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16 Feb

L'esoterismo in musica dei Deathless Legacy In evidenza

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Eccoci con i Deathless Legacy per una piacevole chiacchierata sull’esoterismo insito nel nuovo album “Dance with devils”.

 

 

 

D.: Ciao ragazzi e grazie di essere qui con noi di allaroundmetal.com! Che ne dite, per chi ancora non vi conosce, di raccontarci la storia dei Deathless Legacy, partendo da chi ha fondato la band e come siete arrivati ad essere quella band che ha realizzato “Dance with devils”? So, ad esempio, che siete nati come tribute band dei Death SS.....

R.: Siamo nati da un’idea del batterista Frater Orion e della cantante Steva, abbiamo militato per alcuni anni come tribute band dei Death ss, periodo nel quale già presentavamo alcuni brani che poi sono finiti nel nostro primo album “Rise From The Grave”. È stata un’esperienza molto formativa, che ci ha permesso di evolverci nel gusto e nella sensibilità musicale.

 

 

D.: Quanto sono importanti per voi il trucco e la teatralità ed, in genere, l’impatto visivo del vostro aspetto?

R.: Naturalmente per noi sono molto importanti, studiamo tutto quello che riguarda l’aspetto visivo della nostra performance almeno quanto quello musicale. il che sostanzialmente raddoppia (o forse triplica) il lavoro da fare per mettere su uno spettacolo.

 

 

D.: Il vostro sound viene definito come “horror metal”, secondo voi cosa significa questa definizione?

R.: Per noi l’Horror metal è un genere trasversale con solide radici nel gothic metal classico, ma che spazia e si mescola a tanti altri sottogeneri (del metal, ma anche del rock). A tenere unita questa amalgama alchemica è il tema horrorifico preponderante. Siamo artisti molto eclettici, quindi questo ampio territorio musicale su cui muoversi ci gratifica e ci diverte.

 

 

D.: Ma parliamo del vostro nuovo album “Dance with devils”, so che sulla copertina realizzata da Frater Orion ci sono tutta una serie di elementi esoterici, vi va di spiegarci qualcosa al riguardo?

R.: Certo, la copertina è una rappresentazione alternativa e simbolica dell’arcano XVI “La Torre”. Dai ciarlatani questa carta viene definita come portatrice di sventura. In realtà il suo vero significato è quello dello “Sconvolgimento interiore”. Nella nostra rappresentazione, una gigantesca sfera alata, che simboleggia la nostra identità, scarica il suo fulmine sulla piramide dell’io, dischiudendo il mundus cereris e liberando i diavoli che si celano dentro di noi. Due sono le energie preponderanti in questo magico gioco, Lo Zolfo Rosso Luciferino e il Piombo Saturnale.  

 

 

D.: I testi dell’album sono legati da un concept sulle streghe; cosa raccontano e come mai avete scelto una simile tematica comune?

R.: Abbiamo voluto creare un filo conduttore per questo album, Le streghe appunto. Ne parliamo sotto ogni aspetto, da quello delle loro torture e assassinio nell’Inquisizione, a quello del Sabba e della sua funzione, passando per molto altro ancora. La ragione per cui abbiamo scelto questo tema è semplice: parliamo di noi stesse.

 

 

D.: Avete mai pensato che la vostra musica potrebbe calzare a pennello come colonna sonora di un film horror? Ed, in caso positivo, avete mai avuto proposte del genere?

R.: Il mondo odierno del cinema non è molto propenso al rock in generale per le sue colonne sonore, soprattutto perché si tratta di musica cantata, dove invece per le soundtrack è preferita solamente della musica strumentale. Sicuramente abbiamo dato prova delle nostre capacità anche nel creare dei sounscapes che possono essere cinematografici nei nostri brani di introduzione degli album. Aspettiamo solamente che il regista giusto ci evochi

 

 

D.: Come nasce un brano dei Deathless Legacy? E’ un lavoro di squadra oppure si occupa uno di voi di tutto quanto?

R.: Un nostro brano nasce molto gradualmente. Arriva un’idea molto abbozzata, e si comincia a lavorarci sopra tutti insieme e ad estendere quell’idea fino a trasformarla in un brano. è un lavoro che impegna tutta la band.

 

 

D.: Non ho mai assistito ad un vostro concerto, ma come fate a riportare in sede live tutte le vostre atmosfere, oltre al trucco, costumi ed a tutto il resto che vi contraddistingue?

R.: Tutto inizia portandosi appresso una valanga di attrezzatura e un’ora di trucco prima del concerto. In realtà la nostra vera atmosfera è proprio quella Live, la vera difficoltà è semmai portare questa atmosfera all’interno del materiale online.

 

 

D.: A proposito, so che avete in programma alcune date a breve; potete farci un resoconto di quali saranno i vostri prossimi concerti, in modo che magari qualche nostro lettore possa esserne informato?

R.:

4 febbraio 2017 - Borderline [Pisa]

 

11 Febbraio 2017 - Cominutà Giovanile [Busto Arsizio]

 

18 Febbraio 2017 - Wave [Misano Adriatico]

 

25 Febbraio 2017 - Traffic [Roma]

 

4 Marzo 2017 - The One [Cassano D'Adda]

 

11 Marzo 2017 - Theremin [Massa]

 

25 Marzo 2017 - Padiglione 14 [Torino]

 

1 Aprile 2017 - Centrale Rock [Erba]

 

7 Aprile 2017 - Midian [Cremona]

 

8 aprile 2017 - Angelo Azzurro [Genova]


Queste sono le prime date, presto ne annunceremo altre!

 

 

D.: Avete girato un video per il brano “Witches brew”, cosa ci raccontate su questa esperienza? E di cosa narra il filmato?

R.: Si tratta della storia di 3 uomini che vengono rapiti e seviziati da un gruppo di streghe. Tenteranno di fuggire ma… guardatevi il video! Nei nostri videoclip cerchiamo sempre di inserire uno o più elementi di shock visivo, non necessariamente incentrato sulla violenza, ma anche su elementi di disgusto e rifiuto sociale. Negli ultimi anni abbiamo sempre effettuato le riprese nel bel mezzo dell’inverno, con temperature totalmente incompatibili con il vestiario (Nullo) delle riprese. Ma ormai è noto che il nostro Regista e Batterista Frater Orion è un Sadico.

 

 

D.: Ora una domanda che mi piace porre sempre alla prima intervista per la nostra webzine. Quali artisti o musicisti vi hanno portato ad essere quello che siete adesso e vi hanno convinto ad intraprendere un percorso musicale?

R.: La risposta è molto Semplice: Death SS, King Diamond, Rob Zombie.

 

 

D.: Sulla vostra pagina Facebook ho trovato una cover di “Careless whispers” di George Michael, come mai avete scelto un brano così distante dal mondo metal?

R.: Quel brano riguarda una serie di cover soliste proposte dalla nostra cantante Steva. Quel particolare brano è un tributo al ricordo di George Michael che è stato per lei un artista molto importante e formativo fin dall’infanzia.

 

 

D.: Credo di aver approfittato a lungo della vostra disponibilità... concludo, come consuetudine, ringraziando e lasciando uno spazio finale a vostra disposizione per aggiungere un vostro messaggio ai lettori di allaroundmetal.com

R.: Tra le pagine del nostro nuovo album si nasconde un labirinto. Chi persevererà a trovarne la soluzione sarà messo ancora alla prova. Ma solamente chi del suo intelletto farà leva, e imparerà ciò che non sa, perseverando senza resa, otterrà ciò che nascosto si cela e che apre le porte per quella grande e buia stanza tetra.

 

Ultima modifica il Giovedì, 16 Febbraio 2017 19:27
Ninni Cangiano

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