Abbiamo il piacere di intervistare Cesare Metalshow un grande appassionato ed esperto di metal spagnolo che non ha quasi mai perso un'edizione del mitico Leyendas del Rock, storico festival che si svolge da ormai 11 anni in Spagna.
Allora Cesare come è nata la tua passione per le band spagnole? Qual'è stato il gruppo che ti ha fatto accendere la scintilla e poi approfondire la scena?
Ciao Federico, e grazie per aver pensato a me, è un vero onore essere intervistato da un altro appassionato ed esperto di metallo iberico del tuo calibro! Ho avuto il privilegio di appassionarmi alla “buona” musica fin da piccolo grazie a Deep Purple, Led Zeppelin, AC/DC, T Rex, Sweet… e ho sempre avuto la curiosità di scoprire nuove realtà locali più o meno note.
La mia passione per la scena spagnola nasce verso la fine degli anni 80 quando, durante la classica vacanza estiva in Costa Brava mi sono imbattuto in una bancarella che vendeva cassette (allora non si parlava ancora di cd). Fidandomi delle copertine, trucide al punto giusto, ho quindi comprato a scatola chiusa tre belle cassettine che conservo tuttora di Angeles del Infieno (“Diabolicca”), Baron Rojo (una raccolta di successi) e Rosendo (“En Vivo”). Inutile dire che la fiducia è stata pienamente ripagata ed è stato subito amore!
Attualmente la scena spagnola vede alcune band storiche (degli anni 80) che continuano a restare in vita e a richiamare interesse come i Baron Rojo, le band della seconda generazione (fine anni 90) che continuano ad avere un certo successo come Mago de Oz, WarCry, Tierra Santa, Alquimia, Saurom e poi delle giovani band davvero valide anche in generi diversi come [In Mute], Angelus Apatrida etc.. una scena quindi viva ed in evoluzione. Che ne pensi?
La scena musicale spagnola effettivamente è molto viva e vivace; considera che la dittatura franchista è finita solo nel 1975 e che pertanto fino ad allora tutto ciò che arrivava d’oltre oceano (musica in primis) era assolutamente osteggiato se non addirittura bandito. Alla morte di Franco i giovani spagnoli hanno quindi sentito l’esigenza di recuperare il tempo perduto riprendendosi la propria libertà, e cosa meglio della musica rock incarna il concetto di libertà?! Conseguenza dell’autarchia imperante durante la dittatura è stata anche l’impossibilità di studiare la lingua inglese, da qui la scelta obbligata di utilizzare la lingua madre che ora, a mio avviso, è un punto di forza. Il fatto di cantare in spagnolo secondo me aiuta anche a dare un maggior senso di appartenenza e di continuità alla scena iberica e personalmente trovo emozionante assistere a concerti dove padri, figli e nipoti conoscono a memoria i pezzi dei Baron Rojo, degli Obus, dei Medina Azahara o dei Muro. La scena è poi maturata e si è evoluta molto bene, senza perdere la coerenza e lo spirito delle origini e dando vita a band di grandissimo valore come quelle che hai già citato e alle quali, tra le mille altre, aggiungerei Dark Moor, Opera Magna, Centinela e Lords Of Black.
Sappiamo che non hai saltato quasi neanche un'edizione del mitico Leyendas del Rock, puoi dirci un po' cosa ti ha spinto ad andarci la prima volta e poi a continuare a farlo ogni estate?
Naturalmente quello che mi ha spinto ad andare la prima volta è stata la voglia di vedere gruppi a me molto cari che, salvo rarissime eccezioni, in Italia non avrei mai avuto modo di vedere. Mi riferisco a Baron Rojo, Tierra Santa, Zarpa, WarCry, Medina Azahara, Panzer, Sherpa, Saratoga per non parlare degli argentini Rata Blanca. L’occasione mi si è presentata nel 2007 quando ho scoperto che la mia perversa passione per il metallo spagnolo era condivisa dal caro amico Sandro, della gloriosa testata Metal Maniac...da lì è stato un attimo. Tra l’altro quell’edizione (la seconda nella storia del festival) aveva un bill davvero esagerato per due fanatici come noi dato che, a parte Sepultura e Paul D’Ianno era interamente composto da band spagnole o comunque latine (Rata Blanca e Panzer cileni). Da subito siamo entrati in sintonia con l’organizzatore del festival Marcos Rubio, una persona davvero simpatica e cordiale che ama e vive la musica anche a costo di rimetterci del suo, e devo dire che anno dopo anno la simpatia si è trasformata in sincera amicizia.
Ci racconti un po' come si è evoluto il festival diventando negli ultimi anni tra i migliori d'Europa?
L’evoluzione è stata abbastanza lenta e altalenante fino alla definitiva consacrazione avvenuta a partire dal 2013 con un cartello di livello realmente internazionale. Per quanto riguarda l’ubicazione del festival, dal campetto sportivo del 2006, dove si è svolta la prima edizione, si è passati alle spianate in terra battuta adiacenti alle spiagge di Alicante per tornare a piccole strutture sportive fino ad arrivare nel 2013 all’attuale sede sita in un bellissimo centro polisportivo con erba naturale, piscina etc: davvero un bel posto sia per seguire la musica che per rilassarsi, passeggiare, cazzeggiare, mangiare e bere di tutto, e curiosare tra le bancarelle di cd, vinili e gadget (cosa che da noi nei grandi festival è ormai purtroppo inpensabile…). Poi con g li spagnoli ci si trova sempre bene, ti fanno sempre sentire a tuo agio.
L’affluenza del pubblico è stata sempre abbastanza costante e in crescita anche se bisogna dire che in un paio di edizioni, soprattutto quando si era nel pieno della crisi economica (nel 2009 e nel 2012 ad esempio si svolse durante una sola risicata giornata) ho temuto che il festival fosse arrivato al capolinea. Fortunatamente gli sforzi e la passione dell’organizzazione hanno avuto la meglio e si è arrivati alla svolta, avvenuta appunto nel 2013, con un cartello che vedeva la partecipazione di grandi nomi internazionali (Testament, Accept, Venom…) e che ha visto finalmente un’affluenza da grande festival.
Quale edizione del festival ricordi con più affetto? E quale esibizione in particolare?
Di ogni edizione ho dei ricordi bellissimi, sia delle prime, un po’ rustiche e alla buona, che delle più recenti assolutamente impeccabili e competitive. Per volerne comunque ricordarne qualcuna in particolare direi le prime due, sia per buona compagnia che per l’entusiasmo di vedere finalmente gruppi che ho sempre amato e non avevo mai visto dal vivo (e cito nuovamente Baron Rojo, Angeles del Infierno, Tierra Santa, Saratoga…). Poi quella del 2012, altro anno di grandissima crisi dove il festival si svolse durante una sola giornata e con la sola partecipazione di Stratovarius e Eluveitie come ospiti stranieri. Posto abbastanza piccolo ma con un’atmosfera davvero magica e con concerti fenomenali di Avalanch e Saurom. Per finire, non posso non citare l’edizione del 2015 con grandissime attuazioni di Edguy, Big Teutonic Four, Overkill oltre alle solite grandi band spagnole.
Perchè consiglieresti ad un ragazzo metaller italiano di prendere l'aereo per Alicante per assistere a questo festival?
Lo consiglio a tutti perché è un festival davvero particolare per diversi motivi. Innanzitutto si respira un’atmosfera di vero svago e relax, dove trovi metallari di ogni età, dai più sbarbati ai vecchi rockers, alle intere famigliole. Poi come ho già detto gli spagnoli sono sempre molto ospitali e cordiali. Mi è capitato in più di un’occasione di andare da solo e tutte le volte ho conosciuto un sacco di gente, compresi moltissimi artisti spagnoli che si esibivano nel festival. Poi per quanto riguarda cibi e bevande c’è sempre moltissima scelta e i prezzi sono più che abbordabili, soprattutto quelli della birra sulla quale in un festival non si deve mai lesinare ;-) E naturalmente c’è l’aspetto musicale: è un’occasione unica per potersi godere gruppi di fama mondiale e nel frattempo poter conoscere band locali di grande livello e da noi pressoché sconosciute. Consiglio comunque a tutti abbigliamento leggerissimo, in agosto nel sud della Spagna fa un caldo bestia!
Che differenze trovi tra la scena italiana e quella dei nostri amici spagnoli?
Credo ci siano molte cose in comune e una fondamentale differenza.
In comune abbiamo la vivacità della scena metal “underground”: da noi come in Spagna ci sono tantissime band più o meno piccole che purtroppo non riescono a trovare spazio perché evidentemente il genere non tira (molto meglio le tribute band o i talent show, ahimè…).
La differenza fondamentale a mio avviso, consiste invece nel forte orgoglio che hanno gli spagnoli nei confronti delle loro band e delle loro radici metalliche. A volte questo orgoglio sfocia in una forma di “autarchia” o nazionalismo esagerato ma a volte, come in questo caso, trovo sia molto positivo. Per intenderci, mi è capitato di vedere su you tube delle interviste per la strada dove persone “insospettabili” di mezza età riconoscevano canzoni o per lo meno conoscevano il nome di Obus, Baron Rojo, Nu,.
Da noi credi che una persona presa a caso per strada conoscerebbe, ad esempio, Strana Officina, Vanadium o Skanners? No di certo, solo se parli di gruppi che vengono dall’America (anche se magari sono inglesi o tedeschi…) la gente si illumina.
Credi che se negli anni d'oro (70-80-90) qualche band hard rock e metal italiana avesse proposto la propria musica in lingua italiana l'attaccamento verso le nostre band sarebbe stato maggiore? O non è questione di lingua e c'è dell'altro?
No, assolutamente no. Proprio come dicevo prima noi italiani siamo sempre stati malati di esterofilia, e solo quello che arrivava da fuori era valido. L’italiano è sempre stato visto come la lingua dei Cugini di Campagna, di Albano e Romina, per il rock non andava bene…chissà perché.
Adesso mi sembra che le cose stiano un po’ cambiando, e qualche gruppo inizia a cantare qualche pezzo in italiano, lingua tra l’altro meravigliosa.
Tra l'altro hai creato anche la pagina facebook italiana dedicata ai WarCry che si aggiunge alla storica pagina Mago de Oz Italia, Metallo Spagnolo che parla di tutta la scena spagnola ma sono nate di recente anche pagine dedicate a Leo Jimenez e a Tete Novoa. Pare che in Italia l'interesse per la scena spagnola stia crescendo...
Sì è vero, ormai grazie a internet si può arrivare praticamente dappertutto e la buona musica gira da qualunque parte provenga. Nello specifico, per quanto riguarda il metal spagnolo, una grossa mano l’ha data il crescente interesse verso il metal con connotazioni folk di cui i Mago de Oz sono maestri assoluti. Naturalmente mi auspico che lo scambio sia reciproco e che anche le nostre band riescano a varcare sempre più confini. La pagina dedicata ai WarCry è stato più che altro uno sfizio: amo tantissimo il gruppo e conosco personalmente il cantante e un paio di simpaticissime persone dell’entourage ma confesso che non riesco sempre a trovare il tempo necessario per seguirlo come vorrei.
Bene siamo alla fine. Ti lasciamo lo spazio di chiudere l'intervista come preferisci, magari ti chiediamo un simpatico aneddoto successo al Leyendas del Rock in questi anni.. Grazie Cesare ci vediamo a Villena naturalmente!
Grazie mille a te e All Around Metal per lo spazio che mi avete concesso! Aneddoti da raccontare ce ne sarebbero davvero tanti…ora ad esempio mi viene in mente l’edizione del 2010 quando all’improvviso si è scatenato un potentissimo quanto inusuale temporale che ha impedito l’attuazione dei Korpiklaani. Questi però senza perdersi d’animo ci hanno allietato per una buona mezzoretta ballando sul palco senza strumenti, in mutande…siparietto memorabile! Oppure ricordo una spassosissima performance del cantante dei Los Suaves, gruppo storico di hard rock, che a causa del suo “attaccamento” agli alcolici spesso doveva venire puntellato da un roadie affinchè non precipitasse dal palco. Poi naturalmente tanti incontri, tante conoscenze, tante risate e tante birre hahaha! Un festival davvero da non perdere, hasta Villena!