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Arched Fire, le potenzialità per fare meglio ci sono Arched Fire, le potenzialità per fare meglio ci sono Hot

Arched Fire, le potenzialità per fare meglio ci sono

recensioni

titolo
"Remote control"
etichetta
WormHoleDeath
Anno

TRACKLIST:
1. Hindsight 20/20
2. Back on track
3. Remote-controlled end
4. Crawling down
5. …And ride away
6. A.T.W.
7. Wormhole
8. Escape
9. Futile
10. From dust to dust

LINE-UP:
Kristian Herkman - vocals
Aslak Purojärvi - drums
Mika Rytilahti - bass
Janne Särkelä - guitars
Ari Väntänen - guitars

opinioni autore

 
Arched Fire, le potenzialità per fare meglio ci sono 2022-07-18 16:21:10 Ninni Cangiano
voto 
 
2.5
Opinione inserita da Ninni Cangiano    18 Luglio, 2022
Ultimo aggiornamento: 18 Luglio, 2022
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Gli Arched Fire arrivano dalla lontana Lapponia in Finlandia, dove si sono formati nel 1989; solo nel 2021 però riescono a tagliare il traguardo del debut album con questo “Remote control” (edito dalla nostra WormHoleDeath), complice anche una lunga pausa nell’attività tra il 1990 ed il 2019. Il disco ci è purtroppo arrivato solo di recente in redazione, con oltre un anno di ritardo rispetto alla sua release date ufficiale, ecco spiegato come mai venga recensito solo adesso. Ho ascoltato e riascoltato numerose volte i nove pezzi (+ l’immancabile inutilissima intro) che compongono questo disco della durata totale di poco inferiore ai 39 minuti, eppure non sono mai riuscito a trovare nulla di particolarmente accattivante o interessante, nonostante io sia un fan dell’Heavy/Speed, con qualche spruzzata di Thrash, suonato dal gruppo scandinavo. Non c’è una hit che trascini e spicchi in mezzo alla folla, manca quel “quid pluris” che distingue un lavoro dalla massa e, pur riconoscendo che i vari brani non sono suonati male, manca una certa orecchiabilità di fondo che renda il tutto più facilmente fruibile. Il problema maggiore credo sia nella voce del singer Kristian Herkman, troppo sporca per i miei gusti (quasi quasi lo vedrei meglio in una Hard Rock band) e quasi ridicola quando decide di essere stridula ed isterica; seppur debba riconoscere una certa versatilità ed espressività, semplicemente non lo trovo adatto per il sound degli Arched Fire, a cui servirebbe un’ugola più acuta e soprattutto molto più pulita ed “educata”. La struttura dei pezzi è poco catchy e non contribuisce ad alleggerire l’ascolto. Piacciono però alcune parti di chitarra del solista, come ad esempio l’attacco di “Futile”; proprio nella parte iniziale di questo pezzo il singer Kristian Herkman regala la performance migliore dell’intero disco, tanto che viene da chiedersi perché non abbia cantato sempre a questa maniera; purtroppo, con il procedere del brano, si mette ad urlare, sporcando la voce e rovinando tutto quanto. Dispiace sempre non concedere almeno la sufficienza, ma con questo “Remote control” gli Arched Fire ci vanno solo vicino. Le potenzialità ci sono, ma per il futuro bisognerà migliorare parecchio per sperare di uscire dal più profondo underground. Alla prossima!

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