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Quinto album dei Majesty of Revival: di matrice Prog Metal, ma così vario da risultare un po' troppo eterogeneo Quinto album dei Majesty of Revival: di matrice Prog Metal, ma così vario da risultare un po' troppo eterogeneo Hot

Quinto album dei Majesty of Revival: di matrice Prog Metal, ma così vario da risultare un po' troppo eterogeneo

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Pinnacle
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TRACKLIST:
1. Open
2. You Have A Message (Welcome To Gulag)
3. Rebellion
4. Mindcrime
5. Fool
6. Deliverance
7. At All Cost
8. Dig Me Up (Bury Me Part II)
9. Citylights
10. Stone
11. Things Are Not What They Seem
12. Guardians
13. Overcome

LINE UP:
Dimitriy Pavlovskiy - guitars, vocals
Vitalii Popfalushi - bass, vocals
Myroslav Danko - guitars, vocals
Maestone - keyboards, backing vocals
Marvin - drums

Guests:
David Readman - vocals on "Mindcrime"
Kärtsy Hatakka - vocals on "Fool"
Vasil Dovganych - guitars on "Fool"
Volodymyr Shchobak - trumpet sections on "Fool"
Veronika Shestakova - violin on "Deliverance"
Anzhelika Zyzych - female voice on "Things Are Not What They Seem"
Choirs: Dimitriy Pavlovskiy, Myroslav Danko, Vitalii Popfalushi, Maestone, Anzhelika Zyzych, Rostik Groshick, Andy Brok & Yriy

opinioni autore

 
Quinto album dei Majesty of Revival: di matrice Prog Metal, ma così vario da risultare un po' troppo eterogeneo 2022-08-19 16:39:26 Virgilio
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Virgilio    19 Agosto, 2022
Ultimo aggiornamento: 21 Agosto, 2022
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Quinto full-length per i Majesty of Revival, band fondata nel 2009 da Dimitriy Pavlovskiy e che ritorna in quest'occasione con una line-up quasi completamente rinnovata. La formazione ucraina ha lavorato al disco in piena pandemia, ma ovviamente sono scaturite poi difficoltà forse anche maggiori a causa dell'invasione russa del loro Paese. Ad ogni modo, questo "Pinnacle" si rivela come un disco piuttosto atipico: la band ci aveva già abituati alla proposta di lavori alquanto vari, ma in questo caso sembrano proprio convivere diverse anime e diversi stili tra le varie canzoni, al punto che in certi casi si fa quasi fatica a credere che si tratti dello stesso gruppo. Peraltro, quasi tutti i brani sono già stati pubblicati come singoli e si riscontra una tale disomogeneità da indurci a pensare a "Pinnacle" come una sorta di raccolta di canzoni nate in maniera spontanea e quasi casuale piuttosto che di un vero e proprio album. Si possono ritrovare così tracce di Prog tecnico, a tratti anche piuttosto aggressive, con alternanza di cantato in pulito ed estremo come "Open", "Citylights" e "Things Are Not What They Seem"; altre sono ballate dalle tinte orchestrali, come "At All Cost" (con inserti di violino) e "Overcome?"; alcuni brani sono invece grintosi ma tendenzialmente più melodici, come nel caso di "Guardians" e di "Mindcrime", anzi in quest'ultima spicca la presenza come guest di David Readman (Pink Cream 69, Adagio). Un altro gruppo di canzoni denota invece un approccio più fantasioso e orientato alle contaminazioni con altri generi: ad esempio, in "You Have A Message (Welcome To Gulag)" ci sono passaggi Funky o venature Metalcore e Industrial, per poi proseguire con la gotica "Rebellion"; un avvio Funky/Reggae caratterizza invece "Dig Me Up", sottotitolata "Bury Me Part II", come ideale prosecuzione dell'ultimo brano dell'album precedente; ancora, in "Fool" ci sono bellissimi cori e inserti di trombe, che rendono il brano molto particolare e originale. Discorso a parte merita "Stone", in cui la band si riserva uno spazio per una traccia di raffinato Prog Metal, con svariati e continui cambi tematici e di tempo. Insomma, "Pinnacle" è un disco caratterizzato da brani così diversi da poter risultare spiazzante e difficile da apprezzare nella sua interezza, mentre se dovessimo prendere i brani singolarmente non si può negare come questi risultino parecchio interessanti e ben concepiti. Non è chiaro se una tale eterogeneità derivi magari dall'apporto dei nuovi membri (ciascuno con il suo background) o se corrisponda alla decisione di un cambio stilistico in corso d'opera. Il nostro giudizio complessivo resta comunque positivo, ma va anche detto che, stavolta, a differenza magari di altri album della band ucraina, la grande varietà che caratterizza questo lavoro in effetti rischia di essere un po' difficile da digerire.

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