E' un Legend Club di Milano bello pieno quello che ci accloglie al nostro ingresso. Dopo tutto questa sera ci sono loro, i fuoriclasse del melodic hard rock, gli H.e.a.t, forti del loro ultimo “Into the great unknown”. Ma ad aprire le danze ci pensano altre due band, i Black Diamond ed i Degreed.
Sì parte col party rock dal tocco svizzero per i Black Diamond che riescono bene nel loro compito di scaldare il pubblico con brani tanto banali quanto immediati e divertenti con il singer che si dimostra meritevole quando deve cantare nei momenti più grintosi e nelle parti più “basse” un po' meno in quelle più animate. Simpatici.
Di tutt'altra pasta son fatti i Degreed che al contrario di chi li ha preceduti, portano sul.palco tecnica e potenza con brani di non facile assimilazione. La band punta su riff potenti e la voce roca di Robin Ericsson ma non disegma qualche momento piu melodico e alcune ballatone intense. Avevamo incontrato i Degreed nei loro due dischi da studio che ci erano piaciuti fino a un certo punto. La valutazione viene confermata anche qui; la band è talentuosa, suona alla grande, è abbastanza originale con questo hard rock/metal dalle tinte nordiche (Un ruolo fondamentale ce l'ha il tastierista Mikael Jansson) ma i brani sono fin troppo freddi.
La band capitanata da Erik è una furia e anche questa volta ha letteralmente infuocato il palco del Legend. Un'ora e mezza intensa dove la band ha dimostrato di essere nettamente superiore a tutti i colleghi. La partenza con “Bastard of Society” scalda subito i presenti, ma Erik ha bisogno di scaldarsi un attimo. Tempo 2-3 brani ed è fatta, il giovane biondo singer nordico inizia il suo show trasmettendo una carica ed una adrenalina che non hanno eguali attualmente. Corre, salta sul palco, si tuffa tra la folla, si fa trasportare dal pubblico fino al bancone del bar per concludere “Beg Beg Beg”. E la setlist è spettacolare; dai primi dischi vengono riproposte le indimenticabili “1000 miles” e “Straight for Your Heart” e naturalmente non vengono dimenticati pezzi ormai storici come “In and Out of Trouble” (per la mia gioia!), “Breaking the Silence” e “Inferno”. Ma sono i pezzi nuovi a destare per certi versi maggior interesse. Se su disco per calcuni di essi la band ha scelto una produzione “soft” e quasi pop, dal vivo diventano molto più rock e mi riferisco naturalmente a “Time on Our Side” e “Redefined”. Superlativa la presenza sul palco di Dave Dalone, un piacere ritrovarlo. Se con le due meravigliose ballate (“We rule” e “Eye of th storm”) tutta la platea ha avuto gli occhi lucidi, è con il bis che la band mette fine ad uno show memorabile. “Point of No Return”, “A Shot At Redemption” e “Living on the Run” mandano letteralmente in ecstasy i presenti.
Gli H.e.a.t sono una forza della natura, una band che da anni ormai riesce a comporre musica stratosferica e a portarla in giro per i palchi di mezzo mondo con un'adrenalina unica. Se vi siete persi questo show avete commesso un grosso errore ma spero potrete rimediare alquanto prima perchè nel 2018 si prospetta qualche altra data anche nella nostra penisola, parole della band.
Setlist:
Bastard of Society
Emergency
Mannequin Show
Straight for Your Heart
Redefined
Blind Leads the Blind
Into the Great Unknown
1000 Miles
We Rule / Time on Our Side
Beg Beg Beg
Drum Solo
Breaking the Silence
Eye of the Storm
In and Out of Trouble
Best of the Broken
Inferno
Encore:
Point of No Return
A Shot At Redemption
Living on the Run