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Un buonissimo quarto full-length per i bresciani (Echo) Un buonissimo quarto full-length per i bresciani (Echo) Hot

Un buonissimo quarto full-length per i bresciani (Echo)

recensioni

gruppo
titolo
Witnesses
etichetta
Black Lion Records
Anno

PROVENIENZA: Italia 

GENERE: Melodic Death/Doom Metal 

FFO: October Tide, Novembers Doom, Saturnus, Swallow the Sun, Doom:VS 

LINE UP: 
Fabio Urietti - voce 
Mauro Ragnoli - chitarre 
Simone Saccheri - chitarre, tastiere 
Agostino Bellini - basso 
Francesco Bassi - batteria (session) 

OSPITI: 
Heike Langhans (Remina, ex-Draconian) - voce su "My Covenant" e "Chemical" 
Alexander Högbom (October Tide) - voce su "Laudanum" 
Don Zaros (Evoken) - tastiere su "Fate Takes Its Course", "Wanderer", "Monochrome" e "Chemical" 

TRACKLIST: 
1. Lethargy [00:56] 
2. Laudanum [06:13] 
3. Fate Takes Its Course [06:50] =ASCOLTA= 
4. Wanderer [06:19] =VIDEO= 
5. My Covenant [07:05] =ASCOLTA= 
6. Monochrome [07:26] 
7. Chemical [06:47] 
8. Saturated [07:27] 

Running time: 49:03 

opinioni autore

 
Un buonissimo quarto full-length per i bresciani (Echo) 2022-11-29 18:01:18 Daniele Ogre
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Daniele Ogre    29 Novembre, 2022
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Abbiamo recentemente potuto godere nell'ambito del Doom/Death più melodico nostrano dei buoni exploit di Ars Onirica ed In Grief; ma in questo specifico campo - oltre ai sempre più importanti Shores of Null - c'è una band proveniente da Brescia che può vantare una carriera ormai lunga 15 anni e ben quattro album - tutti di pregevole fattura -, l'ultimo dei quali è l'appena rilasciato su Black Lion Records "Witnesses": stiamo parlando ovviamente degli (Echo), combo lombardo che da tempo ormai è tra le massime espressioni nel Belpaese di questo particolare genere. In questa nuova fatica, però, troviamo l'act lombardo che cambia leggermente i toni rispetto al passato anche più recente ("Below the Cover of Clouds" del 2019): se infatti il precedente lavoro vedeva gli (Echo) alle prese con sonorità più vicine alla scuola britannica dei My Dying Bride (cupo, pesante, estremo sì, ma che viveva soprattutto su atmosfere plumbee e malinconiche melodie), in questa loro quarta fatica su lunga distanza pur mantenendo alcune peculiarità, i Nostri sembrano aver indurito il loro sound, trovando un approccio più ruvido che dà un maggiore spazio ad una componente Melodic Death/Doom di matrice scandinava (Saturnus, Swallow the Sun e soprattutto October Tide). Sulle prime magari si resterà un po' sorpresi, ma col procedere degli ascolti ci si rende conto di come la scelta degli (Echo) sia particolarmente vincente; la band bresciana sembra trovarsi estremamente a proprio agio in questa veste più scorbutica - per quanto il mood resti perennemente cupo -. E sostanzialmente, i sette brani di "Witnesses" (non contiamo la brevissima intro strumentale "Lethargy") funzionano alla grande: nonostante una durata media decisamente lunga (non si scende sotto i sei minuti), non si ha mai la sensazione di un momento che sappia di mero riempitivo, ma anzi gli (Echo) appaiono sempre concentratissimi e sul pezzo lungo tutti i 50 minuti di quest'album, mettendo sul piatto canzoni sicuramente efficaci come i singoli "Wanderer" e "My Covenant", la conclusiva "Saturated" e - soprattutto - "Laudanum". Ed a proposito di quest'ultimo brano è uno di quelli in cui troviamo uno dei tre ospiti d'eccezione di "Witnesses": in questo caso trattasi nientemeno che di Alexander Högbom degli October Tide, che presta la sua inconfondibile voce al gruppo nostrano; gli altri due ospiti sono l'ex-Draconian Heike Langhans in "My Covenant" e "Chemical", e Don Zaros degli Evoken con le sue tastiere in quattro pezzi. In conclusione, possiamo dire che gli (Echo) hanno dalla loro non solo un'esperienza data dai tre lustri di carriera, ma anche la capacità di saper cambiare il tiro nel caso serva: "Witnesses" ne è la testimonianza con il suo piglio ruvido quanto melodico, ma anche con il suo cambiar registro come in "My Covenant", canzone che a tratti non può non richiamare Anathema o Katatonia degli ultimi anni. Disco davvero ben fatto: complimenti!

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