Allaroundmetal.com ha in contrato Jahn Carlini, leader e chitarrista dei veneti Great Master, per una chiacchierata dopo la presentazione in studio del nuovo album “Montecristo”; ecco cosa ci ha raccontato….
AAM: Ciao Jahn e grazie di essere qui con noi di allaroundmetal.com! Andiamo subito al punto, in sede di presentazione dell’album in studio, vi ho dovuto lasciare dopo “Man from the East”; mi sono perso quindi la descrizione ai fini del concept di “The weak point”, “Final revenge” ed “On october 5th (wait and hope)”. Ti va di raccontarci di cosa si parla in queste tre canzoni?
GM: Ciao Ninni e a tutti i collaboratori di Allaroundmetal! Queste 3 canzoni che hai citato sono le ultime che vanno a chiudere il concept dell’album “Montecristo” e sono tra le più energiche perché vanno a raccontare il momento in cui il Conte di Montecristo passa all’azione dopo aver pianificato per anni e punto su punto la sua vendetta. Riuscirà nel suo intento colpendo duramente tutti quelli che lo avevano tradito rovinandogli la vita nel fior fiore della giovinezza. Tuttavia l’aver portato alla morte, alla pazzia e alla povertà coloro che complottarono contro di lui, gli fa aprire gli occhi e quel personaggio che fino a poche pagine dalla fine del romanzo era un individuo fuori dal comune che non rispondeva più alle leggi degli uomini ma soltanto alle sue, si ritrova ad essere nuovamente solo un uomo, accorgendosi di aver ecceduto nella sua vendetta e di aver involontariamente arrecato più dolore di quanto ne meritassero. La canzone conclusiva del concept è “On October 5th (Wait and Hope)”, un finale romantico e quasi da mito dove il Conte di Montecristo ritorna ad essere Edmond Dantes lasciando la sua eredità a persone che gli han sempre voluto bene e che ha voluto trarre in salvo. Si congeda quasi in punta di piedi da tutto e da tutti lasciando il messaggio di “attendere e sperare” che non sono solo due parole ma due sistemi di pensiero che sostengono lo spirito quando vacilla, quando tutto attorno sembra sgretolarsi. Attendere e sperare è la filosofia del Conte di Montecristo e lo si può leggere nelle conclusive righe del romanzo: “Quegli solo che ha provato l’estremo dolore è atto a gustare la suprema felicità. Bisognava aver bramato la morte, per sapere quale bene è vivere. Vivete dunque e siate felici, figli prediletti del mio cuore, e non dimenticate mai che, fino al giorno in cui Iddio si degnerà di svelare all’uomo l’avvenire, tutta l’umana saggezza sarà riposta in queste due parole: aspettare e sperare.”
AAM: L’ultima traccia che è poi quella che dà il titolo all’album è avulsa dal concept; di cosa parlate nel pezzo “Montecristo”?
GM: Dopo aver terminato il concept, abbiamo voluto chiudere il disco con un traccia fuori dalla storia come abbiamo fatto per “Skull And Bones”. “Montecristo”, traccia conclusiva, è una sorta di riflessione da parte del protagonista che fa da monito agli ascoltatori che si sono immedesimati nella sua storia: dall'abisso della vendetta, che tutto travolge, non si esce come angelo redento ma come demone messo alla prova dall'abisso. Graficamente questa canzone la possiamo accostare all’immagine di copertina dove vediamo il Conte di Montecristo in riva al mare che riflette sulla sua vita, su ciò che era e ciò che è diventato.
AAM: Chi ha realizzato l’artwork dell’album? Sembra si sia ispirato all’evasione di Dantes dal carcere di If, o sbaglio?
GM: Artwork e grafica come nei precedenti album è a cura dell’ onnipresente JVA (jahnvision.com). E’ un immagine di fantasia molto ispirata in cui si appaiono molti luoghi e cose presenti nella storia. Abbiamo il Conte in riva al mare che riflette sulla sua vita, davanti abbiamo lo Chateau d’If, la prigione da cui è evaso. In lontananza si intravede l’isola di Montecristo dove troverà l’immenso tesoro che troviamo ai suoi piedi. Gli uccelli che volano liberi in cielo stanno a indicare la sua libertà, il Pharaon sulla destra, la nave che lo legherà indissolubilmente alla famiglia Morrel e se si presta attenzione al mare si potrà notare il sorriso della morte come se sapesse già tutto quello che accadrà o che è già accaduto. Abbiamo voluto far inserire anche un nostro simbolo personale in modo che anche noi fossimo parte di questa opera, quindi sulla costa sotto il castello potrete notare il leone, simbolo di Venezia e che rappresenta la band dall’album “Serenisima”.
AAM: Ci racconti come mai avete dovuto far ricorso a Simone Morettin per la registrazione di alcuni brani e ci sveli quali sono precisamente?
GM: A due mesi dalla registrazione delle batterie ci siamo trovati in una situazione di emergenza in quanto eravamo sprovvisti del batterista. Abbiamo ricorso a Simone per un discorso di amicizia, lui si è reso subito disponibile e devo dire che ha fatto un gran lavoro, son rimasto da subito colpito della sua grande tecnica già dalle prime tracce pre-studio che ci aveva inviato. Simone ha suonato sette canzoni per la precisione: “Back home”, “Where The Shame Lives”, “Your Fall Will Come”, “My Name”, “Man From The East”, “Final Revenge” ed “On October 5th (Wait And Hope)”.
AAM: E’ un po’ che la formazione della band, batterista a parte, è stabile; quanto è importante per te poter contare su musicisti affiatati e di questo ottimo livello?
GM: Avere una formazione stabile è molto importante perché solo così puoi far gruppo e avere la solidità di proseguire senza intoppi. Già avere la sola carenza del batterista ti rende praticamente zoppo perché sei costretto ad appoggiarti a un turnista, pagarlo e sperare di trovarlo libero in determinate date. La line-up è sempre stata il tallone d’Achille dei Great Master e, se non hai una formazione stabile, puoi sì far qualche disco, ma non puoi programmare nulla di sicuro per il futuro, soprattutto in tema live. Per fortuna finalmente ho trovato una grande squadra per la quale non elemosino mai i complimenti, tutti musicisti talentuosi con cui si è instaurato un bel rapporto di amicizia. La cosa fondamentale è trovare qualcuno che creda nel progetto e voglia mettere del suo per crescere assieme. In passato non è stato così o per lo meno ci son stati solo dei flash, ho dato fiducia a tante persone che si son rivelate inaffidabili e per via dell’amicizia alla fine l’ho pagata cara. Son sicuro che se avessi avuto questi ragazzi sin dai primi album, i Great Master sarebbero già parecchi scalini sopra il livello attuale.
AAM: Hai mai pensato di riregistrare uno dei vostri migliori album come “Serenissima” con questa formazione? Penso che con la voce più versatile di Stefano Sbrignadello i vari pezzi verrebbero ancora meglio, che ne dici?
GM: Questa è una cosa che mi era balenata per la testa un po’ di tempo fa, visto che quest’anno è il decennale dell’uscita del disco. Poi, per questioni legate sempre alle tempistiche, non si è riuscito a far nulla. Il piano B era di portare live qualcosa di “Serenissima”, perché sorprendentemente trovo sempre più gente che è rimasta legata a quel disco e continuano a farmelo presente. E’ una cosa che fa molto piacere, anche perché sono molto legato anch’io a quell’album. In futuro non escludo che ci possa essere una reinterpretazione di quei brani, magari con un’edizione speciale.
AAM: Ogni tanto riusciamo a vederci per qualche vostra data live in giro per il Veneto; per promuovere “Montecristo” avete pensato ad un vero e proprio tour? Ed, in caso positivo, cosa ci puoi rivelare?
GM: Per “Montecristo” cercheremo di fare del nostro meglio nel promuoverlo live, in quanto i due precedenti dischi son stati bruciati su questo aspetto causa pandemia. Non puntiamo a un tour con molte date consecutive, ma cercheremo di sfruttare più di qualche week end per esibirci e conciliare il tutto con l’aspetto familiare e lavorativo. Al momento, oltre alla release del 23 settembre, siamo in attesa della conferma di altre date già a partire da ottobre e penso che a breve le annunceremo. Sono date italiane, ma stiamo già valutando alcune proposte anche per date estere. Confidiamo in un bel 2024 perché crediamo molto in questo disco e portarlo live sarà una bella sfida!
AAM: Mi avevi detto di esserti stancato dell’etichetta di “pirate metal” che vi era stata attaccata con gli ultimi due album e quindi di voler cambiare sound questa volta; ti va di spiegare ai lettori di allaroundmetal.com questa cosa?
GM: La parentesi Pirate è nata con “Skull and Bones”, ma doveva rimanere da subito un episodio isolato nella nostra discografia. Poi, con lo scoppio e le limitazioni della pandemia, per non rimanere fermi, ho proposto ai ragazzi di realizzare un album particolare che inizialmente doveva essere un EP pre “Skull and Bones”, ma poi ho voluto rendere un full-length, aggiungendo altri pezzi di cover marinare, così è nato “Thy Harbour Inn”. Non pensavo diventasse così popolare. Ad oggi le canzoni di “Thy Harbour Inn” sono quelle più ascoltate su Spotify, surclassando album precedenti come “Lion And Queen” e “Serenissima”. Questo ci ha portato a esser “marchiati” come pirate metal da parte di molti ascoltatori, anche se non ci siamo mai rivisti in questa classificazione. Il nostro genere è sempre stato tra l’heavy metal e il power metal. Quindi abbiamo voluto svoltare da subito con “Montecristo” tornando su binari a noi più consoni e abbiamo deciso di farlo al meglio delle nostre possibilità, alzando l’asticella e cercando di spingere ancora di più sull’acceleratore. Dei precedenti album “pirateschi” abbiamo comunque mantenuto lo stile corale e l’utilizzo di alcuni strumenti folk, come il flauto, perché se una cosa riesce bene bisogna mantenerla, solo così si può migliorare ancora.
AAM: Come mai avete scelto proprio il libro di Alexandre Dumas padre “Il Conte di Montecristo” per il vostro concept e chi, tra voi, ha avuto la prima idea?
GM: Dopo “Thy Harbour Inn”, per ripartire di slancio ho proposto ai ragazzi di mettere in musica questo concept ed è stato subito ben accetto. E’ una storia che mi ha da sempre colpito. Una storia pazzesca, intricata, avventurosa e che rimane sempre attualissima tra i lettori, perché è impossibile non immedesimarsi nel protagonista e non sostenerlo già dalle prime pagine. Era la strada giusta per svoltare, con un periodo storico come quello a ridosso dei precedenti album, partendo sempre dal mare, cosa che abbiamo fatto anche aprendo le danze dei testi con la stessa parola usata su “Skull and Bones” e cioè quel “Sailing” che però questa volta porterà la nave in un’altra direzione.
AAM: Adesso cosa ci aspetta per il futuro dei Great Master? Avete già pensato ad un eventuale nuovo tema per il prossimo disco?
GM: Al momento siamo concentrati sull’uscita di “Montecristo”, sul promuoverlo e portarlo live con più date possibili. Dischi ne abbiamo già un discreto numero in discografia mentre siamo un po’ carenti sul fronte live. Esibirsi dal vivo è molto importante anche per farsi conoscere sempre più e incrementare il numero di nuovi sostenitori. Non c’è stata un data in cui siamo tornati a casa a mani vuote, ogni concerto ci ha dato la possibilità di fare nuove conoscenze, nuovi amici e sostenitori. E’ una ragnatela che piano piano si costruisce e con la quale poi potrai comunicare con tutti avendo un grande potenziale da sfruttare. In aggiunta posso dirti che il medioevo è un periodo storico che mi ha sempre colpito….
AAM: Adesso una curiosità. Cosa fanno i Great Master nella vita di tutti i giorni, quando non sono impegnati con i loro strumenti e la loro musica, sempre se te la senti di svelarcelo?
GM: Persone semplici che come tante altre non possono di certo contare di vivere con un tesoro come quello del Conte di Montecristo, ahahahah. Scherzi a parte, siamo una band abbastanza poliedrica nel campo lavorativo, ognuno ha un’occupazione lavorativa diversa dagli altri. La musica ha comunque sempre una certa importanza per chi come il sottoscritto la vive costantemente nell’arco della giornata, non solo per le composizioni, ma anche per mantenere i rapporti con altri musicisti nel campo grafico. Per altri invece si è aperta addirittura la strada dell’istruzione. Siamo molto impegnati nella vita privata, tanto che a volte ci è difficile pianificare addirittura una prova!
AAM: Credo di aver abusato abbastanza della tua pazienza, concludo lasciandoti come consuetudine uno spazio per un tuo saluto finale ai fans dei Great Master ed ai lettori di allaroundmetal.com, dandoci appuntamento per il release party di “Montecristo” a Mantova.
GM: Ti ringrazio Ninni per l’opportunità che hai concesso ai GM di apparire ancora una volta sulle pagine della storica Allaroundmetal. Non vediamo l’ora che arrivi il 21 settembre per avere i primi riscontri dai nostri fans, le prime recensioni uscite su “Montecristo” sono stellari e siamo molto entusiasti di ciò, perché viene ripagato tutto il lavoro che abbiamo fatto per realizzarlo. Il 23 settembre saremo live all’Arci Tom di Mantova dove presenteremo live le canzoni di questo nuovo disco a 2 giorni dalla sua uscita. Invito tutti a questa serata di festa e a supportare la band con l’acquisto del cd, perché tutto l’aiuto che arriva da chi ci segue è essenziale per noi, siamo sempre una piccola realtà che cerca di crescere e lo fa anche attraverso la partecipazione dei propri fans. Non mancate, vi aspettiamo, magari con un bicchiere di prosecco!!