDALUS, grazie alla partecipazione dell’Ex Helloween dietro al Mix del loro Album “THE NEVER ENDING ILLUSION” nel 2008, sale sul palco e Canta un paio di pezzi, tra cui la bellissima HEROES.
Il pubblico resta fino alla fine per rendere grazie a chi ha regalato una serata che valeva la pena fosse sold out.
Setlist:
▪Per Aspera Ad Astra (intro)
▪Enlighten Me
▪Spirit Never Die
▪Wounds
▪Lost And Gone
▪Crimson Rider
▪I’m Not Afraid
▪Back For My Life
▪Time To Be King
▪Keep Your Dream Alive
▪Crystal Night
▪Soulburn
▪The Chance (Helloween cover)
▪Heroes
▪Kind Hearted Light
▪Crawling From Hell
MASTERPLAN lineup:
▪Rick Altzi – Vocals
▪Roland Grapow – Guitars
▪Axel Mackenrott – Keyboards
▪Jari Kainulainen – Bass
▪Kevin Kott – Drums