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Opinione scritta da Davide Collavini

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Opinione inserita da Davide Collavini    19 Gennaio, 2025
Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 2025
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Fondati da Danica "Lynx the Huntress" Minor con la chitarra e i testi di una pazza nel 2014. I Vipërwitch hanno trascorso il loro breve anno e mezzo nel 2017 con la prima formazione ottenendo un bel po' di successo. Con Lynx che ha portato avanti tutta la sua conoscenza pregressa di composizione sinfonica, chitarra jazz metal e scrittura di letteratura fantasy, e il mix di due guerrieri thrash nati nel deserto, i Vipërwitch hanno rapidamente trovato il loro posto tra i loro fratelli NWOTHM. Con l'aiuto della sezione ritmica melodica e veloce hanno guidato il loro viaggio con le stelle negli occhi. Il primo team ha avuto l'onore di aprire per gli Heavy Metal Heroes; Dokken, Lita Ford, Flotsam & Jetsam, Bewitcher, Seax, Warbringer ed Enforcer. Nel 2019 i Vipërwitch sono stati scelti e sono diventati finalisti nazionali (3 round su 4) per la Wacken USA Battle of the Bands.
Dopo una doverosa premessa sulla storia di questa band, passiamo ad esaminare il loro album di debutto.
Devo dire che sono rimasto piacevolmente colpito da questa opera dei Vipërwitch, l'album è composto da tredici tracce, costituite da pezzi di heavy metal tradizionale. Brani come "The Viperwitch", "The Huntress" e "She Wolves Of The Wasteland", sono caratterizzati da riff accattivanti e melodie potenti. Questi brani sono arricchiti da tracce come "Bathory", con un tocco punk, e "No Gods, No Masters", più lenta e intensa. "Hellbound" è un altro pezzo notevole, con un duetto tra Danica Minor e Devin Reiche.
L'album include anche pezzi strumentali influenzati dalla mitologia norrena e dal metal futuristico, come "Legend Of The Midnight Rider: Saxon Killer" e "Vapor City: Blood And Steel Upon The Silver Tower". Questi brani strumentali creano un'atmosfera unica e coesa, legando insieme l'intero album e donando un’esperienza unica all’ascoltatore.
Nonostante la produzione non sia impeccabile e alcune tracce poco convincenti, l'album riesce a trasmettere un fascino nostalgico e un'energia travolgente. La presenza di numerose tracce strumentali e testi ironici aggiunge un ulteriore livello di divertimento e originalità.
In sintesi, "Witch Hunt: Road to Vengeance" è un album che riesce a combinare elementi di heavy metal tradizionale con un tocco di teatralità e ironia, creando un'esperienza di ascolto coinvolgente e divertente.

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Opinione inserita da Davide Collavini    01 Gennaio, 2025
Ultimo aggiornamento: 01 Gennaio, 2025
Top 50 Opinionisti  -  

Fondati nel 2013, i Grey Attack di Aquisgrana, Germania, hanno voluto celebrare il loro stile heavy metal senza cliché fin dall'inizio. Offrono riff duri e pesanti con un suono potente e sporco, guarnito con la voce incomparabile del loro cantante Grey Charlez.
I Grey Attack con "Back to Greysland" ci deliziano con un album ricco di un sound maturo, con sonorità classiche rock con un tocco moderno. I tedeschi con questo album sono tornati alle loro sonorità originali, guardando però anche al futuro, senza cadere nel banale.
Da queste motivazioni il tema e il titolo dell’album prendono spunto. Rispetto ai dischi precedenti troviamo un sound più crudo e diretto orientato verso un rock’n’roll più grezzo e immediato. Le chitarre ruggenti e una sezione ritmica solida creano un’atmosfera coinvolgente fin dalla prima nota. L’album dimostra una maturazione artistica notevole da parte della band rispetto all’album precedente, i brani sono ben strutturati, i testi profondi e le melodie molto accattivanti. In “Back to Greysland” la varietà dei brani è uno dei punti di forza. Passando per inni rock energici e coinvolgenti come “We Want It All”, a ballate malinconiche e introspettive come “The Fire”, senza dimenticare brani come “Soldier” potenti e compatti che decantano la voglia di sperimentare della band. Tutta questa varietà rende l’album interessante e mai noioso. Le varie influenze di band come Nazareth e The Scorpions sono evidenti. Ma i Grey Attack le usano espressamente per creare un sound nostalgico ma nello stesso tempo moderno. Un album da ascoltare e riascoltare sicuramente. In conclusione:
"Back to Greysland" è un album solido e ben prodotto che conferma i Grey Attack come una delle band più interessanti del panorama hard'n'heavy tedesco.
Aspetti positivi: Suono crudo e diretto, brani ben strutturati, produzione di qualità.
Aspetti negativi: A volte i pezzi sono un po' troppo lunghi e alcuni potrebbero risultare simili tra loro.
Brano preferito: “Soldiers”

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Opinione inserita da Davide Collavini    12 Dicembre, 2024
Ultimo aggiornamento: 12 Dicembre, 2024
Top 50 Opinionisti  -  

Formati nel 2007 in Baviera, Germania, i Dust Bolt sono stati risoluti e spietati nella ricerca della gloria metal negli ultimi 16 anni. Amici d'infanzia con una passione collettiva per il metal in tutte le sue varie forme, il quartetto guidato dal cantante/frontman Lenny Bruce si è affermato come una delle band thrash metal più importanti d'Europa. Il loro quinto album, Sound & Fury è un disco che affina e ridefinisce rumorosamente il suono dei Dust Bolt per una nuova era. Scritto durante i mesi isolati di blocco pandemico, il nuovo full-length rappresenta l’apice della creatività della band e un grande passo avanti in ogni reparto.
"Sound of Fury" (da ora SoF) è un pugno nello stomaco, un'ondata di adrenalina pura che ci coinvolge in un vortice di emozioni contrastanti. In “SoF” troviamo creati e mescolati con maestria elementi hardcore, metal e punk, generando un sound unico e inconfondibile.
Il cuore pulsante di questo album sono i riff taglienti di chitarra e la batteria martellante. Cattura l’attenzione ad ogni nota, regalando esperienze sempre diverse. Note che sembrano intrinseche di rabbia.
Ma “SoF” non è solo rabbia e martellamento sonoro, molte melodie a volte ci aspettano con sorpresa all’interno delle composizioni più violente, regalando all’ascoltatore momenti di emotività
Anche la produzione contribuisce a rendere “SoF” un’esperienza positiva e coinvolgente. Il suono è potente e cristallino.
Un disco realizzato molto bene, che ci permette di spaziare dal rock pesante a sensazionali melodie. L’album poi cresce anche ascolto dopo ascolto, si apprezzano molto le chitarre non solo con i riff taglienti, ma anche con i passaggi melodici, come in “Sound and Fury” per esempio. Come brani degni di nota, oltre alla già citata “Sound and Fury” (con le sue melodie miste rabbia, rullate e cambi di ritmo veramente ben fatti), troviamo la cattiva e martellante "New Flame” dove le chitarre si scatenano alla grande e il ritmo della batteria è incessante. Ritmi belli sostenuti anche in “Love & Reality” con assoli e riff sempre al massimo. “You Make Me Feel (Nothing)” cattiva, rude e dal ritmo serrato e pesante ci accompagna verso la fine dell’album, che si conclude con “Little Stone” una ballata, dove le chitarre interrompono la furia avuta in tutto l’album per note più tristi, malinconiche. Anche la voce rallenta e ci lascia una tonalità più sofferta. Molto bella.
Ammetto che non conoscevo questa band tedesca e sicuramente questo “SoF” ha attirato la mia attenzione.
In conclusione, "Sound of Fury" è un album coraggioso, che non ha paura di sperimentare. Un disco che lascia il segno e che merita di essere ascoltato più volte.

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Opinione inserita da Davide Collavini    17 Novembre, 2024
Ultimo aggiornamento: 17 Novembre, 2024
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Gli Assassin storica band thrash metal tedesca tornano con un EP bello carico di potenza e tecnica! “Skullblast” si distingue per la sua brevità e incisività, con cinque tracce che evitano l’effetto di ripetitività. Ascoltando questo ultimo LP degli Assassin devo dire che mi è scattato sin dalle prime due tracce l’effetto WOW!! Nel senso che le prime tracce, soprattutto “Blood For Blood”, travolgono con un groove spettacolare e potenza, con una tecnica molto complessa e adrenalinica. Continuando con la title track “Skullblast”, anche se meno incisiva della precedente, c'è sempre un’aggressività notevole.
In tutto l’EP troviamo riff granitici, chitarre stridenti e potenti rullate. “In And Out By The Tide e Cut Your (Own) Throat” troviamo il classico sound che ha sempre contraddistinto gli Assassin, un Thrash Metal rude, veloce e cattivo.
In conclusione, questo “Skullblast” rappresenta un ottimo ritorno degli Assassin, con delle canzoni, come descritto, che si fanno apprezzare da subito, senza cadere in ripetitività o noia. La scelta di un EP evidentemente aiuta sicuramente, ma lascia ben sperare per i lavori futuri degli Assassin.
Track favorita: “Blood For Blood”

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Opinione inserita da Davide Collavini    14 Novembre, 2024
Ultimo aggiornamento: 15 Novembre, 2024
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Fimbulvinter: Un inverno metallico che scalda il cuore
Quando ho avuto tra le mani il nuovo album dei Brothers of Metal ero sicuro di avere qualcosa di valido da ascoltare. Lì, su al nord ultimamente tra Svezia e paesi Nordici apprezziamo sempre più spesso uscite di ottima qualità e "Fimbulvinter" non è da meno. Questo disco è un vero e proprio viaggio nella mitologia norrena, un inno all'epica e alla potenza del metallo, il tutto condito da una buona dose di melodie orecchiabili e arrangiamenti orchestrali; "Fimbulvinter" vanta un sound cristallino e potente, chitarre taglienti e orchestrazioni che avvolgono l'ascoltatore in un'atmosfera magica. L'album spazia tra brani più aggressivi e potenti come "Giantslayer" e ballate emozionanti come "Nana's Fate", dimostrando la versatilità della band. Le liriche, ispirate alla mitologia norrena, sono evocative e trasportano l'ascoltatore in un mondo fatto di vichinghi, divinità e battaglie epiche. Pur essendo un ottimo album, "Fimbulvinter" a volte soffre un po' di omogeneità, con alcuni brani che si assomigliano troppo tra loro e mancano forse di quel qualcosa in più per lasciare un segno indelebile. In conclusione:
"Fimbulvinter" è un album solido e ben prodotto, che farà la gioia dei fans dei Brothers of Metal e di tutti gli amanti del power metal melodico. Non è un capolavoro assoluto, ma è un disco che si ascolta con piacere e che vi farà cantare a squarciagola. Se vi piacciono le atmosfere epiche, le melodie orecchiabili e i testi ispirati alla mitologia norrena, questo album fa al caso vostro.

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Opinione inserita da Davide Collavini    13 Ottobre, 2024
Ultimo aggiornamento: 13 Ottobre, 2024
Top 50 Opinionisti  -  

L’album “Gods Of Metal (Year Of The Dragon)” degli All For Metal e stato pubblicato il 23 agosto 2024, questo lavoro rappresenta il secondo album della band che ha cercato di consolidare il proprio stile, dopo il debutto con “Legends” l’anno precedente
Uno degli aspetti più apprezzati è la performance vocale di Antonio Calanna. La sua voce potente e versatile riesce ad elevare brani come “Path of the Brave” e “The Way of the Samurai” a un livello superiore; i pezzi dell’album sono sono energici e coinvolgenti, capaci di catturare l’attenzione del pubblico con ritornelli orecchiabili e melodie potenti; gli stessi però risultano anche alquanto superficiali e ripetitivi, con tematiche che spaziano dai samurai ai vichinghi senza una coerenza tematica chiara.
Bisogna infatti dire che l’album pecca di originalità nel songwriting, tanto che si potrebbe paragonare la band a versioni meno ispirate di gruppi come Hammerfall e Manowar.
Anche la produzione dell’album risulta essere troppo artificiale e priva di profondità. Gli arrangiamenti musicali sono abbastanza monotoni, con poche variazioni ritmiche e melodiche.
Brani che hanno colpito dell’album sono:
“When Monsters Roar”: una delle poche tracce che si distingue per la sua velocità e dinamismo. “Path of the Brave”: una ballad che mette in mostra le capacità vocali di Calanna e offre un momento di respiro nell’album.
Tirando le somme quindi “Gods Of Metal (Year Of The Dragon)” è un album che, pur avendo alcuni momenti di brillantezza, soffre di una mancanza di originalità e di una produzione troppo standardizzata. Tuttavia, per i fans del power metal e per chi apprezza le performance vocali potenti, potrebbe comunque rappresentare un ascolto piacevole.

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Opinione inserita da Davide Collavini    25 Settembre, 2024
Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 2024
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Gli Insanity Alert ci deliziano con questo loro ultimo EP intitolato “Moshemian Thrashody”, un EP carico di energia e umorismo. Composto da quattro tracce, è un mix di parodie e omaggi a classici del Rock e del Pop, reinterpretati con uno stile Thrash Metal tutto particolare. Mi sono molto divertito nell’ascoltare le tracce che compongono quest’opera. “Welcome to the Moshpit" è una parodia del famoso brano dei Guns N’ Roses “Welcome to the Jungle”. Con parole come “You know where you are? You’re in the mosh pit fuckface, You’re gonna die”, la canzone è un inno al divertimento sfrenato e alla cultura del mosh pit. È veloce, furiosa e termina quasi prima che tu possa rendertene conto. “Beer in the Park” è un omaggio agli Iron Maiden; questa canzone celebra il piacere di bere una birra ghiacciata al parco, con parole divertenti come “I have an ice cold beer that just won’t drink itself”, la traccia è un perfetto esempio dell’umorismo che caratterizza gli Insanity Alert. A mio modesto parere questa è la traccia riuscita meglio. “Beerless Fiesta” dà un trattamento Thrash a un classico del Pop anni '80 di George Michael, con linee come “I’m never gonna drink again, poor old liver has taken a beating”, la canzone è un’epica e divertente riflessione sulle conseguenze di una notte di eccessi. “Moshemian Thrashody", la traccia finale e title-track, è una parodia del classico dei Queen “Bohemian Rhapsody”. Qui la band deve essersi divertita veramente tanto nel creare questo testo parodia. Con un mix di teatralità e assoli caotici, la canzone include parole come “I see a little silhouette of a beer, On the bar, on the bar, will you grab it and drink it?”. Veramente geniali. “Moshemian Thrashody” è un EP che riesce a bilanciare perfettamente il confine tra il familiare e il giocoso. Ogni traccia è un viaggio divertente ed energico che lascia l’ascoltatore con un sorriso. Gli Insanity Alert hanno saputo navigare abilmente tra il genio e il ridicolo, creando un’opera che sarà sicuramente apprezzata da chi come il sottoscritto ha amato le versioni originali, sia da chi vuol fare festa con qualcosa di bizzarro, divertente ma suonato altrettanto bene.

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Opinione inserita da Davide Collavini    22 Settembre, 2024
Ultimo aggiornamento: 22 Settembre, 2024
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L’ultimo album dei Sirius, intitolato “A Quest for Life”, è il debutto della band Heavy/Power Metal greca sotto l’etichetta WormHoleDeath. L’album è composto da otto tracce che esplorano temi epici e fantastici, con una forte componente melodica e orchestrale. Ecco una panoramica dettagliata delle tracce. "Unbound the Scream" è un’introduzione potente con riff aggressivi e una sezione ritmica incalzante che stabilisce il tono epico dell’album; "Beyond the Sands of Time", una traccia che mescola elementi di Power Metal con melodie evocative, creando un’atmosfera avventurosa; "Desdichado" è un brano più oscuro e intenso, con testi che esplorano temi di perdita e redenzione; "Edge of the World", una canzone che combina riff pesanti con passaggi orchestrali, offrendo un’esperienza sonora ricca e dinamica; "Fragment", una traccia più lenta e riflessiva, con un uso prominente di chitarre acustiche e arrangiamenti orchestrali; "Lostlight" è più energica e veloce, caratterizzata da assoli di chitarra virtuosistici e una sezione ritmica martellante; "Land of Swords" è una canzone epica che racconta storie di battaglie e coraggio, con un coro potente e coinvolgente; "Among the Heavens" è la traccia che chiude l’album con toni maestosi e una melodia memorabile. Nel complesso, “A Quest for Life” è un album che mostra la versatilità e il talento dei Sirius, combinando elementi di Heavy e Power Metal con arrangiamenti orchestrali e testi evocativi. La produzione è curata e ogni traccia è ben bilanciata, offrendo un’esperienza di ascolto coinvolgente e appagante. Ma soprattutto mette in luce il talento e la versatilità della band greca. Le canzoni sono ben scritte e ben eseguite, con una produzione che valorizza ogni dettaglio. L’album riesce a combinare elementi tradizionali del Metal con influenze moderne, creando un suono unico e coinvolgente.

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Opinione inserita da Davide Collavini    27 Agosto, 2024
Ultimo aggiornamento: 27 Agosto, 2024
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Il primo album dei Souls of Steel, intitolato "Songs of Steel", rappresenta un grande lavoro per la band, consolidandosi e affermandosi nel panorama dell'Heavy Metal. Fondati nel 2021 da Benjamin Lopez e Daniel Jiménez, i Souls of Steel attingono alla forza fondamentale del Metal, avventurandosi in territori sonori inesplorati. Ispirati da artisti del calibro di Megadeth, Symphony X e Metallica, la band si è ritagliata meticolosamente la propria nicchia, consolidando una formazione con Benjamin Lopez (basso, voce), Daniel Jiménez (chitarra solista), Oscar Trujillo (batteria) e Sebastián Lorenzana (voce). Il loro album di debutto, "Songs of Steel", è servito come una potente dichiarazione delle loro aspirazioni musicali, mostrando la loro energia grezza e il loro spirito inflessibile. Con testi introspettivi che esplorano lo spettro dell'esperienza umana, dalle doglie dei guai sociali ai trionfi della crescita personale. Iniziamo l’album con "Intro", un'apertura strumentale che crea l'atmosfera giusta per l'intero album accompagnandoci all’ascolto di "Eternal One", un brano potente con riff di chitarra incisivi e una melodia epica che cattura subito l'attenzione. "Burning Love" mescola elementi di Hard Rock con il Metal, ed è caratterizzata da un ritornello accattivante. "No Man's Land" esplora temi di isolamento e lotta, con un ritmo incalzante e un assolo di chitarra memorabile. "Human Perversity" ha un sound aggressivo e testi profondi. "Neverending Machine" combina elementi Progressive Metal con un ritmo martellante e cambi di tempo sorprendenti. "Trickster" è invece un pezzo più leggero e giocoso, che mostra la versatilità della band. "The Debt" è una canzone intensa che parla di redenzione e sacrificio, con un arrangiamento orchestrale che aggiunge profondità. "Last Gig" è un omaggio nostalgico ai concerti dal vivo, con un'energia contagiosa. "Legends Reborn", brano più epico, celebra la rinascita e la perseveranza, con cori potenti e un finale grandioso. La conclusiva "Rising Steel" riassume l'energia e la passione dell'intero album, lasciando l'ascoltatore con una sensazione di trionfo. L'album è stato rilasciato dalla WormHoleDeath, la produzione è pulita e ben bilanciata, permettendo a ogni strumento di brillare. "Songs of Steel" è un album che riesce a combinare abilmente la tradizione del Metal con innovazioni moderne. Ogni traccia è studiata per mantenere viva la curiosità dell'ascoltatore, offrendo un'esperienza musicale ricca e coinvolgente. La band dimostra una notevole crescita artistica, riuscendo a creare un'opera che non solo rispetta i canoni del genere, ma li espande con creatività e passione.

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Opinione inserita da Davide Collavini    15 Agosto, 2024
Ultimo aggiornamento: 19 Agosto, 2024
Top 50 Opinionisti  -  

"Skyward" è il secondo album della band americana Severed Angel, che combina elementi di Metal melodico, Thrash e Prog. L'album contiene dieci tracce che spaziano attraverso diversi stili e influenze, dimostrando la versatilità della band. Ecco alcuni commenti relativi all'album dei componenti della band:
"From The Inside", la traccia di apertura dell'album, vede la band iniziare il nuovo album con un epilogo al precedente brano conclusivo "With Wings Anew". Una calma prima della tempesta, che porta poi a "Live Your Imagination", un classico inno Power Metal. "A Perfect Disaster" mostra la band entrare in un territorio Progressive Metal più familiare, mentre il pezzo successivo (la traccia del titolo dell'album "Skyward" con un riff scritto dal bassista George Dimitri) mostra il lato più melodico e accessibile alla radio che avrebbe fatto cantare i fans negli stadi con i pugni alzati.
""Skyward" è nato come un riff acustico che ho creato io, e una volta che Lou ci ha messo le mani sopra, si è evoluto in quello che ritengo un vero capolavoro di Melodic Metal", dice George. "Sapevo che la canzone aveva un certo fascino quando ho scritto il riff. Quando abbiamo finito di registrarla, ci è sembrato che dovesse essere la traccia a cui attribuire il titolo dell'album. Tutti, compresi i non fans del Metal, la adoreranno quando la ascolteranno".
"Life is Here and Now" è un altro esempio della ricerca di pesantezza e melodia da parte dei Severed Angel, mentre la traccia successiva "Move Through The Dark" è un tour de force del loro apprezzamento per il Metal più oscuro fortemente influenzato dal Thrash. "Tyrant On The Throne", il primo singolo di "Skyward", mette in mostra l'apprezzamento della band per il groove e la competenza tecnica.
"Non solo è il primo singolo dell'album", dice il batterista Wayne Noon, "ma è anche il nostro primo video musicale animato. Il nostro amico Dusty Mulholland (alias Mandeer, bassista dei Frostbite BC) voleva animare un video che si adattasse alla canzone e noi eravamo aperti alle sue idee. È un video molto divertente in cui la colonna sonora della nostra musica si adatta di pari passo con essa".
Le canzoni che più mi hanno colpito sono:
“From The Inside”: Questa traccia inizia con un'introduzione serena e costruisce un'atmosfera di attesa. La canzone si sviluppa con un ritmo anthemico e vocali graffianti. “Live Your Imagination”: Un brano esplosivo che accelera a cento all'ora, perfetto per risvegliare ogni istinto pogatore dal vivo. La canzone è caratterizzata da un'energia travolgente e una capacità di far battere il cuore. “A Perfect Disaster”: Questo pezzo più aggressivo incorpora influenze Thrash, attirando sia i fans del genere che del Metal tradizionale. “Skyward”: La traccia che dà il titolo all'album è più melodica e leggera, creando un'atmosfera quasi festosa. “Life Is Here And Now”: Un brano che combina elementi anthemici e progressivi, con un ritmo travolgente e una potenza che colpisce. “Move Through The Dark”: Un finale scintillante con un'energia incredibile e un ritmo galoppante.
I punti di forza dell’album sono la sua varietà di stili e la capacità di mantenere alta l'energia dall'inizio alla fine. Le tracce come "From The Inside" e "Live Your Imagination" verranno sicuramente apprezzate per la loro intensità e capacità di coinvolgimento. L'unica cosa che non mi ha totalmente convinto è la prestazione vocale, non sempre all'altezza. In conclusione,"Skyward" è un album che offre una varietà di stili e un'intensità che cattura l'attenzione di ogni ascoltatore. Dimostrando il potenziale dei Severed Angel nel panorama del Melodic e Prog Metal.

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