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26 Feb

Rhapsody Reunion+Beast In Black+Scarlet Aura@Orion (Roma) 19/02/2018 In evidenza

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Per essere un lunedi, e per essere un lunedi particolarmente uggioso, l’Orion, il locale di Roma che ormai da anni ospita la stragrande maggioranza delle band metal e non, è inusitatamente pienotto, non possiamo certo dire di essere stretti come acciughine, ma è una piccola soddisfazione per me, che ho vissuto negli ultimi tempi anche serate semi deserte, nonostante bazzicassero nomi importanti sui palchi.

Quest’oggi non è così, e supponiamo che questo ormai sempre più raro fenomeno di aggregazione, sia facilmente attribuibile all'importanza della giornata, cioè il commiato (se vero o presunto ce lo dirà il tempo) dei Rhapsody (quelli con Luca Turilli e Fabio Lione insieme), dal proprio pubblico. Ma a precedere l’addio di Turilli ed i suoi, ai fans romani, ci sono due band.

SCARLET AURA

I primi a calcare le scene sono gli Scarlet Aura, band rumena dedita ad un Modern Rock/Metal, capitanata dalla bella, talentuosa, ed iper-biondissima Aura Danciulescu, che rappresenta un valore aggiunto, sia per come tiene il palco, sia per la sua voce da rockettara stile Doro Pesch. Ma purtroppo non basta lei a scaldare gli animi, forse non è la serata adatta a certe sonorità, più probabilmente le canzoni della band sono molto anonime, ed a parte qualche cavalcata metallica qui e li, non riescono proprio ad acchiappare i metalheads, che seguono gli Scarlet più per la singer, che per altro. Unico momento in cui il pubblico partecipa in modo più attivo è quando gli Scarlet Aura ricordano la compianta singer dei Cranberries, Dolores O’Riordan, proponendo una versione incattivita della celeberrima “Zombie”, ovviamente conosciuta e salutata con entusiasmo da tutti. Lo spettacolo finisce con un anthem metallico, ma vige nuovamente una certa indifferenza tra il pubblico. Diciamo che gli Scarlet Aura hanno si dei musicisti tecnicamente capaci, ed una super cantante, ma a livello di songwriting non riescono proprio a rimanere impressi. Rimandati alla prossima…

 

BEAST IN BLACK

Giusto il tempo di cambiare teli e stendardi, e smontare la prima delle tre batterie che capeggiano sul palco, che arriva la seconda band. I Beast In Black vengono dalla Finlandia, (ma il bravissimo cantante Yannis Papadopoulos è greco), e da poco hanno debuttato per la Nuclear Blast con il disco “Berserker”, ispirato all’omonimo personaggio dei fumetti.

I Beast In Black sono nati per opera dall’ex Battle Beast Anton Kabanen, che dopo lo split con la precedente band, da lui stesso fondata, si riprende la propria Bestia, il fumettoso Berserker, e ricomincia con un act che suona un buonissimo a tamarrissimo heavy/power contaminato da sinth e tastiere.

Potentissimi, bravi, goliardici, i Beast In Black, anch'essi ad occhio e croce, ancora sconosciuti ai più, come i precedenti Scarlet Aura, nel giro di una canzone fanno il botto, ed attirano a se l’orda di metalheads romani, come api al miele.

Judas Priest addicted, i BinB possono contare su una ricetta vincente molto semplice: ritornelli epici e graffianti che ti entrano subito in testa, ritmiche vivaci e dinamiche, ed un sound che ripesca un po’ di materiale, non solo dal metal anni ’80, ma anche (e qui so che i più true tra voi storceranno il naso, ma il risultato dal mio punto di vista è ottimo), anche dal pop e dalla dance di quegli anni. Confezionano però un prodotto estremamente moderno, orecchiabile senza essere stucchevole, e soprattutto, davvero coinvolgente.

La canzone più azzardata è sicuramente “Crazy, Mad, Insane”, dove voci robotiche e sinth retrò esplodono in ogni dove, tra chitarre, batteria martellante, ed i membri dei Beast che si presentano con occhialetti a led futuristici sui quali lampeggiano le tre parole del titolo. Alcune tracce rientrano più nell’heavy/power più antemico e tradizionale, ma dal buon tiro, anche se alcuni momenti sono palesemente ispiratiai Judas Priest come “Go To Hell”. Dopotutto i Beast In Black, non nascondono minimamente l’amore per la band di Halford, ne nelle sonorità, ne tanto meno nel cantato, e non è un caso che la loro esibizione venga introdotta dalle note di “Nightcrawler”.

L’entusiasmo esplode definitivamente però con “Blind And Frozen” dove sono ancora i sinth a fare la parte del leone, ed un ritornello che lo canti già al secondo giro per quanto rimane impresso, non riuscendo a capire se hai più voglia di pogare o metterti a ballare. L’apocalittica “End Of The World” mette fine ad un’esibizione sublime, che lascia i presenti carichi al massimo, mentre arrivano gli headliner. Promossi a pieni voti!

 

RHAPSODY REUNION

Ovviamente quella dei Rhapsody è un autocelebrazione con i fiocchi, come conviene in certi casi. E’ già a partire dall'epico narrato ispirato ai soliti trailer cinematografici che precede “In Tenebris”, ci si fomenta un po’ tutti. Con “Dawn Of Victory” poi si accendono le luci e l’Orion comincerà a cantare ogni singola parola di ogni canzone, per tutta la durata dell’esibizione della band.

I mattatori sono ovviamente Fabio Lione ed il buon Luca Turilli che, al solito, salta da una parte all'altra del palco con la sua chitarra. Sembra incredibile che questo stesso musicista continui a dire che con questo tour concluderà la sua esperienza da musicista metal, perché la sensazione è che all'alba dei cinquant'anni, il buon Turilli si diverta ancora come un ragazzino ad esibirsi in questi contesti, di fronte ai suoi fans.

Poi è vero, lo stesso Luca sono anni che dice di essere più autore che chitarrista, e di non avere più tempo da dedicare al suo strumento, ed infatti qualcuno dei suoi vecchi assoli iper veloci, li falla spesso, mangiandosi diverse note, ma nel complesso i Rhapsody fanno un’esibizione degna del loro marchio di fabbrica.

Fabio Lione è come il vino, sarà la quinta volta che lo vedo dal vivo, ed ogni volta la sua voce sembra migliorare. Ma il suo contributo non è solo legato al canto, interagisce spesso col pubblico e, visto che siamo di fronte ad un’elegia dei Rhapsody che furono, tra un brano ed un altro, il frontman racconta anche vari aneddoti della storia della band, dei loro incontri, in particolare quello molto sentito con il grande Christopher Lee, a cui dedicano “Riding The Winds Of Eternity”.

La scaletta è un ottimo greatest hits, che propone anche brani mai suonati prima, o suonati molto di rado. Ascoltare la suite “Symphony…” o “Beyond The Gates Of Infinity”, o ancora la geniale “The Wizard Last Rhymes” tratta dall’Ep “Rain Of Thousand Flames” di cui suoneranno anche la cattivissima title-track, mi ha fatto tornare davvero indietro nel tempo, quando mi approcciai per la prima volta a questa band, all'epoca ancora sconosciuta.

Fabio si prodiga anche con un pezzo decontestualizzato e inaspettato, la cover di Bocelli “Con te Partirò”, interpretata in modo magistrale, perché in fondo non esistono generi, ma solo musica.

Come al solito anche Alex Holzwarth e Dominique Leurquine, si ritagliano il loro spazio per dei bei assoli giocati sul botta e risposta con il pubblico. Tutto diviene pomposo, allegro, si scherza e si canta, tanto da salutare sul finale i più grandi alfieri del metal italiano, con un sorriso e non con una lacrima. Il “Farewell Tour” saluta Roma con il classicone “Emerald Sword”, boato finale, applausi...per l'ultima volta? Non so, alla fine anche Bruce Dickinson negli anni novanta provò a dire di non voler più suonare heavy metal, salvo poi rimangiarsi tutto e tornare con gli Iron Maiden, quindi io ci spero di rivederli tutti ancora, magari tra qualche anno, magari anche con Alex Staropoli, per un epico ritorno sulle scene. 

 

 

Setlist:

In Tenebris

- Wisdom Of The Kings

- The Village Of Dwarves

- Power Of The Dragonflame

- Beyond The Gates Of Infinity

- Knitghtrider Of Doom

- Wings Of Destiny

- Riding The Winds Of Eternity

- Symphony Of Enchanted Lands

- Drum Solo

- Land Of Immortals

- The Wizard’s Last Rhymes

- Bass Solo

- Con Te Partirò (Cover Bocelli)

- Holy Thunderforce

 

Encore:

- Rain Of A Thousand Flames

- Lamento Eroico

- Emerald Sword

 

…And The Legends Ends…

Ultima modifica il Lunedì, 26 Febbraio 2018 22:56
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