LINE UP:
Fulmineos - guitars, effects
M II - bass
Khrudd - vocals, drums
TRACKLIST:
1. Daimon
2. A Forgotten Epitaph
3. Burned Anchor
LINE UP:
Fulmineos - guitars, effects
M II - bass
Khrudd - vocals, drums
TRACKLIST:
1. Daimon
2. A Forgotten Epitaph
3. Burned Anchor
I Cursed Cemetery, trio rumeno già attivo da più di venticinque anni, hanno evoluto e modificato non poco il loro stile. Dal Blackened Death Metal granitico e prepotente degli inizi, sono passati gradualmente ad un Black/Ambient che di Black ha poco, ad esempio scream belli malefici e vocals in growl belli possenti; sarebbe quindi più corretto parlare di Funeral Doom ragionato e dal minutaggio bello pesante, che rende questo “A Forgotten Epitaph”, una bella passeggiata di salute, di quasi un’ora e questo va bene, ma con solo tre brani!
Tempi estremamente dilatati quindi, tutto è lento e pesante, costante ed inevitabile. “Daimon”, il pezzo iniziale, è di una pesantezza quasi soporifera nei primi minuti (e per “primi minuti” intendo più di cinque!), ti permette di rilassarti e goderti i suoni di ambienti bui e abbandonati, tetri, dove tutto è immobile e ciò che percepiamo, solo sono il riverbero del nostro stesso respiro contro le pareti. Poi parte la paura: urla in lontananza, litanie allucinate. Devo scappare! Che ci faccio qui? Come ci sono arrivato? Se corro mi scopriranno, devo nascondermi… insomma… niente male davvero! Come potete capire qui si fa sul serio. I Cursed Cemetery ci calano in un abisso che pullula di abomini, lasciano che ci immedesimiamo, al buio, con gli occhi chiusi, per poi rincorrerci, scatenare la bestia e lasciarci col culo stretto per tutta l’ora!
Apprezzo particolarmente la canzone che dà il titolo a tutto l’album “A Forgotten Epitaph”, che regala una parte centrale corposa, massiccia e densa, sia di potenza sonora che di potenza “mentale” percepibile. Tutto l’album è un muro di suono, interrotto solamente da strapiombi neri, in cui non si vede il fondo. Sono forse l’unico modo per uscire da quell’inferno, ma avreste il coraggio di saltare?!
Sicuramente un lavoro interessante da ascoltare, soprattutto per gli appassionati e per chi voglia fare un viaggio mentale in un abisso empio, che gioca con le nostre paura e la visione di una via d’uscita. Notevole!