Eccoci con i Silverbones, band italiana di pirate metal, a breve tempo dall’uscita del loro album “Wild waves”, per una interessante chiacchierata.
D.: Ciao ragazzi e grazie di essere qui con noi di allaroundmetal.com. Complimenti per il vostro debut album, che ho trovato semplicemente fantastico, degno dell’epoca d’oro dei Running Wild e del pirate metal. Come nasce questa vostra passione verso questo particolare genere di power metal che in pochissimi suonano?
R.: (Andrea) Ciao a tutti, ringraziamo voi per l'invito! Questa è la nostra prima intervista in italiano e la cosa ci fa molto piacere. Siamo anche molto lieti che tu abbia trovato in Wild Waves un eco dell'era d'oro dei nostri amati Running Wild, questo è un complimentone per noi. Non è assolutamente una novità che i nostri lavori traggano ispirazione da questa leggendaria band e, per rispondere alla tua domanda, tutto ebbe inizio quando ascoltai la loro prima canzone Under Jolly Roger. Mi lasciai trasportare talmente tanto che in breve tempo divorai la loro discografia e presi la decisione di imbracciare il basso e mettere in piedi una band che, in un certo senso, riprendesse da dove i nostri eroi avevano lasciato (benché ora sembrino lontani dal voler lasciare la scena).
All'interno dei Silverbones siamo tutti molto affezionati alle sonorità delle annate 80/90 che li hanno portati alla grande fama, non si tratta solo di storie di bucanieri ma di un Heavy Metal unico, suonato senza compromessi e appassionatamente. Confesso che storco il naso ogni volta che, nelle recensioni che riceviamo, veniamo paragonati agli Alestorm. Ho avuto modo di vederli più volte ai loro concerti e sempre molto volentieri, ma quello che proponiamo con i Silverbones attinge da altri luoghi, principalmente siamo una band Heavy Metal. Ad ogni modo la nostra passione per questo genere di nicchia deriva da una grande ammirazione verso gli autori e le opere del genere, cosa che ci ha portato a riproporne lo stile attraverso i nostri brani inediti.
Non siamo comunque i primi a dedicarci a questo particolare genere e credo che non saremo neanche gli ultimi. Cito i francesi Lonewolf che macinano Heavy Metal dal lontano 93 e tuttora sfornano ottimi album con chiari riferimenti ai Running Wild, o gli svedesi Rocka Rollas che da poco hanno abbandonato il progetto purtroppo. Per non parlare dei Blazon Stone che portano avanti questa eredità degnamente. Insomma, non saranno poi tanti gli squali che abitano questo mare ma sono sicuramente affamati di buon metallo.
D.: Chi ha realizzato la copertina di “Wild waves” ed ha qualche legame con i testi dell’album?
D.: A proposito di testi, chi se ne occupa all’interno della band e di cosa trattano?
D.: Invece a livello musicale, come nasce un brano dei Silverbones? C’è qualcuno di voi che se ne occupa in esclusiva oppure è un lavoro di squadra?
R.: (Andrea) A queste domande rispondo assieme poichè riguardano tutte me. La copertina del nostro album è ovviamente legata alla title-track Wild Waves, rappresenta una metafora in chiave piratesca del nostro approccio alle difficoltà della vita. Preferiamo cavalcare le selvagge onde del destino piuttosto che farci travolgere da esse. Come per il precedente demo, questa copertina è stata realizzata da me poichè, di tanto in tanto, mi piace dedicarmi alle illustrazioni. Mi occupo inoltre di tutto il materiale grafico della band, delle canzoni e dei relativi testi. Questi trattano vari temi, a volte scrivo su qualche avvenimento o personaggio storico dell’epoca piratesca (Queen Anne’s Revenge, Black Bart), oppure traggo ispirazione da qualche novella come Il Signore degli Anelli (Wicked Kings). Non c’è un particolare filo conduttore nel nostro album, dove compaiono anche storie di fantasia o di leggende (Hellblazer, The undead). I nostri brani prendono forma partendo, molto spesso, dal giro principale o dal ritornello. A volte ho in testa una frase o una base ritmica e da li creo tutte le variazioni che andranno poi a comporre la canzone. Non uso uno schema ben preciso, sto solo attento a non essere ripetitivo e a dare un senso di orecchiabilità generale. I ritornelli devono essere canticchiabili e di facile presa ma epici al tempo stesso, i testi li adatto successivamente e lascio gli assoli all’ispirazione dei chitarristi. Al momento è un lavoro esclusivo perchè personalmente mi trovo meglio a comporre per conto mio, questo però non esclude che Ricardo, Marco ed Enrico ci mettano del loro nelle future produzioni.
D.: Ma torniamo a “Wild waves”, dove l’avete registrato ed avete qualche aneddoto simpatico da raccontarci accaduto durante le registrazioni?
R.: (Andrea) Wild Waves è stato interamente registrato nel nostro piccolo home studio detto l'Hideout, lo stesso nel quale a suo tempo, registrammo pure il nostro demo Between the Devil and the deep blue Sea. Dovendo coniugare gli impegni lavorativi di ognuno, le registrazioni ci hanno impegnato per un anno intero. Durante questo tempo abbiamo dovuto lottare contro diverse avversità, prime fra tutte il freddo becco dell‘inverno che riempiva interamente il seminterrato e Logic Pro che spesso e volentieri finiva per rovinare le takes che avevamo appena registrato. Siamo arrivati alla fine delle registrazioni abbastanza stremati devo ammettere, ma è stata senz’altro un‘esperienza interessante.
D.: Come siete entrati in contatto con la Stormspell Records, label americana specializzata in generi musicali affini al vostro? E’ prevista la realizzazione di altri dischi con loro?
R.: (Andrea) Stormspell Records è stata fin dall'inizio la nostra miglior candidata tra le varie etichette di questo genere. Volevamo a tutti i costi distribuire il nostro primo lavoro sotto il suo nome e le pre-produzioni erano quasi terminate. Prima che potessimo sottoporgli il nostro materiale per essere valutato, Danny (gran capo della Stormspell) ci contattò via mail dicendo di aver ascoltato con piacere il nostro demo e proponendoci un accordo per il rilascio del nostro Wild Waves. Ero euforico dalla gioia, riuscire a raggiungere un obiettivo di questa portata mi diede una grandissima soddisfazione. Benchè Stormspell Records sia un'etichetta indipendente ancora giovane e piccola, annovera nel suo roster nomi di tutto rispetto. Qualitativamente mantiene uno standard molto alto e propone un tipo di Heavy Metal rigorosamente old school, l'ideale per la nostra proposta musicale. Sicuramente avremo piacere di pubblicare la nostra prossima produzione con loro, vedremo cosa ci riserva il futuro.
D.: A proposito di altri album, state già lavorando su nuovi brani ed, in caso affermativo, cosa potete anticiparci?
R.: (Andrea) Risposta affermativa, non ci facciamo prendere dalla fretta ma siamo già al lavoro su materiale inedito. Come annunciato in precedenza, Ricardo, Marco ed Enrico stanno prendendo parte alla composizione dei nuovi brani. Non sarà quindi una produzione personale come per Wild Waves, ma frutto di un confronto musicale collettivo. L‘idea di dedicarci ad un concept album non ci sfiora per il momento, tuttavia la tematica piratesca che ci caratterizza sarà molto presente come per il precedente album. Questo è ciò che possiamo anticiparvi al momento.
D.: Capitolo live. So che la vostra band è abbastanza attiva on stage, specie all’estero; ci sarà la possibilità di vedervi in concerto in Italia per supportare il vostro album?
R.: (Andrea) In verità siamo molto più attivi in Italia che all'estero. Ci permettiamo qualche scappatella nel periodo estivo quando le ferie ci tengono lontano da lavoro e studio. Proprio come è appena avvenuto per il Power of The Night Festival a Nicosia, Cipro. Siamo stati loro ospiti per tutta la durata del festival (3 giorni) e siamo tornati a casa molto contenti e fieri di aver preso parte ad un evento così ben riuscito. Per quanto riguarda il resto dell'anno continueremo ad esibirci nel nostro bel paese, puntando a espandere il nostro giro. Dopo le vacanze estive abbiamo in mente di inaugurare la nuova stagione live con il release party del nostro nuovo album, occhi aperti perchè presto ci saranno novità al riguardo. Ci troverete successivamente all'Autumn Warfare Meeting Festival che si terrà nel Veronese. Il nostro sito internet è costantemente aggiornato sulle date dei nostri concerti, potrete sempre consultarlo per sapere dove trovarci.
D.: Curiosando sul vostro sito, ho notato che avete anche una certa cura per l’abbigliamento, quanto è importante per una band come la vostra avere anche un certo impatto visivo, oltre che sonoro e seguire un certo modo di vestire?
R.: (Andrea) Personalmente ritengo che la presenza scenica sia un aspetto spesso sottovalutato in ambito concertistico. Un abbigliamento curato e a tema crea coesione tra i musicisti facendoli apparire come una vera e propria band. Sono sempre stato sensibile all'appariscenza del look e all'interno di un contesto musicale come l'heavy metal questa caratteristica diventa, a mio avviso, imprescindibile. Certo è che bisogna prima lavorare sulla qualità e sull'impatto sonoro della propria musica, da lì non si scappa. Pelle e borchie sono l'emblema del Metal ottantiano, quello che i Silverbones portano nel cuore, e i nostri riferimenti per il look sono ovviamente Judas Priest e Running Wild. Io e Ricardo, avendo entrambi studiato nella stessa scuola d'arte ed avendo sviluppato una certa manualità, ci siamo divertiti a realizzare i nostri outfit. Per noi è sempre una soddisfazione poterli indossare prima di ogni nostra esibizione, e nella nostra "trasformazione" ci sentiamo più fieri e carichi che mai.
D.: A proposito di siti internet, ho visto che il vostro spesso è sia in italiano che in inglese; quanto può essere importante per una band agli esordi come la vostra avere un sito che possa farvi conoscere anche fuori dalla propria nazione?
R.: (Andrea) Avere un sito internet ben impostato rappresenta l’opportunità di portare la nostra musica al resto del mondo in tempi brevissimi. Al giorno d’oggi la musica è digitalizzata e corre sul web. Se non avessi creato il nostro sito internet probabilmente non avremmo suscitato l’attenzione di Stormspell Records o del Power of The Night Fest e ci saremmo persi delle ottime occasioni per conoscere come va il mondo della musica oltre i nostri confini, nonché delle bellissime sfide per la nostra crescita. Ho sempre puntato a portare i Silverbones al di fuori dell’Italia, per questo ho prestato molta attenzione alla creazione del nostro sito e scrivo alcuni post in inglese. Il motivo di questa scelta è che il nostro paese purtroppo non è terreno fertile per l’Heavy Metal, i nostri fans più accaniti (ora possiamo dire di averne qualcuno anche noi haha) ci seguono dall’estero. In Italia non c’è una scena dedicata al nostro tipo di musica, per cui siamo quasi obbligati a crearci un canale che raggiunga le altre nazioni. Ogni artista, musicale e non, sente dentro di se la necessità di esibire le proprie opere laddove le cose funzionino al meglio, ed in questo i Silverbones non fanno eccezione.
D.: Non so se la Stormspell Records abbia una distribuzione anche in Italia, ma se uno volesse acquistare il vostro cd, come può fare?
R.: (Andrea) No, non ce l’ha infatti. Stormspell ha il proprio online shop dove potete ovviamente trovare il nostro album, fino a poco tempo fa pagando un solo centesimo per la spedizione in tutto il mondo. Per la distribuzione su suolo italiano chiunque può contattarci tramite la nostra pagina Facebook che è sempre monitorata, o inviando una mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Wild Waves sarà disponibile anche ai nostri concerti, almeno finché non esauriremo le copie. Abbiamo messo a disposizione anche il download digitale dell’album a questo link: http://silverbones.bandcamp.com/album/wild-waves
D.: Adesso qualche domanda che mi piace sempre rivolgere alla prima intervista per allaroundmetal.com; quali musicisti sono stati fondamentali per la vostra formazione e per convincervi a suonare quel determinato strumento invece di altri?
R.: (Andrea) Inizialmente mi sarebbe piaciuto molto suonare la batteria ma, non avendo né lo spazio a casa, né abbastanza fondi, la cosa mi fu impossibile. Ripiegai sul basso perchè ritenevo ci fossero troppi chitarristi in circolazione, per cui non si è trattato di un colpo di fulmine verso lo strumento o verso un particolare bassista. Tuttavia è stata una scelta che non rimpiango affatto, adoro suonare il basso nei Silverbones alla maniera di Jens Becker, ex Running Wild ed attualmente nei grandissimi Grave Digger, con plettro e ritmi serratissimi.
(Marco) A livello chitarristico James Hetfield e i Metallica sono stati la ragione per la quale ho imbracciato la chitarra. Altri artisti che mi hanno fortemente influenzato sono Ritchie Blackmore, Jari Mäenpää, Guthrie Govan, Dave Mustaine e Jason Becker sempre per quanto riguarda la chitarra.
A livello vocale i miei miti e fonti di ispirazione sono James Hetfield e Ronnie James Dio sopra tutti.
(Ricardo) Nel mio caso non ci sono stati dei musicisti fondamentali per la mia formazione: la chitarra mi è "capitata tra le mani". Inizialmente doveva essere mia sorella a suonarla ma la abbandonò dopo poco tempo, io ero già appassionato di Metal da qualche tempo e allora mi sono detto: "perchè non provare?" Da li ho iniziato ad imparare pezzi semplici, dai Guns N' Roses ai Black Sabbath, migliorando piano piano. Nel mio modo di suonare non credo di essere riconducibile a qualche chitarrista in particolare, come detto prima ho iniziato a suonare da molti gruppi e chitarristi diversi e ho miscelato il tutto, cercando semplicemente di avere un mio suono.
(Enrico) A livello di batteria, e la ragione per la quale la suono, John Henry Bonham (Led Zeppelin) e gli WASP. Altri artisti che mi hanno influenzato sono stati Nicko Mac Brain, Chris Witchhunter (Sodom), Dave Lombardo (Slayer) e Stefan Harlord (Grave Digger).
D.: Se doveste partire per un viaggio e potete portarvi solo 3 cd della vostra collezione, quali scegliereste? Naturalmente non vale inserire “Wild Waves”....
R.: (Andrea) “Black Hand Inn” dei Running Wild non può assolutamente mancare, “Painkiller” dei Judas Priest e un album un po’ più soft che tuttavia adoro: “The Evil One” di Roky Erickson & The Aliens.
(Marco) “And Justice for All” dei Metallica, “Beethoven, The Best of” ed “Erotic Cakes” di Guthrie Govan.
(Ricardo) Per me è una scelta molto difficile, tutto dipende dal viaggio e dalla destinazione naturalmente, ma sicuramente porterei “Kill ‘em All” dei Metallica. Quell’album è il mio primo amore nel metal, lo trovo cosi sincero ed ispirato, per me è un evergreen, non appassirà mai.
Poi porterei “Death or Glory” dei Running Wild, un album dove ogni canzone è una perla, come Bad to the Bone o Wild Animal, non puoi star fermo mentre ascolti queste due canzoni; o Batlle of Waterloo, ogni volta che l'ascolto mi sento sul campo di battaglia fianco a fianco i soldati inglesi durante la carica francese, un album del genere non si può che portarlo con se. Ultimo ma non ultimo, porterei “Painkiller” dei Judas Priest, credo di aver consumato il cd da tutte le volte che l'ho ascoltato e riascoltato.
(Enrico) “WASP” degli WASP, “Painkiller” dei Judas Priest e “Tunes of War” dei Grave Digger.
D.: Chiudo qui l’intervista, lasciando a vostra completa disposizione uno spazio per aggiungere un vostro messaggio ai lettori di allaroundmetal.com
R.: Grazie ragazzi per averci dedicato questo spazio. Ai lettori di allaroundmetal.com auguriamo un buon ascolto del nostro album, qualora decidessero di ascoltarlo. Speriamo di avervi incuriosito e di incontrarci ai prossimi concerti.