Allaroundmetal.com ha incontrato Fabio Calluori, chitarrista e leader dei power metallers campani Heimdall; eccovi cosa ci ha raccontato...
AAM: Ciao Fabio e grazie per essere qui con noi di allaroundmetal.com. Partiamo subito con una domanda abbastanza scontata, dovremo adesso aspettare altri 10 anni per il successore di “Hephaestus”? Nell’intervista che facemmo all’epoca di “Aeneid” ci avevi promesso che non avremmo dovuto attendere tanto ed invece…
FC: Questa volta non dico niente, ahahaha!!! Ma onestamente spero proprio di no. Purtroppo tra cambi di line up, covid e problemi personali vari è passato un sacco di tempo da “Aeneid”, più di quanto volevamo.
AAM: Cosa hanno fatto gli Heimdall dopo l’uscita di “Aeneid” e come mai ci sono voluti 10 anni per realizzare “Hephaestus”?
FC: Dopo la pubblicazione di Aeneid ci siamo dedicati alla sua promozione con interviste e vari live. Dopo abbiamo iniziato la stesura dei nuovi brani. L’idea inizialmente era quella di fare uscire il nuovo album nel 2018, anche per questo nel 2017 abbiamo pubblicato un video di un brano inedito “Knights of Riverland”. In quel periodo avevamo completato la stesura di tutti i nuovi brani. Poco dopo però per problemi personali Umberto e Daniele hanno lasciato la band e questo ci ha rallentato un poco, soprattutto per la ricerca di un nuovo bassista. Dopo alcune prove ho deciso di registrare io le parti di basso e così abbiamo iniziato le registrazioni. Poi è venuta la pandemia e abbiamo deciso di posticipare l’uscita dell’album. Inoltre in questi 10 anni Gandalf è diventato padre due volte e anche io ho avuto qualche situazione complessa da gestire. Tutto questo ci ha portato a pubblicare il nuovo album solo ora.
AAM: Cosa ci racconti delle registrazioni dell’album? Ci sono stati degli episodi simpatici da ricordare? A proposito, dove avete registrato il disco?
FC: L’album è stato registrato nei miei studi di registrazione, i Sonic Temple Studio di Salerno. Mi sono occupato io interamente della produzione e devo dire che è stata una bella sfida perché i brani, soprattutto a livello di arrangiamenti, sono piuttosto complessi, quindi sono molto contento che la produzione sia stata apprezzata un po’ da tutti. Volevamo che l’album suonasse chiaro potente e melodico con molta attenzione alle chitarre. Comunque produrre la propria musica è un’esperienza che non auguro a nessuno ahahaha!! Vuoi sempre ritoccare questo quello, non sei mai contento…un manicomio insomma.
AAM: Rispetto alla formazione che registrò il precedente album, c’è il nuovo bassista Franco Amoroso; ti va di presentarcelo?
FC: Certo, Franco Amoroso è entrato nella band a marzo di quest’anno. E’ stato un processo piuttosto naturale visto che, oltre ad essere un ottimo bassista, siamo amici da molto tempo e suoniamo insieme in un’altra band, gli Psycho Jungle, dove ci cimentiamo in un genere più rock e gothic-oriented. Devo dire che, quando gli abbiamo proposto di entrare negli Heimdall, lui ha dimostrato subito un grande entusiasmo.
AAM: Avete abbandonato la formazione a tre chitarre per tornare in due, solo tu e Carmelo Claps; come mai questa scelta?
FC: Si, eravamo in troppi ahahah!! A parte gli scherzi, quando Umberto per problemi personali ha dovuto lasciare la band abbiamo preferito tornare alla classica formazione con due chitarre. E’ stata una grande esperienza quella di avere 3 chitarristi, anche perché Umberto era molto bravo come chitarrista e se la cavava alla grande anche con altri strumenti, ad esempio i violini in “Forced by Fate”, prima track di “Aeneid”, erano stati suonati da lui. Però quando ha lasciato, è stato naturale tornare al passato con due chitarre e con una line-up più snella che sicuramente dal punto di vista dei live è preferibile. Non abbiamo nemmeno il tastierista in formazione, infatti in “Hephaestus” sono io che mi sono occupato di quasi tutte le tastiere tranne alcune parti suonate da Sergio, il nostro vecchio tastierista. L’idea è quella di proseguire così, dando molto spazio alle chitarre per sonorità più granitiche e metal.
AAM: Perché avete scelto di fare una cover dei Queen e perché proprio “The show must go on”? Non ritieni un po’ troppo rischioso per chiunque confrontarsi con una leggenda come Freddie Mercury?
FC: Adoro le canzoni che ti trasmettono emozioni forti e questa è una di quelle… ha un’atmosfera malinconica, ma anche epica… quindi la vedevo molto adatta al nostro sound, Abbiamo cercato di preservare la sua malinconia rendendola ovviamente più potente, una metal song dall’atmosfera quasi Sabbath. Quello che ho imparato nella vita è che qualunque cosa fai viene apprezzata o criticata, quindi la soluzione è sempre a fare quello che ti dice la testa ahahah!! Sapevo che era una sfida, ma il motivo principale è solo perché ritengo sia una canzone grandiosa e quindi questa cover vuole essere un piccolo omaggio a tale melodia. Inoltre Gandalf ama i Queen e, dopo qualche dubbio iniziale dovuto appunto alla tua osservazione, è stato contento anche lui di cimentarsi in questa cover.
AAM: Avete realizzato il lyric video della title-track, avete in programma di realizzare un video vero e proprio ed, in caso affermativo, puoi anticiparci qualcosa?
FC: L’idea iniziale era quella di fare un video, ma visti i tempi stretti per la pubblicazione dell’album abbiamo optato per il lyric video che, devo dire, oggi rappresenta comunque un’ottima soluzione. Ora non credo faremo un video. Oggi gli album vengono messi in streaming appena escono, quindi non so se avrebbe tanto senso.
AAM: Chi ha disegnato la copertina del disco, immaginando un Efesto così muscoloso e massiccio?
FC: E’ un ragazzo che ha uno studio di grafica delle nostre parti che ho conosciuto perché aveva già lavorato ad alcuni album di Luca Sellitto degli Stamina che me lo ha presentato. Si chiama Vittorio “Kufa” Citro e devo dire che ha fatto un lavoro straordinario. Volevamo un qualcosa di molto potente, diciamo un’immagine simbolo che appunto raffigurasse il dio Efesto in modo però personale. Gli ho dato il titolo dell’album e quindi l’idea di base più un paio di indicazioni semplici: molto fuoco, metal, epicità e potenza ahaha!! E lui ha sfornato al primo tentativo una cover bomba… sta piacendo praticamente a tutti. Anche i colori che ha usato sono bellissimi. Inoltre Vittorio si è occupato del lyric video di “Hephaestus”, facendo anche qui un grande lavoro.
AAM: A proposito perché scegliere proprio Efesto per un disco? C’è un concept nei testi?
FC: No, questa volta non si tratta di un concept album… dopo “Aeneid”, dedicato interamente alla storia di Enea e all’Eneide, abbiamo preferito fare qualcosa di diverso, anche perché le canzoni sono state scritte in momenti differenti. L’idea di chiamare il cd Hephaestus è nata dopo aver completato le liriche. Inizialmente l’album doveva chiamarsi in un altro modo, ma quando abbiamo finito la song “Hephaestus” ci siamo detti: questa deve essere la title track!! E’ un nome così potente e pieno di significato. La storia del dio Efesto è molto particolare. Mi piace considerarlo un dio “umano”, infatti chiunque di noi può immedesimarsi un po’ nella sua vita, nelle sue difficoltà, nella sua voglia di farcela, nella sua aspirazione alla perfezione, nella sua rinascita e nella sua conquista della consapevolezza che quello che si ha è spesso meglio di quello che si vuole. Nelle altre song gli argomenti trattati sono diversi…in “We are one” e “King” ad esempio, parliamo di tematiche come la lotta per la libertà e per i propri ideali. Parliamo anche di esperienze, stati d’animo particolari, sentimenti, come in “Till the end of time”, o di relazioni, come in “Masquerade”, dove due persone sentono che qualcosa è cambiato nel loro rapporto e non sanno più se possono contare e fidarsi l’uno dell’altro. Spesso i nostri testi nascono da esperienze e stati d’animo quotidiani a cui ci piace dare una veste epica e mitologica che ben si sposa con la nostra musica.
AAM: Avremo modo di vedere gli Heimdall in tour ed, in caso affermativo, puoi già darci qualche data?
FC: Si, suoneremo da headliner al Festival Metalland a Tivoli il 2 dicembre e siamo in contatto per la partecipazione a un altro festival questo inverno, nel nord d’Italia, ma non posso dirti nulla di più per ora. Per un vero e proprio tour non so, stiamo vedendo di chiudere alcune date in giro per l’Italia. Manchiamo da un po’ di tempo quindi è importante capire la reazione all’album che comunque finora è stata veramente ottima.
AAM: Dopo Elevate e Scarlet, adesso siete passati ad una label straniera, la tedesca Pride & Joy Music; come siete entrati in contatto con loro e quali differenze avete finora riscontrato?
FC: Dopo aver completato il master di “Hephaestus”, lo abbiamo inviato alle principali metal label. Abbiamo ricevuto l’interessamento di tre etichette discografiche e la Pride and Joy è quella che ci ha fatto l’offerta migliore e ha mostrato subito grande entusiasmo per la band. Inoltre volevamo provare a pubblicare l’album con un’etichetta straniera quindi firmare con loro è stato naturale e un’ottima occasione per noi. Differenze con la Scarlet e la Elevate? Diciamo che è ancora troppo presto per questo anche perché i tempi cambiano e quindi anche il modo di lavorare delle label si modificano nel tempo. Finora stanno facendo un ottimo lavoro. Sono molto precisi, tutto è ben pianificato e chiaro tra le parti e questa è una cosa molto importante per noi.
AAM: Il prossimo anno festeggerete i 30 anni di vita degli Heimdall; guardandoti indietro, c’è qualcosa che non rifaresti o qualcosa che vorresti fare diversamente?
FC: Premetto che non sono il tipo che guarda troppo indietro e sta a recriminare sui fatti passati, però devo dire che molte cose, con il senno di poi, le avrei fatte in modo diverso. I vari cambi di line-up ci hanno sicuramente rallentato negli anni e a volte scoraggiato, visto che non è semplice trovare persone con le quali suonare e costruire qualcosa insieme, anche se in molti casi sono stati inevitabili. Più vai avanti con la vita, più le cose diventano complesse e quindi non tutti riescono a continuare a dedicarsi alla musica. Poi, anche per quanto riguarda i live, in passato abbiamo avuto belle occasioni che non abbiamo sfruttato e questo è forse il rimpianto più grande.
AAM: A proposito del trentennale, avete in mente qualcosa per festeggiarlo? Magari un concerto con qualcuno dei vostri vecchi compagni di viaggio….
FC: Già sono 30 anni!! come passa il tempo... stiamo crescendo ahahah!! Sarebbe bello fare qualcosa del genere e in realtà un’idea c’è, ma non posso dirti nulla purtroppo, vediamo se si realizzerà, sarebbe molto bello…incrociamo le dita!
AAM: Credo di aver abusato fin troppo della tua pazienza e della tua disponibilità; concludo qui l’intervista ringraziandoti ancora e lasciando, come consuetudine, uno spazio finale per un tuo messaggio ai fans degli Heimdall ed ai lettori di allaroundmetal.com
FC: Innanzitutto grazie per l’intervista, le bellissima recensione e il supporto! Ovviamente vorrei invitare tutti i lettori di allaroundmetal ad ascoltare “Hephaestus”, se vi piace il metal epico roccioso e melodico sono sicuro che lo apprezzerete molto e grazie a tutte le persone che ci seguono per l’affetto che ci avete sempre dato. Stay Metal!