A qualche settimana dall’uscita del debut album “Daughters of the night”, allaroundmetal.com ha intervistato le due vocalist Grace Darkling e Rehn Stillnight ed il chitarrista Hedon. Eccovi il resoconto della nostra chiacchierata.
AAM: Ciao e grazie di essere qui con noi di allaroundmetal.com! Il nome dei Nocturna è nuovo sulla scena metal italiana, vi va di raccontarci come è nata la band?
REHN: Ciao a tutti, è un piacere essere qui con voi! Io e Grace ci conosciamo da cinque anni, abbiamo cantato insieme in un piccolo progetto che non esiste più da tempo, ma ci ha permesso di diventare amiche e continuare a lavorare insieme. Federico lo conoscevamo già per il suo lavoro con i Frozen Crown e le sue altre band, lui conosceva noi grazie ai social e quello che abbiamo fatto nei nostri progetti precedenti, quindi ci siamo visti dal vivo ed è nata la band che potete vedere adesso!
AAM: Come mai avete scelto dei nomi d’arte e perché solo i musicisti usano delle maschere per coprire i volti e non anche le due cantanti?
R.: Personalmente, utilizzo il nome “Rehn Stillnight” da molti anni, una decina ormai! Non ho mai amato il mio nome reale, e non credo che starebbe bene come nome di una frontwoman... quello che ho scelto è più evocativo, a mio parere. Per quanto riguarda le maschere... non è consigliabile cantare con una maschera davanti alla bocca!
GRACE: Anche io non ho mai amato che la gente mi chiamasse per nome e cognome. Era da un po’ che stavo cercando qualcosa che mi rappresentasse maggiormente e che fosse più internazionale, oltre che più facile da pronunciare. La decisione di far mettere ai musicisti una maschera, senza rivelarne l’identità, è stata unanime, anche per creare un alone di mistero ma comunque creando dei personaggi veri e propri, ognuno diverso dall’altro e con le proprie caratteristiche. Come detto da Rehn, dato che le maschere son state pensate per coprire interamente il volto (tranne che per gli occhi), poco avrebbe senso per un cantante, oltre che creare solo complicazioni specialmente durante i live.
AAM: Ci volete svelare le vostre vere identità? Per Federico, Greta e Serena non è stato complicato, ma ancora non siamo riusciti a capire chi si cela dietro gli alias di Deimos ed Antares….
G.: A dire il vero, nonostante abbia registrato le chitarre in studio, non abbiamo mai confermato che Federico sia Hedon. Vi lasciamo il beneficio del dubbio! Così come Deimos e Antares, al momento preferiamo non rivelare nulla.
AAM: Ho trovato il vostro sound, quando il ritmo è più frizzante, abbastanza assimilabile a quello dei Frozen Crown ed accostabile, nelle parti più sinfoniche, ai mostri sacri del settore come Epica e Nightwish; siete d’accordo su questo punto di vista?
G.: Anzitutto, mi fa estremamente piacere che Nocturna sia accostata a band di cui io stessa son fan. Tuttavia, a parte forse qualche influenza esclusivamente vocale mia e di Rehn, né Nightwish né Epica son state tra le nostre influenze durante la fase di composizione.
AAM: Come nascono le musiche dei Nocturna? C’è qualcuno che si occupa di tutto oppure è un lavoro di squadra?
R.: Lavoriamo insieme a tutto. Il nostro album di debutto è stato composto durante il lockdown del 2021, in piena pandemia, quindi abbiamo lavorato per forza di cose a distanza. Federico ci mandava l'idea iniziale del pezzo, noi registravamo le demo vocali (ognuna ha registrato tutte le parti, abbiamo deciso in seguito la divisione) e ce le mandavamo. E' stato bello perchè, nonostante non ci potessimo vedere, è stato come lavorare fianco a fianco anche se c'erano centinaia di chilometri a separarci.
AAM: Veniamo a “Daughters of the night”, come mai la scelta di un simile titolo e che legame ha con la copertina?
R.: Volevamo dare da subito l'impressione di dualità, sia nell'immagine della copertina in cui siamo presenti io e Grace, sia nel titolo dell'album e quindi della title-track. Grace e io siamo entrambe le cantanti principali di Nocturna, non c'è una lead vocalist e una backing vocalist, siamo sullo stesso piano.
G.: Come si potrà notare, c’è un tema ben preciso dietro a Nocturna, che viene ripreso in tutto e per tutto: musiche, testi, grafiche e tutto il resto. Il tema in particolare dell’album, influenzato enormemente dal filone Gotico-Romantico, è proprio l’oscurità e il dualismo bene e male, in specifico, l’ascesa del secondo. Nella title track si parla di una nuova stirpe del male, in quel caso io e Rehn ne siamo rappresentanti. La copertina e il titolo sono quindi una sorta di riassunto di tutto ciò. Inoltre, nel background vediamo proprio ciò che dovrebbe evocare la prima traccia “Spectral Ruins”: anch’esso è un immaginario dell’arte romantica.
AAM: Di cosa trattano i testi e chi si occupa della loro stesura?
G.: Come detto prima, anche i testi sono legati in qualche modo da un tema oscuro e decadente, influenzato dalla letteratura gotico-romantica, tra tutti in particolare da Paradise Lost di Milton, Dracula di Bram Stoker, Frankenstein di Mary Shelley... questi riferimenti si possono trovare chiaramente, ad esempio, nei testi di New Evil, Daughters of the Night e The Trickster. Ma il tema dell’oscurità viene trattato anche in chiave più moderna, a volte anche filosofica. In testi quali The Sorrow Path, Sea of Fire e Darkest Days il male e i demoni sono “interiori”, più “umani” in un certo senso ed è tutto più metaforico. Per la stesura dei testi si è occupato prevalentemente Federico, ma anche Rehn ha messo spesso la sua parte.
AAM: Per i Nocturna nasce prima il testo oppure le musiche?
FEDERICO: Le musiche, assolutamente. La linea melodica vocale viene scritta al piano e successivamente, durante la fase di pre-produzione, cantata utilizzando un testo fittizio. Solo poco prima di entrare in studio i testi definitivi vengono completati, chiaramente ispirati dal mood delle melodie.
AAM: Dove avete registrato il disco?
F.: A Settimo Torinese, da Andrea Fusini, già produttore di tutti i dischi di (tra gli altri) Frozen Crown e Volturian.
AAM: C’è qualche episodio simpatico che vi va di raccontarci accaduto durante le registrazioni in studio?
R.: Siamo arrivati in studio e ci siamo accorti che non tutti i testi erano finiti e revisionati, quindi mentre Greta registrava le sue parti di una canzone, io e Federico eravamo in un'altra stanza a terminare la stesura del testo di un altro brano. E' capitato che scrivessimo una strofa intera, dimenticandoci che la parte interessata fosse lunga la metà... Quindi abbiamo improvvisato scegliendo le parti migliori tra quelle appena scritte.
G.: Quando siamo entrati in studio e Fusini ci ha chiesto il nome del gruppo, per rinominare le tracce, la nostra risposta, dato che non l’avevamo ancora trovato, è stata “Eh eh… domanda di riserva?” o una cosa del genere. E’ quindi finita che per tutto il tempo, per scherzare (in modo benevolo ovviamente) eravamo nominati la band “HEHE”. Anche il master delle canzoni, una volta ricevuto, era chiamato “HEHE”, era diventato praticamente il meme di quei giorni!
AAM: Finora avete girato due video, uno per la title-track e l’altro per il pezzo “New evil”, cosa ci raccontate al riguardo? Ad esempio, chi si è occupato di realizzare la sceneggiatura, come avete scelto le locations, ecc.
F.: Il concept generale viene sempre da me e Luca (Morselli, il nostro videomaker), ma la direzione artistica è sempre curata anche da Grace e Rehn, soprattutto per quanto riguarda i loro rispettivi costumi. Le locations di “New Evil” sono state trovate dal nostro batterista Deimos. Avevamo bisogno di uno spazio neutro, non riconoscibile. Una lavagna bianca su cui mostrare i Nocturna nudi e crudi, cosa molto importante dal momento che si trattava del video di presentazione della band. Greta si è occupata invece della location della title track, girata con il patrocinio del Castello di Brescia. Curare in prima persona ogni aspetto della nostra band per noi è fondamentale.
AAM: Avete in programma di realizzare anche un terzo video ed, in caso affermativo, potete svelarci qualcosa al riguardo?
R.: Abbiamo già registrato il nostro terzo video, ma non lo abbiamo ancora pubblicato. Dovrete aspettare ancora un po'... Non voglio fare spoiler, quindi vi lascerò la sorpresa per quando uscirà!
AAM: Una domanda che mi piace sempre porre alla prima intervista per la nostra webzine: quale artista o gruppo musicale vi ha convinto ad iniziare a suonare il vostro strumento o a cantare e perchè?
R.: Per me è stata sicuramente Simone Simons degli Epica. All'epoca avevo anche i capelli tinti del suo stesso colore, era un po' il mio idolo da ragazzina, volevo diventare come lei. Come gruppi invece devo citare i Sonata Arctica ed i Nightwish, che mi hanno accompagnata letteralmente per tutta la vita e restano le mie band preferite. Quando ho finalmente potuto iniziare a studiare canto, avevo bene in mente le voci di Simone, ma anche di Tarja, quindi ho iniziato proprio dalla lirica per poi passare al canto moderno.
G.: Io non ho avuto un artista in particolare che mi abbia dato l’input di intraprendere questo percorso, poiché è da quando sono molto piccola che avrei voluto fare la cantante. C’è da dire però che, quando ho iniziato a prendere lezioni, nel 2014, ero nel mio periodo symphonic ed ero ossessionata dai Nightwish. Dato che all’epoca utilizzavo prevalentemente voce di testa e misto (ho scoperto solo 4 anni fa la mia voce di petto), ritenevo che Tarja fosse più affine a ciò che facevo, quindi devo dire che inizialmente mi ha influenzato parecchio. Altri artisti invece come Paul Stanley, Bruce Dickinson e Floor Jansen, miei idoli, mi hanno dato la motivazione per andare avanti nel percorso ed approfondire sempre più la mia voce.
AAM: Credo di essermi dilungato anche fin troppo. Concludo come consuetudine, ringraziandovi per la disponibilità e lasciandovi uno spazio a disposizione per aggiungere un ultimo vostro messaggio ai vostri fans ed, in genere, ai lettori di allaroundmetal.com.
G.: Grazie a voi e ai lettori di allaroundmetal.com!Speriamo di vederci presto live, non vediamo l’ora!