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Prosegue con un altro capolavoro la strabiliante carriera dei tedeschi Firtan Prosegue con un altro capolavoro la strabiliante carriera dei tedeschi Firtan Hot

Prosegue con un altro capolavoro la strabiliante carriera dei tedeschi Firtan

recensioni

gruppo
titolo
Marter
etichetta
AOP Records
Anno

PROVENIENZA: Germania

GENERE: Pagan Black Metal

TRACKLIST:
1. Faðir
2. Amor Fati =VIDEO=
3. Labsal
4. Lethe
5. Parhelia
6. Odem
7. Menetekel
8. Peraht
9. Medomai (bonus track)

LINE-UP:
Oliver König - basso
Phillip Thienger - voce, chitarre
David Kempf - batteria
Chris S. - chitarre
Klara Bachmair - violino

opinioni autore

 
Prosegue con un altro capolavoro la strabiliante carriera dei tedeschi Firtan 2022-10-14 16:35:38 Luigi Macera Mascitelli
voto 
 
4.5
Opinione inserita da Luigi Macera Mascitelli    14 Ottobre, 2022
Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 2022
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Quella dei tedeschi Firtan è una carriera a dir poco brillante: nonostante consti solamente di tre album - tra cui quest'ultimo "Marter" - ci ha mostrato una band in costante crescita, sempre alla ricerca di nuovo materiale per stratificare ed ampliare ancora di più la proposta, senza tuttavia sfociare nella proverbiale troppa carne sul fuoco. Dicevamo di "Marter", la terza fatica firmata AOP Records che giunge dopo quattro anni dal più che ottimo "Okeanos", l'album che segnò un parziale allontanamento dalla vena Pagan Black feroce in favore di un approccio più Avant-garde, folkloristico e costantemente spennellato di sentori Post Black in stile Harakiri For The Sky. Non un vero e proprio punto di rottura dunque, ma sicuramente un capitolo che diede il via alla ricerca di un'identità ancora più forte ed incisiva che in questo "Marter" trova la sua massima espressione. Potremmo concludere qui dicendo che siamo di fronte ad un capolavoro, ma proviamo comunque a dare un'idea di quello che andrete ad ascoltare.
Si diceva più su come quello dei Firtan sia un Black Metal affatto convenzionale - almeno per chi lo vede ancora con gli occhi della Norvegia degli anni '90 -, costituito da un'insieme di tante piccole pietruzze che insieme formano un caleidoscopio stilistico ampio ma mai dispersivo. Ecco, immaginate la possente fierezza dei Windir con la disperazione elegante degli Harakiri For The Sky e velate pennellate Alcest e progressive. Il tutto - scontato dirlo - suonato senza mai scadere nella mera emulazione; piuttosto è questo il caso di un perfetto uso di strumenti già noti usati per creare qualcosa di completamente nuovo. Ecco perché i Firtan si fanno amare: nella loro estrema eterogeneità c'è un nocciolo comune ed un focus che rendono l'ascolto emozionante, da pelle d'oca; dalle sfuriate di disperata follia e tristezza come in "Labsal" a vere e proprie lacrime messe in musica come in "Amor Fati" che molto deve all'influsso degli islandesi Sólstafir. Dagli armoniosi arpeggi fino alle tinte oscure che richiamano la vecchia scuola, il quintetto mantiene comunque una classe ed una teatralità quasi reverenziali riuscendo perfino a sfociare, come in "Lethe", nel Death Metal, ma sempre e comunque con eleganza e cognizione di causa. Musicalmente parlando, dunque, i Firtan hanno ulteriormente alzato l'asticella della loro proposta con un sound estremamente complesso ma a modo suo lineare e mai forzato; binomio, questo, che è la vera chiave di volta di "Marter" che va di pari passo con il tema trattato: l'individuo nelle sue infinite sfaccettature esistenziali che oscillano tra la disperazione del fallimento e la speranza della salvezza. Insomma, tutto è perfettamente in linea con la musica proposta. Se tutto ciò verrà portato esattamente così com'è in sede live, beh, signori miei, saremo davanti ad una giovane quanto sorprendente rivelazione.

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