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05 Set

I Kalah ci svelano "Descent into human weakness" e la loro storia

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Alcuni dei membri dei Kalah, Dario Trentini (tastiere), Alessio Monacelli (batteria), Mario Grassi (chitarra) e Claudia Gigante (voce), sono qui con noi di allaroundmetal.com per raccontarci qualche particolare sulla band e sul loro esordio discografico, “Descent into human weakness”.
 

AAM: Ciao ragazzi e grazie di essere qui con noi di allaroundmetal.com. Siete un gruppo agliesordi, vi va di raccontarci come sono nati i Kalah e la vostra storia fin qui?
DARIO: Ciao, e grazie di averci invitato! I Kalah sono nati un po’ per caso…
ALESSIO: Io e mio fratello Marco (chitarra ritmica) suoniamo insieme da tutta la vita. Quando ci siamo ritrovati a Bologna è stato naturale per noi creare un progetto insieme. Dopo varie peripezie ed esperimenti, abbiamo completato la line-up (non è stato assolutamente facile!). Agli inizi del 2020 abbiamo iniziato a lavorare seriamente sul materiale da noi composto e con l’arrivo della pandemia ci siamo resi conto che far uscire un album in un periodo simile, anche data l’impossibilità di esibirsi live, non ci avrebbe dato l’esposizione necessaria e si sarebbe perso nel marasma delle uscite discografiche. Abbiamo quindi partorito l’idea di uscire con 3 Ep da 4 songs ciascuno, dilazionati tra loro nel tempo, così da avere i riflettori puntati su di noi per un periodo più esteso.
 

AAM: Ho definito il vostro genere musicale come un power/prog dai forti influssi electro; siete d’accordo con questa classificazione ed, inoltre, quanto sono importanti le tastiere nel vostro sound?
DARIO: Si, direi che la definizione ci calza. In realtà non abbiamo mai fatto discorsi di stile o genere all'interno del gruppo e non escludiamo di avere una ulteriore evoluzione o cambiamento nel futuro. Dopo tutto, ciò che scriviamo nasce dall'unione dei nostri gusti musicali e da quello che siamo abituati ad ascoltare che, essendo anche molto differente, crea una commistione molto particolare. L'idea dell'elettronica e metal è venuta un po’ per caso e dopo qualche esperimento più o meno riuscito abbiamo pensato di andare in quella direzione. Le tastiere sono fondamentali in quanto sono caratteristiche dello stile che abbiamo intrapreso e ci permettono di spaziare e amalgamare generi anche molto distanti tra di loro.


AAM: Ora una domanda che pongo spesso alle prime interviste sulla nostra webzine. Come nasceun pezzo dei Kalah? E’un lavoro di gruppo oppure nasce tutto da qualcuno di voi?
DARIO: Di solito l'idea di un pezzo parte da un riff di chitarra o dalle tastiere, ma non è affattola regola. Nella composizione prende parte ogni elemento del gruppo che è libero di cambiare, stravolgere tagliare. Ognuno è fondamentale e nella creazione di ciò che poi è la canzone finita.
 

AAM: Nasce prima il testo o prima le musiche in una canzone dei Kalah?
CLAUDIA: In “Descent into human weakness” è spesso nata per prima la musica, da cuiabbiamo poi tratto ispirazione per le parole. Non abbiamo però uno schema fisso, di fatti è anche capitato che parole e musiche viaggiassero su binari paralleli per poi incontrarsi ed amalgamarsi solo in unsecondo momento. A livello creativo ci lasciamo molta libertà. Chi ha un'idea la butta giù e vediamo dove ci porta, senza troppi preconcetti. Sono incredibili i luoghi della mente e dell'immaginazione che possiamo esplorare se non ci poniamo troppi paletti.
 

AAM: Di cosa parlano i testi delle vostre canzoni e chi si occupa di scriverli?
CLAUDIA: “Descent into human weakness” è stato scritto quasi in toto nel 2020, durante i vari lockdown. Questo periodo ha inevitabilmente influenzato i nostri contenuti. Tutti i brani sono accomunati da un sentimento di imprigionamento, e da ciò che ne scaturisce: pensieri, desideri, azioni. Una vera e propria oppressione fisica, come in “Six feet underground”; storia di fantasia che trattadi un uomo che si risveglia in hangover sepolto in una fossa. O psicologica, come in “Ejecta”, dove le catene invisibilidi una dipendenza affettiva portano la protagonista a essere prigioniera di sé stessa. I testi prevalentemente li scrivo io ma, anche qui, c'è un contributo da parte di tutti. Anche perché, ad eccezione di “Red”, testo molto personale dedicato ad un amico, tutti i brani sono frutto di fantasia, magari ispirati da una poesia, da un sogno, da un videogioco o molto più banalmente dauna notizia al telegiornale.

 
AAM: L’anno scorso avete realizzato due splendidi EP, “Descent” e “Human”, come mai avete scelto di inserirli all’interno del debut album “Descent into human weakness”?
DARIO: Beh, come tutti i gruppi, anche se formati da poco, abbiamo avuto uno sviluppo e una crescita nel modo di lavorare insieme e così un'evoluzione musicale. Ci sembrava bello poter raccogliere in un unico disco la nostra esperienza, la nostra storia che, come tutte,è fatta di tanti piccoli capitoli. Si ha quasi la tendenza oggigiorno a volersi porre come un qualcosa di netto, definito, chiaro fin da subito. “Descent into human weakness” per noi rappresenta invece lo sviluppo della nostra esperienza musicale insieme. Un qualcosa che ci pareva bello poter raccogliere in un unico disco. E’ una fotografia in movimento.
ALESSIO: L’idea originale era quella di rilasciare il terzo EP a cavallo tra il 2021 ed il 2022, in formato digitale, come i suoi due predecessori. Quando ci si è presentata l’occasione con la Pure Steel Records, abbiamo deciso che sarebbe stato bello rilasciare l’opera completa, includendo il terzo capitolo “Weakness”.

 
AAM: A proposito di “Descent into human weakness”, dove l’avete registrato e di chi vi siete avvalsi per la produzione?
DARIO: Il disco è stato registrato presso il PriStudio di Roberto Priori. Ci teniamo molto a ringraziarlo per il lavoro fatto e per la sempre squisita disponibilità.
ALESSIO: Roberto è una persona estremamente preparata e versatile, che si è dimostrata assolutamente in linea con il nostro genere. E vi assicuro che mixare l’infinità di tracce e frequenze presenti nelle canzoni non è assolutamente un lavoro da poco!
 

AAM: Chi ha realizzato l’artwork di “Descent into human weakness” e quale legame ha, se c’è, coni testi dell’album?
CLAUDIA:L'artwork è stato realizzato dal talentuosissimo Oliver Wetter, in arte “ArsFantasio”. Quando ho visto l'opera di Oliver ho subito pensato alla simbologia della mela nella Genesi e che fosse perfetta per rappresentare“ Descent into Human Weakness”. La Bibbia racconta che Adamo ed Eva mangiarono il frutto dell'albero della conoscenza del Bene e del Male, contravvenendo alla proibizione di Dio. Per questa ragione i due furono scacciati dall'Eden, perdendo i privilegi di cui godevano al momento della creazione. La mela è il simbolo del peccato originale, della loro debolezza. Dopo averla mangiata, Adamo ed Eva avvertirono un senso di paura e vergogna, i primi sentimenti negativi provati dall'essere umano.
 

AAM: Molti gruppi realizzano dei videoclip per promuovere l’uscita del proprio disco, voi avete in programma di fare qualcosa ed, in caso affermativo, potete svelarci qualcosa al riguardo?
ALESSIO: Assolutamente si. Il video del primo singolo “Aphelion” è in uscita il 7 settembre, mentre abbiamo iniziato le registrazioni anche di un secondo singolo (di una delle 4 nuove canzoni). Entrambi realizzati dal nostro amico e regista Carlos Reyes Vergara. La nostra è una release molto atipica, perché dei video erano già stati realizzati anche per le uscite dei primi 2 Ep. Sul nostro canale YouTube potete trovare il video di “Mantis”, in cui un artista russo ha ricreato la storia raccontata dal testo sottoforma di videogioco 8-bit, oppure il video di “Red”, la canzone che più ricorda una ballad all’interno del disco, il cui video molto intimista è stato realizzato dal talentuoso Sauro Mori.
 

AAM:Per la realizzazione di “Descent into human weakness” avete firmato un contratto con la Pure Steel Records; come siete entrati in contatto con questa label tedesca e cosa è previsto per il futuro con loro?
DARIO: Cercavamo un’etichetta che ci permettesse di pubblicare questa raccolta di frammenti e la Pure Steel Records si è dimostrata entusiasta di farlo. Con loro abbiamo un contratto che ci lega per la pubblicazione del nostro prossimo disco che crediamo, incrociando le dita, di fare uscire fra meno di un anno.
 

AAM: Argomento live. Avete qualche data in programma per supportare “Descent into human weakness” ed, in caso affermativo, potete anticiparci qualcosa?
CLAUDIA: Certamente! Innanzitutto vi aspettiamo numerosi il 9 settembre al Parco Ausa Dogana di S.Marino per il “release party” di “Descent into Human Weakness”. Non vediamo poi l'ora di farvi scatenare al “Bless the Ladies Fest” il 10 dicembre presso l’Alchemica Music Club, assieme ai Deathless Legacy. Ci saranno poi tante altre fantastiche news!
 

AAM: Dovete partire in tour di supporto ad un gruppo famoso; chi sperereste che sia?
DARIO:Questa è una domanda difficile. Abbiamo gusti talmente diversi all'interno del gruppo che è praticamente impossibile rispondere.
MARIO: Cercando di riunire le diverse anime della band, direi che non ci dispiacerebbe aprire per un gruppo del calibro degli Spiritbox.
 

AAM:Quali artisti o gruppi sono stati fondamentali per la vostra formazione? In altre parole, chi vi ha convinto ad iniziare a studiare il vostro strumento o il canto, nel caso di Claudia?
CLAUDIA: Ce ne sono troppi da citare quindi parlerò solo del primo che ho conosciuto: mio padre, Francesco. Lui è un bassista e nella mia infanzia la musica, soprattutto il progressive rock, èsempre stata presente. Lui mi ha incoraggiata a studiare e a frequentare l'ambiente.; nonché fonte inesauribile di dischi che puntualmente andavo a “prendere in prestito”. La scelta del canto è stata suggerita, quando avevo circa 13 anni, proprio da lui. Probabilmente non ne poteva più di sentirmi strillare sotto la doccia e ha pensato di iscrivermi a un corso e darmi un metodo. Inizialmente non ero molto convinta, ero molto timida e l'idea di cantare davanti a qualcuno mi terrorizzava. Questa scelta invece è stata cruciale.
ALESSIO: Per me i Blind Guardian e in particolare Thomen Stauch. E’ lui la ragione per cui ho iniziato a suonare la batteria.
MARIO: Anche qui, è molto difficile fornire una risposta univoca. Per ciò che riguarda le chitarre direi bands che spaziano dal rock classico al Metal più moderno come Nevermore, Alter Bridge e Myrath
 

AAM: Se vedessimo il futuro, cosa sperate sia riservato ai Kalah?
DARIO: Ci piacerebbe continuare a divertirci insieme, condividere questa splendida esperienza che è la musica, riuscire a trasmettere la nostra passione e il nostro sound a più persone possibili.

 
AAM: Penso di essermi dilungato anche parecchio. Concludo come consuetudine, ringraziandovi per la disponibilità e lasciandovi uno spazio libero per un messaggio ai vostri fans ed ai lettori diallaroundmetal.com
MARIO: Grazie ad allaroundmetal.com per la bellissima opportunità. Rimanete sintonizzati sui nostri profili Facebook e Instagram perché ne vedrete davvero delle belle! Se vi piacciono i Kalah ed altre realtà della scena underground italiana, non esitate a sostenerci! Ora più che mai il vostro appoggio è fondamentale, Stay Metal!!

Ultima modifica il Domenica, 25 Febbraio 2024 10:55
Ninni Cangiano

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