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Opinione scritta da Valeria Campagnale

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Opinione inserita da Valeria Campagnale    10 Marzo, 2025
Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 2025
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Il tanto atteso secondo album in studio, “Rhapsody of Life”, dei Worlds Beyond, rappresenta un audace e coinvolgente viaggio nell'universo delle esperienze umane e nell'evoluzione della vita. Questa formazione belga di metal sinfonico ha realizzato un capolavoro concettuale che esplora le profondità delle emozioni umane e la crescita personale, intrecciando tali tematiche con le complessità dell'esistenza. Questo lavoro rappresenta uno stupendo binomio tra una strumentazione ben strutturata e potente ed una narrazione appassionante, con trame intricate, sconfinando in un campo incorporeo.
L’orchestrazione d’apertura per il brano “Familiar Skies” è bellissima e, insieme al basso massiccio suonato da Ewoud Dekoninck, dà vita ad un pezzo che ci introduce in un album epico in cui Valerie De Kempe ricama dei vocalizzi meravigliosi. Anche la chitarra solista di Tijmen Matthys ed il violino di Jakob Declercq sono eccezionali e, devo ammetterlo, già da questo primo brano si rimane incantati, ed è solo un assaggio di questo viaggio attraverso gli aspetti della vita.
“Unwind Our Story” rappresenta un'altra straordinaria performance di Valerie De Kempe con assoli mozzafiato di Tijmen e i suoni della tastiera di Robbe Adriaens; un assolo di chitarra apre questo pezzo già di per sé potente, ma a renderlo più ricco è Wout Debacker alla batteria; passaggi intricati, emozioni malinconiche e un'atmosfera sinfonica e pesante è ciò che si respira in un brano che mette i brividi.
In “Sleepless Dreams” le tastiere sono fortemente magiche e la buona orchestrazione si evolve in un turbinio musicale, i vocalizzi si fanno sempre più epici, bilanciandosi in questa ballad.
Orchestrazione tranquilla in apertura per il brano “Breaking Free” che, come nel resto dell’album, si distingue per alti picchi di chitarra, basso profondo e batteria ben solida.
“The Calling” è molto interessante, a partire dall’apertura con piano e violino, una sorta di nenia incantevole; sempre più intriganti gli assoli, mentre la voce lucente di Valerie regala sensazioni in crescendo.
Nuovamente apertura di violino e piano per “The Spark”, un brano delicato e morbido ed al tempo stesso potente. Le chitarre aprono invece “Enchantment”, il violino insieme alla ritmica, rendono affascinante anche questo brano. Più tranquilla “In “The Moment”, la traccia seguente, con il pianoforte e gli archi molto armonizzati, ma sempre e comunque chitarra e voce sono i protagonisti; molto bella anche “One With The Stars”, ma è la title-track “Rhapsody Of Life” in chiusura, che ci immerge in una aria epica e imponente.
Con questo album, i Worlds Beyond centrano il bersaglio regalandoci un lavoro variegato ed epico in cui immergersi totalmente.

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Opinione inserita da Valeria Campagnale    28 Febbraio, 2025
Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 2025
Top 50 Opinionisti  -  

La band doom sludge italiana Di’Aul è tornata con il nuovo album “EvAAvE”, pubblicato il 7 febbraio per Minotauro Records, dopo loro ultimo “EP II”, i Di’Aul propongono un lavoro piuttosto unico, registrato in presa diretta con strumentazione analogica, rendendolo una sorta di live album, ma con uno spirito più intimo.
Ovviamente “EvAAvE” ha una impronta doom/sludge con passaggi veramente ipnotici tra ombre, paesaggi sonori e lirici, una poetica ricca e stratificata, che affonda le radici nel simbolismo, nell’esistenzialismo e nell’oscurità della condizione umana. I testi spaziano tra immagini oniriche e riflessioni, alternando introspezione e critica sociale. Questo il sunto di un lavoro veramente intrigante.
Il brano ”Duende” apre l’album in modo molto diretto in stile anni settanta e, nello svilupparsi del brano ci si accorge subito dell’accuratezza degli arrangiamenti, quasi minuziosi che proseguono nell’intero lavoro.
Proseguiamo con il singolo “Tar Wings” che si presenta come un esempio emblematico, caratterizzato da un incedere ritmico sostenuto, molto interessate anche la linea ritmica di Jeremy al basso che ben si sposa con la batteria, che vede protagonista Rex. Una bella unione di due elementi fondamentali per il pezzo in questione.
In “Succubi Et Incubi” invece la band aggiunge un’ombra grunge ma, prima che il brano si concluda, le sonorità hanno un accento blues.
Nuovamente un tuffo negli ’70 con “F.O.M.O.”, mentre con il successivo brano “Geosmina”, i Di’Aul ci sorprendono piacevolmente con una linea che rimane sempre in tema con il loro stile a cui si aggiunge un’atmosfera fresca ma inquieta.
Chiude l’album la title-track “EvAAve”, mostrando che questo lavoro è un risultato omogeneo, molto accurato, marcando i Di'Aul come una delle band più profonde e genuine dello specifico settore.

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Opinione inserita da Valeria Campagnale    11 Febbraio, 2025
Ultimo aggiornamento: 13 Febbraio, 2025
Top 50 Opinionisti  -  

Gli Aevum sono una band gothic metal di Torino che fonde la grandezza sinfonica, con un tocco industrial per creare un suono coinvolgente. Sin dalla loro formazione nel 2008, gli Aevum hanno sempre offerto un mix unico di melodie ammalianti, riff di chitarra pesanti e armonie vocali drammatiche. "Kaleidoscope” è il loro sesto album ed è bellissimo.
L'album si apre con "D20", un'ottima scelta poiché è già un successo con vocalizzi teatrali ed arrangiamenti molto particolari che rimandano ad un mondo fantasy in modo molto melodioso. Innovativa la seconda traccia "Be A Lady", con le voci di Katlin e Velenia (degli Octo Crura), che rappresentano una potente manifestazione del potere femminile. “Nightshade” è una melodia affascinante e delicata che, nonostante la sua fragilità, risulta essere un brano notevolmente d’impatto. La traccia "Dark Tunes" è davvero straordinaria, secondo il mio punto di vista, poiché amalgama musica industrial e gothic, con sonorità synth; essa evoca chiaramente le atmosfere delle bands degli anni '80, fondendo le sonorità dei Sisters of Mercy con quelle più fredde e introspettive dei Bauhaus. In “Fog of Fear” la melodia è il punto cardine, ma questa volta la band ci delizia con una sonorità più misteriosa che lascia in sospeso, non sapendo esattamente cosa potrebbe accadere. Sarà che sono ansiosa di natura, ma questo pezzo è riuscito a coinvolgermi al 100%, con la sua aura magicamente enigmatica. “The Inquisition” incarna il gothic metal old school, basato sulla drammaticità su quella che fu la storia sulla persecuzione cristiana che tutti conosciamo; un pezzo decisamente pesante e una sorta di inno alla resistenza contro coercizione, vessazione e qualsiasi strumento di oppressione. Interessante tematica elaborata tra il lirismo di Lucille e riff pesanti. “Ashes to Ashes” è un pezzo strumentale industrial che riecheggia nuovamente gli anni '80, ma ovviamente con una sonorità moderna; un brano che non mi sarei aspettata, ma è fresco e divertente e riesce a stemperare le emotività scaturite durante l’ascolto dell’album. A chiudere "Kaleidoscope”, troviamo le versioni strumentali industrial metal di “D20” e “Fog Of Fear” che, in queste vesti, hanno un ulteriore fascino.
"Kaleidoscope" degli Aevum è insomma un album molto apprezzato per le sue mille sfaccettature ed un viaggio nell’anima fragile insita in ognuno di noi.

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Opinione inserita da Valeria Campagnale    11 Febbraio, 2025
Ultimo aggiornamento: 13 Febbraio, 2025
Top 50 Opinionisti  -  

La loro musica è un ossessionante requiem per l'anima, un promemoria che ricorda che anche nei recessi più oscuri dell'esistenza non c'è scampo al peso schiacciante della disperazione. On All Fours dà forma a un mondo di paesaggi desolati, dove i cieli sono perennemente avvolti da una foschia tossica e l'unico suono è l'eco delle proprie urla. Il progetto, incentrato sulla cantante Klaartje Keppens, è stato avviato ancor prima dell'ormai storica epidemia di COVID. Con l'aiuto di vari musicisti, Klaartje è riuscita a produrre diversi demo per dare vita alla sua visione musicale. Dopo ritardi causati da serrate e problemi in studio, questo debut album intitolato "Hybris" è stato finalmente completato nel 2023 e pubblicato a dicembre 2024 da Ván Records, etichetta tedesca sempre aperta a qualcosa di innovativo.
L'album si apre con il brano acustico "Vision - Sinear's Dream", che suscita un certo stupore, in particolare perché il brano successivo, "Design - For Four's Sake", segue una direzione analoga. Tuttavia, durante questa seconda traccia, il ritmo cambia repentinamente e le chitarre acustiche vengono sostituite da un potente suono doom.
Le influenze orientali emergono per la prima volta in “Base - The Pillars”, arricchendo ulteriormente l'album. “Rise - Remedy” si distingue come uno dei brani più significativi, con un'atmosfera oppressiva che riesce a catturare l'attenzione dell'ascoltatore. In “Atrium - Limerence” si può apprezzare la voce del compianto Verderf, frontman della band Verloren. Questa collaborazione conferisce al pezzo una profondità notevole, avvicinandolo agli aspetti più oscuri del metal.
Con questo “Hybris”, gli On All Fours riescono ad offrire un album eccellente con una ventata di freschezza orientale nel panorama metal, almeno in terra belga.

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Opinione inserita da Valeria Campagnale    23 Gennaio, 2025
Ultimo aggiornamento: 24 Gennaio, 2025
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L’atteso album “Fructus: The Master's Zodiac” dei Master Dyè stato pubblicato per DMG, si tratta di un progetto ambizioso, quanto riuscito, che ha impegnato il gruppo per 15 mesi di lavoro e che mostra un suono moderno con una tematica oscura, quella dello zodiaco.
Prima di ascoltare questo album ho voluto ascoltare i precedenti lavori e posso affermare che “Fructus: The Master's Zodiac” è un’evoluzione per questa band che ha elaborato un disco molto ispirato ed emozionante che sembrerebbe uscito da un mondo illusorio post-apocalittico in cui si intrecciano gothic, power, death, black e symphonic metal, insomma una miscela esplosiva che risulta impossibile non riuscire ad apprezzare.
Oltre alla qualità musicale, c’è la meravigliosa voce di Dy Moob (Madre Goth) che è anche compositrice; una voce potente e soprattutto duttile che è un elemento fondamentale per il progetto.
I dodici brani, a parte l’introduzione “Master's Zodiac”, sono intensi, energici e dinamici, proprio come l'opener “Bad Omens of January”, la seguente “February Sinner” e la bellissima “Nyctophile Serenade”. Tre brani di spicco in questo disco ma non gli unici, infatti la seguente “Ephermeral Void” è un pezzo melodico anthemico con parecchi suoni elettronici ed una batteria straordinaria.
“Solitary Ember” ha una direzione pop ma tendente all’ industrial, con parti rap e synth, urla maschili, voci polifoniche ed un breve assolo, tutto ciò mi lascia perplessa e mi domando il motivo di inserire una musicalità simile in questo lavoro quando poi la band con “Sepulchral Equinox” ci regala un brano doom molto pesante che offusca “Solitary Ember”. Capisco la modernità, ma non un cambio stilistico così drastico, seppure breve.
Bello il duetto in “October's Haunting”, le voci growls e screams di Dy Moob e Mr. Draco si sposano perfettamente, mentre con “Nocturnal Veil” ci ritroviamo in un brano molto più oscuro in cui la voce di Mr. Draco è quella principale.
 “Frostbound Sonata” termina l’album e si tratta di un pezzo più orchestrale e armonioso.
I Master Dy ci regalano un lavoro molto creativo, infatti con “Fructus: The Master's Zodiac” la band si sposta molto di più rispetto agli album precedenti, dando una sferzata alla propria discografia.

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Opinione inserita da Valeria Campagnale    12 Gennaio, 2025
Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 2025
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I Remina, gothic doom metal duo della Nuova Zelanda, propongono un EP davvero interessante, intitolato “Erebus”, composto da due canzoni tratte dalle sessioni di scrittura del loro secondo album e da una scritta all'inizio del 2023, con la partecipazione dei nostri connazionali Emilio Crespo e Renan Bianchi.
La prima è la title-track che, con l’intro da note mistiche con tastiere e toni ambient, crea una bella atmosfera, si dipana successivamente con una chitarra cupa e vocalizzi femminili molto delicati a cui si aggiunge una strumentazione pesante.
Il secondo brano è “Cinderfall”, con la voce di Heike Langhans e, come nel pezzo precedente, la musicalità è molto carica, rendendo il lavoro intenso, melodico ma anche carico di tristezza.
In chiusura troviamo “Siren's Sleep” il pezzo più heavy che vibra in tutto e per tutto di doom tra suoni malinconici e voci pulite con la musica in contrasto.
I Remina con questo "Erebus" mostrano un lavoro pieno di oscurità, creando davvero un buon esempio di gothic doom.

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Opinione inserita da Valeria Campagnale    07 Gennaio, 2025
Ultimo aggiornamento: 07 Gennaio, 2025
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Un robusto album di debutto per la band tedesca High Warden, che, con “Astral Iron”, si affaccia sulla scena Epic Doom per Dying Victims Productions. Proveniente da Münster, la band è sono stata fondata dal cantante/chitarrista Alastair van Morgue-Gûl e dal batterista Sadistic Hammer nel 2022. L’anno successivo prende vita il demo “Land of Stone”, pubblicato nel 2023 da Dying Victims. Al duo si unisce Lord Perish, inizialmente come bassista dal vivo e poi come membro attivo.
“The Morn Is Wiser Than The Eve” evidenzia la voce di A.M., imponente ed espressiva e, mentre il brano si sviluppa con un buon ritmo dilagante, si affacciano momenti ipnotici grazie alle chitarre, in special modo i riff che riescono a mantenere il brano interessante e massiccio.
Con la seguente “Devil His Due - Whores of Yerusalim”, il trio si addentra nel viking metal dopo un inizio tipicamente doom, mentre l’inquietante “Burgfrieden” ci catapulta verso il pezzo più bello dell’album: “Pale Hunter”, un brano che richiama sicuramente i Mercyful Fate con riferimenti all’occulto per un intreccio così evocativo che rende questa traccia la più complessa e, a mio avviso, il punto di forza degli High Warden.
Cambiamo pagina e ci dirigiamo verso un heavy metal efferato con la title-track “Astral Iron” in cui la band si esprime a ritmi molto concisi, chitarre vibranti e molto taglienti ed un basso mozzafiato. Viene il dubbio che questi tre musicisti siano effettivamente al loro debutto.
In chiusura troviamo la convincente “We Shall Burn at Foreign Shores (The Choice of Achilles)” con i suoi toni cupi ed epici, a tratti melodici, ed una chiusura tumultuosa.
Gran bel lavoro questo "Astral Iron" degli High Warden, un metal lento e cupo che conquista al primo ascolto.

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Opinione inserita da Valeria Campagnale    19 Dicembre, 2024
Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre, 2024
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Creativa ed ispirata la band portoghese Ethereal, che pubblica, a distanza di anni, il nuovo album “Downfall”. Per chi non avesse mai sentito parlare di questo gruppo, ricordo che gli Ethereal hanno alle spalle “The Dreams of Yearning” del 2003 e “Towers of Isolation” del 2006. Dopo lo scioglimento nel 2008, ecco che gli Ethereal ritornano a gamba tesa con questo bellissimo lavoro che spazia dal classico heavy metal al prog, goth, sinfonico e al doom, un ventaglio musicale apprezzabile da tutti.
“Betrayal” apre l’album in modo imponente e riesce a catturare l’attenzione fin dalle prime note, belli i riff e la linea ritmica, un brano perfetto in cui la voce di Cristina Lopes spicca in modo eccezionale, gran bella apertura. Se il brano precedente apre senza tante deviazioni, la seguente”The Allure of Daryah” inizia in modo più soft, per poi districarsi in momenti più heavy e bisogna ammettere che anche questo brano è veramente ottimo, nessun cedimento di stile, anzi, gli Ethereal sanno esattamente quali sensazioni elargire.
Con “The Last Peaceful Journey” si prosegue sulla stessa onda sonora, con Hugo Soares ed il suo cantato growl che tra l’altro in questo album mostra sia vocalizzi pesanti e sporchi, sia puliti, mostrandosi versatile. Inutile dire che tra le parti growl ed il cantato soave di Cristina, il pezzo risulta essere molto arricchito.
Passiamo ad un profondo doom con influenze British in “Turmoil”, il mio pezzo preferito, anche qui troviamo un duetto tra Hugo e Cristina, ma quello he colpisce maggiormente è il basso di Jorge Bentes, profondo, cupo e vibrante. Ottime anche le chitarre con validi assoli di Marco Agostinho, Carlos Monteiro e Pedro Arsenio. Meravigliosamente angosciante l’inizio di “Our Dying Hope”, un brano metal classico che ha un aggancio più diretto ed una batteria solida in cui Miguel Ledo mostra le sue capacità in modo molto marcato.
Più melodica è la successiva “The Hour of Infinity” con un buon ritornello, mentre per “Downfall”, in chiusura, le tastiere di Mário Serrano, aprono per regalare una bella atmosfera che accampagna i vocalizzi di Cristina e Hugo. Un altro brano molto interessante ed emotivo.
“Downfall” degli Ethereal è un album ricco di sfumature che attraversa stati d’animo differenti e, passando da momenti malinconici ad altri più leggeri, riesce a coinvolgere senza scadere mai in sonorità mainstream. Da avere!

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Opinione inserita da Valeria Campagnale    17 Dicembre, 2024
Ultimo aggiornamento: 18 Dicembre, 2024
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Dopo “Your Turn To Die 7'' del 2021, i The Watcher tornano sulle scene con “Out of the Dark” per Cruz Del Sur Music, primo full-length dell'emergente gruppo heavy metal a tinte doom del Massachusetts.
Un lavoro che amplifica la descrizione del viaggio dell’uomo in un mondo condannato dalle lotte dell’umanità, affrontandone i disagi e la malvagità.
“Out Of The Dark” è convincente, sia per le tematiche che per la sonorità che fonda il metal classico al doom, bilanciandosi tra un percorso dall’atmosfera irreale e suoni anthemici, riuscendo perfettamente a trasmettere la vera forza dell’heavy metal.
La title-track “Out of the Dark”, che tra l’altro è il primo brano di questo album, è letteralmente un approccio deciso pronto ad esplodere fin dal primo riff, un pezzo corposo e ben strutturato.
“Strike Back” ha l’ottima batteria di Chris Spraker a cui difficilmente si riesce a resistere e le chitarre massicce elaborano il pezzo in modo veramente buono.
In “Burning World”, i The Watcher scavano più a fondo, tra melodie cupe e riff veloci, questo è assolutamente uno dei brani che preferisco, molto profondo e ben articolato nelle sfumature, con le linee di basso superbe.
“Exiled” non è da meno, ispirandosi agli ’70 e specificatamente ai Black Sabbath, i tre musicisti regalano ottime espressioni musicali, facendo loro un periodo vintage ma sempre e comunque in voga.
Se “Burning World” è riuscita a coinvolgermi, devo ammettere che anche “The Revelator” ha il suo fascino, principalmente per i riff più fragranti di Max Furst e Paden Reed, e le voci più graffiate di quest’ultimo.
Due minuti intensi per “Kill or Be Killed”, per poi passare all’ anthemica “The Final Hour” con riff galoppanti in stile Maiden e assoli roventi.
Ciò che non ci si aspetterebbe è la chiusura, bellissima tra l’altro, con “Thy Blade, Thy Blood”, un brano lento, con sottofondo doom tradizionale di grande effetto e che, per la tematica trattata, ovvero una rappresaglia, è sicuramente la musica più adatta. Toccante, profonda e tagliente.
Tra armonie, inni, riff veloci ed altri più melodici, The Watcher hanno pubblicato un album sorprendentemente nuovo nel suo essere immerso negli anni ’70 e ’80. “Out Of The Dark” è un disco molto curato e profondo, con uno stile heavy metal a cui la band aggiunge venature nuove. Più che consigliato agli amanti del genere.

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Opinione inserita da Valeria Campagnale    17 Dicembre, 2024
Ultimo aggiornamento: 18 Dicembre, 2024
Top 50 Opinionisti  -  

Gli Xandria sono tornati con il nuovo album “Universal Tales” in cui definiscono nuovamente l'essenza del metal sinfonico moderno.
Dopo una lunga pausa, il ritorno con “The Wonders Still Awaiting” dello scorso anno, la band tedesca torna adesso con una nuova formazione che comprende Ambre Vourvahis, che con la sua voce passa disinvoltamente dal rock, agli acuti operistici per arrivare ad un cantato growl.
Presentato come un EP contenente nove tracce (che poi sarebbe una specie di LP), pubblicato via Napalm Records, il gruppo sciorina quattro nuovi brani, sottolineando la versatilità e l’intensità della loro musicalità.
La storica band tedesca ci regala nuovamente l’intensità a cui ci ha abituato e in questo nuovo disco si passa dalle melodie a timbri più pesanti.
Ciascun brano mette in risalto una diversa sfaccettatura della gamma musicale degli Xandria, insieme ad una nuova registrazione e ad una versione splendidamente ri-arrangiata della title-track del loro recente album, “The Wonders Still Awaiting”. Dalle atmosfere roboanti di una colonna sonora cinematografica, agli inni guidati da cori e orchestre, fino alle atmosfere celtiche ed a strumenti come violini e fischietti, le canzoni fondono influenze metal classiche e moderne. "Universal Tales" offre una ricchezza di scoperte, mentre la cantante Ambre Vourhavis esplora nuove altezze e profondità della sua voce, rendendola ancora più forte rispetto all'ultimo album.
Il singolo “Universal”, accompagnato da un video musicale ufficiale, è una dichiarazione a sostegno di una società libera, aperta e diversificata, contro l'autoritarismo e il fondamentalismo religioso. È dedicato a Jina Mahsa Amini e a tutti coloro che lottano per la libertà. “No Time to Live Forever” parla dell'apparente perdita della ragione nel mondo e dell'ascesa del tribalismo, alimentato dal fondamentalismo religioso che sembra combattere un'ultima battaglia contro l'illuminismo e le conquiste della civiltà. “Live the Tale” segue questo tema, mostrando che, nonostante le nubi oscure, l'umanità potrebbe andare in una direzione positiva, poiché c'è così tanto ancora da scoprire e così tanto potenziale nell'umanità per vivere il racconto della sua immaginazione. In “200 Years”, gli Xandria abbracciano pienamente le loro radici celtiche come mai prima d'ora ed esplorano i regni del noto libro e della serie televisiva “Outlander”. Accentuato dalla rinomata Ally Storch (Subway To Sally), il violino ipnotico si fonde con la batteria decisa e con l'atmosfera da blockbuster, trasportando immediatamente i fans in regni lontani, in lotta per un mondo libero e giusto.
"Universal Tales" si conclude con le versioni orchestrali dei quattro nuovi brani ed è stato pubblicato contestualmente al tour europeo con i pari genere Sirenia nel novembre del 2024.
In conclusione, possiamo affermare che anche questa volta gli Xandria riescono a trasmettere ottime vibrazioni!

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