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I Conjurer dimostrano una crescita stilistica esponenziale I Conjurer dimostrano una crescita stilistica esponenziale Hot

I Conjurer dimostrano una crescita stilistica esponenziale

recensioni

gruppo
titolo
Páthos
etichetta
Nuclear Blast Records
Anno

PROVENIENZA: UK 

GENERE: Sludge/Doom/Post-Metal 

FFO: Inter Arma, Cult of Luna, Isis, Primitive Man, Neurosis 

LINE UP: 
Brady Deeprose - vocals, guitars 
Dan Nightingale - vocals, guitars 
Conor Marshall - bass 
Jan Krause - drums 

TRACKLIST: 
1. It Dwells [07:05] =VIDEO= 
2. Rot [06:19] =VIDEO= 
3. All You Will Remember [07:25] 
4. Basilisk [05:14] 
5. Those Years, Condemned [07:38] 
6. Suffer Alone [02:33] 
7. In Your Wake [06:39] 
8. Cracks in the Pyre [07:22] =VIDEO= 

Running time: 

opinioni autore

 
I Conjurer dimostrano una crescita stilistica esponenziale 2022-07-03 15:56:49 Daniele Ogre
voto 
 
4.5
Opinione inserita da Daniele Ogre    03 Luglio, 2022
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

A quattro anni dall'ottimo debutto con "Mire" tornano gli inglesi Conjurer con quello che è il loro secondo full-length "Páthos", album che segna tante ed importanti novità in casa del combo proveniente dal Warwickshire. In primis, c'è il passaggio sotto la potentissima ala protettrice di Nuclear Blast Records, il passo in avanti più importante dei Nostri, ma anche sul piano prettamente musicale si ha subito l'impressione che i quattro anni di silenzio siano stati sfruttati dai Conjurer per apportare significanti cambi alle loro sonorità. Sia chiaro, chi ha avuto modo di ascoltare "Mire" riconoscerà subito la mano della band inglese, ma dove il debutto era più frenetico e, a suo modo, schizoide, in "Páthos" i Conjurer dimostrano una crescita ed una maturità esponenziali. In questa nuova opera, infatti, Nightingale e soci "giocano" inserendo una moltitudine di influenze, il tutto in una maniera tanto fluida dal non rendere slegati i vari passaggi umorali. Ed "umorale" è probabilmente l'aggettivo che meglio si adatta a questo disco, in cui possiamo trovare quelle classiche atmosfere soffocanti tipiche dello Sludge, ma anche altri generi che vanno a mescolarsi con una sapienza che - considerando i Nostri solo al secondo album - ha quasi dell'incredibile, a partire da sferzate Extreme Metal (taglienti passaggi dal sapore Blackened - come nella parte conclusiva di "All You Will Remember" - a bordate espressamente Death Metal), passando per venature Post-Hardcore / Post-Metal o sfuriate Hardcore NY, fino a trovare in alcuni passaggi un mood malinconico ed al contempo quasi romantico, ricordando in questo l'ultimo lavoro dei Cult of Luna (ed in alcuni momento persino i Katatonia). Non sapremmo definire meglio "Páthos" se non dicendo che questo secondo album dei Conjurer è un continuo saliscendi emozionale: rabbioso, malinconico, acido, furioso, malinconico... duro come granito, tagliente e freddo come il vento nordico, plumbeo come l'autunno ma al tempo stesso delicato come brezza primaverile. La sensazione è che i Conjurer abbiano messo subito fine all'entusiasmo giovanile nel primo lavoro, per lavorare a testa bassa a nuove soluzioni che aprano loro un percorso tutto nuovo che, si spera, possa essere la loro strada definitiva: l'opener "It Dwells", la mostruosamente umorale "All You Will Remember", la 'deatheggiante' "Basilisk", la lancinante, straziante "Cracks in the Pyre", sono tutte la dimostrazione di come il combo britannico sia cresciuto in un modo che per certi versi potrà spiazzare e sorprendere. Ma fondamentalmente è 'solo' il percorso di crescita di una band dal potenziale enorme, che con "Páthos" comincia scoprire tutte le sue carte. E crediamo che ancora abbiamo visto poco.

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