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Ventesimo nero sigillo per i leggendari Darkthrone: sulfureo, oscuro e old school Ventesimo nero sigillo per i leggendari Darkthrone: sulfureo, oscuro e old school Hot

Ventesimo nero sigillo per i leggendari Darkthrone: sulfureo, oscuro e old school

recensioni

titolo
Astral Fortress
etichetta
Peaceville Records
Anno

PROVENIENZA: Norvegia

GENERE: Black/Heavy/Speed Metal

TRACKLIST:
1. Caravan of Broken Ghosts =VIDEO=
2. Impeccable Caverns of Satan
3. Stalagmite Necklace
4. The Sea Beneath the Seas of the Sea
5. Kevorkian Times
6. Kolbotn, West of the Vast Forests
7. Eon 2

LINE-UP:
Fenriz Batteria - Voce, basso, chitarre, sintetizzatori
Nocturno Culto - Voce, chitarre, basso

opinioni autore

 
Ventesimo nero sigillo per i leggendari Darkthrone: sulfureo, oscuro e old school 2022-11-07 14:29:19 Luigi Macera Mascitelli
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Luigi Macera Mascitelli    07 Novembre, 2022
Ultimo aggiornamento: 07 Novembre, 2022
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Parlare dei leggendari Darkthrone risulta essere un'impresa al limite del possibile: vuoi perché due menti geniali come Fenriz e Nocturno Culto siano totalmente fuori dagli schemi, vuoi anche per l'aura di intangibilità che, nel bene e nel male, i Nostri si sono guadagnati, è certo che l'oggettività viene sempre meno quando tocca parlare del duo Black Metal più famoso di sempre. Ma eccoci qui con questo "Astral Fortress", ventesimo album della lunghissima e prolifica carriera dei Darkthrone che giunge dopo un solo anno di distanza dal precedente e clamoroso "Eternal Hails......", il disco che più di tutti segnò per la band un giro di boa enorme verso lidi molto più Speed e Doom anni '80. Viene da sé, dunque, che la nuova uscita segua esattamente queste orme - come del resto si poteva intuire almeno dal 2016 in poi -. E in effetti è così, seppur con qualche differenza.
Cominciamo subito con il dire che non ci aspettavamo esattamente un album del genere dai Darkthrone; e questa volta, ahinoi, in senso negativo. Ora, da qui al dire che "Astral Fortress" sia un brutto album passa un abisso, tuttavia sarebbe disonesto non ammettere una certa esasperante prolissità o carenza di idee in questa nuova fatica, come se il duo avesse più voluto omaggiare se stesso che non effettivamente la propria abilità compositiva, e ve lo dice uno che i Darkthrone li ama alla follia. Trattasi dunque del classico album senza infamia e senza lode, che poco aggiunge a quanto fatto finora o che comunque tende a passare in sordina non lasciando il classico solco che ci si aspetterebbe da artisti di questa portata. E non si tratta nemmeno di mancanza di sperimentazione, cosa che i Darkthrone, alla faccia dei detrattori, hanno sempre fatto: dalle origini Death, fino ad aver inventato il Black Metal per poi vertere su lidi simil Power o alla svolta degli ultimi anni con questo ritorno al metal più puro e crudo, volutamente low-fi e con un approccio che tutto deve alla NWOBHM. Il vero problema di "Astrall Fortress" è che risulta essere un disco tendenzialmente moscio, fatto con poca enfasi e pigrizia di idee ma con la fretta di pubblicarlo il prima possibile. Da qui segue la prolissità a cui ci si riferiva prima: non tanto l'estesa durata dei riff o dei brani, ma proprio il mood generale che a differenza del precedente e ottimo disco qui si va ad adagiare su dei lidi fin troppo sicuri. Minuto dopo minuto i Nostri ci regalano sicuramente un ascolto - in parte - degno del nome Darkthrone, ma dall'altra parte si resta di tanto in tanto delusi da questi costanti cali. Viene dunque da chiedersi: trattasi di strafottenza da parte di Fenriz e Nocturno Culto - il che non ci stupirebbe - o dell'aver raggiunto la fine di questa fase musicale? In entrambi i casi siamo quasi sicuri che il prossimo album stravolgerà ulteriormente lo stile proposto. Insomma, che ci piaccia o meno i Darkthrone sono questi: imprevedibili e sempre pronti a lasciarci, nel bene e nel male, a bocca aperta. Prendere o lasciare.

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