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Un debutto che non passa certamente inosservato quello dei tedeschi Omegavortex Un debutto che non passa certamente inosservato quello dei tedeschi Omegavortex Hot

Un debutto che non passa certamente inosservato quello dei tedeschi Omegavortex

recensioni

titolo
Black Abomination Spawn
etichetta
Invictus Productions
Anno

PROVENIENZA: Germania

GENERE: Black/Death Metal

TRACKLIST:
1. Netherworld Descendant =ASCOLTA=
2. Cosmic Horror Maelstrom =ASCOLTA=
3. Violent Transcendence
4. Void Possessor
5. Soul Harvest
6. Stellar Death
7. Gateways
8. From Obscurity
9. B.A.S.

LINE-UP:
K - Bass
N – Drums
S - Guitars
R – Guitars, Vocals

opinioni autore

 
Un debutto che non passa certamente inosservato quello dei tedeschi Omegavortex 2021-05-24 15:52:30 Luigi Macera Mascitelli
voto 
 
4.5
Opinione inserita da Luigi Macera Mascitelli    24 Mag, 2021
Ultimo aggiornamento: 24 Mag, 2021
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Giungono al loro album di debutto, "Black Abomination Spawn", i tedeschi Omegavortex licenziati da Invictus Productions. La band, attiva dal 2007 al 2017 sotto il moniker Ambevilence e con alle spalle alcuni demo ed EP, riesce finalmente a partorire il primo full-length con una proposta che, a dispetto di quanto si possa pensare, si differenzia nettamente da moltissime altre realtà. Fatto, questo, che rende gli Omegavortex tra i gruppi più interessanti degli ultimi anni.
Sulla carta l'act tedesco si presenta con un black/death feroce e distruttivo. Ma andando poi a spulciare più in profondità il disco, ci si rende subito conto di quanto la musica dei Nostri sia totalmente immune da etichette e compromessi. Un continuo oscillare di influenze, sonorità ed atmosfere da uscirne pazzi. Eppure in questo grandissimo calderone non si perde MAI il filo conduttore. Complice due fattori essenziali. Il primo: tutte le tracce sono unite quasi a costituire un'unica suite di 45 minuti che vi farà affogare in un baratro di furia omicida da cui non ne uscirete vivi. Il secondo: un songwriting deciso, frenetico ma chirurgicamente preciso e puntato verso un'unica direzione. L'impostazione del death classico alla Morbid Angel lascia spazio a sonorità apocalittiche e malate che ritroviamo in band quali Ulcerate, Altarage o nei malatissimi Portal, passando poi per quella vena black/grind alla Anaal Natrhrakh. Nel momento esatto in cui si schiaccia il tasto "play" si viene proiettati all'interno di un caotico vortice nel quale gli Omegavortex massacrano e torturano l'ascoltatore. Eppure in questo gorgo oscuro la band non scade mai nel caos più totale, come potrebbe sembrare ad un primo distratto ascolto. Il quartetto si mantiene sempre un passo indietro, rendendo quindi "Black Abomination Spawn" un colossale album tirato al limite ma mai fine a se stesso. Ad accompagnare la band in questo viaggio infernale, poi, subentrano le urla malatissime di R che emergono dal sottosuolo come un'eco lontana e il cui riverbero penetra nella mente uccidendo dall'interno.
Un disco veramente difficilissimo da inquadrare, forte della maestria dei grandi del passato come i già citati Morbid Angel o Possessed, ma allo stesso tempo inquadrato -scusate il gioco di parole- verso un solo obiettivo: annichilire qualunque cosa gli si pari davanti. Ecco, questo è il classico caso in cui si è usciti dagli schemi restando comunque con i piedi per terra, a testimonianza di come gli Omegavortex siano perfettamente in grado di muoversi in territori quasi del tutto inesplorati o comunque poco trattati. Se questo è solo l'inizio non oso immaginare cosa possa uscirne fuori in futuro. Per quello che vale, si tratta di uno dei migliori album del 2020. Complimentissimi!

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