A+ A A-

Opinione scritta da Celestial Dream

2242 risultati - visualizzati 2221 - 2230 « 1 ... 219 220 221 222 223 224 225 »
 
releases
 
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Celestial Dream    25 Agosto, 2012
Ultimo aggiornamento: 03 Settembre, 2012
Top 10 opinionisti  -  

Tornano i Saratoga, storica band Spagnola da sempre dedita ad un power-heavy metal roccioso e melodico. Orfano da qualche tempo ormai del grande singer Leo Jimenez, senza dubbio la miglior ugola iberica, il gruppo capitanato dal duo Hernando-Del Hierro (chitarra e basso rispettivamente) ha trovato da qualche anno in Tete Novoa un ottimo sostituo al microfono ed il risultato in questo Nemisis è molto positivo. I Saratoga puntano maggiormente su soluzioni di facile presa, per un album sicuramente più melodico rispetto ai dischi storici come Agotaras (album che me li fece conoscere nel lontano 2002). Inoltre la buona produzione (anche grazie a Roland Grapow nel mixaggio) e il bell'artwork ad opera del solito Felipe Machado Franco, non fanno altro che confermare il voto che vedete qui sotto.

Il quartetto inizale mette subito in chiaro la qualità del disco, soprattutto con La ultima frontera e Revolucion, quest'ultima un autentico inno che immagino farà sfracelli in sede live. Ma l'album non presenta cali e regala altre canzoni di alto livello come Despues del silencio, Corazon herido e la granitica Angelo o demonio. C'è poco da dire, se il cantato in spagnolo non è un problema per voi, allora questo disco può far battere forte il vostro corazon, altrimenti statene alla larga. Non stiamo parlando di un capolavoro ma non v'è dubbio che in attesa dei grandi big di casa nostra (Vision Divine, Secret Sphere, Elvenking, Thy Majestie, Trick or Treat e Sound Storm), i Saratoga piazzano un disco da Top Ten, un album melodico, potente, eccellente.

Trovi utile questa opinione? 
00
Segnala questa recensione ad un moderatore
releases
 
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Celestial Dream    01 Agosto, 2012
Ultimo aggiornamento: 01 Agosto, 2012
Top 10 opinionisti  -  

Non avevo mai sentito parlare dei The Sunpilots fino a quando il nostro Capo Redattore Ninni non mi ha consegnato questo disco per la recensione e, vista la copertina (che onestamente non entra nella mia top ten di tutti i tempi), non sapevo proprio cosa aspettarmi. In realtà scopro che questa band australiana ha già all'attivo un album pubblicato nel 2008 dal titolo “Living Receiver”, che tra l'altro ha ricevuto responsi decisamente positivi dalla critica specializzata. Quattro anni ci sono voluti quindi per arrivare a “King of the sugarcoated tongues”, nuovo lavoro della band che si diletta in un rock moderno dalle tinte progressive per 8 brani veramente piacevoli. I The Sunpilots dimostrano talento da vendere risultando freschi e originali, con canzoni tutt'altro che prolisse, ricche di belle melodie che fanno parte della scena prog ricordando vagamente Porcupine Tree e Pain of Salvation (quelli più riflessivi) così come altre bands della scena prog rock. Brani che non si dilungano in noiosi assoli bensi vanno a cercare e trovare spesso la soluzione migliore per la buona resa del pezzo. L'opener “3 minutes to midnight”, ma soprattutto i due goal consecutivi messi a segno con le bellissime “Sex and Tv” e “Rain”, sono solo alcuni pezzi di livello che fanno parte di una tracklist breve ma di qualità.

Una band che merita più visibilità perchè “King of the sugarcoated tongues” parla chiaro, si tratta di un disco di assoluto livello ed è scaricabile gratuitamente dal sito ufficiale quindi non avete scuse, date una chance ai The Sunpilots.

Trovi utile questa opinione? 
00
Segnala questa recensione ad un moderatore
releases
 
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Celestial Dream    29 Luglio, 2012
Top 10 opinionisti  -  

Come già scritto in occasione della recensione di “Few against many”', ultimo disco targato Firewind, la scena metal in Grecia è cresciuta a dismisura negli ultimi anni, soprattutto per quanto riguarda il power metal. Insieme ad Innerwish ed Emerald Sun, l'altra band che si è fatta notare maggiormente sono i Secret Illusion. Seguo questa band sin dall'inizio, dal loro primo e promettente demo. Reduci da un buonissimo debut album (Illusion) pubblicato lo scorso anno tramite Rising Records, si ripresentano ora, a circa 12 mesi di distanza con un mini Ep di due tracce scaricabile gratuitamente (così anche per il loro debutto che, ripeto, merita) dal loro sito internet.

Un assaggio di soli due brani, un regalo ai propri fans in attesa del prossimo disco, e per presentare il nuovo singer Dimitris Giannakopoulos entrato nella band poco dopo la pubblicazione del debutto. Si parte con la title track, un up tempo che non si discosta molto da quello già ascoltato in Illusion. Filippos Papakyriakou chitarrista e songwriter della band ellenica è un gran seguace di Timo Tolkki e degli Stratovarius e questo fatto è sempre ben riconoscibile nelle sue songs, che ereditano lo stile di album come Visions e Destiny. Una songs veloce, con la tastiera messa maggiormente in primo piano rispetto al passato ma sempre con delle belle melodie, un bellissimo ritornello e un classico solo chitarra-tastiera. Il secondo brano non è altro che la versione acustica di Silent Voices, ottimo pezzo d'apertura del loro primo disco, e questa questa nuova veste a mò di ballata, viene promossa a pieni voti. Ad impreziosire la canzone, troviamo la partecipazione della cantante Iliana Tsakiraki dei Meden Agan, band greca a me sconosciuta.

Il nuovo full lenght verrà registrato dopo l'estate, ma questo Ep pone dei buoni presupposti sulla qualità del prossimo disco targato Secret Illusion.

Trovi utile questa opinione? 
00
Segnala questa recensione ad un moderatore
releases
 
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Celestial Dream    27 Luglio, 2012
Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 2012
Top 10 opinionisti  -  

Arrivano al debutto i Myriad Lights, un quartetto lombardo dedito ad un heavy metal melodico ed epico, grazie alla storica Underground Symphony che pubblica questo “Mark of vengeance” in una bella confezione digipack. L'etichetta di Maurizio Chiarello è meno presente sul mercato rispetto agli anni d'oro (quanti grandi dischi nella mia discografia marchiati da questa Label..), ma dimostra di avere ancora ottimi colpi in canna e questo disco ne è l'esempio lampante. Come per il bellissimo “Redemption Denied” degli Steel Seal, dato alle stampe ormai un paio d'anni fa ma che come proposta si può accostare all'album qui recensito, si rimane su territori heavy, questa volta strizzando l'occhio ai grandi Warlord, vista l'epicità che i Myriad Lights riescono, a tratti, a sprigionare.

Tutti i brani sono molto validi e convincono già dai primi ascolti: “Slum devil” e “Livin rock” formano un buon duetto d'apertura, ma è con la bellissima Title track che il disco comincia a decollare sul serio. Un pezzo avvincente con un ottimo guitar solo ad opera di Francesco Lombardo che può vantare alle sue spalle la buona sezione ritmica di Jeff Lombardo (basso) e Phil Motta (batteria). Appena superata la prima metà dell'album, troviamo le due hits assolute: con “Fury of time” il ritmo si alza fino allo splendido ritornello tutto da cantare mentre “Wandering spirit” è una splendida ballata acustica con un Andrea Di Stefano alla voce assoluto protagonista che ricorda il grande Morby (Domine). La chiusura del disco è affidata a due buoni pezzi come la heavy “Golden cell” e la Warlordiana (passatemi il termine) “Asylum”.

Non è mai facile presentarsi al debutto con un prodotto convincente sotto tutti i punti di vista ma possiamo dire che i Myriad Lights ce l'hanno fatta. Con una produzione più potente e, a mio avviso, l'aggiunta di un po' di tastiera per rendere ancora più epico il sound, uniti all'esperienza che naturalmente non si impara se non con il passare del tempo, questa band in futuro potrà crescere e regalarci altra ottima musica. Un altro disco di qualità proveniente dalla nostra penisola, avanti così!

Trovi utile questa opinione? 
100
Segnala questa recensione ad un moderatore
releases
 
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Celestial Dream    23 Luglio, 2012
Top 10 opinionisti  -  

La storica label tedesca Limb Music difficilmente sbaglia un colpo. E' vero, solitamente le uscite di questa etichetta non brillano di originalità ma negli anni tante nuove leve del power metal hanno visto la luce grazie a loro (non dimentichiamo gli stessi Rhapsody). In questo 2012 dopo gli interessanti Last Kingdom tocca agli Austriaci Dragony, band che con questo Legends arriva all'esordio discografico. La proposta del sestetto austriaco segue lo stile power-heavy sinfonico tedesco con un tocco di epicità che non guasta mai, un mix tra Edguy, Rhapsody, Galloglass e Crystallion, quest'ultimi conosciuti probabilmente solo dai più seguaci fans del genere.

Le nove tracce (più intro) contenute in questo “Legends”, ci presentano una band interessante, capace di comporre canzoni decisamente valide, alternando intelligentemente momenti rapidi ad altri più rallentati ed epici. Insomma i Dragony han studiato bene il manuale del buon Power Metal Sinfonico e i frutti si vedono. Tralasciando la solita e alquanto anonima intro, sono le prime due tracce a colpire: “Burning skies” e “Land of broken dreams” sono un ottimo biglietto da visita per la band e puntano su ottime aperture melodiche e dei chorus vincenti. La voce di Siegfried Samer non è delle migliori in circolazione ma si lascia ascoltare. Non vi sono dubbi che i singers di casa nostra abbiano una marcia in più rispetto a quelli che girano in terra tedesca. Ma il disco prosegue con la banale ma alquanto ruffiana “Dragonslayer” e la bellissima “The longest night” (che ritornello!!!) fino alla fine, senza cali per oltre 50 minuti di buona musica.

Una produzione ben fatta (anche questo un classico per le uscite targate Limb), e un artwork splendido, sono sicuramente punti aggiunti al risultato finale. Se i Dragony potessero solo trovare una DeLorean, che come in “Ritorno al futuro” riuscisse a trasportarli indietro di 15 anni, con un album ricco di pezzi validi come “Legends” farebbero un successone. Peccato che questo difficilmente accadrà e nel 2012 un disco cosi fa fatica a penetrare in profondità nel cuore di noi fans storici del genere. Magari in futuro, osando un po' di più...

Trovi utile questa opinione? 
00
Segnala questa recensione ad un moderatore
releases
 
voto 
 
4.5
Opinione inserita da Celestial Dream    14 Luglio, 2012
Ultimo aggiornamento: 16 Luglio, 2012
Top 10 opinionisti  -  

Ho sempre considerato i Sabaton una band sopravvalutata. Certo han composto dischi di buona fattura ("The art of war” su tutti) ma mai a mio modesto parere un album capolavoro tale da giustificare il successo enorme ottenuto negli ultimi anni. La band svedese ha girato in lungo e in largo il mondo da headliner in lunghissimi tour, come poche band possono permettersi. Una vera SabatonMania che ora, nel 2012, con questo Carolus Rex posso decisamente comprendere; finalmente anche alle mie orecchie la band di Joakin Broden è diventata grande perchè questo disco è una bomba ad orologeria, pronta ad esplodere sui vostri timpani.

Se i cambi di line-up a ridosso dell'uscita del disco avevano preoccupato parecchio i fans, beh si può benissimo tirare un sospiro di sollievo anche perchè i due membri fondamentali Broden (voce) e Sundstrom (basso) sono rimasti al timone di comando. Una produzione sempre esemplare per un'opera ambiziosa: i Sabaton negli anni ci hanno accompagnati attraverso la storia, raccontandoci di più o meno famose guerre del passato e con “Carolus Rex” si fermano nella loro Svezia per approfondire con la loro musica la storia nel 17° secolo del Regno di Svezia, capace di diventare grande conquistando territori su territori. Inoltre, se non bastasse, con alla spalle un evidente supporto dell'etichetta metal per eccellenza, la Nuclear Blast, la band ci presenta la versione digipack contenente ben due dischi; due versioni dello stesso album, una cantata in Inglese ed una completamente in lingua Svedese.

Partendo dall'opener “The lion from the north”, passando attraverso “A lifetime of war” (con il coro più bello di tutta l'annata power) e la bellissima title track fino “Poltova”, i Sabaton sparano solo colpi vincenti ed è davvero difficile soffermarsi su alcune songs quando è tutto il disco a dimostrarsi solido come il granito! Se già conoscete la band svedese, beh andate sul sicuro.

Potenza pura e dei cori da 30 e lode, per un album da ascoltare rigorosamente a volume esagerato agitando la testa! “Carolus Rex” è un gran disco che si prenota nella mia Top Ten dell'anno in corso. I Sabaton non si fermano e sono pronti a conquistare il mondo.

Trovi utile questa opinione? 
10
Segnala questa recensione ad un moderatore
releases
 
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Celestial Dream    13 Luglio, 2012
Top 10 opinionisti  -  

Bella rece del nostro mitico Capo Redatore Ninni! A me il disco è piaciuto, non mi aspettavo un album power ma qualcosa in stile "Pink bubbles go ape", che mi piace moltissimo. In realtà questo Unisonic è forse ancor più melodic hard rock, non è niente di epocale anzi, ma ha parecchie buone canzoni che acquistano ancor più valore grazie all'ugola d'oro di kiske che nonostante tutto resta al TOP.. risentirlo fa sempre bene c'è poco da fare! diciamo un disco da 7,5 se fosse un voto a scuola..

Trovi utile questa opinione? 
00
Segnala questa recensione ad un moderatore
releases
 
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Celestial Dream    10 Luglio, 2012
Ultimo aggiornamento: 12 Luglio, 2012
Top 10 opinionisti  -  

Anche nel metal si seguono un po' le mode: senza andare troppo indietro nel tempo, mi viene in mente l'exploit del Black negli anni '90, prima che scoppiasse il Power; il boom del Pagan-Folk che ancora deve fermarsi, fino ad ora dove siamo quasi “invasi” da bands con il cantato femminile. Niente di preoccupante visto che tra decine e decine di questi gruppi come sempre c'è chi sa farsi largo con dischi che si fanno apprezzare. Una "moda" che sta colpendo anche l'Italia che solo in questi primi mesi del 2012 ha visto uscire dischi molto interessanti (mi vengono in mente quelli di Evenoire e Teodasia) come è "What remains of the day" dei Souls of Diotima. Non ho molte informazioni su di loro, ma arrivano da Sassari e questo che vado a recensire è il loro secondo disco, anche se il debutto mi era passato del tutto inosservato.

A differenza di molte bands che decidono di seguire il lato più Gothic prendendo come spunto la scuola Olandese di The Gathering e Within temptation, il combo Sardo già dalla bellissima Pandora fa capire che ci troviamo di fronte ad un disco con pochi fronzoli ma con qualche venatura prog. I Souls of Diotima pur dimostrando, come è normale, di prendere ispirazione qua e là, riescono a distinguersi, presentando una proposta vincente che punta, in maniera positiva, sulla semplicità dei pezzi, che riescono spesso a colpire già dal primo ascolto. Nessuna orchestrazione esagerata, nessuna influenza estrema come è di moda con voci growl alla Epica (fatta eccezione della title track), nessun pezzo depressivo da tagliarsi le vene. Sono le melodie quindi a farla da padrone, e pezzi come la già citata Pandora o la bellissima Von Braun, brano più cadenzato presente anche come bonus track nella versione fantastica cantata in Italiano (che addirittura preferisco), sono momenti notevoli e degni di bands molto più blasonate. Non sono da meno la melodicissima Sandy's flight, la più progressiva Title track e Rising soul che presenta anch'essa una parte cantata in lingua madre, mossa decisamente indovinata.

“What remains of the day” è un disco positivo che spero possa essere supportato da una serie di date live in modo che i Souls of Diotima possano ricevere la giusta notorietà che gli spetta. La valutazione che leggerete è un 3,5 che si avvicina molto al 4, che sicuramente meriteranno con il prossimo album. Bravi ragazzi, la strada è quella giusta!

Trovi utile questa opinione? 
30
Segnala questa recensione ad un moderatore
releases
 
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Celestial Dream    10 Luglio, 2012
Ultimo aggiornamento: 10 Luglio, 2012
Top 10 opinionisti  -  

I Damnation Angels sono un'nteressantissima e giovane band Inglese che rompe il ghiaccio con “Shadow Symphony”, un Ep di 6 canzoni, uscito nel 2011,che mette in mostra tutto il potenziale di questo quintetto.

I DA mettono in pratica le lezioni impartite da Nightwish e Kamelot su tutti, con pezzi validi ad iniziare dall'opener "Bringer of light", ricca di orchestrazioni che strizzano l'occhio proprio alla band Finnica menzionata poco sopra. Il mid tempo "The black cancer" sembra invece uscito da “Fourth legacy”, e convince sempre più ascolto dopo ascolto. Il top del disco si raggiunge probabilmente con la fenomenale "Someone else": un inizio piano-voce che apre la strada ad un pezzo cadenzato dalle buonissime melodie.Ancora richiami ai Nightwish con "I hope", mentre "Against all odds" punta maggiormente sulla potenza risultando essere un altro buon brano. Infine la versione strumentale di "Bringer of light" chiude il disco.

La band ha già registrato e pubblicato per il Giappone il full lenght "Bringer of light", che vede anche un cambio al microfono con Pelle K, gran talento scandinavo recensito anche in queste pagine col suo interessante debutto solista, che sostituisce il comunque bravo Lewis Starfire. Al di là dei brani presi uno ad uno, questo Ep dimostra un potenziale enorme per un gruppo che potrebbe far parlare molto di sé nel prossimo futuro. Fans del power metal melodico segnatevi questo nome, secondo me ne vedremo delle belle!

Trovi utile questa opinione? 
00
Segnala questa recensione ad un moderatore
releases
 
voto 
 
2.5
Opinione inserita da Celestial Dream    07 Luglio, 2012
Top 10 opinionisti  -  

Gli Heaven Rain sono Bosniaci e, devo ammetterlo, a me questi gruppi con provenienze un pò atipiche affascinano tantissimo, inoltre la bella copertina ha aumentato la mia curiosità verso la loro proposta musicale. La band esiste dal 2006 anche se pochi credo abbiano sentito parlare di loro prima d'ora. "Second sun" è il loro secondo disco e ci presenta 11 pezzi di melodic metal con voce femminile seguendo un po' la scuola nordica con tastiere dal suono di ghiaccio e ben in evidenza. Non a caso è il tastierista Goran Baštinac ad aver fondato la band e ad essere il songwriter principale, quindi il suo strumento è sempre in primo piano ed ogni occasione è buona per metterci anche un buon solo.

Tolte l'intro e la bonus track, che non è altro che una cover di una famosa band Slava degli anni '80, troviamo 9 pezzi niente male ma che però fanno fatica a decollare. Quello che voglio dire è che siamo nel 2012 e tante cose sono state scritte e riscritte, le uscite discografiche sono numerosissime, molte di queste riescono ad essere intorno alla sufficienza o anche oltre, ma poche invece si distinguono, e spiace dirlo gli Heaven Rain fanno ben poco per provarci. Canzoni come "Heaven Rain", la title track, "My only one" e "Raven in heart" non sono affatto male anzi, però nel complesso il disco scivola via senza grossi picchi e alcuni brani sono decisamente banali.

In definitiva "Second sun" è un disco come tanti, merita senza dubbio la sufficienza, ma non mi sento di consigliarlo se non ai veri cultori del genere.

Trovi utile questa opinione? 
00
Segnala questa recensione ad un moderatore
2242 risultati - visualizzati 2221 - 2230 « 1 ... 219 220 221 222 223 224 225 »
Powered by JReviews

releases

Blind Golem - un ode al rock (prog?!) settantiano!
Valutazione Autore
 
4.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Melodic hard rock caldo e avvolgente con gli Heartwind
Valutazione Autore
 
3.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Il ritorno dei Kilmara dopo 7 anni
Valutazione Autore
 
3.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Blackslash, che bell'heavy metal!
Valutazione Autore
 
4.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
La voce unica di Mikael Erlandsson con atmosfere ariose ma anche malinconiche...
Valutazione Autore
 
4.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)

Autoproduzioni

Noirad, un buon come-back dopo 7 anni
Valutazione Autore
 
3.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Torchlight Parade: metallo da brividi
Valutazione Autore
 
3.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Lunarway, una promettente band ucraina
Valutazione Autore
 
3.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
In Chaos, l'ennesima dimostrazione della miopia del music business
Valutazione Autore
 
4.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Empiric, una gemma nascosta
Valutazione Autore
 
4.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Katharein, un promettente gruppo dalla Romania
Valutazione Autore
 
4.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)

Consigli Per Gli Acquisti

  1. TOOL
  2. Dalle Recensioni
  3. Cuffie
  4. Libri
  5. Amazon Music Unlimited

allaroundmetal all rights reserved. - grafica e design by Andrea Dolzan

Login

Sign In

User Registration
or Annulla