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Per riassumere la prima serata di Facciamo Valere il Metallo Italiano Atto 3 (FVM3 in breve ndr.), non possiamo esimerci dallo stendere “due righe” in merito all'origine di tutto ciò.
Esso nasce, come omonimo gruppo Facebook, con l'intento di fornire un vero e proprio supporto a tutte le bands underground nostrane; Metal, Rock e derivati sono i comuni denominatori. La “piazza virtuale” diventa punto di scambio per informazioni, live, promozione e proposte musicali, volte ad ampliare le proprie conoscenze o dare maggiore visibilità al gruppo di cui si fa parte. Da questo già di per sé splendido progetto, è nata l'idea di un vero e proprio festival itinerante; l'irrefrenabile Silvia Agnoloni, accompagnata dai suoi esperti e fidati collaboratori, spostano il loro “carrozzone” in posti sempre nuovi, con lo scopo di diffondere il “verbo del metallo”. Un annuale occasione per ritrovarci ed ascoltare buona musica, scoprendo anche bands locali (scelte dai i membri del gruppo Facebook mediante sondaggio ndr.) magari poco note.

Giunto alla sua terza edizione, quest'anno si èscelto come luogo di ritrovo il locale MK Live Club di Carpi (MO). Un posto nuovo, “fresco”, giovane, nato da poco in una terra che (e chi vi scrive è di parte ndr.) ne ha passate molte da quel lontano 2012; con la voglia di ripartire, crescere, dare speranza ed un luogo di aggregazione per i giovani della zona, si è creato uno spazio davvero unico nella “bassa modenese”.
La prima serata di FVMI3 vede protagonisti; Seraphs From Hell, Hate, Violentor e Rain; bill davvero interessante e che risponde a più gusti musicali.


SERAPHS FROM HELL:

Ad “aprire le danze”, troviamo questo questo giovane gruppo della provincia di Bologna dalle sonorità Deathcore; la voce del cantante cattura subito l'attenzione di tutti noi, grazie alla bravura nel gestire i passaggi Growl e Screaming. Probabilmente ancora un po' “acerbi” e con tanti aspetti da migliorare, hanno comunque dimostrato un grande spirito di intraprendenza pur essendo agli esordi. Riescono a gestire il palco, hanno suscitato l'interesse del pubblico che, vista la giovane età, probabilmente si aspettava la classica band Metalcore “copia di copia”, ma li ha subito rivalutati.
Da menzionare il brano “Paralyzed”, dalla partenza “soft”, che vede parte del gruppo seduto di fronte alla batteria quasi a ricreare un'atmosfera più intima; esso esploderà e sfocerà in un accorato Scream tipico del Deathcore e Metalcore, generi di riferimento dei Seraphs From Hell.
Ottima la presenza scenica e il “dialogo” che il cantante riusciva a tenere con i presenti.
Un progetto nuovo e che potrebbe dar vita a qualcosa di interessante.

SET LIST:

Mad Smile
Godless
Please Die
Fatal Empathy
It's Just Bye Bye
After Our Pain
Paralyzed
Shadow Rising



HATE:

Da Genova, con il loro carico di Hard Rock old-school targato anni 80, sono il secondo gruppo della serata. Un pezzo di storia che approda nel piccolo paesino di Carpi che, se ve lo siete persi, peggio per voi! Personalmente già li avevo adorati quando mi venne data l'occasione di recensirli, sentirli dal vivo è stata una vera e propria emozione. La set list è composta da cinque pezzi estratti dalla loro ultima fatica “Useful Junk”, più “On fire”, un vecchio brano degli anni 80, riproposto per l'occasione. La performance è stata davvero di qualità, un esempio di tecnicismo musicale ed artistico, frutto di passione e di “voglia di riscatto”; il desiderio e la forza che li hanno spinti al ritorno su i palchi, era palpabile. “Jenny” e “Your Troubles”, restano sia su cd che live, i brani migliori in assoluto; capaci di trascinare il pubblico grazie ai loro ritornelli che invogliano a cantare ed “accennare”, nascosto tra borchie e catene, qualche movimento di anca.
Accompagnati da due brave e vivaci coriste, gli Hate hanno dato vita ad un live energico, coinvolgente e piacevole, staccandosi dalle sonorità più “dure” delle altre bands del festival.
Si è respirata la vera atmosfera del puro Hard Rock, unita alla maestria e sapienza di chi, pur essendo stato lontano dal palco per anni, ha coltivato in sordina la propria passione.
La voce trascinante e da vecchio “Bluesman” di Enzo e i lunghi “giri di chitarra”, nella figura seria ed rigorosa di David, sono gli esempi di quanto citato sopra.
A questo punto, chiedo a chi era presente, se anche anche voi avete “mosso il piedino”, perchè io non sono riuscita a non farmi travolgere da tutta questa energia.
Un piacevole e meritato ritorno!

SET LIST:
Jenny
Play It Louder
Do the Rught Thing
Your Troubles
City of Dreams
On Fire


VIOLENTOR:

Sono un trio ma valgono per sei! Un vera e propria “mazzata” su i denti di brutale Thrash Metal, direttamente dalla Toscana. Le luci rosse ricreano l'atmosfera di una lunga e “malata” discesa verso l'inferno, quello fatto di Heavy e Thrash Metal brutale. Qualche leggero accenno di sorriso e le corna che si innalza al cielo, sono i pochi “slanci” di umanità che caratterizzano questo live, così “crudo” e “rozzo” (non in senso negativo, sia chiaro!). Una scaletta che attinge a pieno dal loro repertorio ma che, a mio avviso, si distingue per le coinvolgenti: “Sign Of The Cult”, “Cunts Must Die”e “Go to Hell”. La parte più “estrema” del pubblico è stata accontenta: cattiveria sotto forma di riffs, “schiaffoni” alla Pacciani, dritti in faccia e pochi tecnicismi, per del puro Metal fatto di pogo, horn-up e headbanging.

SET LIST:

We Hate All
Schizophrenic Paranoid
Sign of The Cult
Maniacs
Dismiss the Evil
Tormented
Rabid Dog
My Stomach Strong and Fit
Cunts Must Die
Go to Hell

RAIN:

A concludere la serata ci pensano i bolognesi Rain; capaci di unire Hard Rock e Heavy Metal, in un modo così unico e particolare, da soddisfare il gusto dei più metallari più esigenti. Una lunga scaletta che ripercorre la proficua carriera musicale della band, in cui troviamo pezzi travolgenti come “Whiskey”, “Cops”, “Hellfire” e “Rain”. Brani propri che ben si sposano con rivisitazioni ed omaggi come “Disperato” di Lucio Dalla, resa in chiave più Rock e “dura”, dai Nostri.
Uno show davvero carico, curato e che li ha visti avvalersi della collaborazione delle pole dancers Dirty Dianas, per la gioia degli astanti maschili. Nonostante i vari cambi di line-up, i Rain hanno saputo mantene e trasmettere l'energia che li contraddistingue; Maurizio Malaguti (Evil Mana ndr.), è stato instancabile e di grande espressività nell'eseguire la “scaletta” proposta.
Veri e propri “animali” da palco, hanno dominato la serata, riuscendo a caricare l'atmosfera di una forza ed energia propria di chi svolge questo mestiere con tanta passione.

SET LIST:

Whole Lotta Love
Love in The Back
Bang Bus
Whiskey
Spacepirates
Disperato
Good Morning Texas
Blackford
Cops
Mr 2 Words
Hellfire
Rain
Only



Tirando le somme, questa prima serata del festival Facciamo Valere il Metallo Italiano, è stata una occasione davvero unica per assistere a shows Metal di valide e spettacolari bands nostrane. Le serate come queste, rare e quasi utopiche, sono la dimostrazione che il nostro underground è vivo e desideroso di far sentire la propria musica. Dobbiamo ringraziare Silvia e tutto lo staff di FVMI che, con “sbattimento” degno di lode ed onore, sono riusciti a mettere in piedi un evento del genere. Vi è stata una gran cura nella scelta del luogo, bands, stands merchandising ad esse dedicate, fino ai più piccoli dettagli come le locandine o creare una sigla con video di presentazione, mostrato in apertura dei live; tutte “accortezze” sinonimo di passione e lavoro. Dietro tutto ciò si percepiscono una forte coesione ed amore vero la musica, senza i quali non si sarebbe dato vita ad un evento così ben riuscito. Vi saranno state sicuramente delle “piccole pecche”, ma se l'ottima affluenza del pubblico (il biglietto della singola era già di per sé invitate, figuratevi pure lo sconto acquistando quello per entrambe ndr.), è la dimostrazione che tutto è andato a buon fine. Per un weekend è stata data voce al mondo sommerso e sommesso dell'underground, ricco di bands con del potenziale da vendere. Ogni musicista si è dimostrato serio, disponibile con i fans ed umile nel ringraziare sempre chi ha reso possibile tutto ciò; è stata una serata che ha trasmesso “calore” non solo per il fervore musicale, ma anche (e soprattutto) per il lato umano emerso.
Sono sicura che ci vorrebbero più iniziative del genere,anche se piccole, intime ed un po' “caserecce”, si rivelerebbero ottime occasioni per scoprire nuove realtà.
Dunque ringraziamo tutto lo staff di Facciamo Valere il Metallo Italiano per aver arricchito il nostro “bagaglio” musicale, per il sano headbanging, le corna al cielo ed essere stati la colonna sonora del nostro weekend.



Sulla nostra pagina Facebook trovate il photo report dell'evento.

Pubblicato in Live Report

Il Metalitalia Festival è ormai diventato un punto di riferimento per la scena thrash/death internazionale, al punto che se l'anno scorso i nostri colleghi si sono potuti permettere di chiamare gente come Exodus e Testament, quest'anno hanno portato altri gruppi amatissimi dal pubblico italico: Dark Tranquillity e Sodom. Prima di loro un nutrito lavoro di bands di supporto che ha trasformato per una giornata intera il Live Club di Trezzo sull'Adda nella capitale italiana del metallo.

Sull'organizzazione c'è poco da dire: il Metalitalia è veramente un paese dei balocchi dove si possono trovare cd e vinili e bersi una birra in tutta tranquillità seduti sotto i gazebo dotati di nebulizzatore. Immancabile anche stavolta il banchetto della Tsunami con i loro libri e quelli del merchandise delle bands.

Sulle prestazioni di Electrocution e Distruzione posso solo dire: fenomenali. La scena estrema italiana sta sfornando in pochissimi anni tutta una serie di nomi che vanno dagli Hour of Penance ai Fleshgod Apocalypse con un songwriting di altissimi livelli, e i due gruppi sopracitati non fanno eccezione. Mezz'ora di mazzate a testa: i primi fanno un death classicissimo e ultra purulento, infarcito però con preziosismi virtuosi di ottimo livello (bellissimo l'assolo su uno degli ultimi pezzi, eseguito dal chitarrista Alex Guadagnoli che a breve lascerà la band) e che vanno a confermare quello che molta critica ha detto del loro ultimo lavoro Metaphysincarnation. Per quanto riguarda i Distruzione penso basti leggere il loro nome per intuire la proposta musicale: death metal senza se e senza ma, direttissimo e con una ricerca della parola veramente encomiabile. La maggior parte della scaletta è ovviamente dedicata ai pezzi dell'ultimo Distruzione, uscito lo scorso anno, che dal vivo spaccano veramente la folla che si lancia in un primo, "timido" pogo.

Mi ritaglio un paragrafo a parte per parlarvi di quella che secondo me è stata la miglior esibizione del festival dopo quella dei Sodom: quella di Cadaveria + Necrodeath e il loro progetto MondOscuro. Premesso che credo di aver ascoltato due o tre canzoni dei Cadaveria quando avevo 16 anni e che sinceramente non mi hanno mai fatto impazzire, ma dal vivo è stato uno spettacolo veramente bello e coinvolgente, con tanti pezzi che hanno coperto l'intera carriera della band e un paio di canzoni eseguite col batterista dei Necrodeath. C'era veramente tanto pubblico che ha fatto sentire il suo calore alla band al 100%, assicurando una resa concertistica spettacolare. Entusiasmo che ha continuato a mietere vittime durante il concerto dei Necrodeath, che come al solito sono una garanzia inarrivabile: appena Flegias appare sul palco si alzano due striscioni dal pubblico per una delle band più amate nella scena estrema. Oltre a "scambiarsi" qualche canzone (per esempio i Cadaveria suonano Mater Tenebrarum dei Necrodeath, mentre i secondi suonano Spell dei primi), lo show termina con Rise Above, direttamente dall'EP che porta il nome dello show. Un concerto davvero sentito e che molti di noi ricorderanno con piacere negli anni a venire.

Ammetto invece di non essermi esattamente goduto gli show di Insomnium e Demolition Hammer: i primi perché fanno un death melodico con occhiolini agli In Flames che non è esattamente nelle mie corde, i secondi perché ero troppo stanco per buttarmi in uno schiacciasassi thrash. Posso dire, comunque, che il pubblico si è goduto entrambi e ha ampiamente pogato, soprattutto ai secondi.

Quando arriva il momento degli headliner, ovviamente, la tensione è alle stelle. Prendo un buon posto per godermi i Dark Tranquillity in tutta tranquillità (ahahahahah!). È la prima volta che vedo questa band dal vivo: so che hanno contribuito, a loro tempo, all'evoluzione della Scuola di Gotenburg, e che tramire The Gallery hanno lanciato il genere sulla ribalta: dopo di loro il death melodico, purtroppo, ha finito per riempirsi di loro epigoni come gli In Flames dopo il primo periodo o i sopracitati Insomnium. La scaletta che Michael Stanne, Nikolas Sundin e Anders Jivarp ci propongo è molto incentrata sull'ultimo album Construct, con apertura affidata a From Broken Words, per poi proseguire su The Silence of Noise e proporci anche The Silence in Between e Endtime Hearts: insomma non proprio per gli appassionati dei vecchi fasti. Per fortuna qualche vecchio classico non manca, come Final Resistance, Terminus (Where death is most alive) e l'attesissima Lethe, sulla quale personalmente una lacrimuccia scende pure a me, che non sono il loro più grande fan. Chiudono con Misery's Crown, sulla quale gli Insomnium salgono sul palco a fare il famoso chorus della canzone.

Approfitto della pausa tra loro e la prossima band per andare a mettere qualcosa sotto i denti: in giro becco anche i Distruzione e gli Electrocution e ne approfitto per fargli i miei più vivi complimenti.

Ed ecco che arriva il momento che più di tutti stavo aspettando: sono ben nove anni che non vedo il buon vecchio Tom Angelripper scassare il pubblico a suon di thrash (l'ultima volta fu il Wacken 2007: ero ancora minorenne!), e dopo Decision Day (di cui potete leggere la mia recensione qui) le mie aspettative sono alle stelle. Non resto deluso: aprono con In Retribution che riescono a portare a termine nonostante allo zio Tom saltino ben due corde del basso, per poi proseguire con In War and Pieces e l'immancabile Surfin' Bird a cui fa immediato seguito The Saw is The Law. Suonano praticamente un best of con tutti i miei pezzi preferiti, andando da M-16 fino agli antichi fasti con Outbreak of Evil e Sodomy and Lust, sulla quale non ce la faccio proprio a trattenermi e mi lancio nel pogo prendendo un sacco di botte. Da Decision Day alla fine i tre estratti saranno proprio la opener, più Sacred Warpath e ovviamente Caligula, messa tra gli ultimi pezzi. Ci vogliono anche City of God, da Sodom! del 2006,  Tired and Red, Agent Orange e Blasphemer per questo concerto spaccaossa, fino ad arrivare a un momento di vero raccoglimento con la cover di Iron Fist dei Motörhead, dedicata ovviamente al mitico Lemmy. Gran finale su Ausgebombt, sulla quale il Live intero si trasforma in un mosh unico.

A giornata conclusa sono stanco e scassato, ma posso dire che il Metalitalia sarebbe da frequentare quasi solo per l'atmosfera e la simpatia della gente che ci transita. Un vero applauso ai nostri colleghi e un grazie alla Eagle Booking per avermi dato la possibilità di partecipare ad un ottimo evento come questo.

Pubblicato in Live Report

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