LINE UP:
Sterthanas - vocals, guitars
Malevictus - bass
TRACKLIST:
1. Nigredo
2. Death, Slavery and the Pursuit ov Sadness
3. Pervasive Emptiness
4. Polar Cortex
5. Dreams That Haunt the Mind
6. I Walk Among You
7. Putrefactio
LINE UP:
Sterthanas - vocals, guitars
Malevictus - bass
TRACKLIST:
1. Nigredo
2. Death, Slavery and the Pursuit ov Sadness
3. Pervasive Emptiness
4. Polar Cortex
5. Dreams That Haunt the Mind
6. I Walk Among You
7. Putrefactio
Black Metal dagli Stati Uniti che, già dall’intro, si discosta da quell’anima fortemente Thrash vecchia scuola che caratterizza la maggior parte delle bands estreme americane - basta guardare gli Inquisition su tutte -, ma anzi i Death Shroud portano avanti un Black oscurissimo e cattivo. Riff che sono una trivella scatenata nel cervello, accompagnati da una serie di fraseggi acuti che rendono tutto malsano. Riescono a trasformarsi in vermetti striscianti, in ragni e serpi che scivolano nella terra che di colpo ti avvolgono. La band ci trascina in cripte sotterranee, pregne di pericolo, claustrofobiche, senza darci il tempo di prendere fiato.
Si tratta di un album molto breve, un concentrato di violenza implacabile, tutto diretto dalla nera fiamma e ad essa votato ma, nonostante ciò, sono diversi i momenti degni di nota, dalla malignità di “Pervasive Emptiness”, che davvero risulta essere un passo spaventoso all’interno dell’album, alla più complessa e “solenne” (se vogliamo) “Dreams That Haunt the Mind”, così come la curiosa parte strumentale di “Polar Cortex”, che alterna momenti di puro ed assoluto Black Metal in stile norvegese a sperimentazioni puramente Heavy Metal, con passaggi che toccano addirittura l’Hard Rock e che, vi dirò, non sono niente male! Scordatevi le note allegre dei Kiss o l’Hard Rock anni ’70, restiamo sempre in ambito puramente Black Metal (che mi suona molto Satyricon), ovviamente, ma i passaggi, i fraseggi, alcuni acuti lanciati come urla di cavalli al galoppo, sono come quel sentore di menta o di limone, in un piatto in cui non te lo saresti mai aspettato e, quando poi si torna a martellare duro, tutto ciò risulta sorprendente!
In ultima analisi, questo "Death, Slavery and the Pursuit ov Sadness" dei Death Shroud è un buon prodotto che, pur senza essere un capolavoro, è un album che suona tradizionalmente Black e che porta una bella e buona dose di innovazione e freschezza, senza mai rinunciare alla violenza e alla cattiveria. Consigliato!