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Enio Nicolini and The Otron: traiettoria Terra/Cosmo Enio Nicolini and The Otron: traiettoria Terra/Cosmo Hot

Enio Nicolini and The Otron: traiettoria Terra/Cosmo

recensioni

titolo
"Hellish Mechanism"
etichetta
Hellbones Records
Anno

LINE UP:
Luciano Palermi - Voce
Enio Nicolini - Basso
Gianluca Arcuri - Synth
Damiano Paoloni - Batteria

TRACKLIST:
1. Celestial Armada
2. Hellish Mechanism
3. The Cogwheel
4. The Dream
5. The Prophecy
6. The Old Lady
7. Single Higher Thought
8. A Brand New World
9. L’Osservatorio
10. Final Clash

opinioni autore

 
Enio Nicolini and The Otron: traiettoria Terra/Cosmo 2022-11-06 10:41:21 Corrado Franceschini
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Corrado Franceschini    06 Novembre, 2022
Ultimo aggiornamento: 06 Novembre, 2022
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

A più di tre anni di distanza dall’ottimo “Cyberstorm” (voto su AAM 4/5) Enio Nicolini, bassista e figura storica del metallo italiano, torna a proporre la sua musica nelle dieci tracce di “Hellish Mechanism”. Rivoluzionata la formazione degli Otron, Elio riprende il discorso musicale intrapreso nel disco precedente tornando a parlare di tematiche spaziali e fughe dal mondo controllato dai poteri forti. Pur venendo a mancare l’effetto sorpresa suscitato da “Cyberstorm” e tenendo saldi i punti di riferimento, in “Hellish Mechanism” c’è tanta carne al fuoco: ed è di qualità. Il viaggio inizia con le atmosfere siderali e parzialmente decadenti di “Celestial Armada”. Anche questa volta nella line-up degli Otron non è presente la chitarra e, a mio avviso, è stato aumentato l’apporto del sintetizzatore suonato da Gianluca Arcuri. Questo fattore, unito ad un’accordatura del basso su toni diversi dal solito, fa si che in alcuni pezzi ci sia un maggior apporto di sonorità Elctro/Goth/Wave alla Sisters Of Mercy/Swans. Ascoltate “Cogwheel” e capirete cosa intendo dire. A proposito di temi spaziali poteva mai mancare la psichedelia ispirata ai suoni “cosmici” degli Hawkwind? Certo che no! La trovate nel Rock ipnotico di “The Dream”. Altro caposaldo della struttura del disco sono le ossessioni “devianti” e spaziali dei Voivod. Le potete ascoltare nell’omonima “Hellish Mechanism” o trovarle in certi accordi di “The Prophecy”. Il connubio tra elettronica e Voivod sound raggiunge l’apice in “The Old Lady”. A tal proposito vi consiglio di ascoltare il sintetizzatore che, lavorando in sordina, raggiunge un buon grado di riempimento del suono tessendo atmosfere da film Horror. “Single Higher Thought” è un Rock dissonante che non si discosta dalle influenze sonore citate in precedenza. “A Brand New World” è alquanto strana. In questo caso il Rock dissonante viene contaminato in un tratto da una sorta di Beat inglese moderno. Dirò una fesseria ma ho ravvisato un suono tipo Beatles che incontrano i Muse oppure gli Oasis. “L’osservatorio” è un Rock oscuro permeato da cambi, con un interessante testo in italiano: l’unico di tutto il lavoro. A volte nei dischi viene lasciata per ultima una traccia “fiacca” o non troppo riuscita. Non è questo il caso. “Final Crash” è un buon brano che permette agli strumentisti di sparare le ultime cartucce, mostrando una volta di più la validità del combo. Se l’opera del basso, dei sintetizzatori e della batteria suonata da Damiano Paoloni mi è sembrata più che valida, una piccola riserva la esprimo sulla voce di Luciano Palermi (Unreal Terror e una carriera di tutto rispetto fra radio e mondo del cinema N.d.A). Avrei preferito un timbro più avvolgente oppure “asettico” in stile ultimo Steve Sylvester: visti ritmi e tematiche ci stava bene, o Denis Bèlanger (Voivod). Fate vostro ”Hellish Mechanism” e perdetevi nei meandri della vostra mente.

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