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Ad oggi Niklas Sundin è forse uno dei musicisti più completi e poliedrici al mondo. Dopo quasi trent'anni di militanza nei Dark Tranquillity, l'artista ha deciso di prendere le distanze da Mikael Stanne e soci e di iniziare un progetto musicale tutto suo: i Mitochondrial Sun. Sono passati pochi mesi dal primo album di debutto, che ha visto la luce a febbraio 2020. Ma il buon Niklas si è messo nuovamente al lavoro, ed il 13 novembre 2020 ha presentato al grande pubblico "Sju Pulsarer", la sua seconda fatica (trovate a questo link la nostra recensione). In merito a ciò ho avuto la fortuna e l'onore di potergli fare qualche domanda. Di seguito l'intervista a Niklas Sundin. Buona lettura!

[English Version Below]

 

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1. Ciao Niklas e benvenuto su Allaroundmetal, è un piacere. Come stai? Il tuo secondo album solista, "Sju Pulsarer", è stato pubblicato da poco. Come ti senti a riguardo?

Ciao! Grazie per avermi ospitato. Sono molto soddisfatto di "Sju Pulsarer"; è tutto ciò che volevo che fosse. Non è certamente un ascolto facile, e la natura ripetitiva e l'intensità non sono per tutti, ma finora la risposta è stata sorprendentemente buona. Grazie per la tua recensione lusinghiera, a proposito.

2. Ci vuoi parlare della scrittura dell'album? Da dove hai preso ispirazione questa volta?

È difficile da dire. Proprio come per l'album di debutto, non c'erano influenze consapevoli o fonti di ispirazione in quanto tali. Ho pensato di fare un album davvero intenso per molti anni, forse perché tutto ciò in cui sono stato coinvolto fino ad ora è stato molto equilibrato. In ogni album precedente di cui facevo parte, cercavamo di ottenere un buon mix tra canzoni veloci, lente, lunghe e brevi e poi arrangiare tutto per rendere l'ascolto il più vario e dinamico possibile. Con "Sju Pulsarer", al contrario, volevo il caos totale, con l'intenzione di travolgere quasi l'ascoltatore e indurre un'esperienza ipnotica, simile alla trance. Immagino che l'ispirazione principale sia stata proprio quella di provare questo stile, ma ovviamente ci sono altri artisti che hanno esplorato un territorio simile. La ripetizione e il ronzio combinati con la batteria furiosa sono simili a band come Ultha e Fell Voices, e il suono "futuristico" potrebbe assomigliare a Thorns o Blut aus Nord a volte. Ma nel complesso penso che gli elementi elettronici rendano "Sju Pulsarer" un album piuttosto originale. Per quanto riguarda il processo di scrittura in sé, è stato abbastanza fluido una volta stabilita la direzione di base. Tutto è stato registrato nel mio studio di casa e poi spedito ad Anders Lagerfors di Nacksving - che ha anche lavorato con i Dark Tranquility in precedenza - per il missaggio.

3. Questo nuovo album è piuttosto differente rispetto al precedente: molto più oscuro ed estremo. Direi perfino più introspettivo. A cosa si deve questo cambio di stile?

L'idea con i Mitochondrial Sun è di fare tutto ciò che trovo interessante, quindi ogni album sarà probabilmente molto diverso dagli altri. Ho sempre ammirato band come gli Ulver che coprono molti stili diversi pur mantenendo intatti alcuni sentimenti o identità fondamentali. "Sju pulsarer" è sicuramente diverso dal punto di vista sonoro rispetto all'album di debutto, ma sotto la distorsione e la batteria veloce, l'arrangiamento delle melodie è in realtà piuttosto simile. È fantastico che tu lo trovi introspettivo, dal momento che è quello che speravo. Nonostante sia intenso per la maggior parte del tempo, c'è anche qualcosa di rilassante e meditativo.

4. E riguardo l'artwork, possiamo dire che l'approccio è lo stesso, ossia trasmettere visivamente ciò che vuoi comunicare con la musica?

Assolutamente. La copertina ha un'atmosfera cosmica e spaziale, e l'oggetto principale sembra un'enorme massa ultraterrena. In realtà è un primo piano di spore, che racchiude l'intera idea di mescolare il molto piccolo con il molto grande e l'organico col freddo e l'artificiale. È un po' più astratto rispetto ad altri miei lavori artistici, ma sembrava giusto per questo particolare album.

5. Pensi che la pandemia abbia in qualche modo ispirato la musica di "Sju Pulsarer"?

Si potrebbe pensare che le cose stiano effettivamente così, dato che il suono è così claustrofobico e intenso. In realtà l'album era già finito all'80% quando è iniziata la pandemia, e inoltre l'idea di fare questo tipo di musica era in circolazione da anni. Devo ammettere però che l'album si allinea molto bene alla situazione mondiale attuale, e forse assume anche un significato diverso. Probabilmente è più facile per le persone approcciarsi al lavoro con la giusta mentalità nella situazione attuale rispetto ad un contesto normale.

6. I Mitochondrial Sun sono un progetto molto giovane nato un anno fa. Eppure in così poco tempo hai già pubblicato due album, perciò immagino tu sia molto ispirato. Cosa vuoi comunicare di preciso con la tua musica?

L'album di debutto è stato effettivamente terminato più di un anno prima della sua uscita, quindi c'è stato più tempo a disposizione per realizzare "Sju Pulsarer" di quello che potrebbe sembrare. Detto questo, mi sento decisamente ispirato, ed è generalmente un po' più facile essere produttivo quando sono solo io nel mio studio di casa e non in una situazione di band completa in cui si prova e si discute molto il materiale nuovo (e, pre -COVID-19, anche molti tour). Per quanto riguarda la comunicazione, è tutto abbastanza aperto. La musica è strumentale, perciò lascio l'interpretazione alle persone anziché fornire loro un contesto troppo specifico e una serie di "regole" su come interpretarlo. Per me la musica è emozione ed espressione di istinti, e non la mera trasmissione di idee e informazioni: cerco quindi di stimolare l'immaginazione dell'ascoltatore e non dirgli cosa pensare. 

7. Sappiamo tutti che tu sei uno dei membri fondatori dei Dark Tranquillity e che hai recentemente lasciato la band. Inoltre conosciamo bene il tuo stile unico. Ma quando ascolti i Mitochondrial Sun senti immediatamente che c'è una netta differenza rispetto ai Dark Tranquillity. Come mai? Un ambiente di lavoro diverso o un altro tipo di approccio alla musica? 

È un po' entrambe le cose. I D.T. sono sempre stati una band democratica, quindi la musica di solito finiva per essere una combinazione di ciò che ogni membro portava al tavolo. I miei gusti erano spesso in minoranza e molto del materiale che ho scritto semplicemente non è stato inserito nelle tracce (il che ovviamente va benissimo, e lo stesso vale anche per gli altri membri) o è stato cambiato per adattarsi allo stile e alla direzione generale della band. In questo senso, avere un progetto tutto mio mi dà più libertà dato che sono l'unico a cui deve piacere il lavoro finale. Inoltre, dato che sono stato nei D.T. per così tanti anni, preferisco molto di più concentrarmi sul fare musica, cosa che similmente ho fatto anche in passato. Sono sicuro che in futuro pubblicherò musica metal più regolare per così dire, ma per ora è più gratificante sperimentare un po' ed esplorare nuovi orizzonti.

8. Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai in mente qualche collaborazione o continuerai a lavorare da solo?

Ci sono già delle canzoni finite per il prossimo album dei Mitochondrial Sun, ma non so ancora se pubblicare un vero e proprio album completo o due EP separati. Il materiale è molto vario, quindi forse ha più senso dividerlo in due versioni. Ci sono anche alcune collaborazioni in cantiere, ma è meglio non parlare di dettagli fino a quando qualcosa non è effettivamente pronto. Le cose sono un po' imprevedibili e accadranno quando sarà il momento, ma è difficile dire se sarà l'anno prossimo o più tardi. In generale vedo l'ora di vedere cosa porterà il futuro.

9. Sfortunatamente la pandemia ha posto un freno al mondo della musica e dell'arte in generale. Tu come stai affrontando questa situazione? Sei ottimista per il futuro?

Beh, l'ottimismo probabilmente non è uno dei miei punti di forza (ride, ndr). Penso che almeno i prossimi 5-10 anni saranno vissuti all'ombra della pandemia. Le sperimentazioni sui vaccini sono promettenti, ma non tutti sceglieranno di vaccinarsi sfortunatamente . E anche quando le cose inizieranno di nuovo ad aprirsi probabilmente ci saranno cluster locali (assembramenti, ndr) e focolai stagionali che renderanno la vita in generale più imprevedibile di prima. Misure come l'allontanamento sociale saranno ancora un requisito per molte attività, inclusa la musica dal vivo. Questo potrebbe funzionare per grandi artisti come i Metallica, o per band molto underground che suonano solo negli scantinati senza permesso. Ma per la maggior parte degli spettacoli in tour sarà più difficile, poiché i luoghi in cui ci si esibisce normalmente non possono sopravvivere finanziariamente con solo, ad esempio, il 20% del pubblico permesso. Detto questo, la creatività trova sempre una soluzione e possiamo già vedere come molti musicisti stiano avviando nuovi progetti e collaborazioni.

10. Bene Niklas, questa era l'ultima domanda. Lascio a te le ultime parole ai lettori di Allaroundmetal e a tutti i tuoi fan italiani. Ti ringrazio tantissimo per la disponibilità e speriamo di poterti vedere presto in Italia.

Grazie a te per l'intervista! Sono ovviamente felice e grato del supporto che arriva dall'Italia, che è sempre stata una delle mete preferite anche per i Dark Tranquillity sin dall'inizio degli anni '90. Invito tutti a dare un ascolto a "Sju Pulsarer". All'inizio potrebbe essere un po'difficile, ma per coloro a cui piace la musica un po' stravagante e strana ci saranno molte melodie e atmosfere da scoprire.

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[English Version]

1. Hi Niklas and welcome to Allaroundmetal webzine. It's a pleasure for us. How are you? Your second solo album, "Sju Pulsarer", has just been released. How do you feel about it?

Hi! Thanks for having me. I'm very satisfied with "Sju Pulsarer"; it's everything that I wanted it to be. It's certainly not an easy listen, and the repetitive nature and intensity is not for everyone, but so far the response has been surprisingly good (thanks for your flattering review by the way). 

2. Do you want to talk about the writing process? Where did you get the inspiration this time?

It's hard to say. Just as with the debut album, there weren't any conscious influences or inspirational sources as such. I've thought of making a really intense album for many years, maybe due to the fact that everything else that I've been involved with has been very balanced. On every previous album that I was a part of, we'd try to get a good mix between fast and slow and long and short songs and then arrange everything in order to make the listener experience as varied and dynamic as possible. With "Sju Pulsarer" I wanted full-on mayhem, with the intention of almost overwhelming the listener and inducing a hypnotic, trance-like experience. I guess that main inspiration was just to try this style out, but of course there are other artists that have explored similar territory. The repetition and droning combined with furious drumming is similar to bands like Ultha and Fell Voices, and the "futuristic" sound might resemble Thorns or Blut aus Nord at times - but on the whole I think that the electronic elements make "Sju Pulsarer" a pretty original album. As for the writing process itself, it was pretty smooth once I had established the basic direction. Everything was recorded in my home studio and then sent off to Anders Lagerfors at Nacksving - who also worked with Dark Tranquillity before - for mixing.

3. This new album is quite different from the previous one: it is much more extreme and dark. I would say almost more introspective. What made you change your style?

The idea with Mitochondrial Sun is to do whatever I find interesting, so every album will probably be very different from the others. I've always admired bands like Ulver that cover a lot of different styles while still keeping some core feeling or identity intact. "Sju pulsarer" is for sure different sonically than the debut album, but underneath the distortion and fast drums, the basic way of arranging melodies is actually pretty similar. It's great that you find the new album introspective, since that's what I was hoping for. Even though it's intense most of the time, there's also something soothing and meditative about it.

4. What about the artwork? Can we say that the approach is the same, that it visually represents what you want to communicate with your music?

Absolutely. The cover has a cosmic and space-y feel, and the main object looks like some huge otherworldly thing, but it's actually a close-up of spores, which encapsulates the whole idea of mixing the very small with the very large, and the organic with the cold and clinical. It's a bit more abstract than most of my other artwork, but it felt right for this particular album.

5. Do you think the pandemic has somehow inspired the music of your new album?

It's tempting to interpret things in that way since the sound is so claustrophobic and intense, but the album was actually 80% finished when the pandemic started, and the idea of making this kind of songs had been around for years. I have to agree that the music aligns very well to the current world situation though, and maybe takes on a different meaning as well. It's probably easier for people to relate to and get into the right mindset under the current situation compared to if things were normal.

6. Mitochondrial Sun is a very young project, born a year ago. But in this short time you have released 2 albums, so I guess you are very inspired. What do you want to communicate with your new music?

The debut album was actually finished over a year before its release, so there has been more time than what it might seem like from the outside to make "Sju Pulsarer". With that said, I definitely feel inspired, and it's generally a bit easier to be productive when it's just me in my home studio and not a full band situation where there is always a lot of time spent rehearsing and discussing the music (and, pre-COVID-19, a lot of touring as well). As for communication, it's all pretty open-ended. The music is instrumental, and I'd rather allow people to come up with their own ideas than to provide a too specific context and a set of "rules" for how to interpret it. To me, music was always more about emotion and expressing things on an instinctive level rather than transmitting ideas and information. I'd rather try to trigger the imagination of people than telling them what to think.

7. We all know that you were one of the founding members of Dark your unique style. But when you listen to Mitochondrial Sun you feel a clear difference compared to DT. What is the cause of this: a different work environment or a different musical approach? 

It's a bit of both. D.T. was always a democratic band, so the music usually ended up being a combination of what every member brought to the table. My own taste was often in the minority, so a lot of the material that I wrote just didn't make it into D.T. songs (which of course is totally fine, and also the same also applied to the other members) or got changed quite a lot in order to fit with the general style and direction of the band. From that perspective, having my own project is a bit more free since I'm the only one that needs to like something in order for it to appear on an album. Also, since I was in D.T. for so many years, it just feels more interesting right now to focus on making music that isn't too similar to what I've done in the past. I'm sure that I'll be releasing more "regular" metal music again at some point in the future, but for now it's more rewarding to experiment a bit and explore new horizons.

8. What are your future projects? Do you have any collaboration in mind or will you continue to work alone?

There are already songs finished for the next Mitochondrial Sun release, but I haven't decided whether it's best to release a proper full-length album or two separate EP's. The material is very diverse, so maybe it makes more sense to split it up over two releases. There are some collaborations in the pipeline as well, but it's better not to talk about specifics until something actually is ready. Things are a bit unpredictable and will happen when there is enough time, but it's hard to say if that will be next year or later. But I'm certainly looking forward to what the future will bring.

9. The pandemic has unfortunately stopped the world of music and the world of art in general. How are you dealing with it? Are you optimistic about the future?

Well, optimism probably isn't one of my strengths, ha ha! I think that at least the next 5-10 years will be lived in the shadow of the pandemic. The vaccine trials are promising, but not everyone will choose to get vaccinated (unfortunately), and even when things slowly start opening up, there will likely be local clusters and seasonal outbreaks making life in general more unpredictable than before. Measures like social distancing probably still will be a requirement for many activities, including live music. This might work for huge artists like Metallica, or for very underground bands that just play in basements without permission, but for most typical touring acts it'll be harder since the venues where they'd normally play can't survive financially if only - say - 20% audience capacity is allowed. With that said, creativity always finds a way, and we can already see how a lot of musicians start new projects and collaborations.

10. Ok Niklas, this was the last question. I leave you the last words: what do you have to say to all Allaroundmetal readers and to all your Italian fans? Thank you very much for your availability and for your time, stay safe and we hope to see you soon here in Italy.

Well, thanks for the interview! I'm of course happy and grateful for the support from Italy (which always have been one of the best places for D.T., even since the early '90's) and invite everyone to give "Sju Pulsarer" a listen. It might be a bit hard to penetrate at first, but for those who like their music a bit quirky and weird, there are lots of melodies and atmosphere to discover.

 

Pubblicato in Interviste

Per riassumere la prima serata di Facciamo Valere il Metallo Italiano Atto 3 (FVM3 in breve ndr.), non possiamo esimerci dallo stendere “due righe” in merito all'origine di tutto ciò.
Esso nasce, come omonimo gruppo Facebook, con l'intento di fornire un vero e proprio supporto a tutte le bands underground nostrane; Metal, Rock e derivati sono i comuni denominatori. La “piazza virtuale” diventa punto di scambio per informazioni, live, promozione e proposte musicali, volte ad ampliare le proprie conoscenze o dare maggiore visibilità al gruppo di cui si fa parte. Da questo già di per sé splendido progetto, è nata l'idea di un vero e proprio festival itinerante; l'irrefrenabile Silvia Agnoloni, accompagnata dai suoi esperti e fidati collaboratori, spostano il loro “carrozzone” in posti sempre nuovi, con lo scopo di diffondere il “verbo del metallo”. Un annuale occasione per ritrovarci ed ascoltare buona musica, scoprendo anche bands locali (scelte dai i membri del gruppo Facebook mediante sondaggio ndr.) magari poco note.

Giunto alla sua terza edizione, quest'anno si èscelto come luogo di ritrovo il locale MK Live Club di Carpi (MO). Un posto nuovo, “fresco”, giovane, nato da poco in una terra che (e chi vi scrive è di parte ndr.) ne ha passate molte da quel lontano 2012; con la voglia di ripartire, crescere, dare speranza ed un luogo di aggregazione per i giovani della zona, si è creato uno spazio davvero unico nella “bassa modenese”.
La prima serata di FVMI3 vede protagonisti; Seraphs From Hell, Hate, Violentor e Rain; bill davvero interessante e che risponde a più gusti musicali.


SERAPHS FROM HELL:

Ad “aprire le danze”, troviamo questo questo giovane gruppo della provincia di Bologna dalle sonorità Deathcore; la voce del cantante cattura subito l'attenzione di tutti noi, grazie alla bravura nel gestire i passaggi Growl e Screaming. Probabilmente ancora un po' “acerbi” e con tanti aspetti da migliorare, hanno comunque dimostrato un grande spirito di intraprendenza pur essendo agli esordi. Riescono a gestire il palco, hanno suscitato l'interesse del pubblico che, vista la giovane età, probabilmente si aspettava la classica band Metalcore “copia di copia”, ma li ha subito rivalutati.
Da menzionare il brano “Paralyzed”, dalla partenza “soft”, che vede parte del gruppo seduto di fronte alla batteria quasi a ricreare un'atmosfera più intima; esso esploderà e sfocerà in un accorato Scream tipico del Deathcore e Metalcore, generi di riferimento dei Seraphs From Hell.
Ottima la presenza scenica e il “dialogo” che il cantante riusciva a tenere con i presenti.
Un progetto nuovo e che potrebbe dar vita a qualcosa di interessante.

SET LIST:

Mad Smile
Godless
Please Die
Fatal Empathy
It's Just Bye Bye
After Our Pain
Paralyzed
Shadow Rising



HATE:

Da Genova, con il loro carico di Hard Rock old-school targato anni 80, sono il secondo gruppo della serata. Un pezzo di storia che approda nel piccolo paesino di Carpi che, se ve lo siete persi, peggio per voi! Personalmente già li avevo adorati quando mi venne data l'occasione di recensirli, sentirli dal vivo è stata una vera e propria emozione. La set list è composta da cinque pezzi estratti dalla loro ultima fatica “Useful Junk”, più “On fire”, un vecchio brano degli anni 80, riproposto per l'occasione. La performance è stata davvero di qualità, un esempio di tecnicismo musicale ed artistico, frutto di passione e di “voglia di riscatto”; il desiderio e la forza che li hanno spinti al ritorno su i palchi, era palpabile. “Jenny” e “Your Troubles”, restano sia su cd che live, i brani migliori in assoluto; capaci di trascinare il pubblico grazie ai loro ritornelli che invogliano a cantare ed “accennare”, nascosto tra borchie e catene, qualche movimento di anca.
Accompagnati da due brave e vivaci coriste, gli Hate hanno dato vita ad un live energico, coinvolgente e piacevole, staccandosi dalle sonorità più “dure” delle altre bands del festival.
Si è respirata la vera atmosfera del puro Hard Rock, unita alla maestria e sapienza di chi, pur essendo stato lontano dal palco per anni, ha coltivato in sordina la propria passione.
La voce trascinante e da vecchio “Bluesman” di Enzo e i lunghi “giri di chitarra”, nella figura seria ed rigorosa di David, sono gli esempi di quanto citato sopra.
A questo punto, chiedo a chi era presente, se anche anche voi avete “mosso il piedino”, perchè io non sono riuscita a non farmi travolgere da tutta questa energia.
Un piacevole e meritato ritorno!

SET LIST:
Jenny
Play It Louder
Do the Rught Thing
Your Troubles
City of Dreams
On Fire


VIOLENTOR:

Sono un trio ma valgono per sei! Un vera e propria “mazzata” su i denti di brutale Thrash Metal, direttamente dalla Toscana. Le luci rosse ricreano l'atmosfera di una lunga e “malata” discesa verso l'inferno, quello fatto di Heavy e Thrash Metal brutale. Qualche leggero accenno di sorriso e le corna che si innalza al cielo, sono i pochi “slanci” di umanità che caratterizzano questo live, così “crudo” e “rozzo” (non in senso negativo, sia chiaro!). Una scaletta che attinge a pieno dal loro repertorio ma che, a mio avviso, si distingue per le coinvolgenti: “Sign Of The Cult”, “Cunts Must Die”e “Go to Hell”. La parte più “estrema” del pubblico è stata accontenta: cattiveria sotto forma di riffs, “schiaffoni” alla Pacciani, dritti in faccia e pochi tecnicismi, per del puro Metal fatto di pogo, horn-up e headbanging.

SET LIST:

We Hate All
Schizophrenic Paranoid
Sign of The Cult
Maniacs
Dismiss the Evil
Tormented
Rabid Dog
My Stomach Strong and Fit
Cunts Must Die
Go to Hell

RAIN:

A concludere la serata ci pensano i bolognesi Rain; capaci di unire Hard Rock e Heavy Metal, in un modo così unico e particolare, da soddisfare il gusto dei più metallari più esigenti. Una lunga scaletta che ripercorre la proficua carriera musicale della band, in cui troviamo pezzi travolgenti come “Whiskey”, “Cops”, “Hellfire” e “Rain”. Brani propri che ben si sposano con rivisitazioni ed omaggi come “Disperato” di Lucio Dalla, resa in chiave più Rock e “dura”, dai Nostri.
Uno show davvero carico, curato e che li ha visti avvalersi della collaborazione delle pole dancers Dirty Dianas, per la gioia degli astanti maschili. Nonostante i vari cambi di line-up, i Rain hanno saputo mantene e trasmettere l'energia che li contraddistingue; Maurizio Malaguti (Evil Mana ndr.), è stato instancabile e di grande espressività nell'eseguire la “scaletta” proposta.
Veri e propri “animali” da palco, hanno dominato la serata, riuscendo a caricare l'atmosfera di una forza ed energia propria di chi svolge questo mestiere con tanta passione.

SET LIST:

Whole Lotta Love
Love in The Back
Bang Bus
Whiskey
Spacepirates
Disperato
Good Morning Texas
Blackford
Cops
Mr 2 Words
Hellfire
Rain
Only



Tirando le somme, questa prima serata del festival Facciamo Valere il Metallo Italiano, è stata una occasione davvero unica per assistere a shows Metal di valide e spettacolari bands nostrane. Le serate come queste, rare e quasi utopiche, sono la dimostrazione che il nostro underground è vivo e desideroso di far sentire la propria musica. Dobbiamo ringraziare Silvia e tutto lo staff di FVMI che, con “sbattimento” degno di lode ed onore, sono riusciti a mettere in piedi un evento del genere. Vi è stata una gran cura nella scelta del luogo, bands, stands merchandising ad esse dedicate, fino ai più piccoli dettagli come le locandine o creare una sigla con video di presentazione, mostrato in apertura dei live; tutte “accortezze” sinonimo di passione e lavoro. Dietro tutto ciò si percepiscono una forte coesione ed amore vero la musica, senza i quali non si sarebbe dato vita ad un evento così ben riuscito. Vi saranno state sicuramente delle “piccole pecche”, ma se l'ottima affluenza del pubblico (il biglietto della singola era già di per sé invitate, figuratevi pure lo sconto acquistando quello per entrambe ndr.), è la dimostrazione che tutto è andato a buon fine. Per un weekend è stata data voce al mondo sommerso e sommesso dell'underground, ricco di bands con del potenziale da vendere. Ogni musicista si è dimostrato serio, disponibile con i fans ed umile nel ringraziare sempre chi ha reso possibile tutto ciò; è stata una serata che ha trasmesso “calore” non solo per il fervore musicale, ma anche (e soprattutto) per il lato umano emerso.
Sono sicura che ci vorrebbero più iniziative del genere,anche se piccole, intime ed un po' “caserecce”, si rivelerebbero ottime occasioni per scoprire nuove realtà.
Dunque ringraziamo tutto lo staff di Facciamo Valere il Metallo Italiano per aver arricchito il nostro “bagaglio” musicale, per il sano headbanging, le corna al cielo ed essere stati la colonna sonora del nostro weekend.



Sulla nostra pagina Facebook trovate il photo report dell'evento.

Pubblicato in Live Report

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