PROVENIENZA: Finlandia
GENERE: Black Metal
LINE-UP:
Hail Conjurer - voce, tutti gli strumenti
TRACKLIST:
1. The Sin And The Sweat
2. Aghast
3. Rebellion of the Flesh
4. Blood on the Stone
5. Come Alive
6. Winter Death
7. Earth Penetration =VIDEO=
PROVENIENZA: Finlandia
GENERE: Black Metal
LINE-UP:
Hail Conjurer - voce, tutti gli strumenti
TRACKLIST:
1. The Sin And The Sweat
2. Aghast
3. Rebellion of the Flesh
4. Blood on the Stone
5. Come Alive
6. Winter Death
7. Earth Penetration =VIDEO=
Giunge al suo sesto album con "Earth Penetration" la one man band finlandese Hail Conjurer, side project di Harri Kuokkanen, già vocalist degli Hooded Menace. Un disco, questo, che si configura come un'opera alquanto originale e sui generis. Se vi aspettavate il classico Black Metal finnico o comunque un genere tutto sommato riconoscibile entro certe coordinate, allora siete proprio fuori strada. Quella che andrete ad ascoltare una volta premuto il tasto "play" è una vera e propria tortura mentale: un mix allucinogeno e mortifero di Black Metal, Noise, Ambient, Doom Metal, urla, litanie... il tutto volutamente registrato in maniera scarna e scheletrica per dare maggior risalto alle chitarre zanzarose e al senso di smarrimento e morte che si respira per 35 minuti circa. Insomma, quella messa in musica da Mr. Kuokkanen è una blasfema orgia in cui lo sporco e il marcio si mischiano alla malattia mentale, riuscendo così a darci in pasto un disco che è Black Metal nelle intenzioni ma Doom - in senso lato ovviamente - nell'esecuzione. Potreste scorgere elementi degli ultimi Darkthrone, così come la vena Raw dei colleghi di casa Behexen o quel frangente dal sapore sperimentale dei Ride for Revenge; o, infine, quel tocco liturgico tipico dei Batushka e la vena Ambient degli ultimi lavori di Burzum. In ogni caso è evidente come il lavoro svolto solo in apparenza risulta caotico e senza senso; tuttavia riconosciamo come Hail Conjurer sia un ascolto tutt'altro che facile, dove la perdita del focus è sempre dietro l'angolo se non ci si concede quella mezz'ora di tranquillità per poter apprezzare ogni elemento dell'album. Da qui, dunque ne traiamo la conclusione che questo "Earth Penetration" sia un'opera veramente complessa e, spesso, così eterogenea da risultare quasi riduttivo inquadrarla in un filone musicale ben preciso. Quindi di certo non si tratta di un lavoro universalmente fruibile, ma qualcosa che si rivolge ad un pubblico piuttosto esigente o mentalmente aperto. A parte le tastiere mortifere, il senso claustrofobico e la malatissima voce dell'artista finlandese, non troverete altri punti di riferimento qui, se non l'angoscia di una lenta tortura che spegne ogni singolo barlume di vita.