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L'ottimo debutto dei technical deathsters americani Fleshbore L'ottimo debutto dei technical deathsters americani Fleshbore Hot

L'ottimo debutto dei technical deathsters americani Fleshbore

recensioni

gruppo
titolo
Embers Gathering
etichetta
Innerstrength Records
Anno

PROVENIENZA: USA

GENERE: Technical/Melodic Death Metal

TRACKLIST:
1. Momentum
2. Careless Preacher
3. Cynicism
4. The Scourge
5. Embers Gathering =OFFICIAL VIDEO=
6. Revivified
7. One Thousand Hands

LINE-UP:
Cole Daniels - Bass
Cole Chavez - Guitars
Michael McGinley - Guitars
Tyler Mulkey - Drums
Michael O'Hara - Vocals

opinioni autore

 
L'ottimo debutto dei technical deathsters americani Fleshbore 2021-10-08 14:59:27 Luigi Macera Mascitelli
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Luigi Macera Mascitelli    08 Ottobre, 2021
Ultimo aggiornamento: 08 Ottobre, 2021
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Giungono al loro primo debutto gli statunitensi Fleshbore, licenziati da Innerstrength Records. Dopo un EP nel 2018 per il quintetto di Indianapolis è giunto il momento della prova completa con il qui presente full-length "Embers Gathering". Un disco - stando al presskit - che si rivolge agli amanti del Technical/Melodic Death, soprattutto quello ispirato ai The Black Dahlia Murder con forti richiami al Death/Grind dei Cattle Decapitation e al Tech-Thrash dei Revocation. Ora, prima di iniziare con la recensione vera e propria e con tutta l'umiltà del mondo, a detta nostra nessuna di queste influenze è effettivamente in linea con la proposta dei Nostri. O meglio, lo è ma in maniera marginale, a cominciare dall'impostazione melodica con cui vengono presentati fino a giungere al Technical Death, del quale i Fleshbore hanno più dei richiami propendendo invece per l'impostazione Technical Deathcore, che è cosa ben diversa. Ciò che troveremo in questo album, dunque, è un'encomiabile prova che fonde molto bene elementi frenetici e malati di stampo Rings Of Saturn e - qualcosa - Infant Annihilator con una struttura certamente melodica ma maggiormente tecnica - per l'appunto - che ricorda da vicino i The Faceless. Perciò le coordinate entro cui il quintetto si presenta al grande pubblico sono quelle che strizzano l'occhio ad un Death Metal feroce e ricchissimo di arzigogoli, ma ampiamente supportato dalla classica componente -core di cui si faceva menzione sopra. Ma comunque, indipendentemente dalle definizioni che spesso complicano maggiormente le cose, ciò che conta è come la band sia riuscita perfettamente ad offrire un prodotto che si mantiene sempre entro dei binari ben precisi, mostrando da una parte un'indiscutibile capacità tecnico-compositiva, ma dall'altra un'altrettanta attenzione a non voler andare oltre. Il risultato sono sette tracce ragionate e puntate verso una sola direzione, ma che comunque non disdegnano uno sguardo ampio verso le più disparate influenze. Si passa quindi da brani maggiormente Tech-Deathcore ad altri più Progressive e ricchi di sezioni melodiche, un po' come succede nella tripletta di apertura composta da "Momentum", "Careless Preacher" e "Cynicism" - quest'ultima una delle migliori dell'intero lotto -. Prova di tutto rispetto anche per la sezione ritmica con un Tyler Mulkey dietro le pelli che sa perfettamente cosa sta facendo: dalle blastate al tappeto di doppia casa fino ai passaggi più arzigogolati. Insomma, la batteria è un elemento tutt'altro che marginale all'interno del disco. Così come la prova canora di Michael O'Hara, che nonostante tenda ad essere piuttosto ripetitiva e strutturata su un solo timbro vocale - vagamente ricorda il vocalist degli Aborted - , centra il bersaglio.
Tolta una leggera impostazione scolastica che ancora si ravvisa in alcune sezioni prevedibili, i Fleshbore si presentano al pubblico con un album da ascoltare a tutti i costi. Un biglietto da visita che non lascerà indifferenti gli estimatori delle frange più tecniche del Death. Complimenti.

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