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Spettrale, cupo e riflessivo: il nuovo elegante lavoro degli ucraini Drudkh Spettrale, cupo e riflessivo: il nuovo elegante lavoro degli ucraini Drudkh Hot

Spettrale, cupo e riflessivo: il nuovo elegante lavoro degli ucraini Drudkh

recensioni

gruppo
titolo
Всі належать ночі (All Belong to the Night)
etichetta
Season Of Mist Underground Activists
Anno

PROVENIENZA: Ucraina

GENERE: Black Metal

TRACKLIST:
1. The Nocturnal One (Нічний) =VIDEO=
2. Windmills (Нічний)
3. November (Листопад) =VIDEO=
4. Till We Become the Haze (Поки Зникнем у Млі)

LINE-UP:
Roman Saenko - Chitarre
Thurios - Voce, Chitarre, Tastiere
Krechet - Basso
Vlad - Batteria

opinioni autore

 
Spettrale, cupo e riflessivo: il nuovo elegante lavoro degli ucraini Drudkh 2022-11-15 16:55:50 Luigi Macera Mascitelli
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Luigi Macera Mascitelli    15 Novembre, 2022
Ultimo aggiornamento: 15 Novembre, 2022
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Parlare degli ucraini Drudkh è sempre un'impresa estremamente ardua. Capisaldi di un certo modo di intendere il Black Metal e con alle spalle una lunga e prolifica carriera, i Nostri si sono giustamente guadagnati un posto di primaria importanza nel settore. Ora, lungi dal voler parlare di temi geopolitici, è tuttavia impossibile per noi non tenerne conto, soprattutto se questo nuovissimo "Всі належать ночі (All Belong to the Night)" giunge in un periodo così difficile; ancora di più se pensiamo che il primissimo singolo estratto "The Nocturnal One" (usiamo solo i termini inglesi per comodità) è stato pubblicato durante le prime e più sanguinose fasi della guerra. Possiamo quindi dire che si tratta sicuramente del disco più importante del quartetto di Kharkiv che scandisce il ventesimo anno di vita della band.
Veniamo ora al discorso musicale, dato che stiamo comunque parlando di un nome di punta del Black Metal dell'Est Europa. Diciamo subito che, come puntualizzato all'inizio, è molto difficile parlare della band per la complessità stilistica del genere proposto: non tanto a livello compositivo, quanto per la componente emotiva e suggestiva che viene fuori quando si ascolta un qualsiasi album dei Drudkh; e questo ovviamente non è da meno. Quattro lunghissime tracce per un totale di 45 minuti in cui Roman Saenko e soci mettono in musica una vera e propria litania disperata, coinvolgente, elegante e riflessiva nella quale la tristezza e la fa da padrone assoluto. L'ascolto di questo "Всі належать ночі (All Belong to the Night)" è un vero e proprio viaggio astrale che si compone di infinite sfaccettature e stratificazioni, a testimonianza di come i Drudkh siano una band estremamente cresciuta rispetto agli inizi. Eppure in questo gran tripudio di Black Metal suonato a dovere ci duole far notare che siamo di fronte certamente ad un buonissimo disco ma con qualcosa in meno rispetto al precedente "Їм часто сниться капіж (They Often See Dreams About the Spring)", il vero capolavoro indiscusso - personalmente parlando - dei Nostri. Il perché lo si capisce soprattutto se siete dei fan di vecchia data del quartetto: semplicemente l'ultima fatica della band tende ad essere un po' più rilassata, quasi che si adagiasse su degli stilemi e soluzioni comode. Fin da subito le differenze stilistiche sono evidenti: qui si è voluto dare maggiore enfasi sulla parte emotiva e atmosferica, sfociando ogni tanto in passaggi ridondanti ed eccessivamente tirati per le lunghe. Quel sound più di impatto, quasi terrorizzante e cadaverico del capitolo precedente lascia spazio ad una certa morbidezza di fondo. Da un lato ci è piaciuta la scelta perché testimonia comunque la voglia di ampliare il ventaglio compositivo; dall'altra ci dà l'impressione che questo "Всі належать ночі (All Belong to the Night)" suoni troppo Drudkh classici. Forse un implicito e maggior attaccamento alle proprie origini e alla propria terra in un periodo certamente non roseo per l'Ucraina? Da parte nostra la dodicesima fatica dei Drudkh passa a pienissimi voti la prova, seppur non si possa gridare al discone come invece è stato per il capitolo precedente. Se siete fan di nuovissima data del quartetto troverete per le vostre orecchie un album da pelle d'oca e lacrime; se, al contrario, seguite la band da parecchio potreste storcere un po' il naso consci del (vero) potenziale di questa magnifica realtà. A voi l'ardua sentenza.

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