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Candlemass: la Bibbia del Doom Candlemass: la Bibbia del Doom Hot

Candlemass: la Bibbia del Doom

recensioni

titolo
Epicus Doomicus Metallicus - 35 Years
etichetta
Peaceville Records
Anno

TRACKLIST:
DISC 1
A.1. Solitude [05:34]
A.2. Demon`s Gate [09:10]
A.3. Crystal Ball [05:21]
B.1. Black Stone Wielder [07:34]
B.2. Under The Oak [06:52]
B.3. A Sorcerer`s Pledge [08:20]
DISC 2
C.1. Warchild (Witchcraft Demo, Jan `85) [03:34]
C.2. Crystal Ball (Witchcraft Demo, Jan `85) [04:51]
C.3. A Sorcerer`s Pledge (Witchcraft Demo, Jan `85) [07:26]
C.4. Into The Unfathomed Tower (Witchcraft Demo, Jan`85) [03:02]
D.1. Black Stone Wielder (O.A.L. Studio Demo, Dec `85) [07:24]
D.2. Demon`s Gate (O.A.L. Studio Demo, Dec `85) [08:05]
DISC 3
E.1. Demon`s Gate - V1 (Upplands Vasby rehearsal, Nov`85) [07:58]
E.2. Under The Oak - V1 (Upplands Vasby rehearsal, Nov`85) [06:24]
E.3. Under The Oak - V2 (Upplands Vasby rehearsal, Nov `85, alternate version) [06:17]
F.1. Black Stone Wielder (Upplands Vasby rehearsal, Nov`85) [02:28]
F.2. Demon`s Gate - V2 (Upplands Vasby rehearsal, Nov `85, alternate version) [07:59]
F.3. Under The Oak - V3 (Upplands Vasby rehearsal, Nov `85, alternate version 2) [06:09]

RECORDING LINE UP: 
Johan Längquist - vocals (session)
Mappe Björkman - guitars
Klas Bergwall - guitars (session)
Leif Edling - bass
Mats Ekström - drums

opinioni autore

 
Candlemass: la Bibbia del Doom 2022-06-18 09:53:51 MASSIMO GIANGREGORIO
voto 
 
4.5
Opinione inserita da MASSIMO GIANGREGORIO    18 Giugno, 2022
Ultimo aggiornamento: 18 Giugno, 2022
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Per celebrare i 35 anni dall’uscita di “Epicus Doomicus Metallicus”, l’opera magna di questi veri e propri colossi del Doom (per me, insieme ai Trouble, i Candlemass SONO il Doom Metal) la Peaceville ha pensato bene di pubblicare – in edizione limitata – questo triplo album, in versione cd e vinile, estremamente curato nell’artwork come si conviene ad una realizzazione commemorativa che si rispetti. Il primo disco è l’opera originaria riproposta, il secondo altro non è se non il demo realizzato dalla band di Stoccolma agli esordi (risalenti al 1984), quando ancora si chiamava Withcraft con, in più, “Black Stone Wielder” e “Demon`s Gate” (registrati negli O.A.L. Studios nel dicembre 1985), mentre il terzo è costituito da una serie di registrazioni di prove effettuate dalla band negli studi Upplands Väsby nel Novembre dello stesso anno.
Sull’opera al nero della quale si celebra l’oscuro genetliaco, aggiungere qualcosa ai fiumi di inchiostro che – in questi 35 anni – sono stati versati per decantare (giustamente) le immense qualità di questa vera e propria Bibbia del Doom, è alquanto arduo e superfluo. Semplicemente, è una delle pietre miliari del metallo a tinte scure e dell’Heavy Metal in generale. Non c’è altro da dire. Invece, in questa recensione che ho il privilegio di scrivere, vorrei soffermarmi sugli altri due dischi. Come esposto, il secondo cd/vinile riesuma il demo creato dalla band svedese quando ancora rispondeva al nome di Witchcraft. All’epoca, si trattava di un trio in cui Leif Edling era impegnato alle quattro corde ed alla voce, affiancato da Mats Ekström alle pelli e Christian Weberyd maestro d’ascia. Pur ammirevole, il risultato finale è stato alquanto spompo, con Leif che denota un’ugola alquanto fragile, sia pur volenterosa. Diciamoci la verità: tutto è cambiato con l’avvento di Messiah Marcolin. Sto ancora maledicendo il giorno in cui è fuoriuscito dalla band! A mio avviso, non esiste un cantante Doom che ne possegga la stessa carica di pathos e la stessa voce carismatica, degna di un vero e proprio celebrante on stage; solo lui è stato in grado di conferire ai brani quella aura di magia, di esoterismo e mistero rappresentato con una potenza evocativa irraggiungibile; d’altronde, non solo il confronto con il periodo precedente al suo avvento, ma anche con quello successivo alla sua dipartita, (vedi l’EP “House of Doom”) è impietoso: come Messiah, non ce n’è. Va da sé che, anche per quanto attiene al terzo disco, il discorso non cambia di molto. I pezzi storici, sia pure riproposti in varie versioni, non rendono la medesima sensazione di angoscia mista a indefinibile minaccia e sinistri stati d’animo.
Comunque sia, non c’è che da ringraziare la Peaceville per averci dato la possibilità di approfondire ulteriormente la conoscenza dell’universo Candlemass, fatto di atmosfere e tematiche tanto affascinanti quanto oscure, attraverso una produzione che rinverdisce i fasti del combo scandinavo che incarna l’essenza del dark&doom. Un “must have”!

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