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20 Mag

Overtures live @ Greenwich Pub - Curtarolo (PD) 19/05/2017

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Venerdì 19 maggio 2017, era parecchio tempo che questo arzillo “vecchietto” non andava ad un concerto, ma per gli Overtures non potevo mancare! Ecco così che mi sposto allo storico “Greenwich Pub”, vera e propria istituzione live da tanti anni, nel ridente paesello di Curtarolo, alle porte di Padova. Ricordando la struttura del Greenwich, mi domandavo come avrebbe fatto a suonare lì una band come gli Overtures, aspettandomi una certa folla di gente, vista la qualità così elevata della proposta musicale.... invece, come tristemente accade da troppo tempo, oltre al fido Federico Orano e me, c’erano circa una settantina di persone (contando anche parenti ed amici delle due bands di apertura)! Devo ammettere che ho provato davvero tristezza per una risposta di pubblico così deludente; poi si legge nei vari forum o siti internet che tutti si lamentano che non ci sono date live, che si fanno suonare solo cover band del cavolo e tutti discorsi vuoti del genere.... ed io mi incazzo quando ci sono eventi del genere e la risposta del metallaro italiota medio è una simile scarsa partecipazione! Potremmo continuare all’infinito a parlare di amenità del genere, senza cavare un ragno dal buco, quindi meglio parlare della musica! Nonostante la struttura del Greenwich non sia il massimo per la musica metal, la resa sonora è decente ed ha permesso di apprezzare gli sforzi delle tre bands esibitesi nel corso della serata. Sono circa le 22, quando salgono sul palco i giovanissimi padovani Perpetual Fate. La band ci presenta un piacevole heavy metal, con la voce particolare della bionda Maria Grazie Zancopé, che attira le attenzioni anche per un costume di scena in stile scolaretta (camicetta bianca con fiocco al collo e pantaloncini neri) che poco c’entra con la grinta che sprigiona dalla sua voce e con l’energia del sound della band. Visto il nome della band, avrei preferito una bella tunica nera da sacerdotessa del “fato perpetuo”, così da dare anche quel tocco di teatralità che non guasta. Non posso che suggerire alla singer di continuare a studiare, perchè credo che abbia davvero delle ottime potenzialità, non essendo la classica ugola lirica stucchevole che ormai inflaziona ed affossa il female fronted melodic metal. Ho avuto modo di apprezzare il batterista Marco Andreetto, poliedrico e protagonista come ben si addice a chi suona questo strumento nel mondo metal e non si limita al classico “tupa-tupa” di accompagnamento. Bravi anche i due chitarristi ed il bassista, per una buona mezz’oretta davvero gradevole. So che la band sta lavorando ad un disco di debutto e spero di poterlo recensire qui sulle pagine di allaroundmetal.com! Dopo un veloce cambio di strumentazione, salgono in pedana gli Innerload, metal band veneziana il cui debut album intitolato “React” fu anche recensito anni fa su queste pagine. Devo ammettere che quando ho visto la band, ho avuto un groppo in gola; se infatti avessi potuto coronare il mio sogno di studiare uno strumento, probabilmente adesso sarei come loro, un quarantacinquenne che lavora per vivere e poi si dedica alla sua passione per la musica metal con un gruppetto di amici, senza pretese da rockstar, ma solo e soltanto per divertirsi e dare sfogo alla propria energia repressa. Quando poi ho visto il cantante Marco Cortese, mi è venuto in mente un mio vecchissimo amico d’infanzia che canta ancora in una piccola band dell’underground barese, stessa impostazione vocale, stessa grinta e passione, persino una discreta somiglianza fisica (tranne che per i capelli....). L’heavy degli Innerload è molto old-school e quindi forse maggiormente adatto ai meno giovani (come appunto il sottoscritto), non dispiace né fa impazzire, ma ci accompagna per un’altra piacevole parentesi in attesa della band principale della serata. Un plauso va indubbiamente alla passione di tutti i musicisti degli Innerload, immagino che non sia facile trovare il tempo di coltivare il proprio amore per il metal, quando non hai più 20 anni e magari hai moglie e figli che ti aspettano a casa (se non sono lì davanti ad urlare con te, come mi sembra di aver visto...). Sono le 23.30 quando attaccano le prime note di “Daemons” e gli Overtures, accompagnati dalle due splendide coriste Nicoletta Rosellini (cantante dei Kalidia) e Alessia Melany Scolletti, la cui presenza indubbiamente impreziosisce la scena. Ero curioso di vedere dal vivo gli Overtures, specie dopo l’uscita dalla band dello storico chitarrista Marco Falanga, sostituito dal giovanissimo chitarrista padovano Massimiliano Pistore e dall’ex-Corte di Lunas Thomas Titze. Devo dire che i due nuovi innesti si sono comportati alla grandissima, mettendo in mostra tutta la loro tecnica. Purtroppo il palchetto del Greenwich è piccolino e quindi i movimenti erano davvero difficili e limitati, eppure lo spettacolo è stato sempre di grande qualità! Eccezionale la prestazione del mitico Luka Klanjscek al basso, così come mostruoso è stato alla batteria Andrea Cum che addirittura, verso la metà del concerto ha letteralmente fatto cedere un sostegno della grancassa che, sulla spinta del doppio pedale ha cominciato a camminare, spostandosi in avanti e costringendo Andrea a vere e proprie contorsioni per continuare a suonare! Fortunatamente gli altri si sono accorti della cosa ed il brano è stato completato con Michele Guaitoli che teneva fermo con un piede lo strumento. Ecco, Michele Guaitoli.... sapevo delle sue immense qualità, ma sono davvero rimasto sorpreso in positivo! E questo sia perchè ho avuto modo di conoscere una persona semplicissima, che riserva attenzioni a tutti senza esitazione e con cui è spontaneo entrare in confidenza, ma anche perchè ho avuto modo di apprezzare la notevole preparazione tecnica da ogni punto di vista. Un vero animale da palcoscenico che intrattiene, scherza ed ha una voce strepitosa! Ritengo che gli Overtures siano una band degna ormai di palchi di livello internazionale; con tutto il rispetto per il Greenwich, ma loro sono di valore maggiore e credo che meritino ogni attenzione; spero vivamente che possano entrare in quel circuito superiore che, per le loro grandi qualità, gli spetterebbe di diritto! La scaletta della serata è stata la seguente:

- Daemons

- The Maze

- Repentance

- Profiled

- Artifacts

- Savior (la mia preferita in assoluto, resa nella versione del 2013)

- Unshared worlds

- Under the northern star

- Delirium

- Through the storm

- Go(l)d

- Programmed to serve

- As clandels we burn

- The oracle

- Angry animals

- Fly angel

 

Su richiesta del pubblico, è stato concesso un bis di Artifacts, con le due coriste che salivano sui tavoli a cantare ed i due chitarristi che suonavano sopra delle sedie e tutti assieme ad urlare a squarciagola il testo della splendida title-track dell’ultimo disco, in un’unione ideale pubblico-band che ha fatto sprigionare tutte le ultime energie rimaste e buttar fuori le tossine che si accumulano nella nostra stressante vita quotidiana. Ho assistito a tantissimi concerti nelle ormai parecchie primavere che ho sulle spalle, ma difficilmente mi sono emozionato così come stasera, grazie Overtures per una splendida serata che spero presto di poter replicare!

 

Ultima modifica il Sabato, 20 Maggio 2017 23:46
Ninni Cangiano

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