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Un (quasi) back to the origins non del tutto riuscito per i veterani Decapitated Un (quasi) back to the origins non del tutto riuscito per i veterani Decapitated Hot

Un (quasi) back to the origins non del tutto riuscito per i veterani Decapitated

recensioni

titolo
Cancer Culture
etichetta
Nuclear Blast Records
Anno

PROVENIENZA: Polonia

GENERE: Technical/Groove Death Metal

TRACKLIST:
1. From The Nothingness With Love
2. Cancer Culture =VIDEO=
3. Just a Cigarette
4. No Cure
5. Hello Death =VIDEO=
6. Iconoclast =VIDEO=
7. Suicidal Space Programme
8. Locked
9. Hours as Battlegrounds
10. Last Supper

LINE-UP:
Rafał "Rasta" Piotrowski - vocals
Waclaw "Vogg" Kieltyka - guitars, bass
James Stewart - drums

opinioni autore

 
Un (quasi) back to the origins non del tutto riuscito per i veterani Decapitated 2022-06-01 16:07:47 Luigi Macera Mascitelli
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Luigi Macera Mascitelli    01 Giugno, 2022
Ultimo aggiornamento: 01 Giugno, 2022
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Chi si aspettava dai mostri sacri Decapitated un ritorno totale alle vecchie sonorità resterà probabilmente deluso da questo "Cancer Culture", ottava fatica per Vogg e soci. Eppure c'è da dire che il trio polacco è riuscito a risollevare di tanto la testa dopo il brutto scivolone del precedente disco; questo perché i Nostri hanno deciso di abbandonare l'eccessiva vena Groove degli ultimi tempi per tornare - in buona parte, ma non del tutto - a quel sapore più Technical Death o comunque ad un approccio nettamente più aggressivo. Dicevamo all'inizio che magari l'album rientrerà comunque nella spazzatura per i puristi, ma sicuramente saprà attirare l'attenzione di tutti grazie proprio al sapore "back to the origins" che si respira durante tutto l'ascolto. Tuttavia, come avrete letto dal titolo e dall'incipit, non si tratta certamente di un capitolo esente da difetti, il primo dei quali - e forse il più grave - è una sensazione di perdita costante del focus, come se ciascuna traccia volesse seguire un suo percorso senza tuttavia ricollegarsi nel contesto di un album. A testimonianza di ciò segnaliamo proprio due tracce che, singolarmente, sono anche fighe, ma che prese nel totale sfigurano completamente: "Hello Death" - con ospite la vocalist degli ucraini Jinjer - e "Iconoclast" con Rob Flynn dei Machine Head. Perché, vi chiederete, risultano slegate da "Cancer Culture"? Un eccessivo citazionismo alle band dei relativi ospiti: di fatto sembrano una traccia dei Jinjer una e un pezzo dei Machine Head l'altra. Cosa centrano in un contesto - almeno sulla carta - Death? L'impressione è dunque quella di pezzi studiati a tavolino per cercare di abbracciare un pubblico sempre più vasto. Da segnalare, infine, anche qualche inciampo durante il cammino, come le finali "Locked" e "Hours as Battlegrounds", forse i pezzi più anonimi senza personalità dell'intera opera.
Per il resto, sorprendentemente, questo "Cancer Culture" ha il grosso pregio di suonare esattamente come i vecchi Decapitated - con le dovute differenze del caso - e di conseguenza si presenta più feroce, spinto e crudele, quasi a ricordarci la prima decade di vita della band. Sia chiaro, il riffing non è così arzigogolato o contorto, ma fa comunque il suo figurone all'interno di strutture sorrette da un'ottima produzione ed un comparto ritmico semplicemente perfetto: dal blast beat sparato come un treno in corsa alle sezioni molto più cadenzate e - vagamente - dal sapore Slam. Dal nostro punto di vista i Decapitated sono finalmente tornati su territori molto più consoni al loro nome ed il nuovo capitolo è riuscito a modo suo a dimostrarlo.

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