Opinione scritta da Franco Colla
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Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 2017
Top 50 Opinionisti -
Esce per i tipi di Minotauro Records "The evil smoke possession" debutto degli italianissimi Ufosonic Generator. La loro è una musica che affonda le radici nell' Heavy-Doom degli albori, magistralmente interpretato da band quali Black Sabbath, Pentagram e Saint Vitus. Non casualmente i quattro si nutrono di un immaginario legato agli anni '70: già la copertina infatti presenta quel tocco "vintage" che emergerà con forza durante le 8 tracce che vanno a comporre l'album. I riff del chitarrista DD Morris, ruvidi e dall'animo fieramente r'n'r, sono ben strutturati e vanno a comporre l'anima del sound del quartetto tricolore, elemento che non dispiacerà a chi sta è in cerca di sonorità oscure e legate ad una concezione "classica" dell' Heavy Metal. I nostri sapranno migliorarsi, ma questo è senz'altro un lavoro da promuovere. Per tutti gli amanti dell'Heavy-Doom e per chi non ha mai dimenticato la lezione di Black Sabbath e co.
Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 2017
Top 50 Opinionisti -
Operazione di recupero di un demo, registrato nell'ormai lontano 1998, da parte della francese Season of Mist, che, evidentemente, considera i finlandesi Shape of Despair una delle punte di diamante del suo variegato roster. La minimale e bellissima copertina lascia pochi dubbi rispetto al tipo di prodotto che abbiamo di fronte: Funeral Doom triste, malinconico e decadente come nella migliore tradizione del paese nordico. Certo in questo demo, riproposto senza apportare significativi cambiamenti alla qualità delle registrazioni, si sente una certa ingenuità, frutto di un approccio ortodosso al genere, se vogliamo anche distante da alcune divagazioni-sperimentazioni che i finlandesi avrebbero proposto nel prosieguo della loro carriera. Va specificato che le canzoni presenti nel demo sono state riproposte dalla band in differenti album: questo di fatto non è un lavoro composto da inediti e, sulla base di questo, più di qualcuno potrebbe obiettare sulla necessità dell'operazione in questo momento. I fans apprezzeranno, dato che il valore storico c'è. Chi deve scoprire il gruppo può invece tranquillamente cominciare da altri lavori.
Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 2017
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Secondo disco per i blacksters catalani Barbarian Swords, autori di un Black Metal sporco, grezzo e dalle forte tinte Doom. Eh si, perché i continui rallentamenti e le furiose esplosioni al limite del Thrash più imbastardito sono il tratto distintivo della musica del quintetto iberico, che si nutre di un immaginario blasfemo ed epico rintracciabile facilmente anche in diversi passaggi sonori all'interno dell'album. Sono le parti doom quelle maggiormente riuscite all'interno dell'album che denotano l'abilità del gruppo nel creare atmosfere plumbee ed oppressive, come nella notevole "Christian Worms". Nel corso dell'ascolto mi son più volte venuti in mente gli storici Bolt Thrower, forse proprio per la capacità di generare un sound così sporco e malvagio. Sicuramente è un album che piacerà ai blacksters amanti di certe sonorità old-school, quasi da Black primordiale. Per me è un disco che merita la sufficienza, che non mi ha fatto sobbalzare dalla sedia, ma che non mi sento nemmeno di bocciare.
Ultimo aggiornamento: 13 Febbraio, 2017
Top 50 Opinionisti -
Due soli brani per questo nuovo Ep degli irlandesi Soothsayer, che segue di solo un anno il precedente Ep dal titolo "The Soothsayer". Sinceramente non conoscevo questi ragazzi provenienti dall'Isola di smeraldo, che si fanno notare sicuramente per il coraggio e la capacità di provare a rielaborare in chiave Post Metal i canoni del Doom classico. Certo non sono i primi a farlo e probabilmente non saranno nemmeno gli ultimi, ma il risultato finale in questo caso non è male e vale la pena provare ad ascoltare le due (lunghe) canzoni che compongono questo "At this great depth". L'atmosfera è pregna di una soffusa oscurità che trasmette immediatamente un senso profondo di malinconia e decadenza, come dovrebbe essere in ogni album Doom metal degno di questo nome. I 16 minuti della prima traccia, "Empire" racchiudono in sé tutti gli elementi coi quali la band ha voluto confrontarsi. C'è tutto: potenza, melodia, aperture dissonanti, fughe melodiche ed ogni passaggio ci consente di misurarci con gli stati d'animo che la band ha voluto introdurre nella canzone. I ragazzi sono bravi, certo devono migliorarsi e provare a ridurre la prolissità a scapito di una maggiore concretezza in studio. Li aspettiamo alla prova del full-lenght, la stoffa c'è!
Ultimo aggiornamento: 13 Febbraio, 2017
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Arrivano dalla prolifica Svezia i Cities of Mars, autori di un interessante Ep articolato su 3 lunghi brani all'insegna di uno Stoner-Doom di pregevole fattura e dal grande impatto sonoro. Musica possente e muscolare quella del terzetto scandinavo, che non si distacca quasi mai dai canoni del genere, tutta basata com'è su una serie concatenante di riff ipnotici e disturbanti, sulla base dei quali si stagliano , alternandosi, le lunatiche ed estranianti vocals del terzetto di Goteborg, pronte a catturare l'ascoltatore nella descrizione di realtà differenti da quelle con le quali siamo abituati a confrontarci. Aperture melodiche, rallentamenti ed esplosioni di furia si susseguono costantemente, c'è tutto in questo "Celestial Mistress" e tutto è alternato molto bene. Una nota di merito va alla conclusiva, bellissima, "Celestial mistress, che va ad aprirsi con un riff oscuro e carico di pathos, per poi strutturarsi su tempi differenti durante gli 11 e passa minuti di durata. Disco bello, vario, completo. Consigliato a tutti gli amanti di queste sonorità!
Ultimo aggiornamento: 07 Dicembre, 2016
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Arrivano con questo "My Domain", uscito nel 2015 per i tipi della Metal Age Productions, al prestigioso traguardo del quarto album i folk metallers cechi Clawed Forehead. La loro proposta musicale, molto lontana dal Doom metal di cui parla l'etichetta nella presentazione dell'album, si snoda attraverso un Folk Metal melodico ed immediato, che va a riprendere in alcuni passaggi la lezione impartita dai finlandesi Apocalyptica. La musica è un tripudio di viole, violoncelli, violini e flauti, sempre ben bilanciati e protagonisti indiscussi delle strutture melodiche di tutti e 12 i brani presenti nell'album. Ci sono anche incursioni in territori più distanti da quelli tradizionalmente battuti dai ragazzi di Brno. Si potrebbe qua citare l'Hard Rock di "Nicim" (brano cantato in lingua madre) e "Harrowing", piuttosto che il simil-thrash di "Inferno". Che dire, i ragazzi sanno sperimentare e mettersi in gioco, l'album è godibile, la voce di Tereza molto bella e in più di un'occasione viene voglia di ripremere il tasto play per apprezzare episodi realmente degni di nota. Unica nota negativa è forse la produzione non impeccabile, un po' ovattata, ma vabbè ci si potrà lavorare in futuro e il disco nel suo complesso non ne risente più' di tanto. Dategli un ascolto se vi piace il Folk o anche solamente se avete voglia di ascoltare qualcosa di diverso. Li aspettiamo al varco del prossimo album! Stay tuned!
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Tornano con un Ep intitolato "Hereafter" i finlandesi Hanging Garden, attivi ormai dal lontano 2006 e passati attraverso varie fasi musicali, tutte però solidamente ancorate su lidi oscuri e malinconici. L'Ep in questione si compone di 5 tracce per una durata di poco superiore ai 20 minuti. Che dire, a me è piaciuto, molto. Strutture melodiche azzeccate, un mood malinconico e sognante di fondo e tante ma tante influenze death metal melodico di scuola svedese, che rendono l'album diversificato ed intrigante in ogni passaggio. Le influenze principali di questo lavoro sono da ricercare in band quali Katatonia, Anathema, Amorphis...ed è così il paesaggio dipinto dai nostri vira irrimediabilmente su tonalità più oscure, infarcite di melodie struggenti, momenti delicati ed altri rabbiosi e carichi di violenza. Non è un album che cambierà il mondo,ma un lavoro ben fatto, musica che i nostri padroneggiano ed emozioni che sentono da vicino. Dategli una chance, anche ascoltando questi Ep. In attesa dei lavori della consacrazione...stay tuned!
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I Pentagram sono parte integrante della storia dell'Heavy Metal, credo sia giusto ed utile partire da qui. Figuriamoci poi se si parla di Doom, genere che gli americani in questione hanno contribuito a far evolvere e radicare. Band dalle vicende travagliate e dalle fortune discografiche alterne, da sempre fedele ad una concezione ed ad un'estetica in tutto e per tutto esoterica, ha iniziato a muovere i primi passi negli anni '70 in quello stato della costa Est statunitense che corrisponde al nome di Virginia. I lavori che ci troviamo di fronte non sono nuovi o un nuovo album, ma un best of nel primo caso e una raccolta a di vario materiale proveniente proprio dai seventies nel secondo (First daze here too). Interessante soprattutto questo, con vecchi brani mai registrati, demo e materiale inedito vengono ora messi a disposizione dei fans che vogliono gettare uno sguardo sugli albori dei Pentagram. Il sound qui è ancora indefinito ed inevitabilmente risente delle mode e degli stili dell'epoca. Ci sono vari inserti in territori mai più ripresi dalla band: il blues, il puro hard rock, etc. Dopodiché, al netto della qualità delle registrazioni, questa può essere un'uscita molto interessante per i vecchi fans della band , che possono scoprire un passato che sembrava sepolto dalle uscite delgli anni '80. Intrigante.
Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 2016
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Saint Vitus è uno dei nomi che ha fatto la storia del Doom Metal, su questo non ci sono dubbi. Un doom tradizionale, legato anima e corpo agli stilemi classici del rock e del metal, pesantemente influenzato, come sempre è stato, da quell'epoca di esplosiva creatività metallica che è stata la Nwobhm. Il live in questione - intitolato semplicemente Live vol.2- ci presenta una band in gran forma, tesa anima e corpo a celebrare il ritorno in famiglia dello storico cantante Scott "Wino" Weinrich, voce "naturale" della band losangelina. Il concerto in questione si è svolto nel piccolo Granducato di Lussemburgo, evidentemente terra di fedeli del credo di Dave Chandler e compagni. Nell'album ci sono alcune delle tracce che hanno segnato un' epoca del doom Metal: "War is our destiny", "White Stallion", "The bleeding ground", solo per dirne alcune. Dal vivo si percepiscono appieno le grandi doti di ogni singolo musicista e impressionante è a tratti la compattezza e la precisione della sezione ritmica. Che dire? Per i fans è un acquisto dovuto. Per me un'operazione riuscita che ci consegna una band in splendida forma, nonostante gli anni che passano!
Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 2016
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Arrivano al secondo album i doomster lombardi Sidhe, band che si caratterizza per due peculiarità che possono incuriosire più di un amante di queste sonorità: la voce femminile della cantante Tytanja e il cantato parzialmente in lingua madre. Da sempre interessati a tematiche quali occultismo, paganesimo e tutto ciò che ruota intorno al medioevo, i nostri riprendono da dove avevano lasciato col debut album targato 2012: un doom melodico, a tratti heavy, mai troppo opprimente e pesante, basato su riff diretti e abbastanza scolastici, sui quali si staglia la non sempre inappuntabile voce di Tytanja. L'album in sé scorre via senza particolari problemi, il gruppo ha ben chiaro in testa che tipo di musica vuol proporre e questo fa sì che ci sia compattezza e omogeneità fra i brani. Personalmente mi hanno incuriosito molto le canzoni in italiano e sono quelle che più rimangono in testa. Dopo di che potete dargli una chance, alcuni passaggi risulteranno un po' ingenui, la produzione non sarà bombastica ma, se vi piacciono certe sonorità e certe tematiche, è il caso di provare a valorizzare questo Contenebrat!
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